La metacognizione : una “strategia” per la didattica ?

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La metacognizione : una “strategia” per la didattica ? Nicoletta Rosati Lumsa Roma

La metacognizione Si parla di metacognizione in riferimento: alla consapevolezza del soggetto rispetto ai propri processi cognitivi (conoscenza metacognitiva), all’attività di controllo esercitata da parte del soggetto, su questi stessi processi (processi metacognitivi di controllo).

La metacognizione La metacognizione è stata oggetto di studio sistematico negli ultimi quaranta anni, ma già nella prima metà del XX secolo Piaget aveva rilevato l’importanza di considerare alcune caratteristiche “metacognitive”del pensiero infantile richiamando lo studio sui processi cognitivi.

La metacognizione Lo studioso ginevrino si riferiva soprattutto all’animismo, al nominalismo, all’artificialismo tipici del pensiero infantile. È significativo il riferimento a ciò che Piaget chiama “egocentrismo” per riconoscere a questo studioso una sorta di prima intuizione nei riguardi della metacognizione.

La metacognizione Piaget descrisse, per esempio, le difficoltà dei bambini della prima e seconda infanzia a cogliere punti di vista diversi dal proprio e illustrò come, nello sviluppo stadiale, il bambino acquisisca gradualmente questa abilità.

La metacognizione Il termine “metacognizione” fu introdotto per la prima volta, agli inizi degli anni Settanta, dopo gli studi di Flavell sulla conoscenza riguardo alla memoria e al processo di memorizzazione che lo studioso definiva “metamemoria”.

La metacognizione A partire da queste ricerche la metacognizione venne a indicare le conoscenze e i processi che riguardano le varie attività cognitive ( Flavell, 1999; Schneider e Pressley, 1997) Vennero quindi introdotti termini, via via più specifici, quali “metacomprensione” e “metattenzione” per indicare la riflessione relativa all’attività cognitiva nella lettura e nell’esercizio dell’attenzione.

La metacognizione Oggi, come si è detto, il termine “metacognizione” indica le conoscenze che l’individuo sviluppa rispetto ai propri processi cognitivi e al loro funzionamento, nonché le sue attività esecutive che presiedono al monitoraggio e all’autoregolazione dei processi cognitivi.

La metacognizione La metacognizione di ogni persona riguarda: le conoscenze sulle sue abilità cognitive; sulla natura dei processi cognitivi; sulle strategie per svilupparli al meglio; Sulle abilità per controllarli durante e dopo l’esecuzione.

La metacognizione Ulteriori ricerche hanno approfondito ed organizzato le conoscenze metacognitive e i processi che ne derivano costituendo dei modelli, oggetto di studio specifico. La metamemoria, per esempio, è stata divisa in ambiti quali la sensibilità e la conoscenza delle variabili ( Flavell e Wellman, 1977)

La metacognizione La sensibilità corrisponde alle conoscenze procedurali relative ai compiti di memoria ( es. so descrivere come si prepara il caffè). Le variabili di metamemoria includono tre diverse aree: la persona, il compito, le strategie.

La metacognizione Le conoscenze dichiarative di metamemoria che hanno carattere di consapevolezza possono riferirsi al soggetto come memorizzatore ( ad es. studiare la matematica non fa per me).

La metacognizione La componente di autoregolazione e monitoraggio della metacognizione è responsabile dell’applicazione di determinate strategie, del loro monitoraggio ed eventuale cambiamento.

La metacognizione I processi di autoregolazione e di monitoraggio sono implicati in compiti cognitivi complessi quali la comprensione di un testo e la memorizzazione di testi. Tali processi non dipendono dal soggetto, ma sono sensibili alla specificità della situazione

La metacognizione Con l’avanzare dell’età si registra un progressivo miglioramento nell’espletamento delle variabili metacognitive, nelle conoscenze e nel controllo soprattutto grazie all’azione educativa nel contesto scolastico.

La metacognizione Nel parlare di metacognizione e di età infantile è doveroso citare un filone di ricerca, iniziato negli anni Ottanta, che ha esaminato lo sviluppo della conoscenza nella mente dei bambini più piccoli. Si tratta degli studi noti come la “teoria della mente”.

La metacognizione Questo filone di ricerca si è concentrato sullo studio dello sviluppo nel bambino della comprensione della vita mentale, del funzionamento della mente, quando pensa o ricorda e della relativa indipendenza tra i propri ed altrui pensieri. I due filoni di ricerca sono molto affini, ma al momento, procedono in modo parallelo.

La metacognizione Si è giunti, così, a coniare nuovi termini, es. “metaknowing” che Kuhn ( 1999) propone per indicare la metacognizione a qualsiasi età e che si riferisce tanto alla consapevolezza dell’esistenza di stati diversi quanto alla sensibilità nell’uso di strategie dipendenti dal compito e dagli obiettivi.

La metacognizione : conseguenze per la didattica Lo studio dei cambiamenti evolutivi ha dimostrato che al crescere dell’età, parallelamente ai progressi nelle abilità di base e negli apprendimenti, si osserva una crescita significativa nelle conoscenze e nel controllo metacognitivi.

La metacognizione : conseguenze per la didattica Le più recenti ricerche su bambini e ragazzi con DSA hanno dimostrato che minori competenze vanno di pari passo con minori conoscenze e controlli metacognitivi ( Cornoldi, 1995). Esiste una stretta relazione tra comprensione e metacomprensione o memoria e metamemoria.

La metacognizione : conseguenze per la didattica La relazione tra metacognizione e prestazione è di natura causale, ma di direzione biunivoca in quanto la prima influenza la seconda,ma, a sua volta, la prestazione e l’esperienza di apprendimento arricchiscono la conoscenza metacognitiva.

La metacognizione : conseguenze per la didattica A sostegno del beneficio educativo di attività metacognitive ci sono numerose esperienze di intervento in cui un training volto a promuovere conoscenze e controllo metacognitivo, migliora le prestazioni cognitive.

La metacognizione : conseguenze per la didattica L’insegnamento a riflettere sulla mente, imparare a controllarla usare efficacemente diverse strategie non soltanto produce prestazioni migliori, ma induce nell’allievo una più positiva attitudine verso il compito e una migliore motivazione

La metacognizione : conseguenze per la didattica Principali processi metacognitivi di controllo: Orientamento generale Problematizzazione Comprensione e definizione del problema compito Attivazione di conoscenze implicite Previsione Coordinamento dei processi Valutare i risultati finali Spiegare un eventuale insuccesso Decidere di riprovare e predisporre un piano strategico alternativo.

La metacognizione : conseguenze per la didattica Un insegnamento che voglia promuovere la metacognizione si caratterizza per - offrire spunti di riflessione sull’attività della mente, - stimolare la consapevolezza dell’attività mentale, monitorare costantemente la pratica nelle attività da eseguire, promuovere discussioni, promuovere insegnamento reciproco sollecitare al modellamento nell’uso di strategie.

Un possibile percorso didattico Riflettere sul funzionamento della mente Capire la mente in azione Controllare i processi mentali Acquisire fiducia nelle proprie capacità mentali