Salute e sicurezza sul lavoro e Piani di Sviluppo Rurale e Piano d'Azione Nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari Mario Fargnoli www.politicheagricole.it
Il Piano d'Azione Nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari La necessità di garantire uno sviluppo sostenibile alla nostra società sta caratterizzando le attività di tutti i settori produttivi, accrescendo sempre di più la consapevolezza dei consumatori di beni e servizi sulle tematiche ambientali. Il merito di questa rinnovata coscienza ecologica è da attribuire anche all’azione costante del legislatore europeo, che attraverso il VI Programma di Azione per l’Ambiente (2002-2012) ha cercato di prendere in considerazione e normare tutti gli aspetti legati alla protezione dell’ambiente e allo sviluppo sostenibile al fine di garantire una base comune per tutti i Paesi membri. In quest’ambito si colloca anche l’azione promossa in materia di uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, che rientra tra le strategie promosse dal piano.
Da questa strategia tematica nasce la direttiva 2009/128/CE del 21 ottobre 2009, che istituisce un quadro per l’azione comunitaria ai fini dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi, recentemente attuata in Italia con il decreto legislativo 14 agosto 2012, n. 150.
Il D.Lgs. 150/2012 non introduce una nuova disciplina in materia di uso di prodotti fitosanitari (già oggetto di precedenti atti legislativi, quali p.es. il D.P.R. 290/2001), ma la riorganizza secondo un approccio olistico improntato alla definizione degli obiettivi minimi che devono essere garantiti in tutti settori che direttamente o indirettamente afferiscono all’uso di prodotti fitosanitari in azienda. Il quadro generale delineato dal nuovo decreto coinvolge differenti discipline, che vanno dalle pratiche agronomiche ambientali (p.es. Condizionalità), alla sicurezza sul lavoro (leggi D.Lgs. 81/2008), alla sicurezza delle macchine (cd. Direttiva Macchine), alla tutela delle acque (con riferimento alla direttiva 2000/60/CE), ecc. L’attuazione spetta al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, e al Ministero della salute, nonché alle Regioni e Province autonome per quanto di loro competenza.
d.lgs. 150/2012 La struttura del decreto riprende, per quanto possibile, lo schema della direttiva 2009/128//CE attraverso un breve articolato, corredato da tre allegati. Definiti i risultati attesi (art. 1) e gli strumenti attraverso cui raggiungerli (artt. 7-21), le modalità di intervento che devono essere implementate sono rimandate alla predisposizione di un Piano d’azione nazionale (cd. PAN) per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (art. 6), che ha il compito di definire gli obiettivi, le misure, le modalità e i tempi per la riduzione dei rischi e degli impatti dell'utilizzo dei prodotti fitosanitari sulla salute umana, sull'ambiente e sulla biodiversità. Lo schema proposto per l’applicazione di tali principi segue un approccio di tipo gestionale, prevedendo un sistema di verifica e controllo dell’attuazione attraverso la definizione di una serie di indicatori di valutazione (art. 22, comma 1) da individuare nell’ambito del PAN, che si accordano con gli “indicatori di rischio armonizzati” (art. 22, comma 2) già previsti dalla direttiva.
d.lgs. 150/2012 Appare lecito affermare che lo schema del decreto ricalca il modello PDCA (Plan-Do-Check-Act,) che garantisce un processo di miglioramento continuo attraverso le attività di: Pianificazione (attraverso il PAN); Attuazione (implementazione degli Strumenti); Controllo (verifica degli indicatori e monitoraggio dei dati); Riesame (attività del Consiglio tecnico-scientifico). Prescrizioni Obblighi Obiettivi L’art. 1 definisce gli obiettivi generali del decreto, ovvero: ridurre i rischi e gli impatti sulla salute umana, sull'ambiente e sulla biodiversità; promuovere l'applicazione della difesa integrata e di approcci alternativi o metodi non chimici. Obbligo per l’Italia di dimostrare i miglioramenti dovuti all’attuazione della direttiva.
d.lgs. 150/2012 Prescrizioni Obblighi Strumenti Formazione (art. 7) per gli utilizzatori professionali, i distributori e i consulenti Certificato di abilitazione: per la vendita e l’attività di consulenza (art. 8); per l’acquisto e l’utilizzo (art. 9). Prescrizioni per la vendita dei prodotti fitosanitari (art. 10) Obblighi di verifica per i venditori e di etichettatura dei prodotti anche nel caso di utilizzatori non professionali. Informazione e sensibilizzazione (art. 11) Le amministrazioni competenti devono predisporre piani di informazione e sensibilizzazione della popolazione sui rischi legati all’uso dei prodotti fitosanitari e sui possibili effetti che per la salute umana e l’ambiente. Controlli delle attrezzature per l’applicazione dei prodotti fitosanitari (art. 12) Certificato di controllo funzionale periodico per tutte le attrezzature impiegate per uso professionale rilasciato da appositi Centri abilitati dalle Regioni e Province autonome. Irrorazione aerea (art. 13) Divieto dell’irrorazione aerea: deroghe sono previste in casi speciali previa specifica autorizzazione da parte delle Regioni e Province autonome. Tutela dell’ambiente acquatico (art. 14) e di aree specifiche (art. 15) Specifiche misure, basate sui principi di precauzione e prevenzione, sono previste in aggiunta alla normativa già vigente in materia (es. D.Lgs. 152/2006) per: la tutela dell’ambiente acquatico e delle fonti di approvvigionamento di acqua potabile; la tutela di zone specifiche del territorio che necessitano di maggiore protezione (es. Parchi, zone Natura 2000, ecc.). Misure per la raccolta di dati di produzione, vendita e utilizzazione (art. 16) Predisposizione e utilizzo di specifici sistemi per la raccolta di informazioni sulla distribuzione e l’uso dei prodotti fitosanitari per: commercianti e rivenditori (schede informative); acquirenti e utilizzatori (registro dei trattamenti). Manipolazione e stoccaggio dei prodotti fitosanitari e trattamento degli imballaggi (art. 17) Specifiche misure sono previste per gli utilizzatori e i distributori, in aggiunta alla normativa già vigente in materia (es. D.Lgs. 81/2008 e D.Lgs. 152/2006) per la tutela della saluta e della sicurezza dei lavoratori, nonché per la corretta gestione di rimanenze e rifiuti. Pratiche agronomiche a basso impatto ambientale (art. 18) Obbligo di attuazione di della difesa integrata obbligatoria (art. 19) e promozione anche attraverso incentivi di pratiche agronomi che garantiscono un livello di protezione superiore, quali la difesa integrata volontaria (art. 21) e l’agricoltura biologica (art. 22).
d.lgs. 150/2012 Prescrizioni Obblighi Modalità operative Piano d’azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti (art. 6) Un apposito comitato di esperti deve predisporre un piano per l’attuazione delle misure previste dal decreto, definendo: obiettivi, misure, modalità e tempi per la riduzione dei rischi e degli impatti dell'utilizzo dei prodotti fitosanitari; modalità per la promozione, lo sviluppo e l'introduzione della difesa integrata e di metodi di produzione o tecniche di difesa alternativi, al fine di ridurre la dipendenza dai prodotti fitosanitari. Controllo Consiglio tecnico scientifico (art. 5), Indicatori (art. 22), Controlli (art. 23) e Sanzioni (art. 24). Le misure del PAN, la loro attuazione e la verifica del raggiungimento degli obiettivi sono regolati attraverso un sistema che prevede sia l’istituzione di un Consiglio tecnico scientifico a livello nazionale, che la predisposizione di attività di ispezione e controllo da parte delle Regioni e Province autonome.
d.lgs. 150/2012 Quale aspetto più innovativo vi è l’ampia portata di queste disposizioni, che coinvolgono trasversalmente tutti gli operatori del settore, rafforzando, se possibile, anche l’applicazione di norme già vigenti in materia di tutela dell’ambiente e sicurezza sul lavoro. Sebbene le recenti statistiche di settore evidenzino una riduzione progressiva nel consumo di prodotti fitosanitari, l’uso di tali prodotti nelle aziende agricole rimane comunque molto diffuso. L’impatto del decreto risulta essere ricco di implicazioni per tutti i portatori d’interesse e sicuramente di complessa applicazione. Non sfugge la necessità di dover disporre di un significativo investimento di risorse anche finanziarie per l’implementazione di tutte le misure previste. Iniziative già da tempo intraprese dal Mipaaf per la promozione di pratiche agronomiche sostenibili, l’attuazione delle misure agro ambientali nell’ambito dei programmi di sviluppo rurale, la promozione della cultura della sicurezza sul lavoro, che costituiscono sicuramente una utile esperienza per l’implementazione delle nuove disposizioni anche in conformità con la futura PAC.
OBIETTIVI EMANAZIONE DI UN DOCUMENTO CONDIVISO DA TUTTE LE PARTI INTERESSATE. POSSIBILITA’ DI INDIVIDUARE FORME DI SUPPORTO PER GLI AGRICOLTORI ATTRAVERSO LE MISURE DI SOSTEGNO ALLO SVILUPPO RURALE. PROMOZIONE DI ATTIVITA’ DI FORMAZIONE E INFORMAZIONE RIVOLTE SOPRATTUTTO AI GIOVANI IMPRENDITORI AGRICOLI. SVILUPPO DI LINEE GUIDA/BUONE PRASSI CHE POSSANO INTEGRARE LE INDICAZIONI DEL PAN NEL RISPETTO DELLE DISCIPLINE CORRELATE, IN PRIMIS SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO, E CONDIZIONALITA’ AGRO- AMBIENTALE.
Grazie per l’attenzione! ing. Mario Fargnoli Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali Direzione generale dello sviluppo rurale Ufficio DISR III via XX Settembre, 20 - 00187 Roma Tel +39 06 4665 5168 - Fax +39 06 4881 707 e-mail: m.fargnoli@mpaaf.gov.it