Xylella fastidiosa Agente del Complesso del disseccamento rapido dell’olivo (CoDiRO) 6000 piante secolari abbattute nel solo 2014 nel Salento
CoDiRO Nell’estate del 2013 sono stati segnalati in alcuni oliveti pugliesi diversi casi di disseccamento di piante di olivo coltivate in una zona a sud di Gallipoli nella Provincia di Lecce. Le piante colpite presentavano la seguente sintomatologia: disseccamenti estesi della chioma che interessavano rami isolati, intere branche e/o l’intera pianta; imbrunimenti interni del legno a diversi livelli dei rami più giovani, delle branche e del fusto; foglie parzialmente disseccate nella parte apicale e/o marginale.
“Complesso del disseccamento rapido dell’olivo” il batterio fitopatogeno da quarantena Xylella fastidiosa,; il lepidottero Zeuzera pyrina o Rodilegno giallo ed alcuni miceti lignicoli vascolari (Phaeoacremonium parasiticum, P. rubrigenun, P. aleophilum, P. alvesii e Phaemoniella spp.) noti per causare disseccamenti di parti legnose di piante arboree e di vite.
Xylella fastidiosa Xylella fastidiosa è un batterio fitopatogeno capace di attaccare oltre all’olivo, diversi tipi di piante fra le quali le più importanti sono la vite, il pesco, il mandorlo, diverse specie di agrumi, l’oleandro e diverse altre. In totale le specie di piante ospiti di Xylella fastidiosa sono oltre 150, fra le quali molte infestanti. Xylella fastidiosa colonizza lo xilema delle piante ospiti e il suo sviluppo nella pianta sembra condizionato dalla temperatura: valori compresi fra 25 e 32°C, le temperature più idonee per la moltiplicazione del batterio La sensibilità di Xylella fastidiosa alle basse temperature invernali spiega in parte la sua distribuzione geografica che appare limitata alle aree tropicali e subtropicali.
Xylella fastidiosa Xylella fastidiosa si moltiplica nei vasi xilematici della pianta ospite provocandone l’ostruzione. La situazione che si viene così a determinare sarebbe in parte responsabile della comparsa dei sintomi della malattia. Il batterio riesce a muoversi sia verso l’alto sia verso il basso, e per questo motivo può essere rinvenuto anche nelle radici. Si diffonde facilmente, su brevi e lunghe distanze, con il materiale di propagazione o piante intere e, in loco, anche tramite innesto.
Rapporto batterio-vettore La trasmissione più efficiente è però operata da insetti che si nutrono della linfa xilematica. Questo tipo di trasmissione è di norma molto rapida poiché manca nell’insetto il periodo di latenza (periodo intercorrente tra l’acquisizione del batterio e la capacità dell’insetto di trasferirlo in una pianta sana tramite punture di alimentazione). Il patogeno è trasmesso in natura esclusivamente da alcune specie di insetti appartenenti all’Ordine Hemiptera, sub-ordine Cicadomorpha (Famiglie Cicadellidae e Aphrophoridae) che fungono da vettori contribuendo 4 alla diffusione della malattia a breve e medio raggio
diffusione La diffusione su lunghe distanze è opera dell’uomo attraverso il commercio di materiale di moltiplicazione infetto. Xylella fastidiosa non si riproduce nel seme. Il periodo di incubazione della malattia è di solito molto lungo (ma molto dipende dalla specie di pianta ospite e, nell’ambito della stessa specie, dalla cultivar), da qualche mese ad un anno e talvolta anche più. In molti ospiti l’infezione può rimanere asintomatica. Ne deriva che in molti casi, ad es. in vivaio, eventuali infezioni possono sfuggire, in tempi brevi, all’osservazione diretta e ciò facilita la propagazione della malattia con il materiale vegetale.
Sinergia insetto/fungo/batterio nei primi mesi del 2013 è stata segnalata, sempre in California, una malattia caratterizzata da disseccamento di rami e branche e causata, verosimilmente, da una pletora di funghi diversi fra cui Paheoacremoium aleophilum, Phaeomoniella chlamydospora e diverse Botryosphaeriaceae. Tutti questi funghi sono già molto noti come funghi implicati nell’altrettanto nota “mal dell’esca della vite”. Nel Salento, le piante di olivo che presentavano sintomi di deperimento rapido con estesi imbrunimenti fogliari e disseccamenti hanno rivelato la presenza di attacchi di Zeuzera pyrina e la presenza nel legno di alcuni funghi tracheomicotici, Phaeoacremonium parasiticum, P. rubrigenum, P. aleophilum, P. alvesii, Phaemoniella spp. e, inoltre, anche la presenza di DNA di Xylella fastidiosa.
distribuzione
controllo La lotta chimica curativa non è attuabile quindi il controllo di Xylella fastidiosa si basa sulla prevenzione: impiego di varietà resistenti, pratiche colturali e di igiene appropriate, misure di lotta (chimica e/o biologica) contro gli insetti vettori Le ragioni di questi esiti parzialmente negativi sono numerose: Xylella fastidiosa è spesso asintomatica in molte piante ospiti, incluse molte specie di piante infestanti e piante ornamentali; gli insetti che possono fungere da vettori sono numerosi e generalmente polifagi, alcuni forse ancora sconosciuti. Lo stress in particolare idrico, è spesso un fattore aggravante nella manifestazione dei sintomi nelle piante infettate da Xylella fastidiosa. Le pratiche colturali dovrebbero quindi essere orientate verso l’ottenimento di piante sane, ben coltivate e con una nutrizione adeguata.
Origine e peculiarità del batterio fitopatogeno Xylella fastidiosa Giuseppe Firrao Dip. Scienze Agrarie ed Ambientali Università di Udine
Malattia di Pierce (Foto: Marco Scortichini, Da EPPO Gallery)
Malattia di Pierce (Foto: Sandy Purcell) Newton B. Pierce
Mal del pennacchio [Phony peach] (Foto: Alabama Cooperative Extension System)
Bruscatura fogliare della quercia [leaf scorch] (Foto: A. B. Gould)
Citrus Variegated Chlorosis (Foto:FUNDECITRUS)
Colonie di Xylella fastidiosa (isolato da quercia) cresciute su periwinkle wilt agar (Foto: H. Staniszewska) X.fastidiosa in vasi xilematici di caffé (Foto da: de Lima, J. E. O., Miranda, V. S., Hartung, J. S., Brlansky, R. H., Coutinho, A., Roberto, S. R., and Carlos, E. F. 1998. Coffee leaf scorch bacterium: Axenic culture, pathogenicity, and comparison with Xylella fastidiosa of citrus. Plant Dis. 82:94-97)
PCR specifica Anticorpi (Da: Firrao G. and Bazzi C, 1994, Specific identification of Xylella fastidiosa using the polymerase chain reaction. Phytopathologia mediterranea 33: 90-92.) (Da:Carbajal D, Morano KA, Morano LD. Indirect immunofluorescence microscopy for direct detection of Xylella fastidiosa in xylem sap. Curr Microbiol. 2004 Nov;49:372-5.)
Processi biochimici rilevanti per la patogenesi in X Processi biochimici rilevanti per la patogenesi in X. fastidiosa dedotti dalla sequenza genomica (Da: A. J. G. Simpson e altri 115 autori (2000) The genome sequence of the plant pathogen Xylella fastidiosa. Nature 406, 151-157)
Effettori (Da: Dangl et al., 2013, Pivoting the Plant Immune Syst,em from Dissection to Deployment. Science 341:746-751)
Multilocus sequence typing (Da: T. Elbaino et al., 2014, Multilocus sequence typing of Xylella fastidiosa isolated from olive affected by “olive quick decline syndrome” in Italy. Phytopathologia Mediterranea 53, 533−542)
X.f. subsp. fastidiosa X.f. subsp. multiplex X.f. subsp. pauca 'X.f. subsp. sandyi' 'X.f. subsp. tashke' Mulberry group
Due diversi “lifestyles” di Xylella fastidiosa in pianta (Da: Fritschi, F. B., Lin, H., and Walker, M. A. 2008. Scanning electron microscopy reveals different response pattern of four Vitis genotypes to Xylella fastidiosa infection. Plant Dis. 92:276-286)
La preinoculazione con il ceppo di X La preinoculazione con il ceppo di X. fastidiosa EB92-1 isolato da sambuco protegge da successiva infezione con il ceppo virulento (Da: Hopkins, D. L. 2005. Biological control of Pierce’s disease in the vineyard with strains of Xylella fastidiosa benign to grapevine. Plant Dis. 89:1348-1352).
X. fastidiosa non cresce ugualemte bene in ogni specie di vite. (Da: Fritschi, F. B., Lin, H., and Walker, M. A. 2008. Scanning electron microscopy reveals different response pattern of four Vitis genotypes to Xylella fastidiosa infection. Plant Dis. 92:276-286)
Espressione di proteine xilematiche (Da: Chen et al., 2011. Proteomic analysis of grapevine stem in response to Xylella fastidiosa inoculation. Physiological And Molecular Plant Pathology, 75:90-99).
PD Pierce Disease (Da: A.C. Goheen, 1988, Compendium of Grape Diseases, 1988, American Phytopathological Society, St. Paul, MN).
FD Flavescenza Dorata (Foto: Luigi Carraro)
(Modificato da: C. Frausin et al. , 2000 (Modificato da: C. Frausin et al., 2000. Notiziario ERSA 3/2002, 35-42) Mappa del focolaio anno 2000. Ogni cerchio rappresenta un foglio di mappa catastale. La dimensione del cerchio è proporzionale alla superficie vitata ricadente nel foglio di mappa e l’intensità del colore rosso è in rapporto all’incidenza delle viti sintomatiche riscontrate