CORSO di ARTE E IMMAGINE prof. Debora Corridori
POST - IMPRESSIONISMO Edvard Munch (1863 - 1944) Cézanne
Edvard Munch (1863-1944) nasce a Löten, in Norvegia e svolse la sua attività soprattutto ad Oslo. Ha una vita difficile sin dall’infanzia, segnata da lutti familiari, che lasciano una traccia indelebile nel suo animo e si riflettono nella sua arte. Nella sua arte trova un mezzo efficace per esprimere la sua angoscia e ele sue domande nei confronti del dolore e dei drammi dell’esistenza. Nel 1889 il governo francese gli assegna una borsa di studio per Parigi, dove ha modo di conoscere la pittura impressionista. Munch, 1893, La morte nella stanza della malata
“I colori urlano”, come lui stesso afferma. Nel 1892 espone a Berlino una cinquantina di suoi dipinti, duramente commentati dalla critica. Nel 1893 si stabilisce a Berlino e dipinge L’Urlo, che renderà visibile il dramma della società occidentale diretta inesorabilmente, con i conflitti ed ingiustizie che si porta dentro, alla prima e poi alla seconda guerra mondiale. “I colori urlano”, come lui stesso afferma. Così racconta il pittore nel suo diario: Camminavo lungo la strada con due amici quando il sole tramontò il cielo si tinse all’improvviso di rosso sangue mi fermai, mi appoggiai stanco morto a un recinto sul fiordo nerazzurro e sulla città c’erano sangue e lingue di fuoco i miei amici continuavano a camminare e io tremavo ancora di paura e sentivo che un grande urlo infinito pervadeva la natura. da qui nacque L’Urlo. Munch, L'urlo, 1893, olio, tempera e pastello su cartone, 91x73,5 cm, Oslo, Munch Museum
Munch è senz’altro il pittore che più di ogni altro anticipa l’Espressionismo, movimento tedesco del primo Novecento, i cui membri si ispirarono alla sua opera studiata attraverso le mostre e che lo imiteranno nella semplificazione delle forme e l’uso espressivo dei colori puri. Munch è senz’altro il pittore che più di ogni altro anticipa l’Espressionismo, movimento tedesco del primo Novecento, i cui membri si ispirarono alla sua opera studiata attraverso le mostre e che lo imiteranno nella semplificazione delle forme e l’uso espressivo dei colori puri. Munch, Golgotha, 1900
Munch, 1892 Sera su Karl Johan-Gate Nella pittura di Munch troviamo anticipati tutti i grandi temi del successivo Espressionismo: dall’angoscia esistenziale, alla crisi dei valori etici e religiosi, dalla solitudine umana all’incombere della morte, dalla incertezza del futuro alla disumanizzazione di una società borghese e militarista. Munch è il pittore dell’angoscia, del dolore universale, della solitudine.
Il fine della sua arte è l’espressione del difficile rapporto fra l’uomo e la società e soprattutto dell’uomo con se stesso. In La Pubertà c'è soltanto l'essenziale: la ragazza, il letto, l'ombra della ragazza sulla parete. La figura è realistica, il volto incerto e spaurito esprime il turbamento della ragazza per il mutamento che sente compiersi nel proprio essere. Munch, 1894-95, Pubertà, olio su tela, 151x110 cm, Galleria Nazionale, Oslo
Il trapasso dallo stato di fanciulla a quello di donna, il cui destino forzato è di amare, procreare, morire diventa la denuncia della condizione sociale della donna in quell'epoca.
La natura è partecipe delle angosce umane; dai grandi paesaggi nordici emerge sempre un che di misterioso che incute soggezione e timore, a motivo anche del suo segno, tormentato e contorto, che non vuole descrivere la realtà in maniera naturalistica, ma far emergere il tormento del pittore. Nei suoi quadri, cioè, vi è sempre un elemento di inquietudine che rimanda all’incubo. L’angoscia deriva da esperienze dolorose vissute e non risolte, ma assumono la dimensione di un dramma e di una disperazione universali. Munch, Malinconia, 1892, Olio su tela, cm 64 x 96. Galleria Nazionale di Oslo