Oltre il dilemma dell’allontanamento: bambini e famiglie nel sistema di cura e protezione Il punto di vista dei bambini e dei ragazzi 1 ottobre 2015 Dott.ssa Erica Gozzer - Centro per l’Infanzia Dott.ssa Elisa Vaccari - Villaggio del Fanciullo SOS
Servizi territoriali a confronto oltre le specificità Centro per l’Infanzia Servizio di pronta accoglienza e percorsi di affidamento a medio termine Equipe multidisciplinare che garantisce intervento educativo- terapeutico Ospita prevalentemente bambini Documento: “Come parlare ai bambini” SOS Villaggio del Fanciullo Percorsi di affidamento medio- lungo termine, taluni di natura consensuale Lavoro di rete integrato con i servizi del territorio Ospita prevalentemente preadolescenti e adolescenti Quality4Children Standars
Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (L.176/1991) «Gli Stati parti garantiscono al fanciullo capace di discernimento il diritto di esprimere liberamente la sua opinione su ogni questione che lo interessa, le opinioni del fanciullo essendo debitamente prese in considerazione tenendo conto della sua età e del suo grado di maturità. A tal fine, si darà in particolare al fanciullo la possibilità di essere ascoltato in ogni procedura giudiziaria o amministrativa che lo concerne, sia direttamente, sia tramite un rappresentante o un organo appropriato, in maniera compatibile con le regole di procedura della legislazione nazionale.» Articolo 12
Documento: «Come parlare ai bambini» Nel 2012 un gruppo di lavoro ha avviato una riflessione sul tema “Come parlare ai bambini” condividendone l’importanza e individuando prassi e modalità da implementare nei percorsi di accompagnamento all’interno del centro. Il documento affronta le tematiche della comunicazione e della comprensione che l’adulto (a tutti i livelli della rete) deve porre nel momento in cui parla con il bambino. Si condivide che il compito è delicato e presuppone da parte dell’adulto una buona componente di intelligenza emotiva. La tematica è importante poiché risponde ai bisogni del minore, che è al centro dell’intervento di tutela.
«Quality4Children Standars» “Quality4Children”: 18 Standards di qualità nell’accoglienza eterofamiliare dei bambini elaborati a livello europeo e presentati nel 2007 presso il Parlamento Europeo. Nel 2011 il Villaggio SOS di Trento, tramite l’Associazione Nazionale, avvia il percorso di ricerca-azione finalizzato alla ridefinizione, l’applicazione e la successiva divulgazione degli standard Q4C all’interno delle fasi di ammissione, presa in carico e dimissione dei bambini ed adolescenti: Standard 2 “Il bambino è autorizzato a partecipare al processo decisionale” : il bambino viene informato in modo esauriente usando un linguaggio corrispondente al suo livello si sviluppo. L’opinione del bambino viene richiesta e presa in considerazione. Standard 11 “Il bambino ha la possibilità di partecipare attivamente al processo decisionale che interessa direttamente la sua vita”: il Villaggio promuove e sostiene la partecipazione del bambino. L’equipe sostiene la partecipazione attiva del bambino valorizzandone le capacità e le potenzialità. Standard 17 “Il bambino ha diritto di partecipare al processo di dimissione”: il Villaggio si impegna per la piena promozione e attuazione del diritto del bambino alla partecipazione. Il bambino riceve tutte le informazioni pertinenti.
Perché è importante parlare con i bambini/ragazzi? Perché hanno dei pensieri profondi, importanti e pieni di significato che muovono i loro comportamenti. Perché sono esperti di se stessi e della loro storia. Perché essere protagonisti nella costruzione del loro percorso di vita li potrà aiutare a diventare adulti responsabili.
Comunicazione a partire da un ascolto attivo e rispettoso Quando non si sentono ascoltati o non sanno che cosa succede i bambini/ragazzi chiedono aiuto ed esplicitano il loro disagio attraverso manifestazioni emotive e comportamentali spesso distruttive e non adeguate. I bambini/ragazzi hanno diritto a ricevere risposte sincere e adeguate alle domande (che hanno dentro di loro) in merito al loro percorso e ai loro genitori, se questo non avviene interpreteranno e troveranno delle risposte, spesso non aderenti alla realtà. Questo non aiuta il loro percorso di crescita. L’adulto nel parlare con il bambino deve prevedere uno spazio di ascolto che sia profondo e rispettoso del pensiero che il minore ha in merito alla sua situazione, alla sua famiglia e al suo progetto di vita.
oltre l’allontanamento… L’ allontanamento del minore dalla sua famiglia, pur nella sua drammaticità e difficoltà, si giustifica nella necessità di interrompere una condizione di pregiudizio che è causa di gravi sofferenze per il minore. La vita in comunità vuole offrire allo stesso un percorso potenzialmente riparativo, evolutivo e di crescita a partire dall’accoglienza della sua persona, dal rispetto e soprattutto da un ascolto che sia sempre attivo.
Il minore che vive l’allontanamento si trova in una situazione di cui non è responsabile, affrontando sfide e fatiche quotidiane che si manifestano spesso attraverso una forte emotività. La responsabilità dell’adulto che se ne cura è molto profonda e forte, deve puntare al comprendere, accogliere e accompagnare tutti i momenti di vita del minore attraverso una adeguata risposta ai bisogni di rassicurazione, prevedibilità, informazione e verità sulle domande che sono presenti nella testa e nel cuore dei minori.
Partecipare non richiama solo l’esserci o l’essere parte di qualcosa. Per i bambini e ragazzi significa essere protagonisti informati della propria vita e del proprio ambiente, poter esprimere la propria opinione, venire presi in seria considerazione dagli adulti che prendono le decisioni. Questo principio acquista un particolare rilievo nei contesti di tutela in cui la garanzia del diritto di protezione rischia di relegare ai margini dei processi decisionali degli adulti, il diritto dei bambini di essere ascoltati.
la responsabilità degli adulti Il bisogno di tutela del minore conferisce agli adulti coinvolti nella rete dei servizi il potere/responsabilità di scegliere il superiore interesse per lui; la multidisciplinarità che caratterizza la rete è una risorsa poiché permette di incrociare diversi sguardi, leggere le situazioni in profondità e affrontare insieme le complessità educative. La sfida sta nel trovare tempi, modi e spazi per ascoltare e dare parola al significato che il minore dà alla sua storia; quella stessa storia che è così difficile da raccontare e accettare ma che è così importante ripercorrere insieme a lui con un significato costruttivo e rispettoso della verità. Questo racconto diventa nel tempo uno strumento educativo nella costruzione del processo partecipativo che porta il minore a scegliere il bene per se.
“perché hanno dei pensieri profondi, importanti e pieni di significato che muovono i loro comportamenti” Nel momento in cui il bambino viene accompagnato in comunità, l’assistente sociale spiega al bambino/ragazzo i motivi dell’allontanamento. I bambini non arrivano in comunità perché «l’asilo si è rotto», perché «i genitori devono lavorare tanto» o perché «bisogna fare i lavori a casa per una cameretta nuova». Ai bambini/ragazzi va dato un tempo per ascoltare e uno spazio per capire; bisogna trovare il «coraggio» di dire la verità. In questi momenti di passaggio è importante, se ci sono figure di riferimento significative per il minore, che possano essere presenti con una continuità affettiva e di accompagnamento relazionale. Gli educatori trascorrono momenti individualizzati, di conoscenza e relazione con i bambini/ragazzi al fine di conoscerli e rassicurarli sul fatto che la comunità si impegna a cogliere i loro bisogni e a prendersi cura.
“perché sono esperti di se stessi e della loro storia” Il bambino/ragazzo è una persona che va accolta e rispettata. All’interno del Progetto Educativo Individualizzato esplicitare le potenzialità del minore e i suoi pensieri. Nella stesura del PEI dedicare uno spazio di espressione del minore; condividere gli obiettivi con il ragazzo adolescente (dove possibile scriverli insieme) e prevedere momenti di verifica insieme. Prevedere la partecipazione di bambini e ragazzi agli incontri di rete. Gli attori coinvolti nella rete dei servizi (sguardo multidisciplinare) si confrontano sulla tematica dell’ascolto del minore condividendo tempi e modalità partecipative di quel bambino all’interno del percorso che si sta immaginando per lui. È opportuno curare la dimensione dell’ascolto e della comunicazione con le famiglie d’origine nella misura in cui sono coinvolte nel progetto. L’educatore avrà maggiori elementi e forza per accompagnare quotidianamente il bambino nella costruzione del suo percorso partecipato. Accompagnare il minore in un processo partecipativo favorisce la narrazione e la ricostruzione della propria storia; attività imprescindibile per la costruzione della propria identità.
“perché essere protagonisti nella costruzione del loro percorso di vita potrà aiutarli a diventare adulti responsabili” I bambini/ragazzi vanno accompagnati e tenuti informati dei vari passaggi e cambiamenti che riguardano il loro progetto. A loro vanno date le motivazioni, un significato ristrettamente riconducibile ad un loro bisogno e va ritagliato uno spazio per ascoltare il loro pensiero. L’educatore attraverso la costruzione di una relazione autentica e ascolto attivo, promuove la partecipazione del bambino/ragazzo coinvolgendolo quotidianamente nelle scelte che lo riguardano, portando a lui un significato di crescita; accompagnandolo in un percorso che tiene conto dei suoi tempi e livelli di maturazione gli riconosce dei piccoli compiti a cui è legata la responsabilità delle proprie azioni, del proprio impegno. E’ positivo che i vari attori della rete dei servizi (ruolo importante del Servizio Sociale) possano periodicamente incontrare bambini e ragazzi, non solo in occasione di comunicazioni. A seconda dell’obiettivo dell’incontro è opportuno tenere presente e scegliere il setting più adeguato (ufficio, appartamento, spazio esterno). Nel momento in cui si parla con il bambino/ragazzo se si fa riferimento a delle tempistiche è bene essere sicuri che si abbia la certezza di rispettarle. Confrontarsi con i colleghi della rete favorisce l’individuare la migliore ed efficace comunicazione per quel minore.
la loro partecipazione parte da noi …chiediamo ogni giorno ai bambini/ragazzi che accogliamo di impegnarsi nei loro compiti quotidiani; prendiamoci anche noi, ognuno con il proprio livello di responsabilità, l’impegno di garantire a loro uno spazio di ascolto e di parola, con la responsabilità che questo percorso partecipativo potrà rendere accettabile e riparativo il percorso in comunità e renderlo un adulto libero… oltre l’allontanamento.
«Il bambino è insieme una speranza e una promessa per l’umanità». Maria Montessori Grazie per l’attenzione