10° Appuntamento annuale Legautonomie sulla finanza territoriale I tributi decentrati tra federalismo, riforma fiscale e manovre di aggiustamento Alberto Zanardi Università di Bologna e Econpubblica-Università Bocconi Viareggio, 17 ottobre
Federalismo, riforma fiscale e manovre di aggiustamento Il sistema dei tributi decentrati è stato innovato: dalla riforma del federalismo fiscale e lo sarà ulteriormente: dagli annunciati decreti correttivi di quella riforma (Tarsu/Tia, Ics) dallattuazione della delega sulla riforma fiscale forse dalle ulteriori manovre di riequilibrio strutturale della finanza pubblica (imposta patrimoniale?) 2
La pressione fiscale cresce Intanto le manovre estive prevedono misure che aumentano la pressione fiscale nei prossimi anni (maggiori entrate tutte destinate al pareggio di bilancio): da 42,6% nel 2010 a 43,9% nel 2013 In particolare (rilevanti per entrate locali): aumento aliquota Iva da 20% a 21% maggiorazioni Irap per banche e assicurazioni rafforzamento della partecipazione dei Comuni allaccertamento tributario razionalizzazione dei regimi di agevolazione (2/3 su Irpef) per 4, 16 e 20 mld nel con taglio orizzontale automatico (del 5%, 20% nel aumento imposte indirette) se entro settembre 2012 lattuazione della delega fiscale non realizzi risultati almeno equivalenti Ulteriori possibili aumenti della pressione fiscale: dallattuazione della delega sulla riforma fiscale(+1% ?) dallaumento delle imposte locali per compensare taglio dei trasferimenti/strette sul PSI => pochi spazi per revisioni nella struttura del sistema tributario (es: riduzione del carico fiscale su lavoro per favorire la crescita) 3
Gli interventi sui tributi locali: come valutarli? (1) 1. Gli interventi sui tributi locali vanno visti in collegamento con le funzioni affidate agli enti decentrati e quindi con i sistemi perequativi 1.1Compartecipazioni a tributi erariali e tributi propri ad aliquota base garantiscono (con i trasferimenti perequativi) risorse complessive per ciascun ente coerenti i fabbisogni standard (componente inframarginale del finanziamento tributario) =>devono garantire risorse adeguate alle funzioni svolte. Per questa componente rilevante lelasticità delle basi imponibili rispetto allevoluzione dei fabbisogni e la programmabilità temporale delle risorse corrispondenti (invarianza delle aliquote di compartecipazione) 1.2Tributi propri al di sopra dellaliquota base, sforzo fiscale: componente marginale del finanziamento tributario =>devono garantire risorse per finanziare servizi al di sopra degli standard garantiti dallo Stato e per coprire eventuali disavanzi 4
Gli interventi sui tributi locali: come valutarli? (2) 3.Coordinamento/coerenza del sistema tributario nazionale: riconoscibilità/trasparenza dei tributi locali no doppie tassazioni semplificazione, riduzione degli oneri amministrativi per contribuenti, amministrazione finanziaria e sostituti dimposta 5
Gli interventi sui tributi decentrati nella riforma del federalismo fiscale: valutazione (1) Fiscalizzazione degli attuali trasferimenti statali a favore di regioni e enti locali mediante compartecipazioni territorializzate (parziali o integrali) su tributi erariali la devoluzione dei gettiti dei tributi erariali non conferisce agli enti decentrati alcuna autonomia in termini di manovrabilità delle imposte che restano a pieno titolo tributi erariali approccio rigido basato sullo smontaggio dei trasferimenti e loro fiscalizzazione e non sulla revisione del finanziamento della spesa storica la fiscalizzazione non sembra tutelare gli enti decentrati di più rispetto alla discrezionalità dello Stato nella determinazione dei trasferimenti: in caso di revisioni annuali delle aliquote di compartecipazione sfugge, in termini aggregati, il senso delloperazione di fiscalizzazione la fiscalizzazione rende le risorse finanziarie locali sempre più dipendenti dagli interventi del governo centrale sui tributi statali compartecipati o su cui insistono addizionali locali (delega riforma fiscale) => necessità di aggiustamenti nelle aliquote locali Per il resto conferma sostanziale (al di là dei cambiamenti di nome tipo Ici=> Imu) dellassetto attuale della fiscalità comunale e regionale 6
Gli interventi sui tributi decentrati nella riforma del federalismo fiscale: valutazione (2) Qualche spazio di autonomia tributaria aggiuntiva: talvolta si riattivano margini di autonomia già riconosciuti (ritorno alla normalità) (addizionale comunale Irpef) talvolta si attribuiscono margini di variazione aggiuntivi, oltreché sulle aliquote, su elementi strutturali di tributi già decentrati o condivisi: deduzioni, detrazioni, esenzioni, progressività (Irap, addizionale regionale e comunale Irpef) => indebolimento redistribuzione nazionale => rischio di eccessiva differenziazione fiscale orizzontale => aumento costi di adempimento => difficile determinazione delle capacità fiscali standard a fini perequativi (che dovrebe essere ad aliquota standard e a base imponibile standard) => limitata riconoscibilità del prelievo locale (no responsabilizzazione degli amministratori locali) talvolta si introducono nuovi tributi decentrati (imposta di soggiorno) 7
Ci sarà tre volte lIrpef (M.C. Guerra) 8
Gli interventi sui tributi decentrati nella riforma del federalismo fiscale: valutazione (3) Qualche effetto redistributivo indesiderato: Laumento dellaliquota Imu grava su imprese e lavoratori autonomi (che non beneficiano della patrimonializzazione dellIrpef sui redditi immobiliari) => spostamento di carico fiscale dai proprietari di immobili residenziali a imprese e lavoratori autonomi Alcune compartecipazioni pongono difficoltà operative: territorializzazione dellIva a favore delle regioni e soprattutto comuni rilevazioni quadro VT affidabili? complete? rilevazioni quadro VT disponibili solo su base regionale (e non comunale) rilevazioni quadro VT non misurano le cessioni alle AP e altre istituzioni di tipo sociale probabilmente forti sperequazioni su base comunale (localizzazioni dei centri commerciali) 9
Gli interventi sui tributi decentrati nella riforma del federalismo fiscale: valutazione (4) Un quadro offuscato da interventi estranei al problema dellattribuzione dei poteri tributari tra livelli di governo. Es: cedolare secca Resta irrisolta la questione centrale della fiscalità comunale: esenzione della prima casa da qualsiasi tassazione patrimoniale e reddituale prelievo (aggravato) su non residenti (seconde case), imprese e lavoratori autonomi: palese violazione del principio della corrispondenza tra contribuenti e beneficiari dei servizi a livello locale mancato riconoscimento ai Comuni di unimportante leva di autonomia fiscale sperequazione dei gettiti tra comuni (seconde case nei comuni turistici) distorsioni a danno delle famiglie in locazione rispetto a quelle proprietarie di prima casa => ostacolo alla mobilità dei lavoratori e alluscita dei giovani dalla famiglia di origine 10
I decreti correttivi annunciati della riforma del federalismo fiscale Riforma della Tarsu/Tia Introduzione di una Imposta comunale sui servizi a finanziamento dei servizi indivisibili gravata anche sulle abitazioni principali Sistema perequativo dei Comuni a regime e suo coordinamento con i tributi comunali: assegnazione dei tributi alle due componenti della perequazione: funzioni standard (fabbisogni) e non (capacità fiscale) finanziamento del fondo perequativo 11
Tributi decentrati e manovre di aggiustamento Le manovre di aggiustamento (tagli ai trasferimenti ) spostano la responsabilità del prelievo dal centro alle autonomie facendo diventare marginale ciò che era inframarginale sforzo fiscale non perequato => differenziazione nei servizi fondamentali finanziamento dei fabbisogni standard attraverso strumenti tributari non progressivi o distorsivi (addizionali, oneri urbanizzazione) Contraddizioni nella fiscalità di vantaggio dapprima focalizzazione sulle aree sottoutilizzate (le Regioni del Sud possono ridurre le aliquote Irap fino ad azzerarle - DL 78/2010) Poi, nella riforma del federalismo fiscale, ampliamento della possibilità di azzeramento a tutte le RSO => fiscalità di vantaggio alla rovescia? Le regioni più ricche potranno abbassare lIrap e fare concorrenza fiscale alle più povere? Possibile introduzione di una imposta patrimoniale ordinaria sui patrimoni immobiliari più elevati. Quale coordinamento con Ici/Imu? Possibile rivalutazione delle rendite catastali 12
Tributi decentrati e delega per la riforma fiscale (1) In generale la delega sembra ignorare che dopo la riforma del federalismo fiscale gran parte dei tributi erariali è condivisa, compartecipata con altri livelli di governo o oggetto di addizionali => gli interventi su questi tributi (aliquote Iva, aliquote e agevolazioni Irpef), oltreché su quelli proprio devoluti (Irap e Ici), comportano aggiustamenti nelle aliquote locali (compensazioni) e dovrebbero essere determinati con il pieno coinvolgimento degli enti decentrati Graduale abolizione dellIrap a partire dal costo del lavoro (anche se intanto la manovra destate prevede aumenti su banche e assicurazioni (4,65% invece di 3,9%)): oltre al problema della compensazione, quale nuova imposta propria autonoma per le regioni (ora che è possibile addirittura azzerarla)? Introduzione di unImposta sui servizi che sostituisce le attuali imposte di registro, ipo-catastali, di bollo, tutte compartecipate dai comuni 13
Tributi decentrati e delega per la riforma fiscale (2) Semplificazione/razionalizzazione delle agevolazioni fiscali nella riforma fiscale ma nuove detrazioni introdotte dalla riforma del federalismo nelladdizionale Irpef => coordinamento delle detrazioni tra diversi livelli di governo per assicurare maggiore trasparenza e per evitare forme di concorrenza verticale La delega sottolinea necessità di detassare il lavoro. Perché non usare le risorse aggiuntive derivanti dalla tassazione della prima casa o dalla patrimoniale sui grandi patrimoni immobiliari? 14
FINE PRESENTAZIONE 15