L’alternanza scuola-lavoro come metodologia didattica

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L’alternanza scuola-lavoro come metodologia didattica

Logiche dell’intervento formativo Approccio centrato sulla persona Partecipazione e contributo individuale dei partecipanti Confronto delle esperienze dei singoli Condivisione delle esperienze dei sistemi cognitivi

Argomenti dell’attività formativa L’organizzazione della Scuola nella realizzazione del percorso di Alternanza scuola-lavoro: il ruolo del Consiglio di classe, dei Dipartimenti, del Collegio dei docenti, del Comitato tecnico-scientifico, del Consiglio d’Istituto, del Dirigente Scolastico; l’inserimento nel P.O.F. Comunicazione. Lavoro di gruppo: Fare una rubrica, in successione temporale, dei ruoli dei vari organismi/attori; esporre le difficoltà nel coinvolgimento dei singoli attanti; definire un insieme di strategie utili per una progettazione efficace.

L’alternanza scuola-lavoro e le tematiche dell’orientamento, del sostegno e della motivazione; Comunicazione. Lavoro di gruppo: costruzione di un progetto di alternanza scuola-lavoro, per due studenti frequentanti la classe terza di un istituto tecnico, che abbia valenza orientante e motivazionale.

La valutazione del percorso di Alternanza scuola-lavoro e il suo inserimento nella valutazione complessiva al termine dell’anno scolastico. Comunicazione. Lavoro di gruppo: Codificare un primo sistema di indicatori e procedure per valutare l’esperienza di Alternanza scuola-lavoro

L’organizzazione della Scuola D.L.n.77 del 15 aprile 2005, art.li 2, 3, 4: Art. 2. Opzione formativa rispondente ai bisogni individuali a) modalità di apprendimento flessibili che colleghino sistematicamente la formazione in aula con l’esperienza pratica; b) arricchire la formazione acquisita nei percorsi scolastici e formativi con l’acquisizione di competenze spendibili anche nel mercato del lavoro; c) favorire l’orientamento dei giovani per valorizzarne le vocazioni personali, gli interessi e gli stili di apprendimento individuali; d) realizzare un organico collegamento delle istituzioni scolastiche e formative con il mondo del lavoro e la società civile, che consenta la partecipazione attiva dei soggetti di cui all’articolo 1, comma 2, nei processi formativi; e) correlare l’offerta formativa allo sviluppo culturale, sociale ed economico del territorio.

Art. 3. Realizzazione dei percorsi in alternanza 1. le istituzioni, singolarmente o in rete, stipulano apposite convenzioni, a titolo gratuito, con i soggetti di cui all’articolo 1, 2. Ai fini dello sviluppo, nelle diverse realtà territoriali, dei percorsi di cui all’articolo 1 che rispondano a criteri di qualità sotto il profilo educativo ed ai fini del monitoraggio e della valutazione dell’alternanza scuola lavoro, nonche’ ai fini di cui al comma 3, e’ istituito, a livello nazionale, il Comitato per il monitoraggio e la valutazione dell’alternanza scuola-lavoro 3. Con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, previa intesa in sede di Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, sulla base delle indicazioni del comitato di cui al comma 2, sono definiti: a) i criteri generali cui le convenzioni devono fare riferimento; b) le risorse finanziarie annualmente assegnate alla realizzazione dell’alternanza ed i criteri e le modalità di ripartizione delle stesse, al fine di contenere la spesa entro i limiti delle risorse disponibili; c) i requisiti che i soggetti di cui all’articolo 1, comma 2, devono possedere per contribuire a realizzare i percorsi in alternanza, con particolare riferimento all’osservanza delle norme vigenti in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro e di ambiente ed all’apporto formativo nei confronti degli studenti ed al livello di innovazione dei processi produttivi e dei prodotti; d) le modalità per promuovere a livello nazionale il confronto fra le diverse esperienze territoriali e per assicurare il perseguimento delle finalità di cui al comma 2; e) il modello di certificazione per la spendibilità a livello nazionale delle competenze e per il riconoscimento dei crediti di cui all’articolo 6. 4. Le convenzioni di cui al comma 1, in relazione al progetto formativo, regolano i rapporti e le responsabilità dei diversi soggetti coinvolti nei percorsi in alternanza, ivi compresi gli aspetti relativi alla tutela della salute e della sicurezza dei partecipanti.

Art. 4. Organizzazione dei percorsi in alternanza 1. I percorsi in alternanza hanno una struttura flessibile e si articolano in periodi di formazione in aula e in periodi di apprendimento mediante esperienze di lavoro, che le istituzioni scolastiche e formative progettano e attuano sulla base delle convenzioni di cui all’articolo 3. 2. I periodi di apprendimento mediante esperienze di lavoro fanno parte integrante dei percorsi formativi personalizzati, volti alla realizzazione del profilo educativo, culturale e professionale del corso di studi e degli obiettivi generali e specifici di apprendimento stabiliti a livello nazionale e regionale. 3. I periodi di apprendimento mediante esperienze di lavoro sono articolati secondo criteri di gradualità e progressività che rispettino lo sviluppo personale, culturale e professionale degli studenti in relazione alla loro età, e sono dimensionati tenendo conto degli obiettivi formativi dei diversi percorsi del sistema dei licei e del sistema dell’istruzione e della formazione professionale, nonche’ sulla base delle capacità di accoglienza dei soggetti di cui all’articolo 1, comma 2. 4. Nell’ambito dell’orario complessivo annuale dei piani di studio, i periodi di apprendimento mediante esperienze di lavoro, previsti nel progetto educativo personalizzato relativo al percorso scolastico o formativo, possono essere svolti anche in periodi diversi da quelli fissati dal calendario delle lezioni. 5. I periodi di apprendimento mediante esperienze di lavoro sono dimensionati, per i soggetti disabili, in modo da promuoverne l’autonomia anche ai fini dell’inserimento nel mondo del lavoro. 6. I percorsi in alternanza sono definiti e programmati all’interno del piano dell’offerta formativa e sono proposti alle famiglie e agli studenti in tempi e con modalità idonei a garantirne la piena fruizione.

D.P.R. N.89/2010 Regolamento LICEI, art.1, c.7 A partire dal secondo biennio, anche d’intesa con le università, le istituzioni di alta formazione artistica, gli istituti tecnici superiori ecc., i licei stabiliscono specifiche modalità per approfondire le conoscenze, le abilità e le conoscenze richieste per accedere ai corsi di studio post secondari e per l’inserimento nel mondo del lavoro.L’approfondimento può essere realizzato anche attraverso percorsi di alternanza scuola lavoro, nonché attraverso attivazione di moduli e di iniziative di studio-lavoro per progetti, di esperienze pratiche e di tirocinio. D.P.R.N.88/2010 Quote di AUTONOMIA e FLESSIBILITÀ Istituti Tecnici: 20% di autonomia in relazione all’orario complessivo delle lezioni per il primo biennio e il successivo triennio; 30 % di flessibilità (opzioni) nel secondo biennio e 35 % nel quinto anno, solo in relazione alle AREE di INDIRIZZO per rispondere a documentate richieste del territorio, del mondo del lavoro e delle professioni D.P.R. N.87/2010 Quote di AUTONOMIA e FLESSIBILITÀ ISTITUTI PROFESSIONALI: 20% di autonomia in relazione all’orario complessivo delle lezioni per il primo biennio e il successivo triennio ; 25% di flessibilità nel primo biennio, calcolata in base al monte ore dell’area di indirizzo per organizzare un’offerta formativa coordinata con il sistema di istruzione e formazione professionale di competenza delle Regioni. 35 % nel secondo biennio e 40 % di flessibilità nel quinto anno, calcolata in base al monte ore dell’area di indirizzo, per realizzare opzioni rispondenti a documentate richieste del territorio, del mondo del lavoro e delle professioni.

Sistema regionale/territoriale: i soggetti coinvolti I nuovi modelli organizzativi DIPARTIMENTI: per il sostegno alla didattica e alla progettazione formativa   COMITATO TECNICO – SCIENTIFICO : finalizzato a rafforzare il raccordo sinergico tra gli obiettivi educativi della scuola, le esigenze del territorio e i fabbisogni professionali espressi dal mondo produttivo. Sistema regionale/territoriale: i soggetti coinvolti Regione Enti locali USR Camere commercio Associazioni imprenditoriali Parti sociali Enti di ricerca Università Livello operativo locale: i soggetti coinvolti singole istituzioni scolastiche e formative rete istituzioni scolastiche e formative imprese enti (e associazioni) pubblici e privati - compreso terzo settore Famiglie famiglie studenti

D) Gruppo tecnico di progetto COMPETENZE DEGLI ORGANI COLLEGIALI a) Consigli di classe          acquisire le richieste degli alunni e delle famiglie;         elaborare ipotesi di percorsi individualizzati; articolare il percorso formativo in MODULI; predisporre il contratto formativo; programmare le attività didattiche a scuola e in azienda Controllare i processi e valutare i risultati b) Collegio dei docenti:  - individuare, sulla base delle proposte avanzate dai singoli Consigli di classe, quantità e tipologia dei percorsi da avviare per inserirli nel POF; definire le competenze del: tutor formativo; dei componenti interni del gruppo di progetto. valutare i risultati …. Consiglio di Istituto (CdI) Il CdI definisce le risorse necessarie per la realizzazione dei progetti di alternanza previsti nel POF. D) Gruppo tecnico di progetto Può essere costituito un gruppo tecnico costituito da:          docenti discipline coinvolte,          tutor formativo,          tutor aziendale,         esperti del mondo della produzione, altri soggetti.

Le tematiche dell’orientamento, del sostegno e della motivazione occasione per reinterpretare i curricoli secondo un’ottica orientativa Analisi di saperi e di competenze acquisite e di disponibilità e motivazione all’impegno; disamina attenta delle caratteristiche del mondo del lavoro. competenze orientative discipline risorse più opportune strategie di insegnamento precise esperienze di apprendimento. abilità da promuovere: le abilità comunicative ( che consentono di decodificare e di produrre informazioni); le abilità cognitive, logiche e metodologiche, che consentono di capire e di elaborare il pensiero astratto; le abilità meta- cognitive, che consentono di decentrare il pensiero verso il futuro (previsione, progetti) e verso il passato ( monitoraggio e autovalutazione), ma anche di controllare, di risolvere problemi, per svolgere responsabilmente un compito, per assumere decisioni; le abilità meta- emozionali, personali e sociali, che consentono di acquisire consapevolezza, autocontrollo, motivazione, di imparare a stare con gli altri in modo costruttivo e collaborativo apprendendo e padroneggiare le dinamiche della vita sociale. Si tratta in ogni caso di abilità trasversali, acquisibili con tutte le discipline e sperimentabili in un’esperienza pratica qual è l’alternanza.   occasione per promuovere l’accesso ai saperi curricolari per il maggior numero di studenti differenziazione didattica, reali peculiarità degli alunni: la prontezza, l’interesse, il profilo di apprendimento. il contenuto ( ciò che uno studente dovrebbe conoscere) il processo (le operazioni per elaborare le conoscenze) il prodotto (il risultato dell’intervento dello studente sul contenuto). Il Problem solving ( imparare risolvendo problemi) Il learning by doing (imparare facendo) Il cooperative learning (imparare collaborando con gli altri) Il role playing ( imparare a giocare ruoli diversi)

Conoscenze e competenze La valutazione Le competenze: scenari europei Conclusioni del Parlamento e del Consiglio Europeo – Lisbona 2000 Raccomandazione 18 maggio 2004 Convalida dei saperi non formali e informali Raccomandazione 18.12.2006 Competenze chiave 8 maggio 2004 Raccomandazione 18.04.2008 Quadro Europeo Qualifiche e Titoli – EQF Competenze e curricoli: il quadro italiano I regolamenti concernenti il riordino degli Istituti Tecnici e degli Istituti Professionali e dei licei forniscono indicazioni per i curricoli che travalicano le discipline e si articolano in competenze, abilità,conoscenze; si richiamano al Quadro Europeo delle Qualifiche e deiTitoli – EQF; ribadiscono la necessità di saldare scuola e lavoro;

Dal quadro europeo delle qualifiche e titoli- EQF “Conoscenze”: indicano il risultato dell’assimilazione di informazioni attraverso l’apprendimento. Le conoscenze sono l’insieme di fatti, principi, teorie e pratiche, relative a un settore di studio o di lavoro; le conoscenze sono descritte come teoriche e/o pratiche.   “Abilità” indicano le capacità di applicare conoscenze e di usare know-how per portare a termine compiti e risolvere problemi; le abilità sono descritte come cognitive (uso del pensiero logico, intuitivo e creativo) e pratiche (che implicano l’abilità manuale e l’uso di metodi, materiali, strumenti). “Competenze” indicano la comprovata capacità di usare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e/o personale; le competenze sono descritte in termine di responsabilità. La competenza è la “capacità dimostrata di utilizzare le conoscenze, le abilità e le attitudini personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e/o personale. Nel sistema europeo EQF, le competenze sono descritte in termini di responsabilità e autonomia” (Unione Europea 2008). Essa pertanto non è un oggetto/prestazione, né e riducibile ad un sapere, ad un’abilità o capacità, ma è una caratteristica della persona, mediante la quale essa è in grado di affrontare efficacemente i problemi connessi ad un particolare ambito. Essa è una dotazione del soggetto umano in un contesto definito, e ne realizza le potenzialità.

“Ciò che conta maggiormente è la capacità di creare nuove conoscenze in maniera efficace e intelligente, su basi in costante evoluzione” Il rapporto Unesco curato da Delors si sofferma in modo chiaro sulla necessità di dover passare dal concetto di abilità a quello di competenza. Nella formazione efficace è rilevante l’azione, ovvero una “situazione di apprendimento” che consenta alla persona di mobilitare le sue risorse (capacità, saperi, abilità) per raggiungere vere competenze. Tali schemi si acquisiscono non con la semplice assimilazione di conoscenze, ma attraverso la pratica. Tale approccio non è solo espressione del mondo del lavoro, ma è un’esigenza implicita nella formazione del pensiero. Sono i docenti a dover prevedere attività didattiche idonee a trasformare le conoscenze e le abilità previste in ciascuna disciplina in competenze.

La didattica delle competenze gli studenti apprendono meglio quando costruiscono il loro sapere in modo attivo attraverso situazioni di apprendimento fondate sull’esperienza. Aiutando gli studenti a scoprire e perseguire interessi, si può elevare al massimo il loro grado di coinvolgimento, la loro produttività, i loro talenti. gruppo/comunità dei docenti aggregati sia per assi culturali/aree professionali sia per consigli di classe. Competenze di base di natura disciplinare; Competenze tecnico-professionali o operative (competenze con forte dimensione operativa manifestate in alcune discipline e nei laboratori); Competenze trasversali (competenze comuni a più discipline quali quelle dell’Isfol: diagnosticare, affrontare, relazionarsi). L’alternanza scuola-lavoro può costituire un laboratorio per una didattica delle competenze Il compito del consiglio di classe, in particolare, consiste nel definire il Piano formativo nel quale viene indicato, secondo una sequenza di unità di apprendimento, ciò che si intende fare lungo il percorso degli studi, suddividendo per anni il tempo totale, come lo si intende fare, con quale ripartizione dei compiti tra i docenti, con quali risorse e tempi.

La didattica delle competenze L’Unità di Apprendimento (UdA) Ciò comporta un radicale mutamento delle pratiche didattiche: apertura della scuola al contesto; riconoscimento del valore culturale delle esperienze e delle riflessioni che si riscontrano nella realtà (saperi attuali, incarnati nei processi di vita reale).    gli obiettivi chiari, concreti e misurabili. Se la competenza è costituita da conoscenze, capacità e comportamenti, occorre quindi definire: ● quali conoscenze vogliamo formare in alternanza ● quali tipi di competenze vogliamo formare in alternanza ● quali tipi di comportamenti vogliamo valutare Stabiliti in fase di progettazione gli obiettivi in termini di competenze, si pongono adesso una serie di questioni relative alla valutazione: 1. dove valutare? A scuola ? In azienda? 2. quando valutare? In itinere? Al termine del percorso di stage? Al termine del percorso di alternanza? 3. come valutare?