SCRIVERE LA RELAZIONE DI TIROCINIO

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
I profili di apprendimento
Advertisements

Lucia Innocente Milano 26 gennaio 2007
1 PROGRAMMAZIONE 2 PROGETTO FORMATIVO 3 TIROCINIO 4 RELAZIONE FINALE
«S-CAMBIANDO SIMPARA» Cremona 18 giugno 2013 TERZA SESSIONE: « MUSICA E SPORT, STRUMENTI DINTEGRAZIONE» Coordina Lucia Balboni, Ufficio Integrazione UST.
Psicologia dell’Educazione (a-k)
Programma d’esame per studenti erasmus (l-z)
Il laboratorio di tirocinio
La costruzione e lo sviluppo delle competenze a scuola Prof. Losito
A cura della prof. Maria Concetta Puglisi
Educazione Linguistica Plurilingue e Asse dei Linguaggi
IL TIROCINIO DISFOR Dipartimento di Scienze della Formazione
Icona , indice, simbolo 1- Il triangolo semiotico (§12)
1 I percorsi integrati nella provincia di Torino Nodi critici e azioni di sostegno.
La costruzione dell’identità nel bambino in affido
Tirocinio formativo a.s : opinioni stagisti.
Università della Calabria Facoltà di Lettere e Filosofia Corsi di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Corso di Teoria e metodi di Progettazione.
ambiente educativo di apprendimento
Università della Calabria Corso di laurea: Scienze della Formazione Primaria anno accademico Dr. Mario Malizia TEORIA E METODI DI PROGETTAZIONE.
GLOTTOLOGIA (A.A ).
SEMINARIO PROVINCIALE PROGETTO EMERGENZA LINGUA Sintesi e conclusioni Modena 18 Maggio 2011 Modena – USR Progetto ELLE – Gruppo Tutor Senior.
1 UNIVERSITA DEGLI STUDI MILANO PRESENTAZIONE NUOVO CATALOGO IN LINEA SERVIZI AL LETTORE Alessandra Carta Biblioteca delle Facoltà di Giurisprudenza Lettere.
Esercitazione Pensare la comunicazione sociale
BIBLIOGRAFIA (Allegato n. 7)
CORSO DI PSICOLOGIA COGNITIVA Docente: Prof
PROGETTO DI EDUCAZIONE SCIENTIFICA
1 © Paolo Ferrario: riproduzione riservata solo ai partecipanti ai corsi di formazione Paolo Ferrario Università degli.
Progetto EDUCAMBIENTE
Direttore Nucleo Formazione e Scuola
Corso di Statistica Sabrina Giordano
ISTITUTI COMPRENSIVI DI MAJANO E DI FAGAGNA
Lezione n.1 Presentazione del Modulo
Orientamento tirocinio III anno Studentessa: VALENTE VALERIA A.A. 2007/2008.
Seminario Provinciale
materiale didattico Dr. Zeziola F.
PIANO NAZIONALE I. S. S. Presidio Provincia di Pescara.
2 Il Modello ISPEF di Master Universitario ©Copyright I.S.P.E.F. Tutti i diritti sono riservati Tutti i Master ISPEF.
Catalogo Collettivo Cumulativo delle Biblioteche Scolastiche di Foggia
PERCORSI DI FORMAZIONE ONLINE PER INSEGNANTI
DIARIO DELLE ESPERIENZE
PROGRAMMAZIONE - LICEO DOCUMENTI DI RIFERIMENTO
tipologia B Il saggio breve
“Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre ma nell’avere nuovi occhi” ( M. Proust )
Responsabile coordinamento:
Dino Cristanini PROGETTO DI FORMAZIONE E DI RICERCA AZIONE
PROGETTO ELLE EMERGENZA LINGUA. MOTIVAZIONI DELLINIZIATIVA NUMEROSI RISCONTRI CIRCA I LIVELLI DI CRITICITA DELLE COMPETENZE DEGLI ALLIEVI ITALIANI NEL.
1 Corso di formazione sul monitoraggio e la valutazione dei Piani di zona avviati in Provincia di Torino Secondo Modulo: La valutazione del livello di.
Laboratorio di mappe mentali
Glottodidattica.
La valutazione delle competenze
DIDATTICA LABORATORIALE
Che cos’è Il Quadro comune europeo di riferimento?
Scuola Interuniversitaria Campana di Specializzazione all’Insegnamento INDIRIZZO: Scienze Motorie – 4° Modulo ANALISI DEL CONTESTO Analisi della scuola:
PROGETTO TESINA.
Progetto di sperimentazione VIAGGI NELLE STORIE Frammenti di cinema per narrare Seminario di formazione Sabato 15 novembre 2008 La narrazione nella relazione.
La progettazione didattica per competenze LE UNITA’ DI APPRENDIMENTO
Corso di Formazione Piano Nazionale Scuola Digitale Didattica con le TIC -Area Scientifica Marzo 2015-L.S. “A. Volta” Foggia Docente: Mariagrazia di Tullio.
Il nostro Piano di miglioramento Una seria opportunità per “cambiare”
IL TIROCINIO DISFOR Dipartimento di Scienze della Formazione
Università di Bologna Dipartimento di Filosofia e comunicazione Corso di Filosofia del linguaggio LM 2014/15.
Metodologia della Ricerca Pedagogica per il Sostegno
Il TIROCINIO… un VIAGGIO. il TIROCINIO come un VIAGGIO CONOSCENZE INTERESSI PROGRAMMA PROGETTO GUIDA.
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MACERATA FACOLTÀ DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE SCIENZE DELL’EDUCAZIONE E DELLA FORMAZIONE DIDATTICA GENERALE - MODULO A I SEMESTRE.
LNF 8 ottobre 2004 Un anno di fisica! Barbara Gallavotti Responsabile Ufficio comunicazione dell’Infn.
Tirocinio formativo a.s : opinioni stagisti (i risultati riguardano 31 alunni su 33)
LE METODOLOGIE RIFERIMENTI TEORICI Guinibit
1 Corso di formazione sul monitoraggio e la valutazione dei Piani di zona avviati in Provincia di Torino Secondo Modulo: La valutazione del livello di.
Istituzioni di linguistica
L'insegnamento scientifico nella Scuola dell'infanzia
SCRIVERE LA RELAZIONE DI TIROCINIO Prof.ssa Angelica Arace Università di Torino – Aprile
Esperienza, narrazione, riflessione in P4C Maura Striano Università di Firenze L’esperienza ha la funzione di esprimere e riflettere la natura di questo.
Transcript della presentazione:

SCRIVERE LA RELAZIONE DI TIROCINIO Prof.ssa Barbara Bruschi Università di Torino – Gennaio 2013

A cosa serve la relazione A illustrare l’attività svolta e gli apprendimenti acquisiti ai tutor del tirocinio; A riflettere, in forma strutturata, sulle attività svolte e su quanto osservato; A documentare l’attività. A cosa serve la relazione

Quale registro utilizzare Lo stile deve essere formale e l’argomentazione scientifica. Ciò significa scegliere con cura i termini utilizzati e un registro linguistico il più possibile impersonale. La relazione di tirocinio NON è un diario personale. Quale registro utilizzare

Le parti della relazione Una relazione di stage consiste sostanzialmente di tre parti parte introduttiva parte centrale parte finale e da un’eventuale Appendice. Le parti della relazione

informazioni sull’azienda di stage informazioni sull’azienda di stage. Non deve essere un copia e incolla dai documenti dell’azienda, ma una rielaborazione riflessiva; informazioni sul contesto specifico (ufficio, classe, centro) in cui si è svolto lo stage; informazioni sulle persone con cui si è collaborato. Qual è l’organizzazione interna? Chi sono i responsabili? Quali sono le figure coinvolte? Gli obiettivi del tirocinio; Parte introduttiva

Presentazione «critica» della attività svolte: Cosa ho fatto Presentazione «critica» della attività svolte: Cosa ho fatto? Come l’ho fatto? Quali collegamenti si possono individuare tra l’attività svolta e quanto appreso durante il percorso universitario. Quali modelli teorici ho potuto applicare? A quali strutture concettuali posso far risalire le pratiche operative? In breve, la parte centrale è quella che collega più direttamente il mondo degli studi con la concretezza del lavoro svolto durante lo stage. Parte centrale

La parte conclusiva è quella in cui lo studente esprime le proprie valutazioni personali sul tipo di esperienza vissuta durante il lavoro. Cercare di rispondere a una serie di domande: Il tirocinio mi ha permesso di migliorare le mie conoscenze e competenze? Come ho risposto agli stimoli provenienti dal mondo del lavoro? Quali sono stati i miei punti di forza e quali le criticità? In che modo penso di capitalizzare questa esperienza? Parte conclusiva

Appendice e bibliografia L’appendice non è obbligatoria. Essa può essere creata se si dispone di materiale illustrativo del tirocinio che si ritiene utile includere Una bibliografia potrebbe essere utile per creare maggiore connessione tra l’apparato teorico e la riflessione critica sulla dimensione pratica. Appendice e bibliografia

Poiché la relazione è un testo di “argomentazione scientifica”, la nostra riflessione deve poggiarsi anche sul pensiero degli studiosi che si sono occupati dell’argomento. Il pensiero e/o i testi che lo esprimono vanno dunque “citati”. Citare il pensiero: L’analisi strutturale dei testi mostra quanto sia importante il lavoro interpretativo del lettore (Eco, 1979) Citare il testo: “La compresenza di parlante ed interlocutore/i, tipica del parlato comporta infatti la possibilità di feed-back o retroazione e, conseguentemente, di processi di correzione.” (Bazzanella, 1994, p. 69) Tutti i testi citati dovranno essere presenti in bibliografia. La citazione

La bibliografia è l’elenco di TUTTE le opere citate nel testo e di quelle non citate che si ritengono importanti per fornire un quadro teorico alla relazione. Una bibliografia è un elenco di referenze, ciascuna composta come segue: Cognome autore, iniziale nome autore (anno pubblicazione), Titolo in corsivo, città di edizione Nome editore. Eco, U. (1979). Lector in fabula : la cooperazione interpretativa nei testi narrativi. Milano Bompiani. Un modo rapido per evitare errori è quello di copiare le citazioni direttamente dalla voce “citazioni” (è fatta apposta per essere copiata) delle schede bibliografiche di ciascun libro presenti sull’OPAC www.sbn.it. Le referenze devono essere ordinate alfabeticamente in ordine di autore; le referenze attribuite a uno stesso autore sono ordinate, al loro interno, per anno. (vedi es.) Appiano, A. (1996). Comunicazione visiva : apparenza, realtà, rappresentazione. Torino UTET libreria. Bazzanella, C. (1994). Le facce del parlare : un approccio pragmatico all'italiano parlato. Firenze La nuova Italia. Bertuccelli Papi, M. (1993). Che cos'è la pragmatica Milano Bompiani Caprettini, G. (1980). Aspetti della semiotica : principi e storia. Torino Einaudi. Caprettini, G. (1992). Comunicazione e scienza dei segni Torino CUSL. Caprettini, G. (1997). Segni, testi, comunicazione : gli strumenti semiotici. Torino UTET libreria. Corno, D. (1996). Dalla comunicazione al testo : una prospettiva semiotica. Torino Centro scientifico. Cosenza, G. (2002). La pragmatica di Paul Grice : intenzioni, significato, comunicazione. Milano Bompiani. Ferraro, G. (a cura di) (1991). Rappresentazione visiva e realtà Torino Centro scientifico. Goffman, E. (2003). Forme del parlare Bologna Il mulino. Jakobson, R. (1966). Saggi di linguistica generale Milano Feltrinelli. Minsky, M. (1990). La societa' della mente Milano Adelphi. Panofsky, E. (1976). Il significato nelle arti visive Torino Einaudi. Pastonesi, M. (2011). Dizionario degli All Blacks Milano Dalai. Peirce, C. (1980). Semiotica Torino Einaudi. Perissinotto, A. (a cura di) (1997). Semiotiche del testo Alessandria Edizioni dell'Orso. Saussurre, F. (1971). Corso di linguistica generale Bari Laterza. Sbisà, M. Austin, J. (1983). Gli atti linguistici : aspetti e problemi di filosofia del linguaggio. Milano Feltrinelli. Shannon, C. , & Weaver, W. (1983). La teoria matematica delle comunicazione Milano ETAS libri. La bibliografia

Come raccogliere il materiale per la relazione Concetti chiave: Osservazione. Il tirocinio può rappresentare un momento significativo se siamo in grado di osservare la realtà in cui ci muoviamo Si osserva per conoscere e scoprire. Come raccogliere il materiale per la relazione

Come osservare Chi osserva? Cosa si osserva? Come si osserva? Dove si osserva? Come osservare

Osservazione partecipante Osservazione partecipante. Partecipazione alla vita della classe, definizione di relazioni sia col personale sia con i bambini. Chi osserva

Come si osserva Intenzionalità Progettualità Delimitazione del campo osservativo Tendenza all’obiettività Come si osserva

Osservo la struttura del nido Organizzazione del personale e figure professionali coinvolte; Quale organizzazione ha il nido al suo interno: quante sezioni, quanti bambini. Quali strutture sono presenti, come sono organizzati gli spazi e come vengono impiegati; Osservo la struttura del nido

Osservo le attività Attività didattiche Attività progettuali Quindi: Obiettivi; Progettazioni trasversali; Aggiornamenti; Forme di valutazione Orari Osservo le attività

Osservo i rapporti con l’esterno Relazioni con i genitori; Rapporti con enti esterni; Rapporti con il comune Eventuali rapporti con centri di formazione Osservo i rapporti con l’esterno

Osservo l’attività educativa Analizzo i progetti formativi Individuo i valori su cui si centrano le finalità del nido; Come si mettono in pratica i progetti; Quali sono i modelli teorici di riferimento. Osservo l’attività educativa

Le fasi dell’osservazione SCELGO COSA OSSERVARE, OVVERO DELIMITO IL CAMPO DELL’OSSERVAZIONE PREDISPONGO GLI STRUMENTI RACCOLGO I DATI E LI ORGANIZZO METTO I DATI IN RELAZIONE TRA LORO DEFINISCO IL SIGNIFICATO DELLE CORRELAZIONI INDIVIDUATE. Le fasi dell’osservazione

Gli strumenti per raccogliere il materiale Griglie di osservazione Diario Gli strumenti per raccogliere il materiale