Comunicare vuol dire, dunque, capire e farsi capire, dare e ricevere informazioni, chiedere spiegazioni, rispondere agli interrogativi che altri ci pongono,

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Comunicare vuol dire, dunque, capire e farsi capire, dare e ricevere informazioni, chiedere spiegazioni, rispondere agli interrogativi che altri ci pongono, vuol dire stabilire rapporti di reciprocità. Oggi la comunicazione, come incontro e dialogo, va riducendosi, mentre va affermandosi in misura crescente la comunicazione attraverso i mass media: stampa, radio, televisione, pubblicità, computer, reti telematiche ecc.

Ecco rappresentata con uno schema la relazione tra i sei elementi fondamentali della comunicazione (verbale e non verbale). Ricorda che quando viene a mancare anche uno solo di questi elementi, la comunicazione non si realizza in modo completo.

Emittente Colui che trasmette il messaggio oppure che dà origine all’atto comunicativo. Es. L'insegnante che spiega una lezione sulla comunicazione oppure la musicista che esegue al piano il pezzo che ha composto.

Destinatario o Ricevente Colui al quale è destinato il messaggio oppure l’atto comunicativo. Es. I clienti che ascoltano il pubblicitario mentre illustra una nuova campagna pubblicitaria oppure gli spettatori che assistono ad una partita di calcio.

Messaggio L’informazione che si vuole trasmettere oppure l’insieme delle informazioni inviate dall’emittente al destinatario. Es. Le frasi che l'insegnante pronuncia per spiegare una regola grammaticale.

Canale Il mezzo fisico mediante il quale il messaggio partito dall’emittente arriva al destinatario. Es. L'aria attraverso la quale si propagano le onde sonore prodotte dalle parole dell'insegnante oppure la posta per inviare una lettera.

Codice L’insieme dei simboli e delle regole sintattiche utilizzati nella comunicazione. Deve essere condiviso almeno in parte dall'emittente e dal destinatario Es. La lingua utilizzata nel corso di una conversazione telefonica, la lingua madre, il linguaggio gergale utilizzato all'interno di un gruppo giovanile, l'alfabeto dei sordomuti o il braille per i ciechi)

Contesto La situazione in cui la comunicazione avviene oppure a cui si riferisce. Diversi contesti possono dare allo stesso messaggio significati totalmente differenti. Esempio : la parola“finestre” assume un significato diverso a seconda del contesto di riferimento (es. un edificio oppure ad un personal computer).

Feedback La risposta del destinatario. Permette di controllare se il messaggio è giunto in modo corretto a destinazione. Es. La risposta che il destinatario invia all’emittente dopo avere ricevuto e letto un messaggio di posta elettronica

Rumore Qualsiasi disturbo della comunicazione, sia di tipo fisico che di tipo psicologico, che causa una distorsione del messaggio e gli impedisce di arrivare al destinatario in modo corretto e completo. Es. Il rumore della fotocopiatrice oppure il pregiudizio razziale.

Ridondanza Ripetizione della stessa informazione utilizzando codici diversi. Es. Quando per chiamare una persona oltre al messaggio verbale “Vieni!” si fa anche un cenno con la mano, si moltiplica la forza comunicativa dell’informazione. La ridondanza viene utilizzata per facilitare la comunicazione e ridurre il rischio che il destinatario decodifichi in maniera sbagliata il messaggio che ha ricevuto

I linguaggi non verbali sono molto vari, immediati, facili da apprendere e senza dubbio assumono un ruolo importante nella vita di relazione degli esseri viventi. Tuttavia, presentano parecchi limiti: • possono risultare poco chiari o ambigui e dar luogo così a equivoci, fraintendimenti; • sono in grado di trasmettere un numero piuttosto limitato di informazioni; • non consentono di trasmettere messaggi o concetti complessi. Il linguaggio verbale orale e scritto, invece, è il solo in grado di realizzare una comunicazione completa ed efficace. Esso infatti: • è estremamente ricco: può parlare di tutto, di ogni problema, di ogni argomento in un numero infinito di modi e di forme; può descrivere esperienze e fatti del presente e del passato, vicini o lontani; può rappresentare realtà e mondi che esistono solo nella nostra mente; può trasmettere sentimenti, emozioni, idee, ragionamenti, concetti astratti; • è elastico e flessibile: è in grado di trasformarsi con facilità a seconda dei bisogni della comunità; è in grado cioè di formulare lo stesso messaggio in tanti modi diversi adeguandolo alle varie necessità o situazioni comunicative; • è in continuo sviluppo: può ampliarsi all’infinito, arricchendosi continuamente di nuove possibilità espressive; • è anche autoselettivo, nel senso che spontaneamente elimina le parole, i modi di dire e le forme linguistiche che non sono più adatti a soddisfare le esigenze comunicative; • può parlare di se stesso, ovvero descrivere con parole le proprie caratteristiche, le re- gole che lo governano, i fenomeni che avvengono al suo interno; • è il linguaggio più economico: con un numero limitato di suoni o di lettere può pro- durre un grandissimo numero di parole che trasmettono significati e queste, a loro vol- ta, possono essere combinate in un numero infinito di frasi per produrre significati più ampi. In definitiva, di tutte le forme di comunicazione il linguaggio verbale è il più ricco, com- pleto, preciso ed economico. È il linguaggio umano per eccellenza, in grado di metterci in relazione con la realtà che ci circonda nella maniera più completa e diversificata, a seconda delle esigenze e delle circostanze.

I livelli linguistici sono invece due: il livello colto e il livello popolare.

Le parole evidenziate sono termini specifici dei linguaggi settoriali Le parole evidenziate sono termini specifici dei linguaggi settoriali. I linguaggi settoriali sono detti anche linguaggi speciali o sottocodici. Essi sono presenti all’interno di ciascun settore professionale, si caratterizzano per l’utilizzo di termini tecnici, specifici di una certa attività lavorativa, e utilizzano con un significato particolare, caratteristico di quell’ambiente di lavoro, termini della lingua comune

Le caratteristiche principali dei linguaggi settoriali sono: • l’uso di un lessico specifico • la tendenza a utilizzare termini già in uso nella lingua comune attribuendo però loro un significato diverso, più specifico. Ad esempio: