Settore primario e secondario

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Transcript della presentazione:

Settore primario e secondario L’ECONOMIA EUROPEA Settore primario e secondario

L’Europa del lavoro Settori dell’economia Popolazione attiva PIL in Europa

I settori dell’economia Primario: attività che ricavano risorse dall’ambiente (agricoltura, allevamento, pesca, estrazione dei minerali) Secondario: trasformazione delle materie prime in prodotti finiti, chiamato anche settore manifatturiero (artigianato, industria, lavorazione dei minerali, produzione di elettricità) Terziario: tutti i servizi (trasporti, commercio, comunicazioni, turismo, banche, istruzione, sanità)

Popolazione attiva Popolazione attiva: occupati, disoccupati in cerca di lavoro. Popolazione non attiva: bambini e ragazzi, anziani, disabili, chi è in età da lavoro ma non lo cerca (studenti universitari, casalinghe). Lavoratori autonomi: organizzano da soli la propria attività (negozianti e liberi professionisti come avvocati, notai, architetti). Lavoratori dipendenti: sono assunti da qualcuno e ricevono un salario (operai) o uno stipendio (impiegati). Possono essere dipendenti pubblici (lavorano per lo stato) o dipendenti privati. Lavoratori in nero: non hanno un regolare contratto, perciò possono essere licenziati in qualsiasi momento.

POPOLAZIONE ATTIVA E PENSIONATI IN ITALIA I grafici a torta paragonano la popolazione attiva (distinta in donne e uomini) e le pensioni erogate in Italia dal 1910 al 2013. Come è evidente, il numero di pensioni è cresciuto moltissimo negli ultimi decenni.

Il lavoro in Italia Nelle economie sviluppate, gli addetti nel settore primario sono molto meno degli addetti nell’industria e nel terziario. Italia: - inizi ‘900: paese agricolo. - 1950-1970: sviluppo industriale - dagli anni ‘70: sviluppo del terziario (necessari meno addetti all’industria grazie allo sviluppo delle tecnologie). - oggi: 4% primario, 30,1% secondario, 65,9% terziario

I settori dell’economia in Italia dal 1861 al 2010

Il PIL (Prodotto Interno Lordo) PIL = tutta la ricchezza prodotta da un paese nei vari settori economici in un anno. Si misura in dollari. PIL pro capite = Pil diviso per il numero di abitanti (cioè, quanta ricchezza in teoria ogni cittadino potrebbe avere a disposizione). Servono per valutare la ricchezza di un paese. Per capire se un’economia sta crescendo, occorre paragonare il PIL dell’anno in corso con il PIL dell’anno precedente.

PIL pro capite delle regioni italiane (2011)

La situazione economica dell’Europa Nazione con il PIL più alto: Germania. Anche Italia, Francia e Gran Bretagna hanno economie ricche. Europa Occidentale: una delle aree più ricche del mondo. Europa Orientale: economia più arretrata (vedere tabella sul libro) Causa della disparità: regimi comunisti che hanno governato i paesi dell’Est europeo nella seconda metà del ‘900. Terre, industrie e miniere erano tutte di proprietà dello stato, che prendeva ogni decisione in campo economico. Cittadini privati della libertà. Ora questo divario si sta colmando (crescita annua dei paesi dell’Est Europa maggiore di quella dei paesi occidentali).

Settore primario Paesaggi rurali e prodotti dell’agricoltura Allevamento Pesca Risorse minerarie

Il paesaggio rurale L’uomo, fin dal Neolitico, ha modificato il paesaggio per poter coltivare: - piante da coltivare al posto di quelle spontanee - deviazione di corsi d’acqua per fare canali - terrazzamenti - uso di concimi  dal paesaggio naturale al paesaggio rurale (dal latino rus = campagna) IV millennio a.C: dal Medio Oriente l’agricoltura arriva in Europa (cereali, legumi, olivo). Greci e romani: introduzione di vite e alberi da frutto.

I paesaggi agrari europei Fattori che influenzano le colture: clima, altitudine, natura del suolo. Paesaggi agrari europei: - paesaggio delle foreste: Penisola Scandinava e nord della Russia. - paesaggio dei pascoli: Isole Britanniche, coste sul Mare del Nord e sul Mar Baltico. Clima atlantico  pascoli allevamento - paesaggio dei cereali: Europa centrale e orientale. Clima continentale. - paesaggio mediterraneo: Italia, sud della Spagna, Grecia. Le zone attorno al Circolo Polare Artico e di alta montagna sono improduttive.

Caratteristiche dell’agricoltura europea Circa il 70% del territorio europeo è coltivato o coperto da boschi. Uso intensivo del suolo: tenere il terreno sempre coltivato e utilizzare tecniche moderne per ottenere la maggior produttività. Meccanizzazione  la manodopera agricola è solo il 10% del totale dei lavoratori (meno del 5 % nei paesi UE). Uso di fertilizzanti  aumenta la produttività ma causa inquinamento.

Prodotti dell’Europa agraria Zona delle foreste: legname per cartiere e mobilifici. Zona dei pascoli: allevamento soprattutto di bovini  produzione di carne e derivati del latte. Nelle aree coltivate: patate, luppolo, qualche cereale. Zona dei cereali: grano (nelle aree centro- occidentali)/ orzo, avena e segale (nelle aree più settentrionali/ mais (nelle aree più meridionali). Ai cereali si affiancano le piante industriali, cioè barbabietola da zucchero, tabacco, girasole, soia. Zona mediterranea: grano duro, ulivo, vite, frutta, a volte fiori.

Agricoltura in Italia Piccole o medie aziende. Agricoltura non del tutto meccanizzata. Prodotti principali: cereali, ortaggi e frutta, piante mediterranee (vite, olivo, agrumi). Alcune regioni sono specializzate in determinati prodotti, noti in tutto il mondo. Esempi: pomodori della Campania, carciofi della Sardegna, mele del Trentino.

Allevamento in Europa Bovini: Europa nordoccidentale (Inghilterra, Francia, Paesi Bassi, Danimarca, Pianura Padana). Allevamento pastorale, cioè all’aperto, oppure allevamento intensivo, cioè in stalla. Quest’ultimo è diffuso soprattutto nelle zone umide, come la Pianura Padana, dove si hanno più tagli di foraggio durante l’anno. Ovini: regioni montuose, paesi mediterranei. Suini: un po’ ovunque, ma soprattutto in Europa centrale. Cavalli: nella pianura ungherese. Renne: nella tundra dei paesi scandinavi. Risultati buoni: il 35 % del latte e il 20% della carne suina consumati nel mondo provengono dall’Europa.

Allevamento in Italia Bovini: nord Italia (c’è molto foraggio) Suini: bassa Pianura Padana Ovini e caprini: centro-sud, in particolare in Sardegna (40% degli ovini in Italia). Italia 3° paese produttore di formaggi (dopo Francia e Germania), 3° produttore di carne bovina (dopo Russia e Francia), 6° produttore di latte (dopo Russia, Germania, Francia, Gran Bretagna e Polonia).

La Lombardia è leader dell’allevamento bovino in Italia.

La pesca Attività molto sviluppata, soprattutto in Russia e Norvegia. I mari settentrionali e l’Oceano Atlantico sono i più pescosi (fondali poco profondi + presenza di correnti che rimescolano l’acqua facendo emergere il plancton). Pesci più pescati: aringhe e merluzzi. Pesca meno redditizia nel Mar Mediterraneo (molto salato e talvolta inquinato, privo di forti correnti perché mare chiuso). Varietà di pesci, di molluschi e crostacei. Principali porti di pesca in Italia: Mazara del Vallo e San Benedetto del Tronto. Acquacoltura = allevamento di pesci o molluschi. Esempi: ostriche in Francia, anguille in Italia, trote e salmoni in vari fiumi, storione nel Volga (si ricava il caviale).

Risorse minerarie Fabbisogno elevato (ci sono molte industrie) ma produzione modesta. Ferro (5% produzione mondiale): Russia, Ucraina, Svezia. Bauxite (si ricava l’alluminio, 12% produzione mondiale): Grecia, Ungheria, Francia. Mercurio (25% produzione mondiale): Spagna, Slovenia, Finlandia. Scarsa disponibilità di fonti energetiche: petrolio solo a Baku (Mar Caspio) e nel Mare del Nord; gas naturale solo nel Mare del Nord; carbone in Gran Bretagna, Francia, Belgio, Rhur, Slesia, Donec; lignite nell’Europa dell’Est. In Italia: minerali di cava (ghiaia, marmo, granito) usati nell’edilizia.

Risorse minerarie nel mondo Come è evidente nei grafici, tra i paesi europei solo la Russia ha un posto rilevante nel mondo per le alcune risorse minerarie o energetiche (gas naturale e ferro). La maggior parte dei giacimenti di gas naturale delle Russia, però, si trovano nella parte asiatica di quel paese, quindi non appartengono all’Europa. Molto paesi europei, però, importano gas naturale proprio dalla Russia.

Settore secondario Origini dell’industria Principali settori industriali in Europa Industrie in Italia I problemi dell’industria

Origini dell’industria europea Europa occidentale: patria della società industriale. Rivoluzione industriale iniziata in Inghilterra a metà ‘700 Macchina a vapore inventata da Watt (1769), alimentata a carbone  applicata a telai meccanici, macchine agricole, battelli a vapore, locomotive. Nell’800, diffusione dell’industria in Belgio, Francia, Germania. In Italia e Russia solo alla fine dell’800. A metà ‘800 si industrializzano anche gli USA, ma il primato rimane alla Gran Bretagna per tutto il secolo. Solo nel ‘900 gli USA diventeranno la maggior potenza industriale nel mondo.

Aree industriali in Europa Spesso localizzate dove c’erano miniere di carbone (anche se adesso la maggior parte sono chiuse). Principali aree: Inghilterra, Rhur-Renania (in Germania), Belgio, Alsazia-Lorena (Francia), Alta Slesia (Polonia e Repubblica Ceca), Pianura Padana, bacino del Donec (Ucraina). Molte industrie anche vicino ai porti (es. Rotterdam) o ai centri finanziari come Parigi, Londra, Amburgo, Milano, Mosca. Germania, Francia, Gran Bretagna, Italia fanno parte del G8 (organizzazione degli 8 paesi più industrializzati al mondo).

Principali settori industriali europei Elettronico: computer, cellulari, televisori. Molto presente in Irlanda (aziende statunitensi e giapponesi). Elettromeccanico: elettrodomestici. Meccanico: mezzi di trasporto. Germania prima in Europa per produzione di auto. Chimico: vernici, fertilizzanti, plastica, gomma. Presente soprattutto in Germania, Regno Unito, Francia. Tessile: il settore di più antica meccanizzazione. Adesso è legato al campo della moda. In espansione settore aerospaziale, in calo quello metallurgico e siderurgico (la plastica sostituisce i metalli/concorrenza di paesi extraeuropei)

Industria in Italia Triangolo industriale: area tra Torino, Genova, Milano (zona di più antica industrializzazione, a fine ‘800). Grandi industrie. Aree di più recente industrializzazione (con piccole e medie aziende): Veneto ed Emilia, Umbria, Marche. Meridione: area meno industrializzata. Solo grandi stabilimenti chimici e siderurgici costruiti negli ani ‘60. Industria italiana 3° in Europa per numero di lavoratori (dopo Germania e Regno Unito). Ma molte aziende piccolissime, in difficoltà contro la concorrenza internazionale (non possono fare costosi investimenti).

Settori industriali in Italia Automobilistico: soprattutto a Torino (Italia 4° in Europa per produzione di auto, dopo Germania, Francia e Spagna). Moda: Milano. Calzaturiero: Marche, Veneto, Emilia (l’Italia realizza quasi il 50% delle scarpe prodotte in Europa). Elettromeccanico: Italia prima in Europa per produzione di frigoriferi e lavatrici, ma soffre la concorrenza dei paesi asiatici. Alimentare: diffuso anche al sud. Prodotti più esportati: vino, dolci, pasta e formaggi. Paesi importatori: Germania, USA, Francia

Problemi dell’industria nell’Europa occidentale Rallentamento della produzione, causato dal calo dei consumi e dall’aumento del prezzo del petrolio. Riduzione degli addetti, soprattutto per due ragioni: alto costo della manodopera  molte industrie si trasferiscono nell’Europa dell’Est o in Asia, dove la manodopera costa meno  disoccupazione in Europa occidentale. Introduzione di informatica e robotica, che sostituiscono il lavoro degli operai. Dipendenza energetica dell’Europa occidentale: solo la Norvegia esporta petrolio, tutto gli altri stati lo importano dalla Russia o dal Medio Oriente.

Molto del petrolio utilizzato in Europa proviene dalla Russia attraverso una rete di oleodotti.