La società romana arcaica

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La società romana arcaica

La società romana arcaica L'ordinamento sociale arcaico ci è noto solo per grandi linee (l'annalistica nascente del III sec. a.C. con Fabio Pittore è nota solo attraverso la più tarda utilizzazione ad opera di Livio e Dionigi d'Alicarnasso). I Latini, che abitavano l'insediamento del Palatino, con una necropoli nell'area di quello che sarà il Foro Romano, appartenevano al gruppo etnico latino-falisco. Sul vicino Quirinale si stabilirono i Sabini, che appartenevano al gruppo etnico osco-umbro, le cui gentes (Fabii, Aurelii, Claudii) vennero in un successivo momento assimilate. Già nel VII secolo la Città venne ampliata e separata dal territorio circostante dal pomerium. Influenza politica etrusca e culturale greca L'ordinamento sociale arcaico di Roma, sviluppatosi nel VI sec. sotto la dominazione dei re etruschi, non fu caratteristico solo del periodo monarchico

Struttura della società: --la famiglia quale entità economica, sociale e religiosa, il cui capo (pater familias) aveva potere illimitato su tutti i componenti e il patrimonio familiare --le famiglie imparentate erano riunite nelle gentes, i cui componenti erano accomunati dal nomen gentilicium e dai sacra gentilicia. --le gentes riunite in curiae (co-viria), secondo la tradizione fondate da Romolo in numero di 30, ognuna con a capo un curio (e su tutti un curio maximus); costituivano la struttura dell'assemblea popolare, comitia curiata, che deliberava su questioni di diritto familiare e forse confermava nella loro autorità i funzionari più alti della comunità e i sacerdoti Ogni curia forniva secondo la tradizione 10 cavalieri (decuria) e 100 fanti (centuria), per un esercito di 300 cavalieri e 3000 fanti --le curie in età monarchica erano riunite nelle tre tribù gentilizie dei Ramnes, Tities e Luceres. Tali tribù con valenza gentilizia di tipo etrusco saranno presto sostituite da una nuova divisione tribale su base territoriale (4 tribù urbane + un numero progressivo fino a 31 tribù rustiche nel 241 a.C.).

"Strati" sociali: - patrizi proprietari terrieri, che costituivano il seguito a cavallo del re (celeres), e gli equites costituiranno un gruppo elitario al di sopra delle "classi" dell'ordinamento detto "serviano" (comitia centuriata), caratterizzati dall'anello d'oro, dalla striscia di porpora (clavus), dal mantello equestre corto (trabea) e dagli stivaletti con strisce di cuoio (calcei patricii). Nella prima età repubblicana nel senato avevano diritto di voto solo i senatori patrizi (patres) e non quelli plebei (conscripti = aggiunti), arrivati solo gradualmente all'ingresso in senato, e solo i patrizi avevano adito alle magistrature. - plebei (=massa, da plere = riempire), il popolo composto da persone libere, cittadini, ma senza privilegi, contadini con indipendenza economica , non artigiani e commercianti, attività considerate indegne di un cittadino e perciò riservate agli immigrati stranieri (asylia).

schiavi, ma in una istituzione patriarcale, integrati nella struttura familiare, al cui interno conducevano la vita; potevano essere manomessi (si poteva divenire schiavi per debiti - nexum - o perché un padre in difficoltà era costretto a vendere i propri figli e schiavi nascevano da altri schiavi nella domus). clientes (da cluere = ascoltare), strato sociale inferiore, non sempre facilmente distinguibile rispetto alla plebe; dipendendo strettamente e personalmente dall'aristocrazia patrizia (operae ed obsequium) non riuscirono mai ad aggregarsi in ordine sociale come i plebei.