TULLIO SECONDO PESCATORE

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TULLIO SECONDO PESCATORE 1937-2011

TULLIO S. PESCATORE Socio ordinario della nostra Accademia, T. Pescatore ha svolto per oltre 40 anni attività scientifica, didattica e organizzativa presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” e l’Università del Sannio in Benevento

Le tappe principali della carriera 1960 Laurea in Scienze Geologiche (con lode). Tesi sulla geologia dei Monti del Sannio premiata con una borsa di studio dell’Amm.ne Provinciale di Benevento 1961 Assistente incaricato presso l’Istituto di Geologia, Geografia Fisica e Paleontologia dell’Università di Napoli 1963-75 Prof. incaricato (corsi di Geologia e Sedimentologia) 1967 Libera docenza in Geologia 1975-94 Professore di ruolo di Geologia, Università “Federico II” (Ordinario dal 1977) 1994-97 Prof. Ordinario, Università di Salerno 1997-2008 Prof. Ordinario, Università del Sannio di Benevento Attività di direzione Istituto di Geologia e Dipartimento di Scienze della Terra, Università degli Studi di Napoli Università degli Studi del Sannio (Preside della Facoltà di Scienze e Direttore del Dipartimento di Studi Geologici ed Ambientali)

Attività didattica Prof. incaricato. Università “Federico II”, Napoli, dal 1963 al 1975. Tiene vari corsi (Geologia, Sedimentologia, Geologia Regionale) anche nella Università Parthenope. Prof. di ruolo dal 1975. Tiene corsi vari nel campo delle Scienze della Terra (Geologia, Sedimentologia ecc) nell’Università di Napoli “Federico II” e nell’ Università Parthenope Dal 1994 si trasferisce nella Università di Salerno e dal 1999 nell’ Università del Sannio in Benevento. Attività di ricerca e di docenza sul terreno: sedimentologia del terrigeno e del vulcanico. Evoluzione geologica costiera, Rilevamento Geologico a terra e a mare

Esperienze all’estero Jagellonian University Esperienze all’estero USA Smithsonian Insitution Washington (Jacke Pierce; Daniel Stanley) Rode Island University (Haraldur Sigurdsson) POLONIA Jagellonian University, Cracovia (Stan Dzulinsky; Andrzei Slacka)

Prima di continuare è importante, per comprendere appieno il lavoro di Tullio Pescatore, andare agli anni della sua formazione come ricercatore e come didatta

Come eravamo: San Marcellino negli anni 60 e 70 Quando ci siamo iscritti a Scienze Geologiche (chi vi parla nel 1954, Tullio Pescatore nel 1956) eravamo poco meno di una ventina. Solo dal 1957- 58 il numero degli iscritti aumentò. Pochi anche i docenti: i corsi di Geografia erano mutuati da Lettere, la Geologia Applicata e I Giacimenti Minerari da Ingegneria, la Zoologia, la Botanica, l’Antropologia dalle Scienze Naturali e così via. Insomma un vestito di Arlecchino: ciononostante efficace e formativo.

San Marcellino negli anni 60 e 70 In quegli anni gli Istituti si andavano strutturando in senso moderno ed aumentava il numero di giovani (assistenti, borsisti, contrattisti). Si passa dalla attività didattica e di ricerca dei singoli a quella dei gruppi e si gettano le basi per il passaggio dalle problematiche locali, fino ad allora soprattutto centrate sulla geologia regionale o sulla paleontologia, a quelle ispirate a temi più generali, nel campo della sedimentologia, della biostratigrafia, e dell’analisi di facies o della tettonica regionale e della geologia strutturale.

Antonio Lazzari anni 60 Tra i docenti ricorderò solo due tra i protagonisti che hanno diretto l’allora Istituto di Geologia nei 25 anni che vanno dal 1955 al 1970: Antonio Lazzari e Francesco Scarsella. Entrambi uomini di terreno, hanno avuto una grande influenza sulla formazione di un gruppo di giovani geologi che hanno poi contribuito alla transizione dai vecchi ai nuovi modelli geologici dell’Appennino Meridionale. F.Scarsella . Gran Sasso (1956)

2 4 1 3 A Napoli, nella seconda metà degli anni 50 Antonio Lazzari organizzò le prime escursioni geologiche per studenti e “inventò” le campagne geologiche, la prima nel 1956 a Tramutola in Basilicata, dove egli svolgeva ricerche petrolifere per conto dell’AGIP (che non dettero frutti, soprattutto perché allora le tecnologie esplorative non lo consentirono). (1) Il Prof. Lazzari (2) Tullio Pescatore (3) Piero De Castro (4) B. D’Argenio

In quegli anni si attivano le prime collaborazioni nazionali (soprattutto tra i gruppi di ricerca CNR) ed internazionali (visiting professors stranieri a Napoli e geologi napoletani all’estero); Si aprono nuove prospettive di finanziamento per la ricerca che, oltre al CNR, può ora contare sulla cosiddetta “Legge Sulli” per il rilevamento della carta geologica d’Italia alla scala di 1:100.000, con il conseguente irrompere sulla scena di nuove figure (ricercatori CNR, rilevatori ed analisti) che lottano per ottenere lo spazio che ritengono di meritare.

I risultati più significativi delle ricerche dell’intero gruppo dei giovani geologi di San Marcellino possiamo ricordare la creazione del primo modello strutturale “moderno” presentato per la prima volta ad un convegno sulla geologia italiana, tenutosi ai Lincei nel 1972.

Gli interessi scientifici di Tullio Pescatore Tullio Pescatore ha innovato in diversi settori delle Scienze della Terra, dalla sedimentologia del vulcanoclastico alla geoarcheologia e alla geologia marina. Ha svolto ricerche significative nella analisi delle facies terrigene, in particolare per quanto riguarda le relazioni tra sedimentologia e tettonica. Ricorderò qui qualche contributo più importante nel settore della geoarcheologia e della geologia marina

Interpretazione dei processi che hanno generato la successione di oltre 2 metri di depositi vulcanoclastici e tempi della loro formazione durante l’eruzione vesuviana del 24-25 Agosto del 79 d.C. Correlazione con la narrazione di Plinio il Giovane

Schema stratigrafico dei depositi recenti (ultimi ± 3000 anni) e interpretazione ambientale della successione alluvionale e vulcanoclastica in cui sono inglobati i resti dell’Anfiteatro romano di Benevento.

Ha portato inoltre significativi contributi integrati da cartografia geologica a terra e a mare. In particolare va ricordata la cartografia e l’interpretazione del Golfo di Taranto e il rilevamento geologico marino nelle aree di off-shore della Basilicata. Altri settori in cui le sue ricerche sono state apprezzate sono quelli della vulnerabilità sismica del Sannio (progetto Traiano), l’evoluzione dei litorali/spiagge, i “progetti finalizzati” Neotettonica, Oceanografia e Fondi Marini e quelli del MURST (Responsabile nazionale del progetto Margini Continentali). Schema morfobatimetrico e strutturale del Golfo di Taranto in cui sono cartografate la piattaforma continentale (1), le aree di bacino (3, di trasporto passivo sulle falde ad ovest della Valle di Taranto, di avampaese ad est) e la Valle di Taranto (4).

Tullio S. Pescatore ha innovato in vari settori dalla sedimentologia del vulcanico alla geoarcheologia. Rilevante l’uso della sedimentologia come chiave interpretativa delle relazioni tra sedimentazione e tettonica nelle fasi deformative dell’Appennino meridionale.

“Forse non ho detto tutto di Tullio Pescatore, ma spero di aver dato una idea d’insieme della sua attività di ricercatore, di didatta e di organizzatore. Tullio era alquanto schivo e forse anche un po’ introverso, ma ha avuto ingegno e creatività ed è stato senza dubbio una delle colonne portanti del gruppo napoletano tra gli anni ‘60 e ’80, un trentennio che ha rappresentato probabilmente l’arco temporale più significativo per quella che, almeno in questo intervallo, potremmo chiamare Scuola di Napoli” da B. D’Argenio (2012). Geoitalia, n.38