IMPRESSIONISMO ESPRESSIONISMO

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Transcript della presentazione:

IMPRESSIONISMO ESPRESSIONISMO IMPRESSIONE Moto dall’esterno verso l’interno : la realtà oggettiva si imprime nella coscienza dell’artista. ESPRESSIONE Moto dall’interno verso l’esterno : dall’anima dell’artista direttamente nella realtà, senza mediazioni ne filtri.

CONTESTO STORICO DELL’ESPRESSIONISMO IL ‘900 CLIMA DI BENESSERE AFFERMAZIONE DELLA NUOVA BORGHESIA ARTE : OGGETTO PER DECORARE AMBIENTE SI AFFERMA LA FIGURA DEL MERCANTE D’ARTE Dopo le teorie di Marx ed Engels e le profonde trasformazioni sociali, economiche e politiche, prodotte dalla Rivoluzione industriale, si affermano in tutta Europa i movimenti popolari e socialisti, attraverso la costituzione di Sindacati e Partiti operai. 1914-18 I guerra mondiale.

I FAUVES PARIGI 1905- 1908 Il 18 ottobre 1905 si tenne la terza edizione del ‘’SALON d’AUTONNE. Il critico giornalista Louis Vauxcelles trovandosi di fronte a dipinti caratterizzati dal colore molto violento esclamò: ‘’Donatello tra le belve’’. Da qui il nome della tendenza dei fauves, appunto belve.

RIFERIMENTI ARTISTICI DELLA PITTURA DEI FAUVES CEZANNE GAUGUIN VAN GOGH

CARATTERISTICHE Rifiuto della pittura impressionista Rifiuto del realismo in pittura Trionfo del colore. Colore vivace, violento, simbolico. Colori essenzialmente primari. Tinte contrastanti. Ampie campiture di colore : pittura di superficie Linee nette tra le figure Abbandono della rappresentazione illusoria come ad es la prospettiva e il chiaro-scuro. Rifiuto della pittura tonale tradizionale per ispirarsi invece a quella primitiva ritenuta istintiva e vitale. I colori puri acquistano un significato simbolico dell’interiorità dell’artista.

Nel 1907 i Fauves attraversano un momento di crisi dopo l'entrata di Picasso; il gruppo finirà con lo sciogliersi, e Braque, insieme a Picasso, aprirà la ricerca cubista.    

HENRI MATISSE 1869-1954 Nel 1887 si trasferì a Parigi per studiare legge. Cominciò a dipingere nel 1889, durante una convalescenza , scoprendo il ‘’paradiso’’ decise di diventare artista con disapprovazione del padre. Nel 1891 tornò a Parigi, per studiare arte all'Académie Julian, divenendo studente di Gustave Moreau. Influenzato dai lavori dei post-impressionisti Paul Cézanne, Gauguin, Van Gogh e Paul Signac, ma anche dall'arte giapponese, fece del colore l'elemento cruciale dei suoi dipinti.

Il Colore è il protagonista dei quadri Il Colore è il protagonista dei quadri. E’ un colore vivace, acceso, violento. Utilizza colori primari stesi a larghe campiture senza passaggi tonali. Ai colori primari accosta i colori complementari con l’evidente intento di rafforzarne il contrasto timbrico. Gusto per la decorazione. Forme semplificate e appiattite. Pittura di superficie. Quadri bidimensionali. Rifiuto della pittura tonale tradizionale. Rifiuto della prospettiva e del chiaro-scuro. La tridimensionalità è data solo dal colore e dai loro contrasti. Linee ondulate di ispirazione decorativa. I quadri con le loro linee, colori, contrasti, soggetti, esprimono la ‘’gioia di vivere’’. Contenuti assolutamente privi di motivazioni ideologiche o sociali. Semplificazione delle forme.

DONNA CON CAPPELLO 1905- OLIO SU TELA- 80X60- San Francisco L'opera fu esposta, assieme a nove altre opere d'arte, al Salon d'Automne del 1905. Descritto come "una pentola di colori rovesciata in faccia al pubblico" il quadro segna una pietra miliare nell'uso simbolistico del colore; infatti quest'opera può essere vista come il punto di incontro di tre autori: Paul Gauguin per quel che riguarda l'uso simbolista del colore. Vincent van Gogh per l'utilizzo divisionista delle pennellate sempre a macchie e mai sfumate. Paul Cézanne per la smaterializzazione delle forme. La donna, posta di tre quarti, guarda l'osservatore facendo mostra del suo borghese abbigliamento e, soprattutto, del suo appariscente cappello. Matisse, contrariamente a Paul Cézanne e Vincent van Gogh, non cerca una somiglianza cromatica oggettiva quando dipinge utilizzando dei colori che non costituiscono per niente un'accentuazione dei colori esistenti ma, anzi, se ne distanziano. La violenza con cui il colore è quasi gettato sulla tela richiama alla memoria i quadri dell'ultimo Vincent van Gogh e forse, con un collegamento ardito le composizioni contemporanee di un autore come Jackson Pollock e del suo dripping.

LA STANZA ROSSA 1908- OLIO SU TELA- 180X220- San Pietroburgo, Ermitage. Soggetto: interno borghese, una camera con una finestra, in angolo a sinistra, attraverso la quale si intravede un paesaggio. grandi superfici di colore pieno persino la natura, non ha profondità spaziale. Essa assume invece una bidimensionalità illusionistica a cui vengono aggiunti elementi decorativi. Questi motivi floreali e ondulati presenti soprattutto nella tovaglia, si ripetono nella tappezzeria e assumono un valore decorativo e musicale. I colori dominanti in quest’opera sono i primari rosso, blu e giallo. la costruzione prospettica, indicata solo dalla sottile linea nera del bordo del tavolo e dalla piega della tovaglia, appena accennata anche dalla sedia e dallo spessore del muro in cui è ritagliata la finestra, si annulla completamente nel resto del dipinto proprio a causa dello stesso colore rosso. con questo quadro non vuole rappresentare uno spazio reale ma invece una dimensione interiore ed emotiva.

LA DANZA 1909 in olio su tela (260 x 191 cm), Ermitage di San Pietroburgo Il senso della danza, che unisce in girotondo cinque persone, è qui sintetizzato con pochi tratti e con appena tre colori, ne risulta un’immagine simbolica. Il verde che occupa la parte inferiore del quadro simboleggia la Terra. Segue la curvatura del nostro mondo e sembra fatto di materiale elastico: il piede di uno dei danzatori imprime alla curvatura una deformazione dovuta al suo peso. Il blu nella parte superiore è ovviamente il cielo. Ma si tratta di un blu così denso e carico che non rappresenta la nostra atmosfera terrestre bensì uno spazio siderale più ampio e vasto da contenere tutto l’universo. E sul confine tra terra e cielo, o tra mondo ed universo, stanno compiendo la loro danza le cinque figure. La loro danza può essere vista come allegoria della vita umana, fatta di un movimento continuo in cui la tensione è sempre tesa all’unione con gli altri. E tutto ciò avviene sul confine del mondo Sintesi tra contenuto e forma. Le figure, che vogliono rappresentare una mitica età dell'oro, sono ridotte all'essenziale e trasmettono allo spettatore energia, tensione dinamica nella posa arcuata e gioia di vivere come metafora della danza stessa.

Espressionismo Fauves Die Brucke Atmosfere mediterranee, solari, esprimono la gioia di vivere. Contesto storico positivo e sereno. Linee nette ondulate Soggetti: persone, paesaggi, interni, il tema ha poca importanza in quanto il protagonista è il colore. atmosfere fosche e contenuti drammatici Contesto storico amaro caratterizzato dalla guerra, da contraddizioni politiche, perdita di valori e ideali, lotta di classe. Linee spezzate, marcate, dure. Temi sociali e drammatici.

Espressionismo tedesco. Dresda 1905 DIE BRUCKE Sebbene il loro nome si ispirasse ad un passaggio tratto da Così parlò Zarathustra di Friedrich Nietzsche in cui si parlava del potenziale dell’umanità di rappresentare gradualmente un "ponte" verso un futuro più perfetto (Übermensch - Il superuomo), i membri di Die Brücke puntarono invece a creare un ‘ponte’ tra la tradizionale pittura neoromantica tedesca e la nuova pittura espressionista moderna. Questo periodo è stato influenzato dal romanticismo italiano, dalla cultura gotica e barocca Espressionismo tedesco. Dresda 1905

Caratteristiche: Il gruppo Die Brücke voleva porsi come un ponte tra vecchio e nuovo, contrapponendo all‘800 realista e impressionista un 900 espressionista e antinaturalista. La natura dell’espressionismo, inteso come proiezione immediata e scomposta di sentimenti e stati d’animo estremamente soggettivi, è ricca di contenuti sociali, di spunti dialettici, di drammatica testimonianza della realtà. I soggetti della loro pittura sono omogenei come: la realtà metropolitana, nudi nel paesaggio, gruppi di ballerini e scene da circo. Atmosfere cupe. Le loro opere sono caratterizzate da una pittura veloce, colori violenti e linee di contorno particolarmente marcate. Le forme sono spigolose, linee spezzate. Sovente gli oggetti e le figure rappresentate vengono intenzionalmente deformate: ogni soggetto riflette nel pittore delle emozioni, ed è per questo che non può essere una mera rappresentazione della realtà. Colori accesi che stridono fra loro. Uso di una tavolozza dai colori acidi e freddi. Tutto – colore, linee, composizione, sintesi delle forme- concorrono a creare una tensione emotiva legata ad un’ironia sottile, dolorosa e a volte macabra. Poetica del brutto. Pittura di superficie. Rifiuto della prospettiva e del chiaro-scuro.

Ernst Ludwing Kirchner Cinque donne per la strada- 1913- olio su tela- 120x91- Colonia. Kirchner (1880-1938) è il rappresentante più importante della prima fase dell’espressionismo in Germania. Egli è tra i fondatori nel 1905 del gruppo Die Brücke Portarono alle estreme conseguenze l'ideologia romantica, affermando la priorità della coscienza soggettiva e la necessità dell' artista di liberare senza mediazioni il "grido originario" in polemica con una concezione classica del fare artistico . Appiattimento e schematizzazione del colore e delle forme; insistenza di linee rette e di angoli invece che di linee curve, sensazione di contrazione e di tensione. Il quadro non ha una spazialità ben definita, benché le cinque donne, nel loro disporsi in angolazioni diversificate, riescono a disegnare un cerchio approssimativo. La gamma cromatica è molto ridotta, dominando nettamente le tonalità del verde, da cui si stacca solo il nero che costruisce e separa dall’ambiente le cinque figure. Una pittura quindi volutamente semplificata. l'indeterminatezza dei tratti fisionomici impedisce alle forme di tradursi in messaggio. 

EDVARD MUNCH 1863- 1944 Edvard Munch è il pittore dell'angoscia: gli unici temi che lo interessano sono la passione, la vita e la morte. Frequenta l'Accademia di belle arti di Oslo. Le angosce e i disagi esistenziali dell'artista, provato fin da piccolo da numerosi lutti familiari, vengono espressi mediante l'uso di colori violenti e irreali, linee sinuose e continue, immagini deformate, consumate dal tormento interiore. L'artista ha una visione della realtà profondamente permeata dal senso incombente e angoscioso della morte. In quest'ottica anche l'amore è visto come l'affiorare di un'animalità primitiva e insopprimibile e la voglia di annullarsi uno nell'altro viene ancora una volta letta come espressione di morte. L'utilizzo del rosso, soprattutto, è dovuto alla lunga permanenza dell'artista al capezzale della sorella, malata di tubercolosi. Un trauma che influenzerà molto spesso le scelte tonali dei suoi dipinti. Le radici dell’arte di Munch sono più letterarie che figurative. E’ suggestionato dalla filosofia esistenzialista di Kierkegaard, Nietzsche. E dall’intricato allegorismo di Gauguin. Munch intende porre a nudo, in modo crudo e drammatico l’interiorità più segreta dell’uomo. Esprime con colori a volte forzati e composizioni solidamente costruite, emozioni umane come la gelosia, la paura, la malattia, la solitudine. Immaginazioni contorte; ossessioni funebri ed erotiche; uso costante di linee ondulate, colori accesi, infuocati

Per Edvard Munch la pittura è un esercizio metafisico e morale, tanto che nel 1889 scrive nel suo diario: «Non si possono ritrarre eternamente  donne che lavorano a maglia e uomini intenti alla lettura; voglio rappresentare esseri che respirano, provano sentimenti, amano e soffrono. Lo spettatore deve prendere coscienza di ciò che di sacro vi è in loro, per poi scoprirsi il capo davanti a essi come fosse in chiesa».

L’ URLO o GRIDO 1893- OLIO, TEMPERA E PASTELLI SU CARTONE- 91X73- OSLO L'urlo e' il piu' celebre quadro di Munch ed, in assoluto, uno dei piu' famosi dell'espressionismo nordico. In esso e' condensato tutto il rapporto angoscioso che l'artista Munch avverte nei confronti della vita. Lo spunto del quadro l'urlo lo troviamo descritto nel suo diario: Camminavo lungo la strada con due amici quando il sole tramonto‘ il cielo si tinse all'improvviso di rosso sangue, mi fermai, mi appoggiai stanco morto a un recinto sul fiordo nerazzurro e sulla citta' c'erano sangue e lingue di fuoco i miei amici continuavano a amminare e io tremavo ancora di paura e sentivo che un grande urlo infinito pervadeva la natura.

SERA NEL CORSO KARL JOHANN 1892- OLIO SU TELA, 84X121- BERGEN Soggetto: passeggiata serale nella principale arteria di Oslo, centro animato e pulsante della vita economica e politica della città. Il passeggio per la via principale della città è visto come una processione di spettri in abiti alla moda. Feroce attacco alla borghesia e alle sue vuote ritualità, nelle quali è coinvolto anche il parlamento, l’edificio a destra. Tutte le fisionomie sono stravolte, hanno gli sguardi fissi, le teste ricordano dei teschi, hanno anche un colore bianco-giallastro, i corpi sembrano dei fantocci. Sembrano venire avanti inesorabilmente, come degli automi telecomandati, senza espressione, senza vita, senza umanità. Sulla destra la figura nera che cammina in direzione opposta. Eppure nonostante l'aspetto esile, - sembra un'ombra, non si vede il volto - ha un  aspetto pù umano, non è un essere svuotato e mostruoso come quelli in primo piano. Cammina, da solo, in silenzio va per la sua strada, sembra avere una volontà, una meta. E' la metafora della libertà e dell'artista, che procede controcorrente e non viene compreso dalla società (mostruosa).

PUBERTA’ 1893- OLIO SU TELA- 149X112- OSLO Soggetto: adolescente nuda seduta su un letto appena rifatto, simbolo di una verginità ancora intatta. L'espressione assorta, la posa protettiva, il nudo, rinviano a una metafora erotica della paura di questa bambina del suo destino di donna. È una composizione essenziale, ma c'è un forte senso di squallore e di inquietudine, come un presentimento di qualcosa di molto spiacevole che sta per succedere. Si coglie il senso di solitudine e abbndono, il timore di traovarsi piccoli, inermi davanti alla vita e al suo rovescio: la morte. Questo è dovuto dal contrasto tra la figura delicata, fragile della ragazzina immobile e l'ombra nera, incombente, che sembra uscire da lei e ondeggiare minacciosamente. Nell'opera di Munch c'è spesso questa componente negativa che  è la morte, e che sembra voler rovinare anche le cose più belle, come l'infanzia,  la gioventù, la vita.

‘’Dopo aver acceso la lampada vedo improvvisamente la mia ombra enorme che va dalla parete fino al soffitto. E nel grande specchio sopra la stufa vedo me stesso, il mio stesso volto spettrale. E vivo con i morti- con mia madre, mia sorella, mio nonno e mio padre- soprattutto con lui. Tutti i ricordi, le più piccole cose, vengono alla superficie…’’