Se ne possono sare molte letture……Una legata allorientamento di governo.

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Se ne possono sare molte letture……Una legata allorientamento di governo

Unaltra legata al ruolo della Banca dItalia (Domenico Moro economista di sinistra)

Secondo questa interpretazione il fattore scatenante sarebbe stato il divorzio tra la Banca dItalia e lo Stato (Tesoro) nel 1981 A partire dal 1981 la Banca dItalia ha divorziato dal Tesoro e non è più intervenuta nellacquisto di titoli di Stato. Lattuale debito pubblico italiano si formò tra gli anni 80 e 90, passando dal 57,7% sul Pil nel 1980 al 124,3% nel Tale crescita, molto più consistente di quella degli altri Paesi europei, non fu dovuta ad una impennata della spesa dello Stato, che rimase sempre al di sotto della media della Ue e delleurozona e, tra 1991 e 2005, sempre al di sotto di quella tedesca. Nel 1984 lItalia spendeva – al netto degli interessi sul debito – il 42,1% del Pil, che nel 1994 era aumentato appena al 42,9%. Nello stesso periodo la media Ue (esclusa lItalia) passò dal 45,5% al 46,6% e quella delleurozona passò dal 46,7% al 47,7%

Da dove derivava allora la maggiore crescita del debito italiano? Dalla spesa per interessi sul debito pubblico, che fu sempre molto più alta di quella degli altri Paesi. Sempre dall84 al 95, la spesa per interessi crebbe in Italia dall8% del Pil all11,4%, livello di gran lunga maggiore del resto dEuropa. Sempre nello stesso periodo la media Ue passò dal 4,1% al 4,4% e quella delleurozona dal 3,5% al 4,4%. Dal 1981 la Banca dItalia cessò di comprare i titoli di Stato (curò solo le aste). Visto che lentità dei tassi dinteresse sui titoli di stato, ovvero quanto lo Stato paga per avere un prestito, dipende dalla domanda dei titoli stessi, leliminazione di una componente importante della domanda, quale è la Banca centrale, ha avuto leffetto di far schizzare verso lalto gli interessi e, quindi, di far esplodere il debito totale. Inoltre, la mancanza del cordone protettivo della Banca dItalia espose il nostro debito alle manovre speculative degli investitori internazionali. Fu quanto accadde nel 1992, quando gli attacchi speculativi alla lira costrinsero lItalia ad uscire dal Sistema monetario europeo e a svalutare la moneta.

Ci si potrebbe chiedere a questo punto quale fu la ragione del divorzio tra Banca dItalia e Tesoro. Naturalmente ci sono molte motivazioni e interpretazioni, secondo questa ricostruzione la spiegazione principale ci viene offerta dallo stesso Ministro che volle il divorzio: Beniamino Andreatta. Uno degli obiettivi era quello di abbattere i salari, imponendo una deflazione che desse la possibilità di annullare il demenziale rafforzamento della scala mobile, prodotto dallaccordo tra Confindustria e sindacati. Infatti, nel 1984 con gli accordi di San Valentino la scala mobile fu indebolita e nel 1992 definitivamente eliminata. La scala mobile era un meccanismo di adeguamento automatico ei salari alla variazione dei prezzi (cioè allinflazione) che aveva innescato, secondo il Ministro e molti altri, una spirale perversa di aumento tra prezzi e salari. Secondo la parte avversa, la revoca della scala mobile ha diminuito i salari reali, visto che i prezzi subiscono movimenti non regolati, mentre i salari e gli adeguamenti salariali sono oggetto di contrattazione regolamentata. Ovviamente altri pensano che sia stata proprio la scala mobile ad innescare una catena di eventi che ha portato allesplosione del debito

Fatti relativi a questa teoria: 1.E indubbio che lesplosione del debito avviene in concomitanza con la eliminazione del paracadute della Banca centrale 2.E indubbio che il meccanismo di incremento del debito NON è frutto di spese eccessive o di entrate modeste, ma deriva dallaccumulo dei tassi di interesse 3.E indubbio che le pressioni speculative sul debito dei paesi europei sono cessate dal momento in cui Draghi (governatore della BCE) ha dichiarato che la Banca Europea era pronta a comprare i titoli dei paesi aderenti, esattamente come faceva la Banca dItalia prima del 1981

Altra interpretazione (più ampia) : il ruolo della globalizzazione Stefano di Francesco (economista di destra) Dunque possiamo affermare che le cause che han determinato la crescita del debito pubblico, sono sostanzialmente tre: 1 - labolizione degli accordi di Bretton Woods del 1971, con cui il Dollaro si sganciò dalla convertibilità in oro e da qual momento ne furono stampati troppi; le valute iniziarono a fluttuare tra loro passando da un sistema a cambi fissi ad uno a cambi flessibili. Questo cambiamento del sistema monetario è quello che ha permesso questa Globalizzazione basata sul mantenimento di colossali deficit esteri cronici. Ovviamente anche la Lira fu agganciata al Dollaro dal 1949 al 1971, come tutte le altre valute occidentali; i cambi erano fissi rispetto al dollaro che a sua volta era fisso rispetto all'Oro e in questo modo era impossibile avere disavanzi esteri sistematici (come hanno gli USA oggi) e nessuno poteva stampare dollari in eccesso, perchè le riserve di oro erano limitate. Quando si realizzava un deficit estero, l'oro usciva dal Paese ed si era costretti a dare una stretta monetaria alzando i tassi dinteresse, creando una recessione, limitando i consumi, facendo così scendere i salari e i prezzi. In questo modo il valore delle monete rimaneva sempre "allineato" e nessuno era sopravvalutato o sottovalutato. Questo era un meccanismo "duro", automatico, che disciplinava sempre tutti e impediva l'inflazione.

2 – labolizione della legge della preferenza comunitaria nel 1973, secondo la quale, l'80% delle merci andavano comprate dentro la Comunità Europea, ha segnato il punto di svolta per lavvio di una progressiva deregolamentazione negli scambi internazionali. Anche per i lavoratori, oltre che per le imprese, fintanto che resse il protezionismo essi vissero in una sorta di paradiso, perchè non soffrivano la concorrenza di centinaia di milioni di turchi, polacchi, cinesi, indiani, egiziani, messicani, giapponesi, coreani, etc. Dal 1973 in poi, le cose cambiarono notevolmente come testimoniano anche i numerosi lavori del più grande economista del secolo scorso,il premio Nobel Maurice Allais che ha scritto invano libri su libri e articoli su articoli per mostrare che dal 1973 in poi la disoccupazione in Europa è raddoppiata ; fino ad allora era stata sul 5% per 20 anni, ma una volta aperto il mercato europeo ad importazioni a basso costo. Naturalmente l'occupazione e il reddito europei sono ovviamente diminuiti, ma visto che gli europei rimanevano i maggiori acquirenti di quelle merci prodotte fuori europa questo incrementava il debito verso lestero;

3 – il divorzio tra la Banca dItalia ed il Governo del 1981, con il quale si impediva alla Banca Centrale di sottoscrivere i titoli del debito pubblico obbligando lo Stato ad indebitarsi verso il mercato a tassi dinteresse maggiori del tasso dinflazione. Fin dal 1950 lo Stato si finanziava stampando moneta e tenendo dei controlli ai capitali per cui quando si emettevano titoli di stato questi rendevano meno dell'inflazione (repressione finanziaria come la definisce il FMI) e non li voleva quasi nessuno. Se la gente però non li comprava, la Banca d'Italia finanziava lei il governo; se si esagerava si creava inflazione e pressione sul cambio, le riserve di oro diminuivano, si alzavano i tassi, si riduceva il credito disponibile,l'economia rallentava ecc..ed il sistema si stabilizzava di nuovo. Quando nel 1971, il dollaro si sganciò dall'oro, la Banca d'Italia era ancora nella condizione di poter finanziare lei il governo, questo era libero di stampare moneta senza il vincolo esterno dell'oro. Cosa successe, il cambio andò a picco ? No, si svalutò contro dollaro, ma non molto. Questo fino al 1981 quando si "tagliò" il legame tra Bankitalia e Governo vietando alla prima di finanziare il secondo e obbligando lo Stato ad andare ad indebitarsi sul mercato vendendo BTP e remunerando gli investitori con tassi ben superiori allinflazione.. Questo rese il cambio della lira più stabile ? No,esattamente produsse leffetto contrario

Fatti relativi a questa interpretazione: Il debito americano comincia a crescere nel 1973 (fine di Bretton Woods)

Tutte le esplosioni di debito italiane sono rientrate, tranne lultima

Sul debito pubblico vale questa semplice legge A – Incr.Reddito reale + Inflazione = tasso dinteresse passivo sul debito => debito stabile B – Incr.Reddito reale + Inflazione > tasso dinteresse passivo sul debito => debito diminuisce C – Incr.Reddito reale + Inflazione debito sale Sostituendo allequazione le cifre attuali avremo che : -2,6 + 2,3 < 4 da cui segue che -0,3 < 4 e quindi il debito cresce nonostante gli avanzi primari di bilancio. Infatti,se anche si riuscissero a fare avanzi primari dellordine del 4% ( e non del 2% come ad esempio ha ottenuto il governo Monti ), il debito pubblico non scende. In passato si normalizzava la situazione stampando moneta o facnedo comprare titoli alla banca dItalia, quindi aumentando la moneta in circolazione, auementando la inflazione, in questo modo il sistema tornava in equilibrio Naturalmente il problema è chi paga il riequilibrio, cioè chi paga linflazione, di solito i redditi fissi che non possono adeguarsi velocemente allaumento dei przzi. In questo senso la scala mobile salvaguardava (parzialmente) i redditi fissi.

Oggi lequilibrio del sistema non è più nazionale: In generale, un 4- 5% di Pil italiano va a finire in rendite (interessi) e quindi lo Stato deve spendere meno di quello che incassa verso i cittadini italiani (impoverendoli), perchè così garantisce agli investitori finanziari, specialmente quelli internazionali, che non ci sarà inflazione e non si uscirà dall'euro (evitando il rischio di perdite dovute al cambio). Dato che questi bonds devono rendere ogni anno, ma senza rischio per gli investitori, il Governo deve fare un avanzo di bilancio "primario" (G – T <0 ), in modo da non inflazione mai neanche un poco l'economia e rimanere dentro l'Euro che è una valuta agganciata alla Germania e quindi, a differenza della infida lira, garantisce agli investitori finanziari un rendimento reale senza rischio di cambio Questo concetto, questo piano potremmo dire, discusso apertamente tra i banchieri centrali di tutto l'occidente e i rappresentanti dei mega fondi come Blackrock e Pimco, richiede per l'Italia una politica di Austerity ad oltranza e rimanere nell'Euro. Perchè senza bonds come i nostri BTP, che sono il terzo mercato al mondo per dimensione del debito pubblico, la piramide del mercato finanziario globale non funziona. Forse nella nuova divisione internazionale dei compiti economici a noi tocca il ruolo di produrre Bonds ???

Siamo messi così male????? Mica tanto Se consideriamo il debito complessivo siamo quarti poco sopra anche la virtuosa Germania… ma se ne parla poco Altri paesi preferiscono far indebitare i propri cittadini, invece che lo stato