Kant 1724-1804
Le domande fondamentali Dalle Lezioni di logica: che cosa posso sapere, cosa devo fare, che cosa mi è dato sperare, che cos'è l'uomo.
Antropologia e fenomenismo La nostra conoscenza riguarda i fenomeni, ossia ciò che dell'oggetto conosciuto appare al soggetto conoscente. L'in sé dei fenomeni, chiamato da Kant noumeno, rimane invece oscuro. Trascendentale: condizioni pre-empiriche della conoscenza. Rivoluzione copernicana: non inseguiamo più l’oggetto, ma accettiamo di conoscere solo ciò che è adatto alla struttura del nostro intelletto. L’ontologia è resa dipendente da una teoria del soggetto.
Critica della Ragion Pura Dottrina degli elementi Estetica trascendentale Intuizioni. Sensazioni. Spazio e Tempo Analitica trascendentale Intelletto. Concetti. Categorie. Io penso Dialettica trascendentale Ragione. Idee. Dottrina del metodo Probabile radice comune
Io penso Soggetto trascendentale che opera una sintesi concettuale sul materiale delle sensazioni. Accompagna tutte le mie rappresentazioni. Senza l’atto dell’Io penso le intuizioni resterebbero cieche, non avremmo coscienza delle nostre esperienze. Detto anche appercezione trascendentale: non è un Io personale. È il soggetto della coscienza in generale. È l'unica e medesima cosa in ogni coscienza e autocoscienza.
…sempre sull’Io penso Nella prima edizione della CRP l’io penso è presentato come una realtà psicologica. Nella seconda edizione, Kant applica anche ad esso il fenomenismo: l'uomo non conosce se stesso per come è, ma soltanto per come appare a se stesso. L'io sa di essere, cioè sa che è, ma non ciò che è. È un soggetto postulato a partire dalla sintesi dei dati empirici, ma non è esso stesso oggetto di intuizione. La coscienza di sé non è una conoscenza di sé.
Critica al concetto di anima Dialettica trascendentale. Paralogismi: limiti della ragione. La ragione confonde l’Io penso con una sostanza, ma si tratta di una funzione logica. L’anima non è conoscibile come un sé: la critica parte dai limiti della ragione.
Antropologia e morale ragione Obiettivo: fondare la morale sulla ragione. Ricerca un criterio sicuro su cui fondare l’agire della volontà. libertà volontà ragione Imperativo categorico Espressione della ragione. Non mina la libertà. La libertà sceglie ciò che è ragionevole.
Imperativo categorico Cosa accadrebbe se la mia volontà personale fosse elevata a massima universale? La morale kantiana si fonda sull’antropologia: l’uomo è un fine in sé in quanto essere razionale. La morale kantiana è autonoma (non eteronoma): è essa stessa a stabilire i criteri del proprio agire. Non agisco in vista di un fine (per es. il paradiso). La norma morale si impone per se stessa: è il bene indicato dalla ragione.
Recupero dell’anima Immortalità dell’anima ed esistenza di Dio vengono recuperate in sede pratica. 1. l’uomo tende alla felicità. 2. l’agire morale non garantisce la felicità. 3. l’uomo tende a realizzare il sommo bene, ma in questa vita è impraticabile. 4. questa tendenza continua dopo la morte (postulato dell’immortalità dell’anima). 5. Dio è garante del fatto che questo processo giungerà a buon fine.