Arte figurativa: grande importanza nelle prime chiese cristiane;

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Arte figurativa: grande importanza nelle prime chiese cristiane; Roma, Mausoleo di Santa Costanza, ca. 350. Arte figurativa: grande importanza nelle prime chiese cristiane; immagini considerate da papa Gregorio Magno (590) biblia pauperum, mezzo per indottrinare coloro che non sapevano leggere i testi sacri. Mosaici: smaterializzazione delle pareti delle chiese e creazione di effetti di intensa luminosità, luce simbolo di Dio. (Cfr. G. Dorfles, M. Ragazzi, M. G. Recanati, Arte 1, Atlas, p. 280).

Roma, Mausoleo di Santa Costanza, ca. 350. Tecnica del mosaico Termine derivante dal latino medievale musàicus, proveniente da Musa. Muse: nove figlie di Zeus e Mnemosine, divinità delle arti e delle scienze (storia, commedia, tragedia, danza, inni, mimica, poesia, astronomia, musica), celebrate in grotte artificiali ricavate nei giardini romani, grotte in cui erano presenti motivi decorativi formati da pietre colorate di piccole dimensioni. Mnemosine nella mitologia greca personificazione della memoria, figlia di Urano (Cielo) e Gea (Terra), una delle titanidi (le divinità più antiche).

Roma, Mausoleo di Santa Costanza, ca. 350. Tecnica musiva usata soprattutto tra il IV e V secolo a Roma e nell’impero, sia per ornare pavimenti (litostràto), sia per pareti. Materiali utilizzati: - pietre dure, - terra cotta colorata, - ciottoli a forma di parallelepipedo chiamati tessere, - tessere in pasta di vetro (impiegate in particolare dal III secolo d.C. nelle basiliche paleocristiane).

La tecnica del mosaico Roma, Mausoleo di Santa Costanza, ca. 350 Innovazioni delle tessere a pasta di vetro: - ottenere varie intensità di uno stesso colore, cambiando la quantità di pigmento colorante; - usare tessere dorate e argentate mettendo una sottile lamina d’oro e d’argento tra due colate di vetro.

La tecnica del mosaico Tessere inserite nell’intonaco fresco steso sopra un sottofondo disegnato o inciso o dipinto; diverse inclinazioni nella posa delle tessere per creare effetti di chiaroscuro e di luminosità, poiché i raggi erano riflessi in più direzioni; (Cfr: G. Dorfles, M. Ragazzi, M. G. Recanati, Arte 1, Atlas, p. 280); eventuale piccolo spazio vuoto tra le tessere; tessere poste, in genere, in corrispondenza del contorno della figura e poi riempimento dell’interno a filari orizzontali; tessere di dimensioni diverse: più piccole per gli incarnati, per rendere i dettagli e le diverse tonalità.

Schema di alcuni disegni ornamentali musivi. Da: Il Cricco Di Teodoro Itinerario nell’arte Dall’arte paleocristiana a Giotto, Terza Edizione, Zanichelli, p. 407.

Roma, Mausoleo di Santa Costanza, ca. 350 Roma, Mausoleo di Santa Costanza, ca. 350. Particolare del mosaico della volta del deambulatorio. Da: G. Dorfles, M. Ragazzi, M. G. Recanati, Arte 1, Atlas, p. 280.

- cerchi; rombi; intrecci con uccelli, figure, busti e fiori; Roma, Mausoleo di Santa Costanza, ca. 350 Immagine tratta da: G. Cricco, F. P. Di Teodoro, Itinerario nell’arte Dalla Preistoria all’età gotica, Zanichelli, Vol. 1, 2003, pp. 191-192. Mosaici della volta anulare del deambulatorio di Santa Costanza a Roma: i più antichi dell’arte paleocristiana; caratterizzati da elementi decorativi raffinati - committenza imperiale - che risentono del naturalismo ellenistico: - cerchi; rombi; intrecci con uccelli, figure, busti e fiori; - libertà compositiva in alcuni ornamenti.

Scena della vendemmia avente valore simbolico cristiano: Roma, Mausoleo di Santa Costanza, ca. 350 Scena della vendemmia avente valore simbolico cristiano: rami di vite che salgono dai quattro angoli “Io sono la vite, voi i tralci” (Gv 15,5), tralci con foglie e grappoli che ornano l’intera volta, fino al centro in cui è inscritto il busto di una donna, forse Costanza; puttini (fanciulli) che colgono l’uva; uccelli che la beccano; trasporto dell’uva e pigiatura in basso; fondo chiaro sul quale spiccano le figure; tema legato alla Resurrezione in Cristo, essendo l’edificio Mausoleo di Costantina, figlia di Costantino.

Iconografia propria della religione cristiana; Roma, Basilica di Santa Pudenziana, ca. 390. Mosaico del catino absidale. Basilica derivante dalla Domus ecclesiae del cittadino Pudens. Iconografia propria della religione cristiana; rappresentazione figurativa non più solo simbolica, ma con riferimenti specifici al Nuovo Testamento; Cristo in trono, raffigurato con la barba, secondo un modo diffuso in Oriente (in Occidente era messo in relazione con Apollo, portatore di luce, imberbe e giovane); prospettiva secondo regole elementari.

Roma, Basilica di Santa Pudenziana, ca. 390 Roma, Basilica di Santa Pudenziana, ca. 390. Mosaico del catino absidale. Da: Il Cricco Di Teodoro Itinerario nell’arte Dall’arte paleocristiana a Giotto, Terza Edizione, Zanichelli, p. 409.

- Gesù Cristo al centro, in trono (Dominus e conservator Ecclesiae); Roma, Basilica di Santa Pudenziana ca. 390. - Gesù Cristo al centro, in trono (Dominus e conservator Ecclesiae); - un portico nello sfondo; - gli Apostoli, San Paolo e San Pietro, incoronati da personaggi femminili, l’Ecclesia pagana (romana) ed ebraica; - edifici di Gerusalemme; - sul Golgota la croce gemmata, simbolo di Cristo (vittoria su morte), e il Tetramòrfo (angelo-S. Matteo, leone–S. Marco, toro-S. Luca, aquila–S. Giovanni).

Roma, Basilica di Santa Pudenziana ca. 390. Presenza di elementi aulici e popolari aulici: Cristo assiso in trono, derivante da arte imperiale; ricchezza degli abiti; toghe da senatori romani degli apostoli; architettura in prospettiva, propria di opere ufficiali; popolari: immediatezza comunicativa del mosaico, verso i fedeli, semplificazione delle figure.

Roma , Basilica di Santa Pudenziana, ca. 390 Roma , Basilica di Santa Pudenziana, ca. 390. Mosaico del catino absidale. 1588 - Ristrutturazione: eliminazione di due apostoli agli estremi del catino; XVIII secolo: eliminazione di Agnus Dei e colomba posti sotto il trono.

Decorazione naturalistica; Sarcofago di Costantina, ca 360. Porfido, altezza 225 cm, lunghezza cm 233 cm, larghezza cm. 155. Città del Vaticano, Museo Pio-Clementino. Decorazione naturalistica; raffigurazioni legate ai temi della volta del deambulatorio del mausoleo: girali, persone che raccolgono e pigiano l’uva; animali; simbologia cristiana; in alto festoni sorretti da visi femminili.

Santa Sabina, Porta lignea. Secondo quarto del V secolo, Roma.

Santa Sabina, Porta lignea. Particolare con la Crocifissione Santa Sabina, Porta lignea. Particolare con la Crocifissione. Secondo quarto del V secolo, Roma. Santa Sabina, Porta lignea. Particolare con la Crocifissione. Secondo quarto del V secolo, Roma.

Santa Sabina, Porta lignea. V secolo, Roma. Particolari con Elia che ascende in un carro di fuoco e Crocifissione. Porta di Santa Sabina (basilica costruita tra il 422 e il 432, esempio di architettura paleocristiana); esempio più antico di scultura lignea paleocristiana; 28 riquadri scolpiti (conservati solo 18). Particolare con Elia che ascende in un carro di fuoco, realizzato da artista dell’arte colta: naturalismo delle figure rese di profilo; contrapposizione tra i gesti dell’angelo che solleva il profeta Elia e quelli di Eliseo (profeta suo successore, secondo la Bibbia) che cerca di trattenerlo a terra, raffinatezza delle figure proporzionate. Particolare con Crocifissione, realizzato da artista dell’arte plebea, povera: simmetria; gerarchia di figure sproporzionate, frontali; mura, 3 frontoni.