La camorra
Di cosa parleremo Nel nostro paese, ci sono vari organizzazioni criminali, ma tra queste prendiamo in considerazione la camorra che si trova nel territorio campano. A causa di queste organizzazioni, ci sono state varie vittime tra le quali noi ricordiamo: Don Giuseppe Diana Giancarlo Siani Annalisa Durante Paolo Sequino e Luigi Castaldo
Due parole sulla camorra La Camorra oggi è una forma di terrorismo che incute paura, impone le sue leggi e tenta di diventare componente endemica nella società campana. I camorristi impongono con la violenza, armi in pugno, regole inaccettabili: estorsioni che hanno visto le nostre zone diventare sempre più aree sussidiate, assistite senza alcuna autonoma capacità di sviluppo; tangenti al venti per cento e oltre sui lavori edili, che scoraggerebbero l’imprenditore più temerario; traffici illeciti per l’acquisto e lo spaccio delle sostanze stupefacenti il cui uso produce a schiere giovani emarginati, e manovalanza a disposizione delle organizzazioni criminali; scontri tra diverse fazioni che si abbattono come veri flagelli devastatori sulle famiglie delle nostre zone; esempi negativi per tutta la fascia adolescenziale della popolazione, veri e propri laboratori di violenza e del crimine organizzato.
Don Giuseppe Diana Giuseppe Diana, chiamato anche Peppe Diana o Peppino Diana, è stato un presbitero, scrittore e scout italiano, assassinato dalla camorra per il suo impegno antimafia. Il suo impegno civile e religioso contro la camorra ha lasciato un profondo segno nella società campana. Giuseppe Diana nasce a Casal di Principe, nei pressi di Aversa, da una famiglia di proprietari terrieri. Nel 1968 entra in seminario ad Aversa: vi frequenta la scuola media e il liceo classico. Successivamente intraprende gli studi teologici nel seminario di Posillipo, sede della Pontificia facoltà teologica dell'Italia Meridionale. Qui si licenza in Teologia biblica e poi si laurea in Filosofia alla Federico II. Nel 1978 entra nell'Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani (AGESCI) dove fa il caporeparto. Nel marzo 1982 è ordinato sacerdote. Diventa assistente ecclesiastico del Gruppo Scout di Aversa e successivamente anche assistente del settore Foulards Bianchi. Alle 7.25 del 19 marzo 1994, giorno del suo onomastico, Giuseppe Diana è assassinato nella sagrestia della chiesa di San Nicola di Bari a Casal di Principe, mentre si accinge a celebrare la santa messa. Un killer lo affronta con una pistola. I cinque proiettili vanno tutti a segno: due alla testa, uno al volto, uno alla mano e uno al collo. Don Peppe Diana muore all'istante. Il Liceo Scientifico di Morcone dal 21 aprile 2010 prende il suo nome.
Giancarlo Siani Nato in una famiglia della borghesia napoletana del quartiere del Vomero, frequentò il Liceo Vico partecipando ai movimenti studenteschi del 1977. Iscrittosi all'università, iniziò a collaborare con alcuni periodici napoletani mostrando particolare interesse per le problematiche dell'emarginazione: proprio all'interno delle fasce sociali più disagiate si annidava, infatti, il principale serbatoio di manovalanza della criminalità organizzata. Scrisse i suoi primi articoli per il mensile "Il Lavoro nel Sud", testata dell'organizzazione sindacale Cisl e poi iniziò la sua collaborazione come corrispondente da Torre Annunziata per il quotidiano Il Mattino di Napoli. Da Torre Annunziata, si occupò principalmente di cronaca nera e quindi di camorra, studiando e analizzando i rapporti e le gerarchie delle famiglie camorristiche che controllavano Torre Annunziata e dintorni. Fu in questo periodo che iniziò anche a collaborare con l'Osservatorio sulla Camorra, periodico diretto dal sociologo Amato Lamberti. Al Mattino faceva riferimento alla redazione distaccata di Castellammare di Stabia. Pur lavorando come corrispondente, il giornalista frequentava stabilmente la redazione del comune stabiese: il suo sogno era strappare il contratto da praticante giornalista professionista per poi poter sostenere l'esame e diventare giornalista professionista. Lavorando per Il Mattino Siani riuscì ad andare sempre più in profondità nella conoscenza della camorra, dei boss locali e degli intrecci tra politica e camorra, scoprendo una serie di connivenze che si erano stabilmente create all'indomani del terremoto tra esponenti politici oplontini e il boss locale, Valentino Gionta, che, da pescivendolo ambulante, aveva costruito un business partendo dal contrabbando di sigarette, per poi spostarsi al traffico di stupefacenti, controllando l'intero mercato di droga nell'area torrese-stabiese.
Il diario di Annalisa Durante Il diario di Annalisa è una trascrizione, rielaborata da Matilde Andolfo, dei diari di Annalisa Durante, ragazza di quattordici anni uccisa il 27 marzo 2004 a Forcella[1], uno dei quartieri più malfamati di Napoli, durante uno scontro a fuoco fra diverse fazioni della camorra. I killer volevano colpire Salvatore Giuliano, detto 'o rosso, all'epoca del fatto diciannovenne, un nipote dei fratelli Giuliano considerato vicino al boss Ciro Giuliano 'o barone, cugino dei fratelli Giuliano ucciso poi in un agguato nel 2007.[In seguito alla morte di Annalisa, i genitori autorizzarono il prelievo degli organi. Nel diario di Annalisa si trovano molte considerazioni sul degrado del suo quartiere: "Le strade mi fanno paura. Sono piene di scippi e rapine. Quartieri come i nostri sono a rischio" o anche semplicemente "vorrei fuggire, a Napoli ho paura". Il libro fu pubblicato per contribuire alla realizzazione di una cappella in memoria della ragazza. Salvatore Giuliano, riconosciuto con sentenza definitiva come un esponente dell'omonimo clan e come obiettivo dell'agguato del 27 marzo 2004 nel quartiere napoletano di Forcella. Giuliano, rispondendo al fuoco dei sicari, colpisce Annalisa Durante, che morirà poco dopo il ricovero in ospedale. Il 31 marzo 2006 il ventunenne Salvatore Giuliano viene condannato dalla quarta sezione della Corte d'assise del tribunale di Napoli a 24 anni di reclusione per l'omicidio di Annalisa. Nonostante la pena sia stata ridotta in appello a 18 anni, con la sentenza del 16 aprile 2008 la Cassazione ha definitivamente condannato Salvatore Giuliano a 20 anni di reclusione. La notizia della morte di Annalisa Durante ha suscitato grande impressione a Napoli e in Italia, e la sua storia viene narrata in Gomorra di Roberto Saviano e nel libro di Luigi Merola Il cancro sociale: la camorra.
Paolo Sequino e Luigi Castaldo Paolo Castaldi e Luigi Sequino sono stati uccisi per errore a Pianura (Napoli). Secondo gli investigatori sarebbero stati scambiati per due guardaspalle del capo camorra Rosario Marra. Ma i giovani erano lì per caso, inconsapevoli del pericolo, a chiacchierare delle loro future vacanze. Dopo cinque anni condanne per il mandante e gli esecutori. Intanto l'associazione "Le voci di Gigi e Paolo", presidente Vincenzo Sequino, è attivissima. Un concorso annuale intitolato ai due ragazzi è bandito annualmente dalla regione Campania e dalla CONFESERCENTI. Una scuola ed un parco di Pianura sono stati intitolati a loro.
Indipendentemente dal fatto che questa presentazione vi sia piaciuta o meno, vi consigliamo di vedere questo film su Giancarlo Siani ed il suo impegno contro la camorra: FORTAPASC
FATTO DA DARIO PERNOLINO E SIMONA TUCCI