LEIBNIZ A cura di Manuela Santonocito START.

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LEIBNIZ A cura di Manuela Santonocito START

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LEIBNIZ La vita Le Opere Dio Riepilogo presentazione L’universo monadistico Le Opere

Principio di ragione sufficiente Identità degli indiscernibili Clicca sullo schermo Armonia prestabilita Verità di ragione Gerarchia di monadi Verità di fatto Dio Principio di ragione sufficiente Identità degli indiscernibili

L’ordine contingente del mondo La dottrina di Leibniz non vede nel mondo un prodotto necessario ma contingente, ovvero una libera creazione di Dio, in grado di salvaguardare anche la libertà umana “ …Dio non fa nulla fuori dell’ordine. Così ciò che sembra straordinario lo è solo in relazione a qualche ordine particolare stabilito per le creature.[…] Infatti, supponiamo per esempio, che qualcuno getti a caso una quantità di punti su di un foglio: io sostengo che è possibile trovare una linea geometrica la cui nozione sia ostante ed uniforme secondo una certa regola, in modo che questa linea passi per tutti quei punti e secondo il medesimo ordine in cui la mano li aveva segnati. […] Perciò si può dire che, in qualunque maniera Dio avesse creato il mondo, esso sarebbe stato sempre regolare e conforme a un ordine generale. Ma Dio ha scelto l’ordine più perfetto…” ( Discorso di metafisica, 1686)

Ordine Dio e i del mondo mondi possibili Dalla concezione di Dio derivano due problematiche della filosofia di Leibniz: Ordine del mondo Dio e i mondi possibili

Dio e i mondi possibili Secondo Leibniz, Dio crea il mondo scegliendo, tra infinite possibilità, quello migliore e garantisce l'armonia governando le interazioni tra le monadi. Questa teoria ottimistica è relativa in quanto si rende perfettamente conto che il nostro mondo non è il migliore dei mondi in assoluto ma, per l’appunto, è solo il migliore dei mondi possibili : esso non manca di imperfezioni, ma per eliminarle Dio avrebbe dovuto scegliere un altro mondo che, tuttavia, nella globale considerazione, avrebbe presentato una quantità maggiore di male. Indietro Avanti

Verità di ragione e verità di fatto Risolvendo il problema della scelta del mondo migliore, Leibniz effettua una distinzione tra necessario (tutto ciò il cui opposto implica una contraddizione) e contingente (tutto ciò il cui contrario non implica contraddizione) e introduce due principi che si basano su questa distinzione: le verità di fatto e le verità di ragione. Definizioni Schema Indietro

Definizioni Verità di fatto = Verità di ragione = Sono quelle verità contingenti che concernono la realtà e che non sono fondate sui principi di identità e di non-contraddizione (il che vuol dire che il loro contrario è sempre possibile) ma su quello di ragione sufficiente. Es: Oggi piove,domani potrebbe essere una bella giornata Sono quelle verità assolutamente necessarie che riguardano il mondo della logica. Esse si basano sui principi di identità (ripetono sempre la stessa cosa senza insegnarci nulla) e di non-contraddizione (cioè il loro contrario è impossibile). Es: Il triangolo ha tre lati. Verità di ragione =

VERITA’ DI FATTO VERITA’ DI RAGIONE Concernono il mondo della Realtà Logica Hanno la caratteristica di essere Contingenti Necessarie Si basano sui principi di Identità e Non-contraddizione Ragione sufficiente Indietro

Principio di ragione sufficiente “ …è quello in virtù del quale consideriamo che nessun fatto può essere vero o esistente senza che vi sia una ragione sufficiente perché sia così e non altrimenti…” ( I Principi della filosofia o monadologia ) Indietro

“La monade,della quale parleremo,non è altro che una sostanza semplice,che entra nei composti; semplice,cioè, senza parti;…e debbono esserci sostanze semplici,perché ve ne sono di composte; il composto non è altro che un ammasso o aggregatum di semplici…” (I Principi della monadologia ) Le caratteristiche della monade I rapporti fra le monadi

I rapporti tra le monadi Leibniz si pone il problema della comunicazione reciproca fra le monadi che costituiscono l’universo. Tutte le monadi,infatti, sono senza finestre, cioè senza possibilità di comunicare direttamente l’una con l’altra ma, nello stesso tempo, ognuna è legata all’altra perché ognuna è un aspetto del mondo, cioè una rappresentazione più o meno chiara di tutte le altre monadi. Le monadi sono come tante diverse vedute di una medesima città e come tali si accordano insieme a costituire la veduta totale e complessiva dell’universo, che si trova riassunta nella monade suprema che è Dio. Leibniz distingue tre possibili soluzioni di questo problema. SCHEMA

Orologi che si Influenzano a vicenda Intervento dall’esterno Influenza reciproca Orologi che si Influenzano a vicenda Il problema dell’accordo reciproco fra le monadi può essere risolto ipotizzando Intervento continuo di un orologiaio Intervento dall’esterno Armonia prestabilita Orologi costruiti in modo da garantire una perfetta sincronia

Armonia prestabilita “ Due orologi sono stati costruiti con tanta arte e perfezione da essere sempre d’accordo per il futuro “ Scartate le prime due soluzioni non rimane, secondo Leibniz, che quella dell’armonia prestabilita: due orologi, pur non essendo indipendenti fra di loro e pur non avendo bisogno di una regolazione continua, sono stati costruiti in modo così perfetto che il loro accordo sia garantito sin dall’inizio. Secondo questa dottrina, quindi, l’accordo fra le monadi è stato predisposto da Dio sin dall’eternità, in modo che le modificazioni interne di ciascuna monade corrispondano perfettamente alle modificazioni di tutte le altre monadi. Indietro

Assistenza “ La concordanza fra due orologi può avvenire perché un orologiaio regola continuamente i loro movimenti, cercando di farli corrispondere a vicenda “ La seconda maniera di spiegare l’accordo è quella dell’assistenza, che è propria della teoria occasionalista: due orologi possono essere tenuti in armonia da un abile operaio (Dio) che provveda ad essi in ogni istante. Questa dottrina richiede che Dio agisca di continuo sulle monadi affinché si adeguino agli eventi che hanno luogo in quel determinato istante. Leibniz non accetta, quindi, neanche questa teoria. Indietro

Influenza reciproca “La concordanza fra due orologi può avvenire perché l’uno influisce sull’altro” Il primo modo per spiegare l’accordo fra due monadi è quello di ammettere l’influenza reciproca dell’una sull’altra. Leibniz no può accettare questa dottrina che urta contro l’incomunicabilità delle monadi e la loro impossibilità di influenzarsi a vicenda. Indietro

Le caratteristiche della monade Centri di forza e Atomi immateriali Diverse le une dalle altre Dio Le monadi sono Autonome Specchi dell’universo Centri di vita psichica

Dio e la gerarchia delle monadi Abbiamo visto, quindi, che l’universo è costituito da un’infinità di monadi che hanno qualità diverse tra loro e si dispongono secondo un determinato ordine,formando una scala gerarchica. La gerarchia delle monadi, conseguenza del principio degli indiscernibili, è in funzione dei gradi di perfezione delle singole monadi, che dipendono a loro volta dai gradi delle loro percezioni, cioè dalla loro maggiore o minore chiarezza con cui percepiscono l’universo. Al vertice della gerarchia vi è Dio, monade suprema, onnisciente e creante, che possiede una conoscenza totale e perfettamente chiara dell’universo. Indietro Avanti

Gerarchia delle monadi Immaginiamo le monadi come tante stelle, ogni punta delle quali rappresenta un’imperfezione;le monadi con più imperfezioni occuperanno i posti più bassi della gerarchia. Più si discende e più ci si avvicina al male inteso come mancanza di perfezione. Dio Clicca sullo schermo Indietro Male

In quanto attività rappresentativa, ogni monade si può immaginare come uno <<specchio vivente>> dell’universo. Ognuna lo riproduce da un proprio punto di vista, come un paesaggio osservato da diverse angolazioni: “ …come una medesima città, guardata da punti differenti, sembra tutt’altra e come moltiplicata secondo le prospettive, così accade, analogamente, che, per la molteplicità infinita delle sostanze semplici, vi sono come altrettanti universi che però non sono che le prospettive d’un unico universo, secondo i diversi punti di vista di ciascuna monade..” ( I Principi ) Torna indietro Avanti

Immaginiamo che questo parallelepipedo sia la nostra città: lo stesso oggetto è osservato da due prospettive diverse, ma ciò non significa che i due parallelepipedi siano diversi. 1 1 Osservatore Torna indietro

Centri di vita psichica Percezione e Appetizione Appercezione Indietro

monade che si rappresenta Appercezione Con questo termine Leibniz intende la consapevolezza delle proprie percezioni. È opportuno fare una distinzione tra la percezione e l’appercezione: Percezione Stato interiore della monade che si rappresenta le cose esterne Appartengono anche agli animali e alle piante Appercezione Conoscenza riflessa dello stato interno Appartiene alla monade più elevata: l’anima umana Clicca sullo schermo

Percezione e Appetizione Dire che la monade è un centro attivo di rappresentazioni significa dire che essa è costituita a somiglianza della nostra anima e consta di quelle due attività fondamentali che sono la percezione (ovvero la rappresentazione, nel semplice, del composto o di ciò che è esterno) e l’appetizione (il tendere da una percezione ad un’altra): “ Una monade non può essere distinta da un’altra che per le qualità ed azioni interne, le quali non possono essere altro che le sue percezioni; e le sue appetizioni, che costituiscono i principi del cambiamento” (Principi della natura e della grazia fondati sulla ragione) Indietro

In quanto sostanze semplici e immateriali, cioè prive di parti, le monadi sono dotate di vita propria e di interna perfezione e finalità, non possono influenzarsi a vicenda, ma sussistono come altrettanti mondi chiusi, sprovvisti di finestre sull’esterno: “…non c’è un mezzo per spiegare come una monade possa essere alterata o modificata nella sua interiorità da qualche altra creatura, non essendovi in essa nulla da trasportare, né potendosi concepire in essa alcun movimento interno che vi possa essere suscitato […] come accade nei composti, nei composti nei quali c’è mutamento tra le parti. Le monadi non hanno finestre, attraverso le quali qualcosa possa entrare o uscire” ( I Principi ) Torna indietro Avanti

Posta l’autosufficienza e l’incomunicabilità delle monadi, l’universo può essere presente ad ognuna di esse solo in maniera ideale, cioè sotto forma di percezione o rappresentazione, che è l’unico modo in cui una molteplicità può essere presente in un’unità semplice ed immateriale. Monade Expressio multorum In uno Torna indietro

Ogni monade è diversa dall’altra: non vi sono in natura due esseri perfettamente uguali, cioè che non siano caratterizzati da una differenza interiore. Questo principio, che Leibniz chiama della identità degli indiscernibili, giustifica due dottrine essenziali del suo sistema: l’individualità di ciascuna sostanza e la varietà infinita del creato.A proposito del primo punto egli scrive: “ Il principio di individuazione si riduce, negli individui, al principio di distinzione…Se due individui fossero del tutto simili e uguali e, in una parola, indistinguibili di per se stessi, non si avrebbe principio di individuazione, ed oso dire che non ci sarebbe, posta quella condizione, alcuna distinzione individuale o differenza d’individui…” ( Nuovi Saggi ) Identità degli indiscernibili Individualità Varietà Torna indietro

Per monadi Leibniz intende quei centri immateriali di forza che costituiscono gli elementi di base della realtà. La monade è un atomo spitituale, una sostanza semplice, senza parti, quindi priva di estensione e indivisibile. Come tale, la monade non si può disgregare ed è eterna: soltanto Dio può crearla o annullarla. Ogni monade, in virtù del principio delle identità degli indiscernibili, è diversa dalle altre. Monadi Atomi immateriali Semplici Indivisibili Inestesi Torna indietro

La vita Gottfried Wilhelm Leibniz nacque a Lipsia il 21 giugno 1646. Si laureò in giurisprudenza ad Altdorf presso Norimberga dove si affiliò alla società alchimistica dei Rosacroce nella quale potè iniziarsi alla ricerca naturalistica. Nella stessa città fece la conoscenza del barone di Boineburg,tramite il quale divenne consigliere del principe elettore di Magonza. In questa carica compose vari scritti politici e giuridici; inoltre si occupava di logica e di fisica e pubblicava i primi scritti. Nel 1672 fu inviato a Parigi al seguito di una missione diplomatica che doveva distogliere il re Luigi X!V dalla progettata invasione dell’Olanda,invogliandolo alla conquista dell’Egitto. A Parigi venne in contatto con gli uomini più famosi del tempo, si occupò di matematica e di fisica e approfondì la sua conoscenza della filosofia cartesiana. Nel 1676 scopre il calcolo integrale che però rese pubblico soltanto nel 1684 negli Acta eruditorum. Il calcolo integrale era già stato scoperto una decina di anni prima da Newton; ma Leibniz giunse alla sua scoperta indipendentemente da lui e la formulò in modo da renderla più feconda, rendendone possibile una più rapida e comoda applicazione. Nel 1676 Leibniz diventa bibliotecario del duca di Hannover Giovanni Federico di Lüneburg,fa un lungo viaggio durato tre anni in Germania e in Italia.Egli era fautore della riunione della Chiesa protestante con la cattolica e lavorò lungamente a questo progetto che si rivelò utopistico. Lavorò inoltre intensamente all’organizzazione delle scienze in tutta l’Europa; e nel 1700 fondò a Berlino l’Accademia prussiana delle scienze, sul modello delle società di Parigi e di Londra. Morì ad Hannover il 14 novembre 1716. Torna indietro

Le Opere Leibniz fu un uomo di vasti e grandiosi progetti e si applicò alla soluzione dei più diversi problemi. I suoi scritti concernono la giurisprudenza, la politica, la storia, la teologia, la matematica e la fisica. Non ha lasciato opere sistematiche. Delle sue opere filosofiche più notevoli, tutte scritte in francese, soltanto l’ultima fu pubblicata: Discorso di metafisica 1686 Nuovo sistema della natura e della comunicazione delle sostanze Principi della natura e della grazia fondati sulla ragione Monadologia Nuovi saggi sull’intelletto umano Saggio di teodicea 1710 Torna indietro