RETE DELLE DECISIONI PER LA RICERCA ETNOGRAFICA Scelta tema studio in questo caso il tema scelto è “…..” La forma della partecipazione: esplicitare sempre.

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RETE DELLE DECISIONI PER LA RICERCA ETNOGRAFICA Scelta tema studio in questo caso il tema scelto è “…..” La forma della partecipazione: esplicitare sempre ai vostri interlocutori, alle persone che intervisterete: chi siete, quello che state facendo e perché. Le relazioni con gli informatori (creare un clima di fiducia, mettere a proprio agio, non dare l’impressione che gli altri siano «oggetti» di studio ma soggetti le cui idee prendiamo molto sul serio)

IL LAVORO SUL CAMPO Osservazione partecipante Osservare ma nello stesso tempo partecipare, non essere distanti e distaccati Informatori/interlocutori Scegliete persone con cui avete instaurato un rapporto di fiducia L’intervista Strutturata (domande pre-definite) semi-strutturata (griglia con argomenti pre-definita lasciando libertà al nostro interlocutore di parlare e decidere cosa dire senza domande troppo formalizzate) Aperta (storia di vita)

IL LAVORO SUL CAMPO materiale audio-visivo e fotografie (E’ importante registrare le interviste audio. In aggiunta e solo se lo ritenete opportuno potete fare delle foto o dei video con i vostri cellulari) le note etnografiche: 1)descrizione del contesto 2)descrizione della relazione tra ricercatore e suoi interlocutori (resoconto riflessivo che espliciti il contesto di produzione delle interviste)

Intervista Comprensione del senso, del significato che un evento, un’idea, un valore, un luogo ha nella vita di una persona o di un gruppo di persone. In molti casi non esiste la storia ufficiale e scritta e necessitiamo di ricostruire la storia attraverso le fonti orali e dunque faremo riferimento a una storia orale

INTERVISTA Strutturata (Lista di domande con un certo ordine a tutti gli intervistati. Ha il pregio di essere largamente comparativa perché si pongono a tutti le stesse identiche domande ma il limite di non lasciare spazio al racconto della vita degli altri e di limitare le possibili risposte ) semi-strutturata (non lista domande pre-determinate ma argomenti o fatti da discutere, non secondo un ordine rigoroso ma a seconda dell’ordine con cui decide di raccontarsi l’intervistato) aperta o libera (assenza domande o argomenti predeterminati, direzione dell’intervista non prevista e dettata dalle risposte dell’individuo)

QUESTA SCHEDA DA FAR COMPILARE ALLA FINE DI OGNI INERVISTA E NON ALL’INIZIO Nome (questo solo nel caso non vogliano rimanere anonimi. Altrimenti dovete garantire l’anonimato a tutti e lasciare questo spazio bianco) Data di nascita/età Luogo di nascita/provenienza Livello di istruzione Professione Stato civile Figli Luogo e data dell’intervista Intervistatore/ Intervistatrice Durata intervista/ore Note (commento)

Suggerimenti e tecniche per una buona intervista: costruire un elenco tematico prima di svolgere l’intervista (cosa che stiamo facendo insieme) Presentare sempre con chiarezza se stessi e la ricerca Non porre troppe domande e non contrapporsi necessità di governare l’intervista senza essere invadenti (non porre troppe domande) non intervenire troppo ma neanche assenza totale oscillare tra posizione persona competente e persona che deve apprendere gestire i silenzi, non entrate in panico se la persona ha dei momenti di silenzio mostrare interesse verso quello che ci sta raccontando il nostro interlocutore utilizzare stratagemma fotografie e/o oggetti per riuscire a farlo/a rilassare e a parlare

Suggerimenti e tecniche intervista: nel caso di più interviste ad una stessa persona rileggere sempre le interviste precedenti (per mostrare che siete stati attenti e di aver apprezzato le sue competenze, per chiarire eventualmente cose non chiare) porre attenzione nella formulazione delle domande: evitare domande guidate (es. tu ti senti emarginato vero? I giornali parlano sempre male dei rom vero?) e domande sbagliate o inopportune non fare domande estese o complicate difficili da capire creare un clima di fiducia (questo è il presupposto per ogni buona intervista)

La trascrizione Attori coinvolti, durata, orario, luogo Il contesto dell’intervista (atmosfera, modo di porsi dell’intervistato, etc) Riflessioni sull’intervista, intuizioni, idee Diario di campo Sbobinatura e trascrizione rispettando esattamente le parole usate dall’intervistato

PRINCIPI GUIDA PER LA STESURA DEL DIARIO DI CAMPO CHE ACCOMPAGNERA’ SEMPRE OGNI INTERVISTA descrizione dei preparativi per la ricerca Descrizione di tutto il contesto dell’intervista/ricerca, di cosa accade durate l’intervista etc esplicitare condizioni in cui si produce la ricerca valutazione fatta da voi dei metodi impiegati, delle domande poste, delle problematiche irrisolte, etc ricostruzione dell’iter di ricerca, degli errori commessi, etc esplicitare relazione con gli informatori

PRINCIPI GUIDA PER LA STESURA DEL DIARIO DI CAMPO LA CONCRETEZZA (Utilizzazione linguaggio concreto, semplice e quotidiano) LA RIDONDANZA (Niente è dato per scontato e tutto è degno di menzione)

Intervista come fonte L’intervista ci dice molte cose al di là del testo. Per questo è fondamentale prestare attenzione a tutti gli aspetti extra-testuali dell’intervista: 1)L’intervista come fonte meravigliosa 2)L’intervista come fonte imprevedibile 3)L’intervista come fonte posizionata 4)L’intervista come fonte fraintesa 5)L’intervista come fonte rivitalizzante

Aspetti relazionali, contestuali e situazionali intervista influenzano fortemente il risultato etnografico. E’ indissolubilmente legata a osservazione partecipante

Intervista come fonte meravigliosa L’intervista come fonte meravigliosa (nel senso «che suscita stupore, sorpresa per una cosa inattesa»). Predispone all’ascolto e reintroduce le voci mancanti correggendo le fonti tradizionali

Antropologia come «ascoltare le voci» Concordiamo con l’idea dell’antropologo Fernandez che propone un’antropologia dialogica che si fonda cioè sul dialogo con gli altri e sul prendere «molto sul serio» le parole degli altri: «Per me la chiamata antropologica ha a che fare fondamentalmente con l’inclinazione a sentire voci. Una parte importante della nostra vocazione consiste nell’ «ascoltare voci» e i nostri metodi sono le procedure che meglio ci consentono di sentire, rappresentare e tradurre voci. Ascoltando con attenzione le voci degli altri e tentando di dar voce a queste voci, operiamo per ampliare gli orizzonti del consorzio umano» (Fernandez W. James)

Antropologia come «ascoltare le voci» Un altro antropologo Pietro Clemente sempre riguardo all’antropologia come dialogo dichiara: «Ascoltare cambia chi ascolta. Fa assistere allo spettacolo meraviglioso di una cultura vista dall’interno di una vita, e di una vita vista all’interno di una cultura. Ascoltare impegna a raccontare, a restituire, a potenziare e si inscrive quindi nella polifonia pubblica dell’antropologia contemporanea» (P. Clemente, Ascoltare, 2009)

L’intervista come fonte imprevedibile L’intervista come fonte imprevedibile (ci fa scoprire cose che non ci aspettavamo e che non avevamo previsto prima di fare l’intervista) sia per il ricercatore che per i suoi interlocutori. Scatena nuova riflessività. Processi ridefinizione identità e oggetto ricerca.

L’intervista come fonte posizionata L’intervista come fonte posizionata (bisogna sempre tenere conto quando svolgiamo un’intervista di come l’altro ci vede e come noi vediamo lui perché questo condiziona fortemente quello che ci verrà detto). Relazione osservatore/osservato. Contesti narrativi e identità plurime.

L’intervista come fonte fraintesa L’intervista come fonte fraintesa (spesso l’intervista è piena di malintesi, di fraintendimenti tra intervistato/intervistatore ma questo non deve preoccuparci, è parte del normale processo conoscitivo/comunicativo e spesso ci dice cose interessanti sui diversi modi di rappresentare il mondo). Malintesi su ricercatore, attribuzioni identità, espressioni sentimenti, relazione etnografica e suoi prodotti

L’intervista come fonte rivitalizzante L’intervista come fonte rivitalizzante (spesso l’intervista produce in chi si racconta altra memoria, ci sono ricordi che sviluppano altri ricordi, parlare di sé aiuta a ricordare e a rivitalizzare saperi a volte dimenticati). A volte potere terapeutico.

Storia di vita presuppone un rapporto di fiducia ricerca come con-ricerca necessita di un’analisi attenta è un testo (vissuto che ha un origine ed un percorso, con progressioni e regressioni, contorni, significato. Bisogna entrare nel testo e “abitarlo”) è un testo legato ad un contesto (in senso storico, evocativo e socio- economico)

Intervista come luogo privilegiato produzione memorie

Alcune riflessioni Peer research (ricerca tra pari) Backtalk Restituzione

E ora… Costruiamo la traccia di un’intervista scegliendo come obiettivo conoscitivo le memorie del territorio…