Visita alla redazione del "Crotonese" 18/11/2009 Classi 5A-5B Visita alla redazione del "Crotonese"
IN VISITA AL “Crotonese”: COME NASCE UN Giornale. 18 novembre 2009 Mercoledì 18 novembre 2009, noi alunni della classe 5 A e B della ScuolaPrimaria “Don Bosco”, accompagnati dai nostri insegnanti, abbiamo fatto visita alla redazione di Crotone del Crotonese, il bisettimanale più diffuso nella nostra Provincia. Siamo stati accolti dal redattore……….. , che ci ha illustrato la storia del giornale e ci ha raccontato come si svolge una giornata di lavoro in redazione. Il Crotonese è nato nel 1979 come giornale locale settimanale , in seguito e diventato bisettimanale, esce in edicola tutti i martedì e i venerdì. La data della prima uscita risale al 5 luglio 1979, infatti il giornale ha da poco compiuto 30 anni. La redazione giornalistica è Crotone in località Passo vecchio ed è formata da ……collaboratori, guidati dal caporedattore e diretti dal direttore del giornale. In redazione, di solito, nella mattinata regna la calma, poi nel pomeriggio arrivano i collaboratori che scrivono i vari articoli, di cronaca, politica locale, sport, cultura, che verranno pubblicati nei giorni stabiliti. Il redattore……… ci ha spiegato anche che nel raccontare o commentare i fatti, le parole sono molto importanti: gli articoli vanno scritti in uno stile sintetico e chiaro che deve interessare e coinvolgere il lettore, ed i titoli, in particolare, devono suscitare la curiosità ed il desiderio di leggere. Per noi alunni la visita al giornale è stata un’utile esperienza che ci ha fatto conoscere ed apprezzare l’interessante ma non facile lavoro del giornalista.
Direzione, redazione, amministrazione sono a Crotone. Il Crotonese Il Crotonese è un bisettimanale d'informazione della provincia di Crotone. Nato nel 1979, il giornale esce il martedì e il venerdi di ogni settimana. Direzione, redazione, amministrazione sono a Crotone. Struttura Primo Piano Cronaca Dibattito Spettacolo Provincia: Isola Cutro Area Silana Alto Marchesato Cirotano Valle Neto Lettere Provincia Attualita' Sport Lettere Commenti Categoria: Editoria in Calabria E-mail: info@ilcrotonese.it Telefono: 0962.938774 Fax: 0962.931091
Il piazzale antistante la redazione del giornale
Già prima di entrare, alcuni bambini ,preparano le domande da porre ai redattori.
L’ingresso della redazione del “Crotonese”
Intenti a preparare le domande da fare, i bambini si apprestano ad entrare nella redazione del giornale
Ci sistemiamo all’interno della redazione
Chi sceglie le notizie? Come nasce un giornale?» Non eravamo mai entrati nel cuore pulsante della redazione di un giornale. L' occasione scatena la nostra curiosità, la curiosità di ragazzi che vogliono apprendere. Il primo impatto ci regala sorprese. Ci aspettavamo qualcosa di diverso: «Per esempio spazi più ampi, con un ufficio ordinato per ogni giornalista. Invece sono appiccicati uno all' altro e sommersi dalla carta...». Iragazzi sono molto interessati a sapere come un giornale nasce e si costruisce: per una volta sono loro a fare domande: «Come si fa a scegliere le notizie da pubblicare? Chi decide quanto spazio dare a un avvenimento?».
La redazione è un locale non molto grande, al centro ci sono alcuni tavoli con dei computer con i quali vengono scritti gli articoli da pubblicare. Un redattore si appresta a rispondere alle nostre domande
È la prima volta che visitiamo la redazione di un giornale,siamo tutti curiosi di scoprire cose nuove ed anche entusiasti per l’interessante esperienza.
L’attenzione e l’interesse dei ragazzi sono notevoli.
Il redattore, spiega che il “Crotonese” è un giornale a carattere locale per cui si occupa solo di fatti e avvenimenti che si verificano esclusivamente nell’ambito territoriale della provincia di Crotone. A volte accade che vengono pubblicati articoli su avvenimenti che si verificano al di fuori del nostro territorio, anche all’estero, questo avviene solo quando in un determinato avvenimento in qualche modo c’è coinvolta qualche persona di Crotone o della provincia.
Le domande sono numerose e incessanti
Preparazione degli spazi per posizionare gli articoli all’interno delle pagine del giornale
Il redattore ci spiega che le pagine del giornale sono limitate, per cui,anche lo spazio riservato agli articoli è limitato. Per stabilire lo spazio e la posizione che un articolo deve occupare all’interno del giornale si usa il “MENABO’” menabò Il menabò, in generale, si usa per il montaggio dei testi e delle illustrazioni di un libro, di una rivista e dei giornali per servire da guida nell’impaginazione. ETIMOLOGIA: voce milan., propr. ‘conduci i buoi’, con riferimento alla funzione di traccia del lavoro.
Usciamo dalla redazione e ci dirigiamo verso la sala stampa
Alle pareti del corridoio antistante la sala stampa sono appesi quadri e pagine di giornali che raffigurano articoli e immagini significative della vita del giornale.
In un angolo della sala stampa, si vedono enormi rulli di carta su cui, dopo essere stati montati ai rulli della rotativa, viene stampato il giornale.
Il redattore spiega come funziona la ROTATIVA e risponde alle numerose domande dei ragazzi
La Stampa Rotativa è il tipo di stampa per antonomasia quando si parla di cataloghi a grosse tirature. STAMPA ROTATIVA L’esempio più classico sono la stampa di cataloghi per libreria o la stampa di “volantini” per supermercati
La rotativa nella sala stampa del Crotonese La rotativa di un giornale in azione
Una rotativa mentre stampa e impagina una rivista Particolari della sala stampa del Crotonese
Un grosso rotolo di carta nontato al rullo della rotativa pronto ad essere stampato
Per fare un giornale, la cosa più importante è la carta. LA FABBRICAZIONE DELLA CARTA La carta è di origine vegetale: se strappi un foglio, lungo il margine vedrai chiaramente le minuscole fibre di cellulosa, che è il componente principale delle cellule vegetali. La produzione della carta avviene in due fasi. Nella prima, si ricavano le fibre dal legno o da altre fonti (come paglia, stracci, foglie) e si mescolano con acqua per creare una poltiglia chiamata pasta di legno. Nella seconda fase, si stende la pasta di legno su telai con il fondo di rete metallica (per far scolare l’acqua), poi la si passa nei cilindri di pressatura e la si fa asciugare. Questo fa sì che le fibre si saldino insieme in fogli sottili. La carta può essere fabbricata a mano, com’è avvenuto fino al XVIII secolo (e come avviene ancora per ottenere carte raffinate o particolari), ma oggi, per la maggior parte, è prodotta a macchina, in grandi stabilimenti chiamati cartiere. La carta è un materiale straordinario, che si usa per una grande varietà di impieghi. Si usa per la stampa di giornali, riviste e libri, per scrivere, disegnare e dipingere, per fare decorazioni, per le banconote, per avvolgere e imballare, per indumenti usa e getta, per filtri e materiali edili. Riusciresti a immaginare un mondo senza carta? Eppure, fino al 1100, in Europa la carta era sconosciuta! LA PASTA DI LEGNO Quasi tutte le fibre di cellulosa usate per la fabbricazione della carta provengono da legni “dolci” (cioè morbidi), come il pino. Le fibre vengono estratte in due maniere differenti: in modo meccanico o in modo chimico. Nel primo caso, si mette la materia prima in una vasca e la si batte con un pesante pestello per sfibrare il legno, tenendola sotto l’acqua corrente per eliminare le impurità. La pasta di legno prodotta in questo modo è chiamata pasta meccanica; è economica, ma poiché le fibre di cellulosa si rompono durante il processo di battitura, la pasta di legno meccanica è usata per fabbricare carte economiche, come la carta da giornale. La pasta di legno chimica si ottiene immergendo il legno in solventi chimici che eliminano le altre sostanze e lasciano solo fibre di cellulosa pura. In questo modo, le fibre non si rompono e si ottiene una carta di migliore qualità. Le fibre di cellulosa per la fabbricazione della carta provengono anche dagli stracci, soprattutto di cotone e di lino. Dopo una prima pulitura, gli stracci vengono bolliti con sostanze chimiche per diverse ore, e poi battuti per separare le fibre. La carta ottenuta dagli stracci è liscia e resistente. Altre fibre provengono dalla cosiddetta carta straccia: tutta la carta che si recupera viene rilavorata e dà luogo alla carta riciclata. Il riciclaggio fa risparmiare l’energia necessaria allo sfibramento del legno.
Fabbricazione della carta L'illustrazione rappresenta in modo schematico tutte le fasi del processo di lavorazione industriale della carta Cartiera La carta è un derivato del legno che si ottiene dalla lavorazione di paste di cellulosa, più o meno raffinate. Prima dell'invenzione della macchina continua, introdotta sul finire del XVIII secolo, le procedure di impasto, pressatura e asciugatura venivano eseguite a mano.
Cellulosa La fotografia mostra due operai intenti a controllare la pasta di cellulosa necessaria per fabbricare la carta. Riciclaggio della carta La carta dei giornali destinata al riciclaggio viene triturata e imballata. Il riciclaggio della carta e, in generale, di rifiuti omogenei, poiché non necessita del trattamento preliminare di separazione dagli altri materiali, è molto più vantaggioso di quelli misti.
SCHEDE DI APPROFONDIMENTO RICERCA SU INTERNET La scrittura dall’antichità a oggi. Dalla scrittura alla carta stampata. INDICE SCHEDE La stele di Rosetta Lo scriba Il papiro Le tavolette cerate La pergamena Il codice Miniatore e miniatura Libro a stampa Fasi di stampa La carta Le penne La rotativa La visita al giornale, ha suscitato una serie di imput perciò si è deciso di fare ricerche e approfondimenti sull’argomento
In alto: caratteri geroglifici Al centro: caratteri demotici Stele di Rosetta SCHEDA 1 GLI EGIZI SCRIVEVANO UN PO' OVUNQUE LA LORO STORIA: DALLE PARETI DELLE LORO TOMBE AL PAPIRO. E' STATA PER LUNGO TEMPO UNA SCRITTURA DIFFICILE DA DECIFRARE, FINCHE', NEL 1822, UN ARCHEOLOGO FRANCESE, G. F. CHAMPOLLION, CE LA FECE. SCOPRI' CHE SULLA STELE DI ROSETTA, UNA GROSSA LASTRA DI BASALTO NERO, TROVATA A ROSETTA (RASHID, CITTA' DEL BASSO EGITTO) E PORTATA IN FRANCIA NEL 1799 DA NAPOLEONE DURANTE LA SUA CAMPAGNA IN EGITTO, VENIVA RIPORTATA LA STESSA ISCRIZIONE IN TRE LINGUE DIVERSE: GRECO, EGIZIANO GEROGLIFICO ED EGIZIANO POPOLARE. EGLI ISOLO' DEI SEGNI CIRCONDATI DA UNA LINEA, IL CARTIGLIO. OPERANDO PER CONFRONTI, SCOPRI' CHE I SEGNI ERANO I NOMI DEI DUE FARAONI CLEOPATRA E TOLOMEO E IL CARTIGLIO SIMBOLEGGIAVA FORSE IL CORSO DEL SOLE, DIO PROTETTORE DEL RE. Riporta un decreto del 196 a.C. in onore di Tolomeo V Epifane, re d'Egitto In alto: caratteri geroglifici Al centro: caratteri demotici In basso: caratteri greci
SCHEDA 2 LO SCRIBA LO SCRIBA ERA COLUI CHE NELL'ANTICO EGITTO CALCOLAVA LE IMPOSTE CHE I CONTADINI DOVEVANO PAGARE, CHE CONTROLLAVA IL BESTIAME, CHE VERIFICAVA LA POSIZIONE DEI CONFINI DOPO L'INONDAZIONE DEL NILO E CHE SCRIVEVA CONTRATTI E ATTI GIUDIZIARI. LO SCRIBA SCRIVE SULLE GAMBE INCROCIATE CHIUNQUE POTEVA DIVENTARE SCRIBA, MA DI SOLITO QUESTO MESTIERE VENIVA TRAMANDATO DA PADRE IN FIGLIO. NELL'ANTICO REGNO LO SCRIBA INSEGNAVA AL PROPRIO FIGLIO, MA A PARTIRE DAL MEDIO REGNO SORSERO SCUOLE PER DIVENTARE SCRIBA. I BAMBINI FREQUENTAVANO LA SCUOLA DAI 4-5 ANNI FINO AI 12 ANNI E COMINCIAVANO A SCRIVERE SU FRAMMENTI DI CALCE O SU TAVOLE DI LEGNO COPERTE DI GESSO, PERCHE' IL PAPIRO ERA COSTOSO. LO SCRIBA SCRIVEVA CON LE GAMBE INCROCIATE E PORTAVA SEMPRE CON SE': PAPIRO, TAVOLETTA CON PENNELLI, PORTAINCHIOSTRO, UN MORTAIO, UN FIASCO CON DELL'ACQUA E UNO STRACCIO. LA TAVOLETTA AVEVA DUE BUCHI: UNO PER L'INCHIOSTRO NERO E UNO PER QUELLO ROSSO. IL MORTAIO SERVIVA PER PESTARE I PIGMENTI, L'ACQUA PER INUMIDIRE IL PENNELLO E LO STRACCIO PER CANCELLARE EVENTUALI ERRORI.
SCHEDA 3 PIANTA DI PAPIRO ROTOLO DI PAPIRO: IL PAPIRO IL PAPIRO APPARTIENE AL GENERE CYPERUS ED E' ORIGINARIO DELLE ZONE PALUDOSE DELL'AFRICA DEL NORD-OVEST E DELLA SICILIA. E' ALTO DA UNO A TRE METRI (QUALCHE VOLTA 5 METRI), E' FORMATO DA LUNGHE FOGLIE, CON FUSTO ERETTO E FIORITO, E DA RIZOMA LEGNOSO. NELLA PARTE SUPERIORE HA UN' OMBRELLA FORMATA DA INFIORESCENZE PIUMOSE. NELL'ANTICHITA' ESSO VENIVA USATO PER SCOPO ORNAMENTALE O PER OGGETTI DI USO COMUNE: SCARPE, SCATOLE. LE RADICI VENIVANO UTILIZZATE COME COMBUSTIBILE DOPO ESSERE STATE ESSICCATE. LA PARTE MOLLE CONTENUTA ALLA BASE DEL FUSTO SERVIVA DA NUTRIMENTO O COME ESSENZA TONIFICANTE E CON LA CHIOMA SI INTRECCIAVANO CORONE PER GLI DEI. COMUNQUE, L'IMPIEGO PIU' IMPORTANTE FU QUELLO DI SUPPORTO DELLA SCRITTURA. PER FABBRICARE FOGLI DI PAPIRO OCCORREVA UN PROCEDIMENTO LUNGO E ACCURATO. PROCEDIMENTO: SI TAGLIAVA SOLO LO STELO, CHE VENIVA MESSO NELL'ACQUA, QUINDI VENIVA PRIVATO DELLA CORTECCIA VERDE E TAGLIATO NEL SENSO DELLA LUNGHEZZA IN STRISCE LARGHE UN POLLICE, CON UN ATTREZZO CHIAMATO acu. LE STRISCE CHE SI RICAVAVANO VENIVANO STESE SU UN PIANO, L'UNA ACCANTO ALL'ALTRA, E BAGNATE CON ACQUA DEL NILO. SU QUESTO STRATO NE VENIVA SISTEMATO UN ALTRO IN MODO TRASVERSALE E, DOPO ESSERE STATO PRESSATO SU QUELLO SOTTOSTANTE, VENIVA LASCIATO AL SOLE PER CIRCA DUE GIORNI. SI OTTENEVA COSI' UN FOGLIO COMPATTO CHE VENIVA LEVIGATO E TAGLIATO IN FOGLI DI UGUALE FORMATO. ROTOLO DI PAPIRO: PAGINA DEL "LIBRO DEI MORTI" A SECONDA DELL'USO, I FOGLI AVEVANO DIVERSA LUNGHEZZA E ALTEZZA. L'ATTACCATURA TRA STRATI E STRISCE AVVENIVA MEDIANTE PRESSIONE E PER MEZZO DI UNA SOSTANZA-COLLANTE CHE LA PIANTA STESSA SECERNEVA. I FOGLI OTTENUTI (ALTI TRA I 15 E I 35 CENTIMETRI E LUNGHI DAGLI 8 AI 10 METRI) VENIVANO ARROTOLATI E VENDUTI. I PAPIRI PIU' PREGIATI ERANO QUELLI DI COLORE CHIARO, GIALLASTRO O BIANCO, MENTRE QUELLI MENO PREGIATI ERANO PIU' SCURI. IL ROTOLO DI PAPIRO ERA CONSERVATO IN UN RECIPIENTE LUNGO, DI LEGNO O DI ARGILLA, A FORMA DI CILINDRO, E VENIVA IMMERSO NELL'OLIO DI CEDRO PER TENERE LONTANI GLI INSETTI. IL LIBRO EGIZIANO ERA GENERALMENTE FORMATO DA 20 FOGLI DI PAPIRO ARROTOLATI AD UN' ASTICELLA DI LEGNO E RIPOSTI IN PALCHETTI DETTI NIDI. ALL'ESTREMITA' DEL ROTOLO C'ERA L'INDICAZIONE DELL'OPERA, L'INDEX O TITULUS. PRESSO I GRECI IL PAPIRO VENNE MOLTO USATO FIN DAL V° SECOLO a. C., SPECIALMENTE PER SCRIVERE OPERE DI LETTERATURA GRECA. ANCHE PRESSO I ROMANI IL PAPIRO VENNE USATO FINO AL IV° SECOLO d. C., EPOCA IN CUI FU SOSTITUITO CON LA PERGAMENA.
Tavoletta cerata rinvenuta a Pompei in scrittura capitale corsiva SCHEDA 4 LE TAVOLETTE CERATE DAI TEMPI DI OMERO FINO AI ROMANI SI ADOPERAVANO LE TAVOLETTE CERATE. ESSE ERANO REALIZZATE CON ASSICELLE RETTANGOLARI IN LEGNO O IN AVORIO, CON UN RIALZO AI QUATTRO LATI, COME SE FOSSE UNA CORNICE. LA PARTE CENTRALE, INCAVATA, SI RIEMPIVA CON UNA CERA MISCHIATA A PECE COLORATA E SU QUESTA SI SCRIVEVA CON LO STILUS, UNO STRUMENTO A PUNTA CHE ERA FATTO DI LEGNO DURO O DI METALLO O DI OSSO O DI AVORIO. DAL LATO OPPOSTO ALLA PUNTA C‘ ERA UN RASCHIETTO CHE PERMETTEVA, IN CASO DI ERRORE, DI SPIANARE LA CERA E QUINDI DI RISCRIVERE SULLA STESSA. PER QUESTO FATTO LA TAVOLETTA CERATA ERA USATA DAGLI SCOLARI. DI SOLITO, LE TAVOLETTE, SOVRAPPONIBILI, ERANO UNITE INSIEME CON UNA CORDA O CON LEGACCI DI CUOIO. POTEVANO AVERE SOLO UN LATO INCAVATO, MA ANCHE AMBO I LATI, INCAVATI E INCERATI. A SECONDA DEL NUMERO DI TAVOLE SI AVEVA UN DITTICO, UN TRITTICO, UN POLITTICO. Tavoletta cerata rinvenuta a Pompei in scrittura capitale corsiva
SCHEDA 5 PERGAMENAIO AL LAVORO LA PERGAMENA SIN DAI TEMPI PIU' ANTICHI SI SONO USATI IL CUOIO E LA PELLE DEGLI ANIMALI COME SUPPORTO SCRITTORIO, MA SOLAMENTE VERSO IL III SECOLO a.C. SI INIZIO' UN NUOVO PROCEDIMENTO PER TRATTARE LA PELLE DI ANIMALI, AFFINCHE' FOSSE PIU' MORBIDA E AGEVOLASSE LA SCRITTURA. QUESTA NUOVA TECNICA FU ADOPERATA A PERGAMO E, CERTAMENTE, E' DA QUI CHE PRENDE IL NOME QUESTO MATERIALE SCRITTORIO: PERGAMINEUM PRESSO I ROMANI, MA ANCHE MEMBRANA O PIU' IMPROPRIAMENTE CHARTA (CHE ANTICAMENTE VOLEVA DIRE "FOGLIO DI PAPIRO"), FINO A DIVENTARE PERGAMENA. LA PERGAMENA, DUNQUE, E' UN FOGLIO, ANZI UNO STRATO SOTTILE DI PELLE DI ANIMALI, BEN TRATTATA, AFFINCHE' I FOGLI SIANO RESI PIU' LISCI E AIUTINO NELLA SCRITTURA L'AMANUENSE. LA PELLE SI PRENDEVA DA DIVERSI TIPI DI ANIMALI; SOLITAMENTE DALLE PECORE, DAI VITELLI, DALLE CAPRE E DAI MONTONI E, FORSE, IN EGITTO, ANCHE DALLE ANTILOPI E DALLE GAZZELLE. LA PERGAMENA FABBRICATA IN ITALIA ERA DI BUONA FATTURA, BIANCA E SOTTILE, A DIFFERENZA DI QUELLA FRANCESE, SPESSA E SCURA. DALLA PELLE DI AGNELLINI NON NATI O APPENA NATI SI OTTENEVA UN FOGLIO FINISSIMO E BIANCHISSIMO, DETTO CHARTA VIRGINEA. IN UN CODICE DELL' VIII SECOLO DELLA BIBLIOTECA CAPITOLARE DI LUCCA SI TROVA UNA RICETTA PER LA PREPARAZIONE DELLA PERGAMENA: LA PERGAMENA VENIVA IMMERSA PER QUALCHE GIORNO NELLA CALCE, POI, MENTRE ERA ANCORA MOLLE, SI RASCHIAVA SU AMBO LE PARTI PER TOGLIERE GRASSO E MACCHIE; INFINE ERA LEVIGATA CON PIETRA POMICE E TAGLIATA NELLA GRANDEZZA DESIDERATA. LA PERGAMENA FU MOLTO USATA PER I MANOSCRITTI, DAL IV AL XIII SECOLO, FINO A QUANDO SUBENTRO' L'USO DELLA CARTA DI STRACCI. IN ITALIA DURO' PIU' A LUNGO, SOPRATTUTTO A BOLOGNA E PER I LIBRI GIURIDICI, PERCHE' UNA DISPOSIZIONE VIETAVA DI SCRIVERE GLI ATTI NOTARILI SU CARTA DI STRACCI. LA PERGAMENA USATA PER I CODICI ERA MOLTO LEVIGATA ED ERA ADOPERATA SUL RECTO E SUL VERSO, QUELLA DEI DOCUMENTI ERA USATA SOLO SUL DIRITTO, PERCHE' ERA LEVIGATA SOLO DA UNA PARTE. NEL MEDIOEVO SI USO' RIADOPERARE FOGLI DI PERGAMENA GIA' SCRITTI, IMMERGENDOLI NEL LATTE E STROFINANDILI CON PIETRA POMICE. ESSI SONO DETTI PALINSESTI O CODICES RESCRIPTI. TRA IL XVIII E IL XIX SEC. QUESTI CODICI FURONO STUDIATI E FURONO SCOPERTE OPERE IMPORTANTI. COLUI CHE SCOPRI' IL MAGGIOR NUMERO DI PALINSESTI FU ANGELO MAI, ALLORA PREFETTO DELLA BIBLIOTECA AMBROSIANA DI MILANO, CHE EBBE LA FORTUNA DI TROVARE IL "DE REPUBBLICA", L'OPERA DI CICERONE, SCRITTA NEL IV SECOLO. PERGAMENAIO AL LAVORO La pelle dell'animale è tesa su un telaio di legno e l'artigiano si appresta a raderla per eliminare il grasso. Codice del sec.XV
ROTOLO DI PERGAMENA DIPLOMA DI LAUREA IN GIURISPRUDENZA PERGAMENA DEL 1749. Archivio di Stato di BRINDISI
SCHEDA 6 RUBRICA E INCIPIT CODICE VITAE PATRUM, sec. XV IL CODICE IL ROTOLO O VOLUMEN FU SOSTITUITO ALL'INIZIO DELL'ERA CRISTIANA DAL CODICE. ESSO ERA UN INSIEME DI QUADERNI FORMATI DALLA PIEGATURA DI UNO O PIU' FOGLI CUCITI GLI UNI AGLI ALTRI. IL QUADERNO ERA UN FASCICOLO DI FOGLI CUCITI INSIEME; IL FOLIO ERA IL FOGLIO PIEGATO IN DUE E CONSISTENTE IN QUATTRO FACCIATE; LA CARTA ERA LA META' DEL FOGLIO, CIOE' DUE FACCIATE; LA PAGINA ERA LA FACCIATA, INDICATA CON RECTO AL DIRITTO E CON VERSO AL ROVESCIO. LA PAROLA CODICE DERIVA DA CAUDEX, TRONCO D'ALBERO, MA I LIBRI MANOSCRITTI NELLA FORMA DI CODICE FURONO, FINO A TUTTO IL MEDIOEVO, DI PERGAMENA. IL COPISTA SI PREOCCUPAVA DI FASCICOLARE I FOGLI IN MODO OMOGENEO, PER FORMA E PER COLORE. OGNI SCRIPTORIUM, CIOE' OGNI SCUOLA SCRITTORIA, AVEVA IL SUO MODO DI TRACCIARE LE LINEE E LE COLONNE (AD UNICA COLONNA O A DUE COLONNE) SULLA PAGINA. IL CODICE ASSUME UN RUOLO IMPORTANTE NELLA STORIA DELLA CULTURA DELL'UOMO E NELLA CONOSCENZA DEGLI EVENTI STORICI, IN QUANTO, GRAZIE ALL'OPERA DEGLI AMANUENSI CHE HANNO COPIATO PAZIENTEMENTE I CODICI, NOI OGGI POSSIAMO CONOSCERE LA STORIA E LE OPERE DI TANTI AUTORI CLASSICI. CODICE VITAE PATRUM, sec. XV RUBRICA E INCIPIT Pergamena Biblioteca Arcivescovile "DE LEO"- BRINDISI IL CODICE MEDIEVALE DI SOLITO NON AVEVA UNA PAGINA DEDICATA AL TITOLO. ALL'INIZIO C‘ ERA UNA FRASE, CHE COMINCIAVA CON LA PAROLA INCIPIT, IN CUI NON ERA NOMINATO L'AUTORE. NOME DELL'AUTORE E TITOLO ERANO POSTI ALLA FINE DELL'OPERA ED ERANO INTRODOTTI DALLA PAROLA EXPLICIT, VERBO CHE SI USAVA QUANDO SI ERA GIUNTI ALLA FINE DEL ROTOLO. INCIPIT ED EXPLICIT INDICAVANO, INSOMMA, L'INIZIO E LA FINE DEL CODICE. PER ORDINARE I QUADERNI, I COPISTI NUMERAVANO I QUADERNI CON CIFRE POSTE SULL'ULTIMA PAGINA. QUESTO PROCEDIMENTO, CHIAMATO SEGNATURA, A PARTIRE DELL'XI SEC. CAMBIO'. IL COPISTA COMINCIO' A SCRIVERE, ALLA FINE DI OGNI QUADERNO, LE PRIME PAROLE DEL FASCICOLO SEGUENTE. DAL XIII SEC., CON L'ISTITUZIONE DELLE UNIVERSITA' E, QUINDI, CON LA MAGGIORE RICHIESTA DI CODICI, SI COMINCIARONO A NUMERARE I SINGOLI FOGLI CON LA LETTERA DEL FASCICOLO CUI APPARTENEVANO, SEGUITA DAL NUMERO PROGRESSIVO ALL'INTERNO DI OGNI FASCICOLO, CIO' PER PERMETTERE A DIVERSI COPISTI DI LAVORARE SULLO STESSO CODICE. QUANDO LO SCRIBA TERMINAVA IL SUO LAVORO, INIZIAVA QUELLO DEL RUBRICATORE, CHE SCRIVEVA CON L'INCHIOSTRO ROSSO UN ELENCO CON I TITOLI DEI CAPITOLI (RUBRICA) E ORNAVA LE LETTERE INIZIALI DELLE FRASI CON UN TRATTO VERTICALE.
IL MINIATORE E LA MINIATURA SCHEDA 7 IL MINIATORE E LA MINIATURA LA CONDIZIONE E LO STATO SOCIALE DEL MINIATORE EBBE NEI SECOLI UNA NOTEVOLE EVOLUZIONE; INFATTI, FINO AL XII SEC. L'ARTE ERA PRATICATA PER LO PIU' DAL CLERO, NEI MONASTERI. CON LE UNIVERSITA' L'ARTE DEL MINIO VENNE PRATICATA DA PROFESSIONISTI CHE LAVORAVANO SU COMMISSIONE. IL MAESTRO D'OFFICINA ASSEGNAVA I DIVERSI COMPITI RELATIVI ALL'ILLUSTRAZIONE DI UN MANOSCRITTO AI COLLABORATORI. IL MINIATORE ESEGUIVA LE PARTI SECONDARIE COME LETTERE ORNATE, BORDURE E DECORAZIONI E IL PITTORE DIPINGEVA L'ILLUSTRAZIONE, ANCHE SE LA PARTE LASCIATA ALLA SUA INIZIATIVA ERA RIDOTTA, PERCHE' DOVEVA ATTENERSI AD INDICAZIONI. AD ESEMPIO: HIC PONATUR PAPA GENUFLEXUS, HIC PONATUR UNA MULIER IN HABITO VIDUALI, CIOE': QUI SI PONGA IL PAPA GENUFLESSO, QUI SI PONGA UNA DONNA IN ABITO VEDOVILE. IL MANOSCRITTO MEDIEVALE IN OCCIDENTE ADOTTO' TRE DISTINTI ELEMENTI DI DECORAZIONE: L'INIZIALE, LA CORNICE E LE ILLUSTRAZIONI MINIATE. FAMOSE ERANO LE SCUOLE DI MINIO DI BOLOGNA, DI FIRENZE E DI PARIGI E, NEL XV SEC., QUELLE DI FIRENZE, SIENA, VENEZIA, MILANO, FERRARA, URBINO E NAPOLI, CIOE' NELLE CORTI UMANISTICO-RINASCIMENTALI. CON L'INTRODUZIONE DELLA STAMPA, LA MINIATURA DIVENNE SEMPRE MENO IMPORTANTE, FINO A DIVENTARE UNA BRUTTA COPIA DEI RITRATTI A GRANDEZZA NATURALE DEI PITTORI DEL TEMPO. PERGAMENA DEL SEC.XIII. SCRITTURA GOTICA CODICE XV sec MILANO, BIBLIOTECA TRIVULZIANA. Torino, Biblioteca Nazionale
DAL CODICE AL LIBRO A STAMPA SCHEDA 8 DAL CODICE AL LIBRO A STAMPA IL MEDIOEVO PUO' ESSERE CONSIDERATO L'ERA DEL MANOSCRITTO E DELLA MINIATURA, CHE DETERMINARONO L'ESATTA CONOSCENZA DI TANTI EVENTI STORICI REMOTI, MA L'INVENZIONE DELLA STAMPA A CARATTERI MOBILI PORTO' UN CAMBIAMENTO NELL'ESSERE DEL LETTORE ED UN EFFETTO RIVOLUZIONARIO NELLA DIFFUSIONE DELLA CULTURA. I PRIMI ESEMPI DI STAMPA TIPOGRAFICA CON CARATTERI MOBILI FURONO ESEGUITI IN EUROPA NEL XV SEC.: JOHANN GUTENBERG, OREFICE ED INGEGNERE, LAVORO' A STRASBURGO TRA IL 1439 E IL 1444 E IL SUO INTENTO ERA DI STAMPARE UNA BIBBIA UTILIZZANDO UN CARATTERE POCO INGOMBRANTE. LA BIBBIA FU STAMPATA (150 COPIE) A MAGONZA NEL 1456. IN POCO TEMPO LA STAMPA SI DIFFUSE IN ALTRE CITTA' TEDESCHE E, GIA' NEL 1465, IN ITALIA, A VENEZIA. OGGI GLI STUDIOSI CHIAMANO INCUNABULI I PRIMI LIBRI A STAMPA, DAL LATINO CUNA (CULLA), QUINDI LIBRI IN CULLA. IL PASSAGGIO DAL LIBRO CON SCRITTURA A MANO A QUELLO A CARATTERI MOBILI FU MOLTO RAPIDO, ANCHE SE NEL 1500 ERANO PRESENTI CODICI E CINQUECENTINE, I LIBRI DEL '500. FRONTESPIZIO DI "CINQUECENTINA" FRONTESPIZIO DI " INCUNABULO" Biblioteca Arcivesc."DE LEO", Brindisi Biblioteca Arcivescovile "DE LEO" - Brindisi
FASI PRINCIPALI DELLA REALIZZAZIONE DI UN LIBRO NEL XVI SECOLO SCHEDA 9 FASI PRINCIPALI DELLA REALIZZAZIONE DI UN LIBRO NEL XVI SECOLO IL CARTARO RICAVA LA CARTA DALLE FIBRE DEGLI STRACCI IL FUSOR LITERARIUS FONDE I CARATTERI; OGNUNO SIMILE AD UN MINUSCOLO TIMBRO, CORRISPONDE A UNA LETTERA DELL'ALFABETO IL TYPOGRAPHUS STENDE L'INCHIOSTRO SUI CARATTERI CHE VERRANNO POSTI SULLA PIASTRA INFERIORE DELLA PRESSA DA STAMPA L'ADUMBRATOR PREPARA LE ILLUSTRAZIONI PER L'INCISIONE IL CONCINNATOR RILEGA IL VOLUME STAMPATO COL TORCHIO IN UNA TIPOGRAFIA DEL 1500
GLI STRUMENTI DELLO SCRIVERE SCHEDA 10 LA CARTA GLI STRUMENTI DELLO SCRIVERE IL PIU' ANTICO DOCUMENTO ITALIANO CARTACEO CHE SI CONOSCA E' UNA LETTERA DEL 1109 DELLA CONTESSA ADELAIDE DI SICILIA, SCRITTA IN GRECO E IN ARABO, CORSERVATA A PALERMO. A GENOVA SI CONSERVA IL PIU' ANTICO DOCUMENTO NOTARILE IN CARTA, SCRITTO NEL 1154. SOLO NEL XIII SECOLO LE FABBRICHE COMINCIARONO AD ORGANIZZARSI PER FARE LA CARTA, ANCHE SE IN ORIENTE SI CONOSCEVA GIA' DAL 105. DALLA CINA LA CARTA SI DIFFUSE NELL'ASIA E, POI, IN INDIA. NEL 751, A SAMARCANDA, I CINESI, PRIGIONIERI DEL TURKESTAN, RIVELARONO IL METODO DELLA SUA FABBRICAZIONE. DA QUI, ATTRAVERSO LA SIRIA, L'EGITTO, L'AFRICA SETTENTRIONALE, NELL'XI SEC. RAGGIUNSE LA SPAGNA, NEL XII SEC. L'ITALIA E DA QUI IN TUTTA L'EUROPA. LE PIU' ANTICHE CARTIERE ITALIANE SONO QUELLA DI FABRIANO, NATA NEL 1268, QUELLE DI BOLOGNA, DI COLLE VAL D'ELSA E DI PRATO. DAL XIV SECOLO LA CARTA SI USO' LEGALMENTE, ANCHE SE AVEVA INCONTRATO MOLTE DIFFICOLTA': NEL 1231 FEDERICO II PROIBI' CHE SI USASSE IN SICILIA PER I DOCUMENTI UFFICIALI; A FIRENZE NON FU USATA FINO AL 1517, SEBBENE LA CARTA FOSSE MENO FACILE DA FALSIFICARE E RASARE. PER INDICARE LA CARTA FURONO USATI NOMI ADOPERATI PER ALTRE MATERIE SCRITTORIE: IL NOME CHARTA, CHE DI SOLITO INDICAVA IL PAPIRO, CON L'AGGETTIVO BOMBYCINA (DAL NOME DELLA FAMOSA CARTIERA DI BOMBYCE, IN SIRIA), CUTTUNEA (DALLA PAROLA ARABA KATTAU, PANNO), PANNUCEA. IL METODO DI FABBRICAZIONE DELLA CARTA RISULTA SEMPRE LO STESSO DELLE ORIGINI E ANCORA OGGI IN USO PER LE CARTE DI LUSSO. STRACCI DI CANAPA E DI COTONE VENGONO MACERATI E POI BATTUTI CON MAGLI. DIVENTATI PASTA MORBIDA ED OMOGENEA, VENGONO VERSATI NEI TINI, NEI QUALI SI IMMERGE LA FORMA, FORMATA DA UN TELAIO RETTANGOLARE SUL QUALE SONO TESI SOTTILI FILI DI OTTONE, LE VERGELLE, SOSTENUTE PERPENDICOLARMENTE DA BASTONCINI DI LEGNO, I COLONNELLI, SOSTENUTI A LORO VOLTA DA FILI DI RAME DISTANTI DA 8 AD 80 MM. L'UNO DALL'ALTRO, I FILONI. SUL TELAIO UN QUADRO MOBILE DETERMINA LO SPESSORE DELLA CARTA, CHE SI LASCIA ESSICCARE CON FELTRI PRESSATI E CON L'ESPOSIZIONE AL SOLE. A CAUSA DELL'AUMENTO DEL PREZZO DEGLI STRACCI, NEL XVII SECOLO SI FECERO VARI TENTATIVI PER PROVARE NUOVE MATERIE PRIME, FINCHE' NEL 1844 FRIEDERICH KELLER INVENTO' UNA MACCHINA CHE DEFIBRAVA IL LEGNO E PERMETTEVA DI RICAVARE LA CARTA DAL LEGNO. PARTICOLARITA' DELLA CARTA SONO LE FILIGRANE, CHE RAPPRESENTAVANO I MARCHI DI FABBRICA, DISEGNATI NEL MEZZO DELLA META' DELLA FORMA CON FILI DI OTTONE O DI ARGENTO. LE PIU' ANTICHE FILIGRANE RISALGONO AL XIII SECOLO E SONO UTILI PERCHE' SERVONO AD IPOTIZZARE L'ETA' E LA PROVENIENZA DI ALCUNI MANOSCRITTI E DOCUMENTI NON DATATI. Incisione di G. Antonio Tagliente, Venezia, 1539
SCHEDA 11 LE PENNE FINO AL VII SEC., PER SCRIVERE CON L'INCHIOSTRO SI ADOPERAVA IL CALAMO O CANNA DI GIUNCO, CHE VENIVA TEMPERATA E TAGLIATA IN DUE, PER CUI ASSUMEVANO LA FORMA DEI NOSTRI PENNINI. I CALAMI, INSIEME AL COLTELLO PER TEMPERARLI, ALLA RIGA, AL RASOIO PER TAGLIARE O RASCHIARE LA PERGAMENA, AL PUNTERUOLO O AL PIOMBO PER TRACCIARE LE RIGHE E I MARGINI, VENIVANO CONSERVATI NELLA THECA. IL CALAMO VENNE POI SOSTITUITO CON LA PENNA D'OCA. NEL XV° SEC. VENNE USATO PER LA PRIMA VOLTA IL LAPIS, DOPO CHE SI SCOPRIRONO I GIACIMENTI DI GRAFITE. DOPO TRE SECOLI SI COMINCIO' AD USARE LA PENNA DI LEGNO CON IL PENNINO DI METALLO, PIU' SCORREVOLE E PIU' COMODA. IN EPOCA MODERNA FU SOSTITUITA DALLA PENNA STILOGRAFICA, IN FRETTA SOPPIANTATA DALLA PENNA BIRO. SCRITTORI E GIORNALISTI DEL PRIMO NOVECENTO USAVANO LA MACCHINA DA SCRIVERE, PER ECONOMIA DI TEMPO! PER LA STAMPA IL PERCORSO FU DIVERSO.
ROTATIVA AD ALTA VELOCITA SCHEDA 12 LA ROTATIVA DOPO LA LITOGRAFIA, USATA MOLTO NEL 1700, LA STAMPA CON MACCHINA A VAPORE USATA NEL 1800 E LA MACCHINA COMPOSITRICE LINOTYPE, LA ROTATIVA DIVENTA RIVOLUZIONARIA NELLA STAMPA. E' UNA MACCHINA DA STAMPA DI FORMA CILINDRICA ED E' A MOVIMENTO ROTATIVO CONTINUO. CIO' CONSENTE UNA MAGGIORE PRODUZIONE DI TESTI A MINOR COSTO. FU INVENTATA NEL XIX SECOLO E PUO' ESSERE DIFFERENTE NEL TIPO, RELATIVAMENTE ALLA TIPOLOGIA DELLA PRODUZIONE. LE ROTATIVE AD ALTA VELOCITA' POSSONO STAMPARE ENTRAMBI I LATI DI UN FOGLIO CONTINUO DI CARTA, LARGO ABBASTANZA PER FORMARE QUATTRO PAGINE DI UN GIORNALE. CON LA ROTATIVA SI POSSONO STAMPARE 50.000 COPIE IN UN'ORA. MOLTI GIORNALI E RIVISTE SONO STAMPATI IN OFFSET USANDO DELLE MACCHINE CONTINUE CHE STAMPANO SU UN NASTRO DI CARTA: ESSE SONO DOTATE DI CILINDRI GOMMATI PER TRASFERIRE SULLA CARTA L'IMMAGINE DELLA LASTRA DI STAMPA. ROTATIVA AD ALTA VELOCITA
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LA PRODUZIONE INDUSTRIALE CHI HA INVENTATO LA CARTA? La fabbricazione a macchina della carta è un procedimento complesso, che si avvale di una gigantesca macchina che funziona a ciclo continuo. La parte principale della macchina è un largo nastro di fitta rete metallica, chiuso ad anello e in continuo scorrimento orizzontale. La pasta di legno viene versata uniformemente sul nastro all’estremità iniziale della macchina. Mentre il nastro avanza, la pasta di legno perde gradualmente acqua e le fibre iniziano ad aggregarsi. Il nastro passa poi attraverso diversi rulli, che spremono fuori altra acqua. A questo punto, la carta è abbastanza resistente e può essere staccata dal nastro; passa quindi attraverso rulli riscaldati, che la asciugano completamente. Dopo l’asciugatura, il foglio passa ancora fra rulli metallici freddi, che ne lisciano (o “patinano”) le superfici, con un’operazione chiamata calandratura. La carta che verrà utilizzata per la stampa viene poi trattata in modo che l’inchiostro non venga assorbito in quantità eccessiva. La carta finita viene tagliata in dimensioni standard, come il formato A3 o A4, oppure avvolta in grosse bobine per la stampa in rotativa (come quella dei quotidiani). CHI HA INVENTATO LA CARTA? La carta fu inventata in Cina circa 2.000 anni fa; veniva prodotta con corteccia di gelso e stracci. L’arte della fabbricazione della carta non si diffuse fuori della Cina per altri 500 anni, e venne introdotta in Europa dagli arabi verso il 1000-1100. L’invenzione della stampa a caratteri mobili, nel XV secolo, favorì enormemente la diffusione di libri e opuscoli, e la domanda di carta iniziò ad aumentare. A quei tempi, la materia prima erano gli stracci e in tutta Europa ci fu penuria di stracci per quasi due secoli! Alla metà dell’Ottocento venne introdotto il processo di sfibratura del legno e contemporaneamente vennero messe a punto le prime macchine per la produzione industriale. Produzione artigianale della carta Quasi tutti i tipi di carta sono oggi prodotti industrialmente; la fabbricazione artigianale è riservata alle carte speciali, ad esempio carte da lettera di lusso o carta speciale da disegno. Il procedimento della produzione artigianale prevede la preparazione dell'impasto e il suo trasferimento in un tino, dove l'impasto viene costantemente mescolato; poi si introduce nel tino un telaio in legno, sul quale è stata fissata una tela a maglie metalliche; il telaio viene ritirato e scosso in modo da ottenere una distribuzione uniforme dell'impasto; durante lo scuotimento l'acqua scola attraverso le maglie della tela metallica. La forma viene poi pressata contro un feltro di lana umido, in modo che il foglio si stacchi dalla tela e si imprima sul feltro stesso. Segue infine la pressatura idraulica del foglio, che consente la prima disidratazione della carta.
Tecnica di fabricazione della carta La tecnica cinese di fabbricazione della carta non raggiunse l’Occidente fino al XII secolo. A metà del XV secolo si era definitivamente diffusa in Europa. Fu allora che un tedesco di nome Johann Gutenberg creò il primo grande libro stampato a caratteri mobili: una versione latina della Bibbia. Usò una macchina chiamata torchio da stampa, che stavano sperimentando anche inventori francesi e olandesi. Per far funzionare un torchio da stampa, lo stampatore sistemava sopra una lastra delle file di barrette composte da singole lettere incise specularmente (cioè come se fossero viste in uno specchio), con le lettere rivolte verso l’alto, poi le bagnava di inchiostro. Sopra si trovava una tavola mobile con agganciato un foglio di carta. Lo stampatore premeva la tavola sopra i caratteri con un meccanismo a vite, esercitando una pressione sufficiente per trasferire uniformemente l’inchiostro sul foglio di carta. Era un processo lento e macchinoso, che produceva circa 250 fogli stampati all’ora. Sebbene i fogli dovessero poi ancora venire piegati, tagliati e cuciti a mano per avere la forma di un libro, questa operazione era comunque molto più veloce e facile che scrivere un intero libro a mano! LA STAMPA DALLA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE AI GIORNI NOSTRI Durante la rivoluzione industriale, furono introdotti molti miglioramenti nelle presse da stampa, che diventarono così più veloci e semplici da usare. Fra questi ci furono la pressa a vapore, la pressa a cilindro (che usava un cilindro rotante per premere la carta contro la forma tipografica che portava i caratteri), la pressa rotativa (che aveva avvolti su cilindri rotanti sia la carta sia la forma tipografica) e la pressa simultanea, che stampava contemporaneamente su entrambi i lati di un foglio di carta. Nel 1863 l’inventore americano William A. Bullock creò una pressa per giornali che poteva stampare su carta preparata in rotoli piuttosto che in fogli singoli. Nel 1871 un altro americano, Richard March Hoe, perfezionò questo tipo di pressa, detta pressa a rullo continuo (o rotativa). La sua macchina poteva stampare fino a 18.000 giornali all’ora! Nel XIX secolo vennero introdotti anche i libri con la copertina flessibile, molto più economici di quelli con la copertina rigida. Ciò permise a molte più persone di acquistare i libri e di leggerli. Verso il 1950 furono messe a punto macchine da stampa che eliminarono il laborioso processo della sistemazione dei singoli blocchetti di lettere (la composizione tipografica). Queste macchine creavano immagini fotografiche, che venivano poi usate per preparare le lastre litografiche. Oggi tutti i processi di stampa sono fatti prevalentemente al computer. Impianti robotizzati trasportano i materiali da stampa (come la carta) fino alle macchine. I libri vengono composti e impaginati (con tutte le illustrazioni) a video, e i dati vengono inviati direttamente dal computer alle macchine da stampa, saltando tutti i passaggi intermedi. Altri impianti computerizzati piegano, tagliano e rilegano i fogli in libri. In questo modo, in un’ora si possono produrre migliaia di copie di un libro, pronte per essere spedite nelle librerie di tutto il mondo! UNA DIFFUSIONE RAPIDISSIMA Nel 1456 Gutenberg finì di stampare 170 splendide copie della Bibbia. Da quel momento in poi, la stampa si diffuse in tutta l’Europa. In Italia la prima tipografia fu fondata a Venezia nel 1469. Nel giro di trent’anni, Venezia aveva 417 tipografi: tra questi il più celebre fu Aldo Manuzio, che divenne in breve tempo uno dei più importanti stampatori ed editori europei. Fra il 1450 e il 1500, in tutta Europa si stamparono copie di oltre 6.000 libri. Grazie all’invenzione della stampa, molte persone in Europa ebbero da allora accesso ai libri e poterono imparare a leggere. Gran parte dei primi libri stampati nei paesi del nord Europa erano libri religiosi, come Bibbie e libri di preghiere. Dall’Italia si diffuse la moda di stampare gli antichi testi di scrittori latini e greci, insieme con libri di poesia e opere teatrali di nuovi scrittori. Più tardi nacquero le riviste settimanali, che contenevano articoli d’attualità, poesie e storie. Anche i politici davano molto lavoro alle stamperie, commissionando la stampa di opuscoli nei quali spiegavano le loro idee alla gente.
Manoscritto del XII secolo Tavoletta sumera con scrittura cuneiforme La civiltà dei sumeri fiorì tra il 4000 e il 3100 a.C. e fu tra le prime a sviluppare un sistema di scrittura, detta cuneiforme. I sumeri scrivevano incidendo con uno stilo una tavoletta di argilla umida, che poi veniva fatta essiccare. Manoscritto del XII secolo Un libro manoscritto del XII secolo, che contiene il testo del De bello gallico di Giulio Cesare ed è arricchito da iniziali miniate. Rotolo di papiro egizio Gli antichi egizi scrivevano su rotoli di papiro, realizzati con una fitta trama di fibre vegetali incrociate, battute ed essiccate al sole. Una pagina del Libro dei Morti, ottimamente conservata, dimostra l'alta qualità e la resistenza del più antico antenato della carta.
Biblioteca di Alessandria d'Egitto La Biblioteca di Alessandria d'Egitto, fondata dal sovrano Tolomeo I Sotere attorno al 300 a.C., conteneva la più grande collezione di libri del mondo antico: sembra che arrivò a ospitarne oltre 500.000! I libri, oltre che conservati, venivano anche tradotti, ricopiati e inviati ad altre biblioteche. Rilegatura libraria L'arte di rilegare i libri nacque in Egitto intorno al II secolo a.C., quando si iniziò a legare per mezzo di stringhe di cuoio le tavolette di legno che contenevano i fogli di papiro. Anche in Europa, durante il Medioevo, nacque l'esigenza di cucire insieme i fogli di pergamena e di dotarli di una rilegatura resistente che proteggesse il libro: furono perciò create copertine lussuosissime, realizzate nei materiali più diversi e spesso decorate con pietre preziose e lamine d'oro. Con l'avvento della produzione industriale, però, l'arte della rilegatura a mano decadde e oggi sopravvive solo come artigianato di lusso. Nella foto, un artigiano fissa una lamina d'oro su una copertina in cuoio.
Copertina di manoscritto anglosassone Libro di Kells Il Libro di Kells, uno dei codici miniati più belli giunti fino a noi, fu realizzato tra l'VIII e il IX secolo da monaci scozzesi, e successivamente completato in Irlanda. Contiene i quattro Vangeli scritti in latino. Le pagine sono decorate con figure di animali fantastici, motivi astratti e raffigurazioni degli evangelisti, di Cristo e della Vergine con il Bambino. Copertina di manoscritto anglosassone La copertina di questo manoscritto dell'XI secolo è realizzata in argento dorato e arricchita da pietre preziose, elementi applicati e decorazioni in rilievo.
Monaco nello scriptorium In epoca medievale, prima dell'invenzione della stampa, i testi antichi venivano copiati a mano nei monasteri. I monaci che copiavano i libri lavoravano in un'apposita stanza del monastero, chiamata scriptorium. Manoscritto miniato del XV secolo Le miniature che ornano i manoscritti possono essere preziose elaborazioni delle lettere iniziali dei paragrafi, oppure decorare i margini del testo, o ancora essere costituite da scene che illustrano il testo stesso. Questa pagina miniata, tratta da un manoscritto del XV secolo della Città di Dio di sant'Agostino, raffigura la corte celeste.
Libro d'ore di Simon de Varie Intorno al 1455, un anno prima che Gutenberg realizzasse la prima Bibbia a stampa, il pittore e miniatore francese Jean Fouquet creò sei delle 80 preziose miniature contenute in questo Libro d'ore (una specie di raffinato almanacco). Nella scena a sinistra è raffigurata la Vergine con il Bambino, nella pagina a destra si evoca l'episodio biblico di Cristo che cammina sulle acque. Manoscritto miniato del Corano Le pagine di questo manoscritto miniato riportano alcuni versetti del Corano, il libro sacro dell'islam. Nel rispetto delle prescrizioni religiose islamiche, il Corano veniva riccamente ornato ma non illustrato con figure.
Tecnica della xilografia Dopo aver intagliato una figura su un cliché in legno, il tipografo procede all'inchiostrazione della matrice con un rullo di gomma. Il disegno verrà poi trasferito su un foglio di carta posizionato sopra il cliché e passato sotto la pressa di una macchina da stampa. Nel VI secolo d.C., i cinesi furono i primi a usare questa tecnica di stampa, chiamata xilografia. Frontespizio del Sutra del Diamante La traduzione cinese del Sutra del Diamante, un testo fondamentale del buddhismo, fu stampata per la prima volta nell'868 d.C., utilizzando cliché di legno intagliati. Il frontespizio del libro presenta una combinazione di testo e illustrazioni. Il Sutra del Diamante è il più antico libro stampato del mondo.
Antico torchio da stampa xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx Antico torchio da stampa Le prime macchine da stampa sfruttavano un meccanismo a vite simile a quello dei torchi utilizzati per la spremitura delle olive, ed erano costruite in modo da esercitare una forte pressione sulla forma tipografica. Il ritmo di stampa di queste macchine era piuttosto basso: venivano prodotte in media 250 copie all’ora.
Disegno dei caratteri tipografici Torchio da stampa L'invenzione della prima macchina per stampa, formata da blocchi di legno mobili che venivano ricoperti di inchiostro, fu opera dello stampatore tedesco Johann Gutenberg intorno al 1452. Il primo libro a essere stampato con il nuovo sistema fu una Bibbia, da allora chiamata la "Bibbia di Gutenberg". Disegno dei caratteri tipografici L'illustrazione mostra il complesso disegno geometrico sotteso alla creazione di un carattere tipografico. La produzione di singoli caratteri mobili rese possibile la stampa della Bibbia di Gutenberg, nel 1456. I caratteri venivano intagliati uno a uno su piccoli parallelepipedi di metallo, chiamati punzoni. I punzoni venivano poi montati su una matrice, che poteva essere usata più volte per riprodurre la medesima lettera. Pagina della Bibbia di Gutenberg Completata tra il 1450 e il 1456, la Bibbia fu il primo libro stampato da Johann Gutenberg. Ne sono rimasti solamente una cinquantina di esemplari. Le illustrazioni visibili sulla pagina qui fotografata sono state inserite a mano, per volere dell'antico possessore.
Marca tipografica di Aldo Manuzio Frontespizio di Bodoni Per realizzare i caratteri a stampa, i primi tipografi del Rinascimento si ispirarono alle scritture manuali usate ai loro tempi o nell'antichità classica. Da allora a oggi sono stati inventati molti caratteri (o font), anche se quelli più diffusi sono poche decine. Alcuni fra i caratteri più usati e apprezzati nell'editoria contemporanea (garamond, bodoni, times, baskerville) riprendono stili inventati nei secoli passati. La foto ritrae il frontespizio di un volume edito nel 1771, nel quale è raccolto un campionario di caratteri maiuscoli e fregi che furono disegnati, incisi e fusi in piombo da Giovan Battista Bodoni, tra i più grandi tipografi ed editori italiani. Marca tipografica di Aldo Manuzio I libri dello stampatore veneziano Aldo Manuzio recavano impressa una caratteristica marca tipografica: un'ancora sottile avvolta da un delfino. Ad Aldo Manuzio va anche il merito di aver introdotto nei libri a stampa l'uso del carattere corsivo che, proprio per questo, in alcuni paesi è chiamato "italico".
Macchina da stampa rotativa La prima macchina da stampa rotativa fu progettata nel 1846 da Richard March Hoe, e fu da lui continuamente perfezionata nel corso degli anni successivi. Il modello messo a punto da Hoe nel 1871 era in grado di stampare 18.000 copie di un giornale all'ora. La carta scorreva da un grosso rotolo attraverso i cilindri in rotazione, veniva stampata e infine tagliata in fogli.
Il nazismo e i roghi dei libri I regimi dittatoriali cercano sempre di impedire la libera circolazione delle idee e, quindi, anche dei libri. La fotografia, scattata nel maggio 1933 a Berlino, mostra un gruppo di studenti nazisti che bruciano i libri giudicati "antitedeschi". Di lì a pochi anni, nei forni crematori dei campi di sterminio, sarebbero stati bruciati milioni di uomini, donne e bambini. Fiera del Libro di Francoforte In tutto il mondo, attorno al libro vengono organizzati grandi eventi, ad esempio festival letterari oppure fiere (sia aperte al pubblico sia destinate esclusivamente a editori e agenti letterari). Nella foto, un'immagine della Fiera del Libro di Francoforte, che si svolge ogni anno agli inizi di ottobre e ospita le novità editoriali internazionali. In Italia, i principali appuntamenti sono la Fiera del Libro di Torino, la Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna e il Festivaletteratura di Mantova.
Lettore di e-book L'ultima rivoluzione nel mondo del libro è rappresentata dall'e-book reader, un apparecchio elettronico portatile che consente di scaricare da Internet testi digitalizzati (e-book) e di renderli visibili su uno schermo a cristalli liquidi. I primi modelli furono messi in commercio negli anni Novanta; hanno dimensioni paragonabili a quelle di un libro tascabile e possono immagazzinare l'equivalente di molti volumi cartacei. Fine