prof.ssa Giovanna Mirra

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
I Bisogni Educativi Speciali secondo l’ICF:
Advertisements

1 Coaching in corsa: lesperienza delleducatore nellassistenza scolastica Andrea Rossetti 10 Novembre 2011.
PROGETTO “A scuola con la dislessia”
In che cosa ritengo di essere capace Come mi giudico in relazione agli altri Quali caratteristiche penso di possedere e che ruolo possono giocare Come.
PORTFOLIO Grumo Nevano C.D. "Pascoli" Profilo
Dott.ssa Carmelina Calabrese
Promoting Social Skills: le unità didattiche italiane della guida
La dipendenza dal gioco d’azzardo
Disturbi generalizzati dello sviluppo
DIFFICOLTA’ DEL LINGUAGGIO
LA FIGURA PROFESSIONALE DEL
DIFFICOLTA DEL LINGUAGGIO Gli elementi di difficoltà Difficoltà di contenuto, che derivano dalla distanza tra gli argomenti trattati e le conoscenze pregresse.
Incontro con qualche tipo di Ostacolo o di Rallentamento nei Processi di Apprendimento che dovrebbero svolgersi in ambito scolastico familiare sociale.
Abilità Sport Strada chiesa Famiglia Capacità Conoscenze Competenze Scuola Società cittadino uomo.
ABILITA CONOSCENZE CAPACITACOMPETENZE Relazione daiuto.
Scuola Secondaria di Primo Grado
L'INSEGNANTE SPECIALIZZATO PER LE ATTIVITA' DI SOSTEGNO
Università degli studi di Messina SISSIS – Scuola Interuniversitaria Siciliana di Specializzazione per lInsegnamento Secondario prof.ssa Loredana Benedetto.
I MODULO SVILUPPO SOCIALE, SOCIALIZZAZIONE E COMPETENZA SOCIALE
L’ATTIVITA’ DIDATTICA
Ins. ref. Febbo Maria Insegnanti appartenenti alla Commissione: De Luca Giuseppina Della Rovere A. Rita Rosanna Di Paolo Emilio Franca Maria Giancristofaro.
Disturbo dell’attenzione e Iperattivita’ ADHD
BES BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
MOTIVAZIONE LA MOTIVAZIONE RISULTA QUINDI UN TEMA
Impulsività e autocontrollo Interventi e tecniche metacognitive
Il disagio in ambito scolastico e non
PERSONALIZZAZIONE apprendimento e insegnamento valorizzazione dell’alunno Innovare la didattica per personalizzare L'educazione personalizzata non si riduce.
Laboratori espressivi, laboratori cognitivi
BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
Psicologia e scuola: esperienze in corso e prospettive future
alunni con bisogni educativi cosiddetti “ speciali”
RIUNIONE REFERENTI DI RETE
PREVENZIONE DEL RISCHIO E PROMOZIONE DEL BENESSERE IN ADOLESCENZA
SCUOLA SECONDARIA I° GRADO “RICCI-MURATORI” Ravenna
"vuoto di memoria" - errori di ritenzione e riproduzione quando siamo sotto stress - scarsa produttività quando abbiamo qualche problema - "aver la testa.
a cura di Rosalba Ganassali
Disturbo da Deficit di Attenzione con Iperattività
Nelle classi spesso si presentano problemi di comportamento
LE MAPPE PER INSEGNARE.
Lo sviluppo delle emozioni
Il Progetto Riabilitativo Individualizzato
FINALITA’ DELLA NOSTRA SCUOLA
Chi è lo Psicologo? Lo psicologo è un professionista della salute.
Università di Bolzano I Bisogni Educativi Speciali secondo l’ICF e le strategie di integrazione secondo la “Speciale normalità” Dario.
Indicatori di rischio dei
IL PUPAZZO JONATHAN UN PERCORSO DI LAVORO Insegnante specializzata
dalle abilità alle competenze
PROGETTO “ZATTERA” OVVERO LA PALESTRA DELLE ABILITA’ SOCIALI
GRUPPO 5 TEMATICHE: LE CARATTERISTICHE DEL DISTURBO
(DIRETTIVA MINISTERIALE 27 DICEMBRE 2012)
ANALISI E TRATTAMENTO DEI COMPORTAMENTI DISADATTIVI
I bes GLI ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI E IL MODELLO ANTROPOLOGICO ICF DELL'OMS.
Sono un bambino e ho bisogno di… Roberto Lingua Centro Riabilitazione Ferrero-Alba Associazione Italiana Dislessia Sez. Cuneo.
Il progetto di vita: la funzione del docente
TRATTAMENTO MULTIMODALE
Perché alcuni bambini non funzionano come gli altri?
DOCENTI NEOASSUNTI GESTIONE DELLA CLASSE E DELLE PROBLEMATICHE
La depressione nell’adolescenza
Dott.ssa Gabriella Coi IL TURISMO ACCESSIBILE NELL’ALTOPIANO DEI 7 COMUNI PAROLE… BISOGNI… RISPOSTE… …ALCUNI ESEMPI DI FUNZIONAMENTO “ATIPICO” Marzo-Aprile.
Le abilità di studio Corso Neoassunti A.S
Che confusione mamma mia … è solo dislessia
Prof.ssa giovanna mirra
STRATEGIE METODOLOGICHE E DIDATTICHE Prof.ssa Giovanna Mirra.
LA BUSSOLA ORIZZONTE DI SENSO QUALE PERSONA QUALE ALUNNO/BAMBINO QUALE INSEGNANTE QUALE SCUOLA QUALE METODOLOGIA QUALE SAPERE QUALE APPRENDIMENTO.
Per una Didattica inclusiva
ALUNNI S.INFANZIA (4 ANNI) ALUNNI S. PRIMARIA TEMPO PIENO CLASSI PRIME ALUNNI S. SECONDARIA CLASSI SECONDE ?
I° Istituto d’Istruzione Superiore “L. DA VINCI – G. GALILEI” “DIRITTI A SCUOLA” – Progetto C Sportello di “ASCOLTO PSICOLOGICO” per gli studenti appartenenti.
PROMUOVERE L’INTERSOGGETTIVITA’ NEI BAMBINI CON AUTISMO E DPS CENTRO EDUCATIVO MINORI “Casa Regina Elena, Una carezza per Carla” Pavone, 10/02/2014.
2 L’apertura della scuola verso l’esterno ha l’obiettivo di trasformare la classe scolastica in “comunità di ricerca”, con una particolare.
Transcript della presentazione:

prof.ssa Giovanna Mirra m-psi/04 Interventi psico-educativi e didattici con disturbi relazionali prof.ssa Giovanna Mirra

I disturbi di relazione sono modi disfunzionali di percepire e reagire nei confronti di quello che accade nei contesti in cui si vive (famiglia, scuola, gruppo dei pari, lavoro…) Si reagisce alle relazioni in modo distorto, inadeguato, senza capacità di controllo

I disturbi relazionali Mancanza di comportamenti interattivi anche non verbali Incapacità di sviluppare relazioni con i coetanei Incapacità di condivisione emotiva Scarsa autostima Alti livelli d’ansia Problematiche nello sviluppo dell’identità autonoma Difficoltà a comprendere l’altro (empatia) Presenza di comportamenti problema: aggressività, negativismo, opposizione, rifiuto Presenza talvolta di comportamenti ossessivi e/o compulsivi

Legami tra disturbi relazionali e livelli logici dell’alunno Presentano disturbi relazionali i ragazzi affetti da: Ritardo mentale Disturbo autistico Disturbi comportamentali

Comportamenti relazionali sono adeguati e positivi se….. consentono il raggiungimento pieno degli obiettivi non ostacolano gli altri nel raggiungimento dei loro obiettivi

Cosa fare? Osservare e valutare il livello di partecipazione sociale ( punti di forza e criticità delle attività di vita sociale, civile e di comunità principali) Tracciare una mappa degli ambienti in cui vive l’alunno per definire le autonomie sociali che gli richiedono ognuno degli ecosistemi di vita e di relazione ( ad es. se a scuola arriva accompagnato, da solo, a piedi o con i mezzi pubblici, se riconosce la propria aula, orientamento, abilità pedonali, uso dei negozi, del denaro, lettura delle insegne, la gestione del tempo..)

Cosa osservare per prima Autonomia Obiettivi Progetto di vita famiglia Immagine di sé come persona che apprende Idee sul suo lavoro scolastico Sulla sua autoefficacia Valutare aspetti psicologici e comportamentali

Cosa osservare Aspetti emotivi ( paura della separazione, rabbia/collera, eccitazione positiva/gioia, depressione, dolore da fallimento, perdite e conflitti ) Comportamenti problema ( autolesionismo, aggressività e stereotipie) Aspetti sociali (biasimo, sensi di colpa, autonomia personale, cura degli oggetti, collaborazione, rispetto delle regole, maltrattamenti, furti….) Aspetti ambientali ( famiglia con problemi, pregiudizi, deprivazione…)

Lavoro di gruppo n° 1 Da un’osservazione devo poter ricavare… Setting: sono i dati ambientali ( disposizione dell’aula del gruppo in relazione a una data attività) Descrizione del comportamento problema descrizioni specifiche e contingenti e non interpretazioni psicologiche Antecedente ciò che accade immediatamente prima del comportamento problema Risposta dell’ambiente: descrizione di come reagisce l’ambiente immediatamente dopo quel comportamento Conseguenze : descrizione delle reazioni del ragazzo

Comportamenti negativi di un alunno con disturbi relazionali Mancanza di affetto, attenzione e stima Noia e disinteresse per i compiti Inadeguatezza rispetto ai pari Deficit di abilità di apprendimento Incomprensione delle conseguenze Inadeguata stima della difficoltà o della lunghezza del compito Esperienze negative precedenti legate alla stessa attività

Consegna per il lavoro di gruppo Iniziare in modo destrutturato per osservare più comportamenti e consentire una valutazione soggettiva di importanza Organizzare le tipologie di comportamento e dare un ordine in base alla gravità o alla necessità di incrementare Riflettere su cause e conseguenze legate ai comportamenti da aumentare e diminuire Scegliere le categorie di comportamenti su cui lavorare in seguito e applicare piccoli accorgimenti in classe in base alle osservazioni effettuate

I gruppi definiranno il comportamento degli alunni certificati indicando i descrittori degli aspetti: - emotivi - relazionali - cognitivi - motivazionali - della partecipazione - comprensione - della memoria