Università degli Studi di Napoli “FEDERICO II” DIST – Dipartimento di Ingegneria Strutturale Strumenti operativi per la progettazione di edifici con struttura SCFS RELATORI Ch.mo. Prof. Ing. Federico M. Mazzolani Ch.mo. Prof. Ing. Raffaele Landolfo CANDIDATO Vincenzo Macillo Matr. 37/2855 CORRELATORI Dr. Ing. Luigi Fiorino Dr. Arch. Ornella Iuorio
MOTIVAZIONI Crescente utilizzo di strutture portanti realizzate con profili formati a freddo rivestiti da pannelli Ridotta familiarità con la tipologia costruttiva, soprattutto nel caso di strutture sismoresistenti Limitati strumenti di progettazione sotto carichi verticali Limitati strumenti di progettazione sismica
OBIETTIVI Proporre abachi per la progettazione a carichi verticali dei principali elementi strutturali (solaio, parete, aperture, fondazioni) Proporre nomogrammi per la progettazione sismica multiprestazionale Investigare sperimentalmente il comportamento delle viti di collegamento
PIANIFICAZIONE DELLA RICERCA Studio delle normative di riferimento per la progettazione Realizzazione degli abachi per la progettazione sotto carichi veriticali Realizzazione degli abachi per la progettazione sismica Sperimentazione sul comportamento delle viti autoperforanti
HOUSING – Sistemi costruttivi La ricerca focalizza l’attenzione sul sistema ad aste, in quanto è il più diffuso e rappresentativo di tipologie strutturali maggiormente industrializzabili come il sistema a pannelli ed il sistema a moduli LINGHAM COURT, Londra - Housing design awards 2005
IL SISTEMA COSTRUTTIVO Gli elementi di base del sistema costruttivo: SOLAIO PARETE
PRINCIPALI ASPETTI PROGETTUALI “All-Steel” design: il generico profilo viene considerato isolato, la resistenza dipende dalle sole condizioni di vincolo, la lunghezza di libera inflessione è valutata trascurando la presenza del rivestimento. “Sheating-braced” design: la capacità portante del generico profilo è valutata considerando la presenza del rivestimento che esercita un effetto stabilizzante.
PRINCIPALI ASPETTI PROGETTUALI Le membrature in acciaio formato a freddo possono presentare tre diverse tipologie di instabilità: Instabilità locale Instabilità distorsionale Instabilità globale Elementi piani deformati Elementi piani deformati Elementi piani indeformati Linee di raccordo deformate Linee di raccordo indeformate Linee di raccordo deformate
ABACHI PROGETTUALI PER CARICHI VERTICALI
NORMATIVA DI RIFERIMENTO NORMATIVE NAZIONALI MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE - DECRETO 14 gennaio 2008 Approvazione delle nuove norme tecniche per le costruzioni. MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI - CIRCOLARE 2 febbraio 2009, n. 617Istruzioni per l'applicazione delle «Nuove norme tecniche per le costruzioni» di cui al decreto ministeriale 14 gennaio 2008. NORMATIVE INTERNAZIONALI EN 1993-1-1 - May 2005 Eurocode 3: Design of steel structures - Part 1-1: General rules and rules for buildings - May 2005. prEN 1993-1-3 - Eurocode 3: Design of steel structures - Part 1-3: General rules - Supplementary rules for cold-formed members and sheating – July 2005. prEN 1993-1-5 - Eurocode 3 - Design of steel structures - Part 1-5: Plated structural elements - September 2005. EN 1995-1-1 - Eurocode 5: Design of timber structures - Part 1-1: General - Common rules and rules for buildings - November 2004. AISI - North American Specification for the design of Cold-Formed Steel structural members - November 9, 2001 draft edition. ALTRI RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI NASFA (2000), Prescriptive Method For Residential Cold-Formed Steel Framing, Year 2000 Edition - NASFA (North American Steel Framing Alliance), Lexington KY, USA. Pastor, N., Etzenbach, C. (2008), “WISH: WORPACK DESIGN FOR STEEL HOUSE The new European easy-to-use tool for cold-formed steel building design”, in Proceedings of EUROSTEEL 2008, 3-5 September 2008, Graz, Austria.
Gli elementi principali dei solai sono: SOLAIO Gli elementi principali dei solai sono: Travetti (joist) Guide di chiusura (track) Pannelli di rivestimento Profili di irrigidimento d’anima (web stiffeners) Ritegni torsionali: striscia in acciaio e profili di ritegno
Abaco progettuale per i pannelli di rivestimento SOLAIO Abaco progettuale per i pannelli di rivestimento Pannelli in OSB/3 Spessori del pannello: 12 - 27 mm Schema di trave semplicemente appoggiata con carico uniformemente distribuito Interasse dei travetti: 600mm VERIFICHE secondo EN 1995-1-1: SLU: Resistenza a flessione con Classe di durata del carico: media Classe di servizio: 1 – 2 SLE: Deformabilità istantanea: l/300, l/500 Deformabilità a lungo termine: l/150, l/300
Abaco progettuale per i travetti SOLAIO Abaco progettuale per i travetti VERIFICHE secondo prEN 1993-1-3: SLU: Instabilità locale Flessione Taglio Azioni trasversali concentrate Instabilità latero-torsionale SLE: Deformabilità L/200, L/250, L/300, L/400 Sezione a C con irrigidimenti Schema di trave semplicemente appoggiata con carico uniformemente distribuito Altezza profilo: 150 - 350 mm Spessore profilo: 1,0-3,0 mm Lunghezza: 1200 – 9600 mm Interasse ritegni torsionali: 2400mm max
Gli elementi principali delle pareti sono: Montanti (studs) Guide di chiusura (track) Pannelli di rivestimento Ritegni torsionali: striscia in acciaio e profili di ritegno
Abaco progettuale per i montanti PARETI Abaco progettuale per i montanti Sezioni a C con irrigidimenti singole e accoppiate Altezza profilo: 100 - 150 mm Spessore profilo: 1,0-3,0 mm Altezza parete : 2400, 2700, 3000, 4000 mm Schema di trave semplicemente appoggiata alle estremità caricata in testa dallo scarico del travetto, lungo l’elemento dal peso proprio della parete e dall’azione del vento in direzione ortogonale alla parete. Carico vento: 0,00-1,00 kN/m2 Peso proprio: 0,30-1,20 kN/m2
PARETI Approccio “All-steel” senza vincoli intermedi L0=H Pressoflessione Instabilità locale Instabilità accoppiata Secondo prEN 1993-1-3 Approccio “All-steel” con vincoli intermedi L0=H/2 Approccio “Sheating-braced” Pressoflessione considerando il contributo del pannello Secondo AISI (2001)
Gli elementi principali del sistema di apertura sono: APERTURE Gli elementi principali del sistema di apertura sono: Piattabanda Montanti di sostegno (jack & king) Collegamenti
APERTURE PIATTABANDA Sezioni accoppiate a C con irrigidimento Lunghezza: 1200 – 6000 mm Altezza profilo: 150 - 350 mm Spessore profilo: 1,0-3,0 mm Schema di trave semplicemente su cui agiscono gli scarichi dei travetti del piano superiore e sollecitata in direzione ortogonale dall’azione del vento sulla parete I montanti di supporto (Jack & King) hanno la stessa sezione dei montanti della parete Sui Jack agisce lo scarico della piattabanda e il peso proprio dell’apertura Sui King agisce lo scarico del travetto del piano superiore e l’azione del vento sull’apertura VERIFICHE secondo la prEN 1993-1-3: Flessione deviata Azione combinata di flessione e azioni concentrate Taglio
COMPORTAMENTO DELLE PARETI SOTTO L’AZIONE SISMICA
RISPOSTA SISMICA Il comportamento di edifici con struttura SCFS è caratterizzato dalle pareti che si comportano come elementi resistenti a taglio. La risposta sismica della parete dipende dal comportamento degli elementi strutturali che la compongono: Pannelli di rivestimento Intelaiatura Connessioni rivestimento-intelaiatura Collegamento in fondazione hold-down La resistenza della parete è condizionata dal più debole dei meccanismi di rottura dei diversi componenti. In particolare la risposta della parete dipende essenzialmente dal comportamento delle connessioni tra pannelli e intelaiatura e dalla loro spaziatura
ANALISI DINAMICA INCREMENTALE Parametri variabili: Larghezza della parete L : 1200, 2400, 9600 mm Altezza della parete H : 2400, 2700, 3000 mm Spaziatura delle connessioni s : 50, 75, 100, 150 mm Materiali di rivestimento: GWB, OSB Peso sismico M : 10, 15, 20, 25, 30, 35, 40 kN/m rappresentazione del modello numerico adottato per schematizzare la parete come un sistema ad un grado di libertà. Il comportamento isteretico a carichi laterali è descritto da un elemento Richard & Abbot Scelta dell’input sismico: Accelerogrammi: 21, 7 per ciascuna categoria di suolo A, B, C Moltiplicatori PGA: 50 da 0,05 a 0,95 529200 configurazioni
INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI STATI LIMITE si definiscono i seguenti stati limite: Sa,ult Stato limite di snervamento corrispondente al raggiungimento del valore della resistenza al limite elastico Fy considerando la curva bilineare equivalente Stato limite corrispondente al raggiungimento del massimo valore della resistenza del sistema e relativo spostamento dpeak Stato limite ultimo corrispondente al raggiungimento del valore massimo dello spostamento dult e della resistenza pari all’80% di Fpeak Sa,peak Sa,y F La capacità di risposta sismica del sistema può essere descritto attraverso i fattori di struttura: Fpeak Fy Sovraresistenza Duttilità Duttilità e sovraresistenza d dy dpeak dult
INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI Probabilità di eccedenza A ciascun valore dello spostamento dy, dpeak, dult è stato associato un livello prestazionale a cui corrisponde una certa probabilità di eccedenza dell’evento sismico. Spostamento (capacità) Livello prestazionale Probabilità di eccedenza Periodo di ritorno Zona 1 2 3 dy Immediate Occupancy 50%/50 anni 72 0,06g 0,10g 0,14g dpeak Life Safety 10%/50 anni 475 0,15g 0,25g 0,35g dult Collapse Prevention 2%/50 anni 2475 0,23g 0,38g 0,53g Al diminuire della probabilità di eccedenza e quindi al crescere dell’intensità del sisma si associano livelli prestazionali più gravosi in quanto è meno probabile che tale livello venga richiesto durante la vita utile della struttura. Sono stati associati per ciascun livello prestazionale dei fattori di struttura per l’esecuzione di analisi sismiche elastiche
PROGETTAZIONE SISMICA LE TRE FASI DELLA PROGETTAZIONE Definizione dei parametri geometrici della parete Scelta della spaziatura delle connessioni Valutazione degli altri parametri di progetto
PROGETTAZIONE SISMICA spaziatura (si) peso Sismico (w) Spettro di Accelerazione (Sa) Rigidezza (ki) CP HC/w=0,32 HC/w=0,41 LS HC/w=0,31 Periodo (Ti) Parete GWB+OSB H=2700mm L=4800mm Peso sismico w=30 kN/m Zona sismica 2 Categoria di suolo A Resistenza (HCi) Azione sismica (HDi) IO HC/w=0,25 NO HCi≥HDi T=0,26s k=1,76 kN/m mm SI FINE
PROGETTAZIONE SISMICA Il nomogramma può essere utilizzato solo nel caso di edifici con pianta simmetrica e pareti identiche (sistema ad un grado di libertà), dove il peso sismico unitario è dato dal peso sismico totale diviso la lunghezza dell pareti. Ma si può estenedere al caso: Edifici monopiano con simmetria planimetrica e pareti diverse Il peso sismico totale viene ripartito tra le singole pareti in funzione della rigidezza: Si verifica la singola parete attraverso il nomogramma corrispondente NO SI
PROGETTAZIONE SISMICA Il nomogramma può essere utilizzato solo nel caso di edifici monopiano . Ma si può estenedere al caso: Edifici multipiano Si effettua la verifica della parete al livello più basso su cui agisce il massimo tagliante di piano, considerando un sistema ad un grado di libertà equivalente m3 m1 +m2 +m3 k m2 k Tale procedura è approssimata, per tale motivo è stato effettuato un confronto tra i risultati di analisi rigorose con quelli forniti dalla procedura proposta, facendo variare i diversi parametri in gioco, sono stati considerati: k m1 k L’errore commesso in termini di rapporto domanda-capacità è pari a: Tipo di parete; Edifici a 2 e a 3 piani; Massa pari a 5, 10, 20 t; Masse uguali per ciascun piano; Massa al livello più alto pari alla metà di quella ai piani inferiori;
PROVE SPERIMENTALI SU VITI AUTOPERFORANTI
PROVE SPERIMENTALI SU VITI AUTOPERFORANTI Le viti autoperforanti: Rappresentano il sistema di fissaggio più diffuso per i collegamenti nelle strutture in acciaio formato a freddo Consentono, in un’unica operazione, di realizzare il foro e di effettuare il collegamento Caratterizzano il controventamento delle pareti nell’approccio “Sheating-braced” Caratterizzano la risposta delle pareti sotto l’azione sismica Inoltre, essendo generalmente considerate elementi non strutturali, si è riscontrato: Carenza di valori relativi alle prestazioni strutturali Assenza di procedure sperimentali codificate
PROVE SPERIMENTALI SU VITI AUTOPERFORANTI Le prove sono state eseguite presso il laboratorio della TECFI S.p.A, che ha fornito le viti per la sperimentazione Per ciascuna vite è stata realizzata una scheda contenente le specifiche tecniche utili alla progettazione Macchina di prova universale (trazione/compressione) a funzionamento elettromeccanico Max carico: 200 kN
PROVE SPERIMENTALI SU VITI AUTOPERFORANTI Prove a taglio Il set-up di prova è realizzato in maniera tale da evitare che insorgano meccanismi diversi dalla rottura a taglio della vite La macchina trasferisce il carico al provino per compressione su due sezioni della vite Velocità di avanzamento: 5 mm/min Piastre in acciaio levigate e trattate termicamente (Durezza 50-55 HRC) * Carico caratteristico valutato con k=2,33 in accordo con la prEN 1993-1-3
PROVE SPERIMENTALI SU VITI AUTOPERFORANTI Prove a trazione Il set-up di prova è realizzato in maniera tale da evitare che insorgano meccanismi diversi dalla rottura a trazione della vite Velocità di avanzamento: 5 mm/min Piastra in acciaio levigate e trattate termicamente (Durezza 50-55 HRC) Piastre in acciaio S235 di spessore 20 mm * Carico caratteristico valutato con k=2,33 in accordo con la prEN 1993-1-3
CONCLUSIONI FUTURI SVILUPPI Strumenti utili alla progettazione sotto carichi verticali Possibilità di effettuare rapidamente la progettazione dei principali elementi della struttura sotto carichi verticali Strumenti utili alla progettazione sismica Progettazione sismica multiprestazionale attraverso l’utilizzo di nomogrammi per l’analisi dinamica lineare Risultati sperimentazione Caratterizzazione sperimentale di viti autoperforanti per lo sviluppo di strumenti progettuali FUTURI SVILUPPI Sviluppo di un software per la progettazione degli elementi sotto carichi verticali Sviluppo di nomogrammi per la progettazione multiprestazionale per l’analisi statica e dinamica non lineare Sviluppo di nomogrammi per il caso di edifici non simmetrici in pianta Proporre un protocollo per la sperimentazione su viti autoperforanti
GRAZIE PER L’ATTENZIONE