Dalla “guerra fredda” alla caduta del muro di Berlino L’Europa divisa: “la cortina di ferro” Le tappe della contrapposizione L’equilibrio del terrore Dalla “guerra fredda” alla coesistenza pacifica La crisi dell’URSS e la caduta del muro
L’Europa divisa: la “cortina di ferro” Conflitto politico e ideologico tra i blocchi occidentale e orientale, guidati rispettivamente dagli Stati Uniti e dall’Unione sovietica, dopo la Seconda guerra mondiale (1946?-1962?) “Guerra fredda” è una formula inventata dal giornalista statunitense Walter Lippmann per sottolinearne il carattere non dichiarato e incruento
L’Europa divisa: la “cortina di ferro” Portato a termine il compito comune di sconfiggere il nazifascismo, antiche e nuove divergenze condussero ben presto alla rottura tra Usa e Urss Uno dei primi a denunciare pubblicamente le difficoltà dei rapporti degli alleati occidentali con l’Urss fu l'ex primo ministro britannico Winston Churchill con il famoso il discorso pronunciato a Fulton, negli Stati Uniti, il 15 marzo 1946
L’Europa divisa: la “cortina di ferro”
Le tappe della contrapposizione: la divisione della Germania Al termine della guerra la Germania fu divisa in settori di occupazione ciascuno affidato alle potenze vincitrici L’Armata rossa, giunta per prima a Berlino, aveva già occupato il settore orientale della Germania, quando il 9 maggio 1945 fu firmato l’armistizio
Berlino divisa La divisione sia di Berlino sia della Germania doveva essere temporanea… …ma alcuni eventi di politica internazionale la resero definitiva Anche la capitale del Reich fu divisa in settori occupati dagli eserciti vincitori blocco di Berlino
Le tappe della contrapposizione STATI UNITI politica di contenimento del comunismo adottata da Truman Da Bretton Woods al piano Marshall sostegno politico e militare degli Stati Uniti alle democrazie europee Ponte aereo che fa fallire il blocco Nasce la Repubblica Federale Tedesca UNIONE SOVIETICA formazione di regimi comunisti dipendenti dall’URSS in Europa orientale rifiuto del piano Marshall istituzione del Comecon liquidazione dei partiti non comunisti negli stati dell’Europa dell’Est Blocco di Berlino Nasce la Repubblica Democratica Tedesca
Le due Germanie Il 23 maggio 1949, Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia cedettero la sovranità delle rispettive zone di occupazione alla nuova Repubblica Federale di Germania, con capitale Bonn Il 7 ottobre 1949, l'URSS cedette la sovranità della propria zona di occupazione alla nuova Repubblica Democratica Tedesca, con capitale Berlino Est
Le tappe della contrapposizione STATI UNITI Superiorità strategica (bomba atomica) Guerra di Corea (1950-1953) Maccartismo UNIONE SOVIETICA Sostegno alla rivoluzione comunista in Cina (1949) Atomica sovietica (1949) Guerra di Corea (1950-1953) Repressione del dissenso e Gulag sostituri
RIASSUMIAMO: dal 1949 l’Europa è divisa in due blocchi Le contrapposizioni ideologica liberalismo socialismo economica libero mercato economia pianificata politica: democrazie liberaldemocratiche e socialdemocratiche “democrazie popolari” a partito unico militare: NATO (1949) Patto di Varsavia (1955) RIASSUMIAMO: dal 1949 l’Europa è divisa in due blocchi
L’equilibrio del terrore
Quando il mondo sfiorò la catastrofe nucleare – documentario Discovery Channel - Introduzione 5’30’’ L’inizio dell’era nucleare (fino a 8’30’’) Il progr. tecn. russo (U2) (fino a 24’’24’’)
Dalla “guerra fredda” alla coesistenza pacifica La fase più acuta della “guerra fredda” si esaurì nella seconda metà degli anni Cinquanta quando il “disgelo” seguito alla morte di Stalin (1953) e alla fine della guerra di Corea (1953) aprì la strada alla ricerca di una coesistenza pacifica Durante il XX Congresso del PCUS (1956), il nuovo leader Nikita Krusciov diede l’avvio al processo di destalinizzazione in URSS
Dalla “guerra fredda” alla coesistenza pacifica Nel blocco occidentale, saldamente ancorato a modelli di sviluppo capitalistici, era ormai indiscussa la supremazia degli Stati Uniti, con conseguente ridimensionamento del peso internazionale delle due potenze storiche occidentali europee, Francia e Gran Bretagna Altrettanto solido era il blocco orientale, i cui membri avevano ricostituito le loro economie secondo moduli socialisti
Dalla “guerra fredda” alla coesistenza pacifica Il 1956 fu comunque un anno cruciale che vide due importanti crisi internazionali: La rivolta ungherese, duramente repressa dall’Urss La crisi di Suez che vide coinvolti Francia, Inghilterra e Israele contro l’Egitto, appoggiato dall’URSS
Dalla “guerra fredda” alla coesistenza pacifica Queste crisi non impedirono che venisse portata avanti la nuova linea generale di politica estera dell'Urss che sottolineava l'importanza della distensione internazionale, riconoscendo che lo scontro tra i due "blocchi" (socialista e capitalista) non costituiva una fatalità storica e che la guerra era quindi evitabile. All'interno della coesistenza si riteneva infatti possibile una pacifica competizione economica tra i due sistemi in cui il socialismo avrebbe mostrato a tutti i popoli la sua superiorità e si sarebbe potuto imporre, soprattutto nei paesi industriali avanzati, per via democratica e parlamentare.
Dalla “guerra fredda” alla coesistenza pacifica La visita a Washington del segretario del PCUS Nikita Kruscev (settembre 1959) L’insediamento alla presidenza degli USA di John F. Kennedy (gennaio 1961) sembravano facilitare la ripresa del dialogo
Kruscev negli USA
J.F. Kennedy presidente
Dalla “guerra fredda” alla coesistenza pacifica L’avvio della coesistenza pacifica fu per la verità assai travagliata, con due gravi fatti che avvennero tra l’agosto del 1961 e l’ottobre del 1962: La seconda crisi di Berlino, con la costruzione del muro (13 agosto 1961) La crisi dei missili a Cuba, con il rischio concreto di degenerare in una guerra nucleare (ottobre 1962)
Il muro: l’immagine visibile della divisione stabile Permane la tensione USA-URSS anche nella II metà degli anni ‘50, dovuta a Adesione della Repubblica Federale Tedesca alla NATO (1955) adesione della RFT alla CEE (1957) Abbattimento dell’U2 nei cieli dell’URSS (1960) Crescente esodo di berlinesi da est verso ovest Il muro: l’immagine visibile della divisione stabile Le autorità della Repubblica Democratica Tedesca, il 13/8/1961, costruirono un muro che divideva in due la città
La crisi dei missili a Cuba La crisi scoppiò alla fine di agosto del 1962, quando le rilevazioni di un aereo spia americano dimostrarono che il nuovo governo comunista cubano di Fidel Castro stava installando nell'isola missili nucleari sovietici Dopo settimane di drammatica tensione internazionale il presidente degli Stati Uniti J.F. Kennedy decretò il 23 ottobre il blocco navale dell'isola chiedendo lo smantellamento delle basi missilistiche. Nel giro di pochi giorni un fitto scambio di lettere tra Kennedy e il premier sovietico Kruscev rese possibile un accordo (28 ottobre) in base al quale i sovietici accettarono di interrompere i lavori alle basi e di smantellare i missili già installati; per parte loro gli Stati Uniti si impegnarono a non invadere Cuba, e successivamente, in base a un accordo segreto, smantellarono vecchi missili installati in Turchia.
Quando il mondo sfiorò la catastrofe nucleare – documentario Discovery Channel - La crisi cubana (circa 15’) Sopra i cieli di Cuba (circa 12’)
Dalla “guerra fredda” alla coesistenza pacifica La pacifica soluzione della crisi consentì di proseguire sulla strada di una vera distensione Spesso gli scontri furono trasferiti nel Terzo mondo, dove le contraddizioni conseguenti alla decolonizzazione creavano spazi per l'intervento delle due superpotenze (Vietnam e Medio Oriente) Sullo scenario internazionale emergevano inoltre altri soggetti politici come la Cina o la Comunità economica europea, la cui presenza attenuava la rigidità del confronto bipolare D’altra parte all'interno dei due blocchi sorgevano movimenti centrifughi e richieste di autonomia (nella Francia gollista, in Cecoslovacchia) che rendevano più articolati i rapporti reciproci
Dalla “guerra fredda” alla coesistenza pacifica La fase più acuta del conflitto tra i due blocchi era ormai alle spalle Si profilano i primi accordi per il disarmo 1963: stop esperimenti nucleari nell’atmosfera 1968: trattato di non proliferazione nucleare 1972: limitazione delle armi strategiche Reciproco riconoscimento delle due Germanie e loro ingresso nell’ONU (1973) Spostamento del confronto sul piano della conquista dello spazio e del primato nello sport
Dalla “guerra fredda” alla coesistenza pacifica Non mancarono anche momenti di tensione Guerra del Vietnam (1964-1975) Coinvolgimento diretto degli USA a fianco del Vietnam del Sud Appoggio di URSS e Cina al Vietnam del Nord Questione mediorientale Gli USA sostengono decisamente Israele L’URSS appoggia più o meno apertamente la lotta del mondo arabo contro Israele Invasione russa della Cecoslovacchia (1968) Rischi di innescare un conflitto per errore
Il Vietnam
Il Vietnam Celebre istantanea firmata Nick Ut, premio Pulitzer 1972, ritrae la piccola vietnamita Kim Phuc in fuga da un bombardamento al napalm del suo villaggio, Trang Bang Oggi quella bambina, Phan Thi Kim Puc, vive in America, è moglie e madre, e ha chiamato il figlio Huan, Speranza.
La questione mediorientale
La primavera di Praga
FINE PRIMA LEZIONE
Dalla “guerra fredda” alla coesistenza pacifica All’inizio degli anni ’80 la tensione crebbe con la presidenza di Ronald Reagan (1981-1989) Lotta senza quartiere al comunismo Reagan appoggiò e finanziò dittature militari e opposizioni ai regimi comunisti in America Latina Definì l’URSS ”l’impero del Male” a affermò la necessità di contrastarne a tutto campo il progetto espansionistico Rafforzamento dell’arsenale militare statunitense Installazione in Europa degli “euromissili” Programma dello “scudo stellare” La nomina a segretario del PCUS di Michail Gorbaciov (marzo 1985) segnò invece una svolta radicale nei rapporti USA-URSS
Quando il mondo sfiorò la catastrofe nucleare – documentario Discovery Channel - Il nastro “J” (il periodo reaganiano (circa 15’))
La crisi dell’URSS e la caduta del muro A metà degli anni 80 diventa segretario del PCUS Michail Gorbaciov, dell’ala riformista Egli deve affrontare una situazione di grave difficoltà: una gravissima crisi economica interna Il fallimento della campagna militare in Afghanistan (iniziata da Breznev nel 1979)
La crisi dell’URSS e la caduta del muro Gorbaciov incontra diverse volte il presidente americano Ronald Reagan e propone consistenti riduzioni degli armamenti Ottenuto l’appoggio internazionale, tenta la riforma delle istituzioni sovietiche, che sintetizza in due parole: glasnost perestrojka
La crisi dell’URSS e la caduta del muro La glasnost (trasparenza) era una riforma politica con l’obiettivo di avviare l’URSS alla democrazia: La creazione di un vero Stato di diritto, smantellando la sovrapposizione Partito-Stato Ridimensionamento del ruolo del Partito Sviluppo della partecipazione sociale e delle libertà civili
La crisi dell’URSS e la caduta del muro La perestrojka (ristrutturazione) era una riforma economica e sociale che puntava a rinnovare il sistema produttivo sovietico: Riduzione dei controlli statali sulle imprese Introduzione di elementi di economia di mercato Ridimensionamento dell’industria militare Sviluppo dell’iniziativa privata e dei consumi
La crisi dell’URSS e la caduta del muro Le riforme di Gorbaciov fallirono in gran parte ed ebbero anzi l’effetto di accelerare la crisi dell’URSS: Il sistema sovietico era completante sclerotizzato da 70 anni di economia pianificata Stimolare la concorrenza, ragionare in termini di costi-ricavi, uscire dalle logiche burocratiche, limitare la corruzione si rivelarono imprese difficilissime da realizzare Finiti i finanziamenti statali, molte imprese non riuscivano a pagare gli stipendi Vennero meno le garanzie sociali (posto di lavoro, casa, servizi) che il sistema sovietico aveva garantito
La crisi dell’URSS e la caduta del muro A partire dal 1989 furono evidenti i segni del fallimento della politica di Gorbaciov, nonostante gli aiuti finanziari che continuavano ad arrivare dall’Occidente Un effetto devastante sull’URSS e sul mondo sovietico ebbe quello che accadde a Berlino nella notte tra il 9 e il 10 novembre 1989: la caduta del muro, simbolo della “guerra fredda” e della “cortina di ferro”
La crisi dell’URSS e la caduta del muro Il regime comunista della Germania Est, retto da Erich Honecker, si era rifiutato di intraprendere qualsiasi riforma, opponendosi anche al nuovo corso di Gorbaciov in URSS I tedeschi dell’Est inneggiavano a Gorbaciov contro il proprio governo Nell’estate del 1989 l’Ungheria aveva aperto le frontiere con l’Occidente ed era così iniziato un esodo anche di cittadini della Germania Est che – attraverso l’Ungheria - passavano in Occidente
La crisi dell’URSS e la caduta del muro L’11 ottobre Honecker presentò le dimissioni, e il nuovo governo di Hans Modrow fu travolto dagli eventi e smise di impedire l’esodo verso l’Ungheria La sera del 9 novembre alcuni giovani di Berlino Est si arrampicarono sul muro. Le guardie di frontiera – prive di ordini - non spararono e la notizia si diffuse: furono aperti i passaggi e centinaia di migliaia di berlinesi dell’Est e dell’Ovest festeggiarono insieme la libertà ritrovata Il muro fu demolito pezzo per pezzo e il regime comunista si dissolse
La crisi dell’URSS e la caduta del muro Nel breve volgere di pochi mesi crollarono i regimi comunisti in Bulgaria, in Cecoslovacchia e in Romania (uccisione di Ceausescu e della moglie), mentre la Germania andava verso l’unificazione A partire dal 1990 l’Urss cominciò a smembrarsi: Armenia, Estonia, Lettonia e Lituania proclamarono l’indipendenza In Russia emerge la figura di Boris Eltsin, ex collaboratore di Gorbaviov ed estromesso dal potere nel 1987 a causa della radicalità delle sue posizioni che portavano verso una fuoriuscita dal socialismo
La crisi dell’URSS e la caduta del muro Nel marzo 1990 Gorbaciov fece approvare una Costituzione che toglieva al Partito comunista la guida della società e trasformava l’URSS in una Repubblica presidenziale, proclamando di fatto la legittimità del pluralismo politico Russia democratica, il partito di Eltsin ottenne un grande successo elettorale e nel maggio 1990 Eltsin viene nominato presidente della Repubblica russa e dichiara la sovranità della Russia nei confronti dell’URSS
La crisi dell’URSS e la caduta del muro Andava delineandosi un conflitto politico e costituzionale con Gorbaciov, leader del PCUS e capo del governo dell’URSS Il prestigio di Eltsin viene confermato dalle elezioni del giugno 1991, che vedono la sua conferma a Presidente della Russia, ma questa volta con un’elezione democratica (57%dei voti) Il 19 agosto 1991 un “Comitato per lo stato di emergenza” (alcuni ministri, il capo del Kgb, il vicepresidente dell’Urss) tentano un colpo di Stato, arrestando Gorbaciov nella sua dacia sul Mar Nero
La crisi dell’URSS e la caduta del muro Eltsin guida l’opposizione popolare, l’esercito si divide e il colpo di Stato fallisce Ma Gorbaciov viene accusato di non aver saputo opporsi ai ribelli e si profila inevitabile la sua fine politica, che sarà anche la fine dell’URSS Altre Repubbliche proclamano la loro indipendenza; Eltsin sospende le attività del PCUS e smantella il Kgb A dicembre i presidenti delle Repubbliche indipendenti di Ucraina, Russia e Bielorussia formano la Comunità degli Stati indipendenti (Csi)
La crisi dell’URSS e la caduta del muro Il 25 dicembre 1991 Gorbaciov si dimette da presidente dell’URSS, pronuncia un discorso in televisione e la sera stessa viene ammainata la bandiera rossa sul Cremlino Il giorno dopo, 26 dicembre, il Soviet supremo scioglie l’URSS
Documentario sul muro di Berlino Durata 43 ‘
FINE DELLA PRESENTAZIONE
Il discorso di Fulton Un'ombra è calata sulla scena di recente così vivamente illuminata dalla vittoria degli Alleati. Nessuno sa che cosa intendano fare nell'immediato futuro la Russia e la sua organizzazione comunista internazionale, né quali siano i limiti, ammesso che esistano, delle loro tendenze espansionistiche e del loro proselitismo. Nutro l'ammirazione e la considerazione più vive per il valoroso popolo russo e per il mio camerata del tempo di guerra, il maresciallo Stalin. Esistono una simpatia ed una benevolenza profonde in Gran Bretagna — e, non ne dubito, anche qui — nei riguardi dei popoli di tutte le Russie, nonché la determinazione di perseverare, ad onta di numerose divergenze e ripulse, nel conseguimento di un'amicizia durevole. Ci rendiamo conto dell'esigenza della Russia di sentirsi sicura sulle proprie frontiere occidentali mediante l'eliminazione di ogni possibilità di un'aggressione tedesca. Diamo il benvenuto alla Russia nel suo giusto posto tra le più grandi nazioni del mondo. Siamo lieti di vederne la bandiera sui mari.
Il discorso di Fulton Soprattutto siamo lieti che abbiano luogo frequenti e sempre più intensi contatti tra il popolo russo e i nostri popoli su entrambi i lati dell'Atlantico. È tuttavia mio dovere, poiché, ne sono certo, voi desiderate che io vi esponga i fatti quali li vedo, prospettarvi determinate realtà dell'attuale situazione in Europa. Da Stettino, nel Baltico, a Trieste, nell'Adriatico, una cortina di ferro è calata sul continente. Dietro ad essa si trovano tutte le capitali degli antichi Stati dell'Europa centrale ed orientale. Varsavia, Berlino. Praga, Vienna, Budapest, Bucarest e Sofia, tutte queste famose città e le popolazioni intorno ad esse si trovano in quella che debbo chiamare la sfera sovietica, e tutte sono soggette, in una forma o nell'altra non solo all'influenza sovietica, ma ad un'altissima e in molti casi crescente misura di controllo da Mosca. La sola Atene — la Grecia con le sue glorie immortali — è libera di decidere il proprio avvenire mediante elezioni, con osservatori britannici, americani e francesi. Il governo polacco dominato dai russi è stato incoraggiato ad avanzare enormi e ingiuste pretese sulla Germania e sta avendo luogo in questo momento un'espulsione in massa di milioni di tedeschi, su una scala atroce e mai immaginata prima d'oggi.
Il discorso di Fulton I partiti comunisti, ch'erano assai piccoli in tutti quegli Stati orientali d'Europa sono stati innalzati ad un predominio e ad un potere di gran lunga sproporzionati al numero dei loro aderenti e stanno ora tentando dovunque di conquistare il dominio totalitario. Governi polizieschi prevalgono quasi in ogni caso e fino a questo momento, tranne che in Cecoslovacchia, non esiste una democrazia autentica. La Turchia e la Persia sono entrambe profondamente allarmate e turbate dalle rivendicazioni avanzate e dalla pressione esercitata su di esse dal Governo di Mosca. A Berlino, i russi stanno tentando di organizzare un partito quasi comunista nella loro zona della Germania occupata favorendo in modo particolare gruppi di capi politici tedeschi con tendenze di sinistra. Al termine dei combattimenti, nello scorso giugno, gli eserciti americano e britannico si sono ritirati ad ovest, in base ai termini di un precedente accordo, per una profondità che in taluni punti arriva ai duecentoquaranta chilometri e su un fronte di quasi seicentoquaranta chilometri, allo scopo di consentire ai nostri alleati russi di occupare quella vasta distesa di territorio che le democrazie occidentali avevano conquistato.
Il discorso di Fulton Se ora il governo sovietico tenterà, mediante un'azione unilaterale, di creare nelle sue zone una Germania favorevole al comunismo, ciò determinerà nuove gravi difficoltà nelle zone britannica e americana, e darà ai tedeschi sconfitti il modo di porsi all'asta tra i sovietici e le democrazie occidentali. Qualsiasi conclusione si possa trarre da questi fatti — e si tratta di fatti — non è questa la libera Europa per edificare la quale noi combattemmo. Ne è un'Europa che contenga gli elementi essenziali di una stabile pace.
La dottrina Truman Discorso al Congresso nel marzo del 1947: gli Usa si impegnavano ad intervenire, quando necessario, “per sostenere i popoli nella resistenza all’asservimento da parte di minoranze armate o pressioni straniere”
La dottrina Truman “Io credo che debba essere politica degli Stati Uniti sostenere i popoli liberi che resistono ai tentativi di soggiogamento effettuati da minoranze armate o mediante pressioni esterne.” “Credo che noi dobbiamo aiutare i popoli liberi a costruire il loro destino alla loro propria maniera.” “Credo che il nostro aiuto debba essere in primo luogo di natura economica e finanziaria, il che è essenziale alla stabilità economica e ad un ordinato sviluppo politico.”
La dottrina Truman Rafforzare l’ordine politico-economico occidentale Difendere il modello democratico e capitalistico in tutto il mondo Ostacolare l’avanzata sovietica e il suo modello economico-politico
L’egemonia comunista a Est Tra il 1945 e il 1948 i Paesi europei dell’Est soggetti all’egemonia dell’URSS subirono un processo di sovietizzazione forzata Si costituirono forme di “democrazia popolare” sul modello sovietico in Polonia, Bulgaria, Ungheria, Romania, Albania e Cecoslovacchia In Jugoslavia i comunisti del maresciallo Tito erano riusciti a liberare il Paese senza l’intervento dell’Urss e inaugurarono una “via nazionale al comunismo” - definita “deviazionista” dai russi – e si mantennero su posizioni non allineate a quelle sovietiche ed equidistanti rispetto alle due grandi potenze
Gli accordi di Bretton Woods (luglio 1944) Accordi in campo monetario stipulati nella cittadina del New Hampshire (Usa) fra i rappresentanti dei 44 paesi impegnati nella guerra contro l'Asse. Il problema affrontato fu il ripristino delle condizioni di convertibilità delle monete e la creazione di un sistema di compensazione delle bilance dei pagamenti dei vari Paesi al termine della guerra Ispiratore degli accordi fu Keynes che, in considerazione della negativa esperienza del periodo successivo alla Prima guerra mondiale, aveva proposto già nel 1942 la creazione di una Unione di compensazione internazionale. Questa doveva operare come stanza di compensazione per le bilance dei pagamenti degli Stati membri e come banca per intervenire con aperture di credito a favore dei paesi in temporaneo disavanzo
Gli accordi di Bretton Woods Gli accordi prevedevano un regime di cambi fissi fra le monete sulla base della loro convertibilità in oro o in altra valuta convertibile e la creazione di due organismi di cooperazione per favorire lo sviluppo dei paesi membri e agevolare l'equilibrio delle bilance dei pagamenti: la Banca mondiale (o Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo) e il Fondo monetario internazionale. Alla fine della guerra fu il dollaro a divenire la moneta di riferimento per i pagamenti internazionali, mentre l'Unione sovietica e i Paesi satelliti si ritirarono dagli accordi. Nel 1971, con la dichiarazione unilaterale statunitense di non convertibilità del dollaro in oro avrà fine il regime di cambi fissi instaurato dagli accordi, che però nel frattempo aveva consentito uno straordinario sviluppo ai Paesi che vi avevano aderito.
Il Piano Marshall (1947-1952). Piano di aiuti economici all'Europa (conosciuto anche sotto la sigla Erp: European Recovery Program) che prese il nome del Segretario di Stato americano George Marshall. La proposta intendeva favorire, con reciproco vantaggio, una ripresa dei sistemi economici e quindi degli scambi commerciali nei Paesi colpiti dal secondo conflitto mondiale. Anche se il piano venne formalmente proposto anche all’URSS e ai Paesi dell’Est europeo, uno degli obiettivi del Piano era quello di attirare questi Paesi nell’orbita occidentale, ponendo un freno alla minaccia rappresentata dall'espansione del modello sovietico Nella conferenza di Parigi del 12 luglio 1947, sedici Paesi europei, con l'esclusione dei paesi dell'Est, aderirono all'invito. Nell'aprile 1948 il Congresso americano approvò il piano varando un programma di finanziamenti quadriennale che operò sino al 1952
Piano Marshall: interventi in Europa 1948-1952 (dati in milioni di dollari)
Il Piano Marshall
Il blocco di Berlino (aprile 1948 - maggio 1949). Chiusura degli accessi terrestri all'ex capitale tedesca, attuato dall'esercito d'occupazione sovietico per costringere gli ex alleati occidentali a lasciare il settore ovest della città. Fallì a causa del ponte aereo organizzato dagli occidentali, che rifornì Berlino ovest 280.000 voli, fino a 1400 voli in 24 ore Monumento al Ponte Aereo, all'aeroporto Tempelhof di Berlino, con incisi i nomi dei 39 piloti britannici e 31 americani che persero la vita nell'operazione umanitaria cartina
Il blocco di Berlino
Il blocco di Berlino
Guerra di Corea
Guerra di Corea (1950-1953) La penisola coreana nel 1945 era stata divisa lungo il 38° parallelo tra due Stati: Corea del Nord con un regime comunista retto da Kim il-Sung e Corea del Sud, con un regime nazionalista e conservatore alleato degli occidentali Per riunificare il Paese, nel giugno del 1950 l’esercito nordcoreano, con l’appoggio dell’assistenza militare e degli armamenti sovietici, invase la Corea del Sud Truman, forte di una risoluzione dell’ONU, mise le forze armate americane a capo di una coalizione di 25 Stati del blocco occidentale che respinse l’offensiva nordcoreana fino al confine cinese Questo provocò l’intervento di “volontari” cinesi: lo scontro con i cinesi e le condizioni meteo proibitive costrinsero la coalizione alla ritirata, e il fronte fu riportato al 38° parallelo
Guerra di Corea Il comandante della coalizione, il generale americano MacArthur, continuava a rilasciare dichiarazioni bellicose, lasciando intendere un possibile ricorso alla bomba atomica L'intervento moderatore della Gran Bretagna e il prevalere delle "colombe" nell'amministrazione Usa portarono all'allontanamento del generale, sostituito con il più moderato Matthew B. Ridgway A Washington prevalse la tesi che la guerra dovesse rimanere limitata e lo stallo della situazione militare favorì l'apertura di negoziati che si conclusero nel 1953 con la riconferma della divisione lungo il 38° parallelo La guerra era costata 1.027.409 morti e 1.474.717 feriti, ma alcune stime parlano di 4.000.000 fra militari e civili morti e feriti. Furono distrutte il 43 per cento delle strutture industriali del Paese e il 33 per cento delle abitazioni
Guerra di Corea
Maccartismo Il maccartismo fu un periodo della storia degli Stati Uniti caratterizzato dall'intenso sospetto anticomunista, durato dai tardi anni quaranta fino a circa la metà del decennio successivo. Prende il nome da Joseph McCarthy, senatore repubblicano. In questi anni vi furono crescenti paure di "influenze comuniste" sulle istituzioni statunitensi, favorite anche dalla scoperta di clamorosi casi di spionaggio a favore dell'Unione Sovietica Si considera che il maccartismo abbia avuto termine nel 1954, quando una commissione del Senato votò una mozione di censura contro Joseph McCarthy, in seguito ad una campagna che egli aveva condotto contro alti gradi dell'esercito, che accusava di simpatie comuniste.
Maccartismo L'ambiente di Hollywood, dove lavoravano molti europei simpatizzanti per le sinistre, fu particolarmente colpito, ma furono colpiti anche elementi liberal. Charlie Chaplin fu una delle persone accusate di attività anti-americane e l'FBI fece in modo che venisse cancellato il suo visto di rientro, quando Chaplin lasciò gli USA per un soggiorno in Europa nel 1952. In effetti, la sua carriera cinematografica negli USA finì, nonostante egli non fosse stato dichiarato colpevole per alcun reato. Walt Disney fu anche lui sospettato di essere comunista. Arthur Miller finì sotto inchiesta: sua moglie, Marilyn Monroe, chiese aiuto a John Fitzgerald Kennedy il cui fratello Robert era il braccio destro di McCarthy
Maccartismo In questo clima, grande notorietà ebbe la vicenda dei coniugi Julius ed Ethel Rosenberg, accusati di aver passato segreti atomici all'URSS, condannati a morte nel 1951 e giustiziati nel giugno1953. L'accuratezza delle imputazioni è rimasta sempre controversa sebbene, decenni dopo, la declassificazione delle decifrazioni delle comunicazioni sovietiche da parte dei servizi segreti di USA e GB abbia indicato che Julius Rosenberg era effettivamente coinvolto nello spionaggio
Scomunica per i comunisti La scomunica ai comunisti è il nome con cui è conosciuto a livello popolare un decreto della Congregazione del Sant'Uffizio pubblicato il 1º luglio 1949: con esso la Chiesa cattolica prendeva esplicitamente le distanze dall'ideologia comunista.
Gulag
Patto atlantico e NATO Il Patto atlantico (4 aprile 1949) è un trattato di alleanza militare difensiva tra Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna, Francia, Benelux, Italia, Danimarca, Islanda, Portogallo e Norvegia. Fu il perno della politica statunitense di containment antisovietico in Europa (dottrina Truman) e in base a esso si istituì la Nato. NATO (North Atlantic Treaty Organization, Organizzazione del patto dell'Atlantico settentrionale). Organismo internazionale politico-militare creato con il Patto atlantico il 4 aprile 1949 a Washington tra dieci paesi europei (Belgio, Danimarca, Francia, Gran Bretagna, Islanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Olanda, Portogallo) e due paesi americani (Canada e Usa), cui si aggiunsero Grecia e Turchia (1952), Repubblica federale tedesca (1955) e Spagna (1982). Nel 1966 la Francia uscì dall'alleanza.
Patto atlantico e NATO Il testo del patto prevedeva la collaborazione politica, economica e militare per garantire la difesa collettiva in caso di aggressione contro uno dei Paesi aderenti. La Nato dispone di una complessa struttura diretta da un Consiglio atlantico e coordinata da un segretario generale. Le forze armate comuni, articolate in settori territoriali di competenza, sono sotto gli ordini di un comandante supremo. La Nato resse il peso del confronto diretto con le forze del Patto di Varsavia negli anni della guerra fredda, prima sul piano degli armamenti convenzionali e poi, dalla fine degli anni cinquanta, col dispiegamento delle armi nucleari.
Patto atlantico e NATO La fine della contrapposizione dei blocchi, la dissoluzione dell'Urss (1991) e il processo di diminuzione dell'impegno militare statunitense con la presidenza Clinton (1993) posero il problema di una ridefinizione dei compiti dell'alleanza. Nel 1994 la Nato avviò un programma di integrazione con i Paesi dell'Europa orientale, che portò nel 1999 Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria ad aderire formalmente all'organizzazione Nel 2004 aderirono anche Estonia, Lettonia, Lituania, Slovacchia, Slovenia, Romania e Bulgaria
Patto di Varsavia Alleanza militare (1955-1989) tra i Paesi socialisti dell'Europa orientale, sottoscritta nel 1955 nella capitale polacca in conseguenza dell'ingresso della Repubblica federale tedesca nella Nato. Un comando con sede a Mosca e guidato da un generale sovietico dirigeva un sistema di difesa militare integrato. Venne sciolto a partire dal 1989, con il ritiro delle truppe sovietiche di stanza nei Paesi alleati
La rivolta ungherese La Rivoluzione ungherese del 1956 fu una sollevazione armata di spirito antisovietico scaturita nell'allora Ungheria socialista che durò dal 23 ottobre al 10 - 11 novembre 1956. Inizialmente contrastata dalla polizia segreta ungherese, venne alla fine duramente repressa dall'intervento armato delle truppe sovietiche. Morirono circa 2652 Ungheresi (di entrambe le parti, ovvero pro e contro la rivoluzione) e 720 soldati sovietici. I feriti furono molte migliaia e circa 250.000 (circa il 3% della popolazione dell'Ungheria) furono gli Ungheresi che lasciarono il proprio Paese rifugiandosi in Occidente. La rivoluzione portò a una significativa caduta del sostegno alle idee del comunismo nelle nazioni occidentali.
La rivolta ungherese
La crisi di Suez La Crisi di Suez è un conflitto che nel 1956 vide l'Egitto di Nasser opporsi all'occupazione militare del Canale di Suez da parte di Francia, Regno Unito ed Israele. La crisi si concluse quando l'URSS minacciò di intervenire al fianco dell'Egitto e gli Stati Uniti, temendo l'allargamento del conflitto, costrinsero inglesi, francesi ed israeliani al ritiro. Per la prima volta USA e URSS si accordarono per garantire la pace
Michail Gorbaciov
Boris Eltsin
Boris Eltsin
Curtis LeMay Generale di aviazione, era famoso per la sua durezza: gli uomini dell'USAF facevano di tutto pur di non dover lavorare per "The Old Iron Bottom" (il Vecchio Culo di Ferro); per quasi 40 anni ha visto il mondo come un obiettivo nemico da centrare dall'alto di una fortezza volante. Quando fu capo dello Strategic Air Command (da cui dipendono i bombardieri ed i missili atomici) sostenne, e fortunatamente perse, (perseguendo la politica della deterrenza, alla base dei rapporti di forza delle 2 superpotenze) l'aspra disputa che mirava a trasformare la guerra fredda in guerra atomica. Entrato in aviazione nel 1928 come meccanico, si fece strada con forza di volontà e duro lavoro, e divenne presto uno dei piloti più esperti e spericolati dei primi superbombardieri. Per i suoi record di volo sugli oceani, fu scelto nel 1941 a guidare i convogli attraverso l'Oceano Atlantico. L'anno seguente addestrava i piloti del B-17 di stanza in Gran Bretagna. Di qui lui stesso partì per famosi raid sulle basi tedesche di Saint-Nazaire e di Ratisbona; riuscì sempre a cavarsela sotto il fuoco furioso della contraerea, ed ebbe il titolo di eroe ed il soprannome di "Iron ass" (lett.: "Culo di ferro"). Nel 1944 fu trasferito nell'Oceano Pacifico e guidò i B-29 in un volo notturno durante il quale furono sganciate 2.500 tonnellate di bombe incendiarie sul centro di Tokio. La tattica non nuova da lui praticata consisteva nello sfuggire al radar volando a bassa quota e nell'ottenere la massima potenza di fuoco con una formazione di 18 aerei. (da Wikipedia)
Curtis LeMay . Nel 1945 fu tra i responsabili del bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki. Concluse le sue operazioni all'estero con l'exploit di un volo senza scalo dal Giappone a Chicago. Dopo la guerra, per avere diretto il ponte aereo di Berlino, spesso pilotando personalmente gli aerei, ricevette la medaglia for Humane Actiona. Dal 1948 al 1957, gli anni più tesi della guerra fredda, fu posto a capo dello Strategic Air Command dell'aviazione americana e, perfezionando la tecnica dei rifornimenti in volo, fece in modo che per anni, senza interruzione, il mondo fosse sorvolato da bombardieri strategici dotati di armi atomiche, pronti a dirigersi sull'URSS. Capo di Stato Maggiore dell'aviazione, dopo il 1960 trovò un ostacolo insormontabile nella politica del segretario della Difesa, McNamara, che alla strategia dei grandi bombardieri preferì quella dei missili intercontinentali. Il rapporto McNamara-LeMay viene a più riprese descritto nel documentario The Fog of War: La guerra secondo Robert McNamara. Per il suo esasperato bellicismo è servito da modello per uno dei personaggi del film Il dottor Stranamore, ovvero: come imparai a non preoccuparmi e ad amare la bomba. Nelle elezioni del 1968 George Wallace, che raccoglieva i voti della destra più reazionaria, lo aveva indicato come candidato alla vice-presidenza. (da Wikipedia)