Un approccio multidisciplinare con i bambini Down: progetto terapeutico, piano di trattamento, programma riabilitativo Dr. Stefania Mazotti Relazione presentata.

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Transcript della presentazione:

Un approccio multidisciplinare con i bambini Down: progetto terapeutico, piano di trattamento, programma riabilitativo Dr. Stefania Mazotti Relazione presentata il 30 marzo 2001 Seminari:ARGOMENTI DI NEUROPSICOLOGIA DELL’ETA’ EVOLUTIVA Ospedale Bambino Gesù di Roma

Ipotesi sullo sviluppo Developmental Difference (Cicchetti e Beeghly, 1990) Ritardo Atipia Diff. Quantitative Diff.Qualitative

Tappe dello sviluppo di bambini con sindrome Down (da Cunningham ., 1984) Sono messe in confronto per età media e per fascia di età con il bambino “normale”. Le tappe sono: Attività di gross motor Attività di comunicazione Attività autonome personali e sociali Attività di motricità fine e di adattamento

Attività motorie (1) bimbo Down e bimbo “normale” Tiene la testa dritta in equilibrio 5 3 3-9 1-4 Si gira rotolando 8 4-12 2-10 Sta seduto senza sostegno 1’ o più 9 7 6-16 5-9 Si mette in piedi appoggiandosi a mobili 15 8-26 7-12 Cammina con un sostegno 16 10 6-30 Sta in piedi da solo 18 11 12-38 9-16

Attività di motorie (2) bimbo Down e bimbo “normale” Cammina da solo 19 12 13-48 9-17 Sale le scale aiutato 30 17 20-48 12-24 Scende le scale aiutato 36 24-60+ 13-24 Corre 48 Salta da fermo 48-60

Atipie nello sviluppo motorio Ferri, Romano, Miccinesi (1996) Ipotonia muscolare Difficoltà di coordinare le diverse unità motorie Difficoltà nel considerare simultaneamente le afferenze Difficoltà ad indirizzarle verso un unico scopo

Attività di motricità fine e di adattamento (1) bimbo down e bimbo “normale” Segue oggetti girando gli occhi 3 1½ 1½-6 1-3 Afferra giocattolo che oscilla 6 4 4-11 2-6 Passa gli oggetti tra una mano e l’altra 8 5½ 6-12 4-8 Tira una funicella per raggiungere un giocattolo 11½ 7 7-17 5-10 Trova gli oggetti nascosti sotto un panno 13 9-21

Attività di motricità fine e di adattamento (2) bimbo down e bimbo normale Mette 3 o + oggetti in una tazza o scatola 19 12 12-34 9-18 Costruisce torre con 2 cubi 20 14 14-32 10-19 Completa mosaico di 3 figure 33 22 20-48 16-30+ Copia un circolo 48 30 30-60+ 20-40 Accoppia figure e colori 4-5 Fa giochi con regole semplici

Atipie nello sviluppo della motricità fine Forza muscolare Adeguata percezione visiva Programmazione sequenza atto motorio Mantenimento dell’attenzione Comprensione della richiesta Motivazione all’azione

Attività di comunicazione (1) bimbo Down e bimbo “normale” Reagisce ai rumori 1 1 ½ 0-1 Si volta verso le voci 7 4 4-8 2-6 Dice da-da, ma-ma 11 8 7-18 5-14 Reagisce a parole familiari 13 10-18 Reagisce a semplici istruzioni verbali 16 10 12-24 6-18

Attività di comunicazione: (2) bimbo Down e bimbo normale Balbetta per comunicare distintamente 18 12 12-30 9-18 Dice le prime parole 14 13-36 10-23 Esprime i suoi bisogni a gesti 22 14 ½ 14-30 11-19 Formula alcune frasi di due parole 30 18-60+ Usa spontaneamente parole per comunicare 18–72

Attività autonome personali e sociali (1) bimbo Down e bimbo normale Sorride quando lo si tocca o gli si parla 2 1 1½-4 1-2 Sorride spontaneamente 3 2-6 1 ½ - 5 Riconosce madre padre 3½ 3-6 1-5 Mangia cibi solidi 8 7 5-18 4-12 Mangia da solo un biscotto 10 5 6-14 4-10

Attività autonome personali e sociali (2) bimbo Down e bimbo normale Gioco scherzoso (battere le mani) 11 8 9-16 5-13 Beve dalla tazza 20 12 12-30 9-17 Usa cucchiaio o forchetta 13 12-36 8-20 Si spoglia 38 30 24-60 4-10 Mangia da solo 24 20-48 18-36

Attività autonome personali e sociali (3) bimbo Down e bimbo normale Non si bagna durante il giorno 36 24 18-50 14-36 Gioca con gli altri Anni 3 ½ - 4 ½ Ha il controllo dell’intestino 20-60 16-40

Atipie nello sviluppo comunicativo-sociale SORRISO SOCIALE Può presentarsi anche con due mesi di ritardo Più brevi e meno frequenti Più frequenti in risposta alla madre che spontanei

Atipie nello sviluppo comunicativo-sociale PIANTO SGUARDO Maggiore sguardo di riferimento che sguardo interpersonale (Gunn,1982) Minore utilizzo sguardo referenziale (triangolazione visiva madre-oggetto-madre) primitiva struttura di domanda (Jones 1977)

Atipie nello sviluppo della comunicazione preverbale Acquisizione reciprocità Turnazione nel contatto oculare e nella vocalizzazione Differenza qualitativa nel turn-taking nella coppia madre-bambino Down (Berger e Cunningham 1983) VOCALIZZAZIONI (mancato decremento nei picchi di frequenza) Difficoltà materna nella gestione delle proto-conversazioni. Frequenti “turni simultanei”

Differenze nell’uso dei gesti performativi Maggiore uso di gesti deittici che di vocalizzazioni, onomatopee, parole. (Sabbadini, Ossella 1994) Maggiore uso di gesti deittici e referenziali Minor uso di parole Permanenza più lunga nella fase della “combinatoria” (Caselli, Marchetti, Vicari 1994)

RAPPORTO TRA SVILUPPO COGNITIVO E COMUNICATIVO (E. Bates. 1988) (scale piagettiane) Permanenza dell’oggetto Relazione mezzi-scopi Causalità Rapporti spaziali Schemi di azione con gli oggetti Sviluppo della comunicazione Gesti comunicativi: Dare, mostrare, indicare. Richiesta ritualizzata Parole comprese parole prodotte

RAPPORTO TRA SVILUPPO COGNITIVO E COMUNICATIVO PRIMA DI POTER RAGGIUNGERE LO STADIO DI ACQUISIZIONE DEL LINGUAGGIO, DEVONO AVERE RAGGIUNTO ALMENO LE TAPPE PIÙ IMPORTANTI PER QUANTO ATTIENE: IMITAZIONE USO DI STRUMENTI DIFFERENZIAZIONE DEGLI SCHEMI CON OGGETTI. E’ IMPOSSIBILE CHE IL BAMBINO POSSA INIZIARE A SVILUPPARE IL LINGUAGGIO PRIMA DI AVER RAGGIUNTO QUESTE TAPPE

RAPPORTO TRA SVILUPPO COGNITIVO E COMUNICATIVO IN QUALSIASI PROGRAMMA RIABILITATIVO E’ PRIORITARIO VERIFICARE LO STADIO COGNITIVO RAGGIUNTO, SPECIALMENTE PER QUANTO RIGUARDA L’USO DI STRUMENTI E LA DIFFERENZIAZIONE DEGLI SCHEMI CON OGGETTI

Atipie nello sviluppo: cognitivo e della comunicazione intenzionale Concetto di permanenza dell’oggetto Processo di decontestualizzazione Formazione dei concetti Prolungamento fase uso funzionale dell’oggetto Sviluppo gioco simbolico Gesti comunicativi in ritardo ma eguali Uso simbolico del linguaggio Comprensione verbale situazionale e contestualizzata

LA COMPETENZA COMUNICATIVA SI COSTRUISCE NELL’AMBITO DELL’INTERAZIONE

SVILUPPO AFFETTIVO Correlato all’età mentale Immutata tipologia e sequenza di sviluppo

Atipie nello sviluppo affettivo ATTACCAMENTO: Strange-situation (Ainsworth,1996) Attaccamento sicuro, ansioso-resistente, ansioso evitante Minore paura dell’estraneo Minore angoscia per allontanemento materno (più bassa capacità cognitiva)

Il bambino Down può presentare comorbilità Patologie cardiache Patologie oculistiche Patologie ORL Patologie neurologiche Psicopatologie

Variabili individuali Risultati TPL 10 bambini Down prove

La valutazione del bambino Down non può prescindere da… Contesto familiare Valutazione delle risorse e delle problematiche Contesto ambientale

La famiglia: Problemi e Risorse TRAUMA ANGOSCIA NEGAZIONE RABBIA DEPRESSIONE Zambon Hobart (1989) Studio comparazione Famiglie Down- famiglie normali (Gath 1978) FAMIGLIA ALLARGATA RETE SOCIALE

Contesto ambientale Risorse sanitarie Strutture riabilitative (équipe presente) Strutture educative (Nidi, materne scuole ecc.) Strutture ludiche o ricreative (ludoteche, centri- musica, scouts, parrocchie, etc) Strutture assistenziali (Assistenza domiciliare AEC, Trasporti etc)

Pianificazione dell’intervento: Progetto terapeutico Equipe multidisciplinare Diretto alla Famiglia e al bambino Coinvolge strutture sanitarie, educative e assistenziali interne od esterne all’équipe

PIANO DI TRATTAMENTO N.P.I. PSICOLOGO TERAPISTI OPERATORI DELLA RIABILITAZIONE OPERATORI DEL SERVIZIO BAMBINO FAMIGLIA SCUOLA ASSISTENTI SOCIALI EDUCATORI

PIANO DI TRATTAMENTO Definizione degli obiettive a breve medio e lungo termine Aree di intervento Operatori responsabili del progetto terapeutico Strutture coinvolte.

INTERVENTO SARÀ FOCALIZZATO Famiglia Coppia Madre-bambino Bambino Contesto sociale

PROGRAMMA RIABILITATIVO VALUTAZIONE E BILANCIO nello specifico TERAPISTA DEFINIZIONE AMBITO DI INTERVENTO DEFINIZION OBIETTIVI A BREVE E MEDIO TERMINE VERIFICA DEI RISULTATI

“LINEE GUIDA DEL MINISTERO DELLA SANITA’ PER LE ATTIVITA’ DI RIABILITAZIONE Provvedimento del 7 maggio 1998 G.U. n°124. Si definiscono “attività sanitarie di riabilitazione” gli interventi valutativi, diagnostici, terapeutici e le altre procedure finalizzate a portare il soggetto disabile a….comunicare e relazionarsi efficacemente nel proprio ambiente familiare,… scolastico e sociale….. …..richiedono obbligatoriamente la presa in carico clinica globale della persona mediante la predisposizione di un progetto riabilitativo individuale e la sua realizzazione mediante uno o più programmi riabilitativi.

PROGETTO RIABILITATIVO “LINEE GUIDA DEL MINISTERO DELLA SANITA’ PER LE ATTIVITA’ DI RIABILITAZIONE” Provvedimento del 7 maggio 1998 G.U. n°124. PROGETTO RIABILITATIVO ..tiene conto in maniera globale dei bisogni del paziente…dei fattori ambientali contestuali e personali…. ..deve dimostrare consapevolezza e comprensione da parte dell’intera équipe…delle problematiche del paziente compresi gli aspetti che non sono oggetto di interventi specifici… ..definisce..il ruolo dell’équipe..gli obiettivi a breve, medio e lungo termine… È comunicato in modo appropriato al paziente e ai suoi familiari…..

PROGRAMMA RIABILITATIVO “LINEE GUIDA DEL MINISTERO DELLA SANITA’ PER LE ATTIVITA’ DI RIABILITAZIONE Provvedimento del 7 maggio 1998 G.U. n°124. PROGRAMMA RIABILITATIVO Definisce le modalità della presa in carico Definisce gli interventi specifici Individua gli obiettivi…a breve termine… Costituisce elemento di verifica del progetto riabilitativo.

VALUTAZIONE PARADIGMA NORMATIVO: Classificatorio, ha lo scopo di identificare lo scarto tra le prestazioni del soggetto e quelle “normali” PARADIGMA ECONOMICO: Si prefigge di ricostruire quali interazioni comunicative il soggetto riesca ad instaurare con l’ambiente circostante Pinton, Lena (1999)

VALUTAZIONE COGNITIVA PSICOLOGICA COMUNICATIVA LINGUISTICA PRATTO-GNOSICA

COMPRENSIONE PRODUZIONE BILANCIO LOGOPEDICO COMPRENSIONE PRODUZIONE PRAGMATICA SEMANTICA MORFO-SINTASSI DIFFICOLTA’ ARTICOLAZIONE E/O FONOLOGICHE

Quali strumenti? Questionario Macarthur, Questionario dello sviluppo comunicativo e linguistico, Test Primo Linguaggio, Prova di Vocabolario, Peebody, P.P.L.S. , Prova Ripetizione Frasi, Prove di Valutazione della Comprensione Linguistica, Test di comprensione Grammaticale per Bambini, Prova di comunicazione referenziale.

TRATTAMENTO DOMANDA OFFERTA

Quale riabilitazione? Logopedisti Fisioterapisti Terapisti occupazionali Fisioterapisti Terapisti della neuropsicomotricità per l’età evolutiva

Quali tempi? Ciclo di terapia Dimissioni??!!

Quale realtà??!!

Bibliografia Bishop D.V.M.: TROG – TEST FOR RECEPTION OF GRAMMAR. 1982 non pubblicato nella versione italiana.  Axia G.: TPL Test Primo Linguaggio. O.S., Firenze 1995. Borgo L. :” La specificità logopedica: valutazione e bilancio”. Atti del V Convegno F.L.I.-Padova. Ed. Del Cerro, Pisa 1999 Bortolini U.: PFLI PROVA PER LA VALUTAZIONE DEL LINGUAGGIO INFANTILE EDIT Master, Padova 1995   Camaioni L., Caselli C. et al.: QUESTIONARIO SULLO SVILUPPO COMUNICATIVO E LINGUISTICO NEL SECONDO ANNO DI VITA. O.S., Firenze 1992. Caselli C., Capirci O.: INDICI DI RISCHIO NEL PRIMO SVILUPPO DEL LINGUAGGIO. Franco Angeli, Milano 2002  Caselli C., Casadio P.: QUESTIONARIO MACARTHUR. O.S. Firenze Caselli C., Casadio P: IL PRIMO VOCABOLARIO DEL BAMBINO. Franco Angeli, Milano 1995

Chilosi A. M. , Cipriani P. : T. C. G. B Chilosi A.M., Cipriani P.: T.C.G.B. TEST DI COMPRENSIONE GRAMMATICALE PER BAMBINI. Del Cerro, Tirrenia (PI) 1995 Contardi A. , Vicari S.: LE PERSONE DOWN FrancoAngeli, Milano 1994    Contardi A. , Vicari S.: LE PERSONE DOWN FrancoAngeli, Milano 1994 Fanzago F.: TEST DI VALUTAZIONE DELL’ARTICOLAZIONE tratto dal “Trattamento logopedico delle dislalie e delle insufficienze velo-faringee” Quaderni di Acta Phoniatrica , Latina 1983. Ferri R.: IL BAMBINO CON SINDROME DI DOWN. TECNICHE DI INTERVENTO NEI PRIMI ANNI. Il Pensiero Scientifico Editore., Roma 1996 Gentili R., Mazotti S. et al. : IL BAMBINO DOWN VA A SCUOLA. NOTE PER GLI INSEGNANTI DI SCUOLA MATERNA ED ELEMENTARE. Quaderni ABD . Il Pensiero Scientifico Editore , 1983. Mazotti S. :COMUNICAZIONE E LINGUAGGIO NEL BAMBINO DOWN. Quaderni ABD Il Pensiero Scientifico Editore, 1984 Mazotti S. : UN MODELLO DI INTERVENTO INTEGRATO NELL’AMBITO DI UN SERVIZIO PUBBLICO PER LA RIABILITAZIONE. In : Ferri R.: IL BAMBINO CON SINDROME DI DOWN. TECNICHE DI INTERVENTO NEI PRIMI ANNI. Il Pensiero Scientifico Editore, 1996

Petter G. : LO SVILUPPO MENTALE NELLE RICERCHE DI JEAN PIAGET  Petter G.: LO SVILUPPO MENTALE NELLE RICERCHE DI JEAN PIAGET. Giunti Barbera , 1961   Pinton A., Lena L. : LA VALUTAZIONE DELLA COMUNICAZIONE LINGUISTICA. Imprimenda Editrice, Padova 1998 Rustioni Metz Lancaster D. PROVA DI VALUTAZIONE DELLA COMPRENSIONE LINGUISTICA. O.S., Firenze 1993 Sabbadini G. :MANUALE DI NEUROPSICOLOGIA DELL’ETA’ EVOLUTIVA . Zanichelli, Bologna 1995 Stella G., Zizzoli C.: PEABODY TEST DI VOCABOLARIO RECETTIVO. Omega edizioni 2000. Taeschner T., Volterra V.: STRUMENTI DI ANALISI PER UNA PRIMA VALUTAZIONE DEL LINGUAGGIO INFANTILE –LME. Bulzoni, Roma 1986 Vender C., Borgia R. et al.:UN TEST DI RIPETIZIONE DI FRASI. ANALISI DELLE PERFORMANCE DI BAMBINI NORMALI. Neuropsichiatria Infantile, fasc.243-244; 819-831 (1981). Zambon Hobart A: LA PERSONA CON SINDROME DOWN. UN’INTRODUZIONE PER LA SUA FAMIGLIA. Il Pensiero Scientifico Editore, Roma 1996