ASSOCIAZIONE ITALIANA SOCCORRITORI

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ASSOCIAZIONE ITALIANA SOCCORRITORI 24 Settembre 2015 GLI AVVELENAMENTI Dr. Samuele Guzzon Medicina Interna Conegliano

Presentazione delle sostanze tossiche: 1 – GAS o VAPORI che, nella maggior parte dei casi, danneggiano l’apparato respiratorio e gli occhi. 2 – LIQUIDI che vengono suddivisi in acidi, alcali e schiumogeni 3 – SOLIDI: compresse, granuli, scaglie e polveri Solidi e liquidi possono danneggiare l’apparato digerente, la cute e gli occhi.

PRIMA REGOLA DEL SOCCORSO Il soccorritore non deve diventare vittima. Prima di prestare soccorso alle persone si deve valutare attentamente l’ambiente circostante ed essere sicuri che non vi siano pericoli per chi interviene. In caso contrario si devono attendere le squadre specializzate.

Al soccorritore non è richiesto di fare una diagnosi medica né di somministrare antidoti. Deve evitare che il tossico crei danni irreversibili e alteri i parametri vitali. Deve intervenire con manovre rianimatorie in caso l’intossicato sia in pericolo di vita. Deve raccogliere quante più informazioni possibili che possono essere utili all’arrivo in ospedale dove verranno prestate le cure specifiche.

1 – Come e dove è stato trovato l’intossicato. 2 – Come e quando si sono manifestati i primi sintomi e se si sono modificati nel tempo. 3 – Raccogliere un campione del materiale espulso dall’intossicato per poterlo analizzare (per la raccolta dei campioni è indispensabile indossare i dispositivi di protezione individuale –DPI -). 4 – Raccogliere residui e contenitori presenti sul luogo che aiuteranno nella diagnosi.

INTOSSICAZIONE PER INALAZIONE DI GAS E VAPORI L’unica misura da attuare è portare la vittima in luogo ben areato e privo del tossico. Se vi è rischio di vita per il soccorritore questo si deve astenere da qualsiasi azione fino all’arrivo dei Vigili del Fuoco.

SITUAZIONI PIU’ FREQUENTI: Intossicazione da monossido di carbonio: Viene prodotto se la combustione avviene in carenza di aria. Il CO ha maggiore affinità per l’emoglobina formando carbossiemoglobina. Si avrà meno ossigeno a disposizione dei tessuti. I sintomi variano dalla cefalea/vertigine fino al coma e alla morte. Utilizzo errato di detergenti: candeggina, ammoniaca, alcol etilico, acqua ossigenata, acido muriatico e altri detergenti per la pulizia domestica vengono spesso, erroneamente, mescolati tra loro. Vengono prodotti gas irritanti le vie respiratorie e gli occhi.

INTOSSICAZIONE PER CONTATTO OCULARE Lavare gli occhi con acqua corrente per circa 10 minuti, quindi bendare entrambi gli occhi con garza sterile (come per le ferite) e far valutare ad uno specialista. Non usare mai pomate oftalmiche o colliri di alcun tipo.

INTOSSICAZIONE PER CONTATTO CUTANEO Togliere immediatamente i vestiti contaminati Lavare la pelle con acqua corrente per 10-15 minuti (proteggendosi le mani con i guanti). Il lavaggio ha il compito di limitare l’ampiezza delle lesioni provocate dai caustici o corrosivi e la penetrazione dei tossici attraverso la cute. Se la sostanza lesiva è oleosa bisogna lavare con acqua e sapone. Come per gli occhi non applicare mai pomate, creme o unguenti di alcun tipo, coprire con garze sterili e far valutare ad uno specialista.

INTOSSICAZIONE PER INGESTIONE Ricordare che: IL LATTE NON È UN ANTIDOTO UNIVERSALE! Anzi spesso è dannoso, infatti favorisce l’assorbimento di sostanze che si sciolgono nei grassi come l’acetone, la naftalina, la canfora, la trielina, la benzina ed altri derivati del petrolio.

IL VOMITO NON VA MAI PROVOCATO! E’ assolutamente da evitare dopo ingestione di veleni allo stato liquido per tre motivi: 1 – Se il tossico è un caustico o un corrosivo durante il vomito passa per la seconda volta attraverso l’esofago e la bocca danneggiando ulteriormente queste sedi. 2 – Molti veleni liquidi sprigionano gas tossici che possono venir aspirati durante l’ingestione e quindi anche durante il vomito. 3 – Le sostanze schiumogene (shampoo, bagnoschiuma, detersivi in genere) sono pericolose perché la loro schiuma, se aspirata nei polmoni, può provocare la morte per soffocamento.

Se il paziente è incosciente e vomita spontaneamente lo si pone in posizione di sicurezza per evitare che inali. In assenza di uno specialista da consultare rapidamente, e solo se il paziente è cosciente, si può utilizzare come antidoto universale il CARBONE VEGETALE. Rallenta l’assorbimento di molti tossici e farmaci.

AVVELENAMENTO DA FUNGHI Se non si è esperti è meglio evitare di raccogliere funghi perché possono essere velenosi. La cottura non rende un fungo velenoso commestibile. I sintomi dell’avvelenamento compaiono in tempi variabili dall’ingestione a seconda del fungo.

Intossicazioni a breve incubazione (entro 4 ore): Sindrome resinoide: Causa problemi soltanto a stomaco e intestino. Sindrome muscarinica: Si manifesta con nausea, vomito e diarrea a cui si associa sudorazione abbondante; - Sindrome pantherinica: Oltre a colpire stomaco e intestino, determina confusione e convulsioni; - Sindrome psicodislettica:Vomito e diarrea si associano ad allucinazioni. - Sindrome coprinica: Si scatena soltanto se i funghi vengono assunti in contemporanea a bevande alcoliche.

Intossicazioni a lunga incubazione (6-30 ore), forme potenzialmente mortali. La Sindrome falloidea Scatenata soprattutto dall'ingestione dell'Amanita phalloides, il fungo più pericoloso presente nel nostro Paese. Contiene infatti sostanze velenose (le amatossine), che risultano mortali anche in piccole quantità: la dose letale è di 0,1 milligrammi per ogni chilo di peso e per un adulto possono perciò essere sufficienti soli 20 grammi di fungo fresco. I primi sintomi dell'avvelenamento si manifestano tra le 6 e le 24 ore dall'ingestione, con vomito e diarrea profusa. A distanza di circa due giorni, il fungo ha modo di danneggiare il fegato.

La Sindrome orellanica La orellanica è un'intossicazione determinata dall'ingestione del Cortinarius orellanus. I primi sintomi (nausea, vomito, sudorazione, sete intensa) sono molto sfumati e si manifestano 2-3 giorni dopo l'ingestione del fungo, tempo che dà modo di consumare ripetutamente lo stesso alimento, moltiplicandone così gli effetti. Organo bersaglio del Cortinarius è il rene. A distanza di parecchie settimane dalla sua ingestione, compaiono i sintomi più seri dell'intossicazione:  - dolori lombari - mal di testa - insufficienza renale irreversibile

Tempo ne abbiamo a sufficienza. Cosa fare: 1 – Non indurre il vomito ma portare l’intossicato al più vicino Pronto Soccorso 2 – Raccogliere dei funghi da consegnare per gli esami tossicologici. 3 – Reperire informazioni su quando e quante persone li hanno mangiati. 4 – Se non comporta perdita di tempo si può somministrare del carbone vegetale (solo se il paziente è cosciente)

MORSO DI VIPERA E’ il serpente velenoso più diffuso in Italia. Se non riesce ad inoculare tutto il veleno ritenta il morso. Come riconoscere il morso delle vipera da quello di un serpente comune:

SINTOMI: 1 - Dolore intenso in sede di inoculo che tende ad aumentare nel tempo 2 – Edema che inizia intorno alla zona del morso e che tende ad estendersi nelle ore successive 3 – Macchie rosso bluastre, prima intorno alla zona di inoculo che tendono ad estendersi 4 – Mal di testa, agitazione, dolori muscolari, sete, vomito (legati all’azione del veleno sul SNC) I sintomi più pericolosi compaiono dopo 12-24 ore

TRATTAMENTO 1 – Tranquillizzare l’infortunato 2 – Non far camminare o correre il paziente perché velocizza l’assorbimento del veleno 3 – Coprire la ferita e trattarla come ogni altro tipo di ferita 4 - Fasciare l’arto per rallentare l’assorbimento del veleno 5 - Mettere il paziente in posizione antishock 6 – Trasportarlo in Ospedale

COSA NON FARE 1 – Non fare impacchi con ghiaccio 2 - Non disinfettare con alcol 3 - Non praticare incisioni, spremiture o suzioni 4 – Non usare il laccio emostatico 5 – Non usare il siero antivipera fuori dall’ambiente ospedaliero. E’ un siero eterologo ottenuto da plasma di cavalli immunizzati e può dare shock anafilattico.

Viper Venom antiserum Va somministrato solo se compaiono: • alterazioni dei parametri emocoagulativi; • ipotensione grave o shock; • sintomi gastroenterici importanti e prolungati; • aritmie cardiache, dispnea; • edema imponente dell’arto coinvolto Seguendo queste raccomandazioni solo il 10-20% necessita del siero. Deve essere somministrato diluito in SF 100-250 cc ev lentamente, il sito di inoculazione viene raggiunto in 2 ore dall’ 1.4-6% del siero somministrato im/sc e dell’85% se somministrato ev. La dose è identica per adulti e bambini. Bollettino di Informazione sui Farmaci 2001

PUTNURE D’INSETTI (api, vespe e calabroni) Gli insetti presenti nel nostro Paese non sono velenosi e nella maggior parte dei casi creano gonfiore, rossore e dolore intenso. Se una persone è allergica al veleno può avere una reazione anafilattica. La tossicità del veleno dipende anche dalla sede di inoculazione e dal numero di punture.

TRATTAMENTO Fare impacchi freddi che alleviano il dolore. Non usare l’ammoniaca perché è un caustico. Consultare il medico per valutare la necessità di eseguire un’antitetanica. Attenzione allo shock anafilattico Come riconoscerlo (2 di 5 apparati) Primo episodio? Anafilassi nota? (Adrenalina Fastjekt)

Morso o Puntura di Medusa? Le meduse non pungono né mordono. I tentacoli emettono una sostanza urticante sulla pelle. Al primo contatto si avvertono un forte dolore e bruciore che si attenuano dopo 10-20 minuti. La cute si arrossa e si gonfia e compaiono dei ponfi.

La medicazione corretta è l’applicazione di un gel al Cloruro di Alluminio che ha effetto astringente, blocca la diffusione della tossina e agisce rapidamente sul prurito. Il gel è utile anche per la puntura di zanzare. In mancanza di questo gel si può usare una pomata cortisonica che però inizia la sua azione dopo 20-30 minuti, cioè quando inizia la naturale attenuazione dei sintomi. Non strofinarsi sulla sabbia, non usare alcol, ammoniaca, aceto o succo di limone. Quando preoccuparsi: se la reazione cutanea si diffonde e compaiono difficoltà respiratorie, pallore, sudorazione e disorientamento

Ricordatevi che nessuno di noi ha una preparazione adeguata a gestire tutti i tipi di avvelenamento. È importante mettere in sicurezza il paziente e trasportarlo nel più vicino Pronto Soccorso dove verrà contattato il Centro Antiveleni per iniziare la terapia più adatta.