Politica Ambientale UE Contribuisce a rendere più compatibile con l’ambiente l’economia dell’UE, protegge la natura e salvaguarda la salute delle persone.
Principi cardine Principio di precauzione: L’UE scoraggia l’uso eccessivo di integratori alimentari in quanto il loro effetto sulla salute non è certo. “Chi inquina, paga”: Il principio è finalizzato ad obbligare chi causa danni all’ambiente a pagare. Principio dell’azione preventiva: I cittadini dell’UE sono incoraggiati a riciclare i rifiuti. Principio della correzione alla fonte dei danni: L’UE spinge gli stati a smaltire i rifiuti il più vicino possibile al luogo in cui essi vengono generati. Principio di integrazione (Art. 11 TFUE): Le esigenze della tutela dell’ambiente devono essere integrate alle altre politiche UE. Principio di protezione (Art. 191 TFUE): L’UE è tenuta a sanzionare penalmente coloro che danneggiano l’ambiente.
Perché le politiche ambientali sono gestite a livello comunitario? Il ruolo delle esternalità ambientali. Paura di possibili forme di protezionismo commerciale. Dumping ambientale. Potenzialità del settore ambientale come motore di ricchezza e occupazione. Politica estera.
Attori coinvolti A causa dell’opposizione tra Paesi maggiormente interessati alla politica ambientale e quelli che temono i costi di queste politiche in termini economici, entrano in gioco: Commissione Europea; Consiglio dei Ministri; Parlamento Europeo; Agenzia per l’Ambiente (EEA). Altri attori: Comitato delle Regioni; Comitato affari economici e sociali; Corte di Giustizia.
Cenni storici e Attuazione Consiglio europeo di Parigi (1972). Nasce la necessità di una politica ambientale comunitaria con l’utilizzo di PAA. Atto Unico Europeo (1987). Introduzione del titolo XX “Ambiente”. Trattato di Maastricht (1992). Introduzione della procedura di codecisione. Trattato di Amsterdam (1997). Integrazione della tutela ambientale con le altre politiche dell’UE. Trattato di Lisbona (2009). Ruolo unitario dell’UE nel combattere i cambiamenti climatici e nel garantire uno sviluppo sostenibile.
Strumenti politica ambientale UE Valutazione di impatto ambientale (VIA): Consente di conoscere i potenziali effetti prima di attuare una politica. Accordi ambientali: Impegni unilaterali sottoscritti da industrie e imprese. Aiuti di stato per l’ambiente: Strumento di finanziamento a favore di interventi ambientali. Piano di azione per tecnologie: Piano per promuovere tecnologie pro ambiente. Marchio di qualità ecologica: Promozione di prodotti ecosostenibili. Promozione delle ONG: Supporto alle ONG attive in campo ambientale (Greenpeace). PAA: Programmi pluriennali emanati dalla Commissione.
Cooperazione internazionale Protocollo di Kyoto (1997); 10^ Conferenza ONU sulla biodiversità (2010); Rio +20 (2012); Accordi di partenariato.
Politica attuale (7° PAA) E’ stato adottato dal Parlamento nel 2013 e sarà in vigore fino al Si prefigge obiettivi da raggiungere a breve termine ed ha strategie a medio ( ) e lungo termine (2050). Fonte: EEA, 2014m.
Obiettivi principali della strategia Europa 2020 Europa 2020 è l’attuale strategia di crescita dell’Unione europea. Sottolinea il triplice obiettivo di diventare un’economia intelligente, sostenibile e inclusiva - insieme ad altri cinque obiettivi principali più specifici per tutta l’UE. Occupazione: Occupazione al 75% degli individui di età compresa tra i 20 e i 64 anni; Ricerca e sviluppo (R&S): Investire il 3% del PIL dell’UE in R&S; Cambiamenti climatici e sostenibilità energetica: Riduzione delle emissioni di gas serra del 20% rispetto al 1990 (o del 30% se le condizioni lo permettono), 20% dell’energia da fonti rinnovabili, un incremento dell’efficienza energetica del 20%; Istruzione: Riduzione dei tassi di abbandono scolastico precoce al di sotto del 10% e innalzamento al 40% della percentuale di individui di anni con istruzione universitaria; Lotta alla povertà e all’emarginazione: Almeno 20 milioni di persone a rischio o in situazione di povertà ed emarginazione in meno. Fonte: Sito web Europa
Obiettivi a lungo termine (2050) del PAA Si dovrebbero perseguire in parallelo tre obiettivi tematici correlati, poiché le azioni intraprese nell’ambito di un obiettivo spesso possono contribuire al raggiungimento degli altri: Proteggere, conservare e migliorare il capitale naturale dell’Unione, Trasformare l’Unione in un’economia a basse emissioni di carbonio, efficiente nell’impiego delle risorse, verde e competitiva, Proteggere i cittadini dell’Unione da pressioni e rischi d’ordine ambientale per la salute e il benessere.
Per raggiungere questi obiettivi tematici è necessario creare un quadro che sostenga un’azione efficace, essi sono quindi completati da quattro obiettivi prioritari collegati: Sfruttare al massimo i vantaggi della legislazione dell’Unione in materia di ambiente migliorandone l’applicazione, Migliorare le basi cognitive e scientifiche della politica ambientale dell’Unione, Garantire investimenti a sostegno delle politiche in materia di ambiente e clima e tener conto delle esternalità ambientali, Migliorare l’integrazione ambientale e la coerenza delle politiche. Due altri obiettivi prioritari riguardano il superamento di sfide locali, regionali e globali: Migliorare la sostenibilità delle città dell’Unione, Aumentare l’efficacia dell’azione dell’Unione nell’affrontare le sfide ambientali e climatiche a livello internazionale. Fonte : 7º programma d’azione europeo per l’ambiente (EU, 2013).
Fatti e tendenze rilevanti secondo SOER 2015 Secondo il rapporto SOER 2015 dell’EEA: Miglioramento significativo della qualità dell’aria e dell’acqua; Perdita di biodiversità; Crescente uso di sostanze chimiche; Diminuzione delle emissioni di gas a effetto serra; Miglioramento nella gestione dei rifiuti.
Fonte: Centro dati di Eurostat sui rifiuti. Percentuali di riciclo dei rifiuti urbani nei paesi europei ( )
Tendenze delle emissioni di gas serra ( ), proiezioni per il 2030 e obiettivi per il Fonte: EEA, 2014w