FB12 Emilia-Romagna Region 2° Local Workshop FB12 - RER Bologna, May, 28th 2014.

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FB12 Emilia-Romagna Region 2° Local Workshop FB12 - RER Bologna, May, 28th 2014

VIVERE A DOMICILIO: Riflessione sulle possibili innovazioni nella rete dei servizi socio-sanitari

Assistenza domiciliare

. Numero servizi accreditati: 128 Numero persone assistite in un anno: anziani: disabili: Ammontare complessivo risorse per servizi specifici di assistenza domiciliare: anziani: 23 milioni disabili: 10 milioni per altri interventi complementari e di supporto: anziani: 4,3 milioni disabili: 5 milioni ASSISTENZA DOMICILIARE (dopo accreditamento)

Info per fare contesto: ADI: Numero persone assistite nel corso del =>90 età non indicataTOTALE PIACENZA PARMA REGGIO EMILIA MODENA BOLOGNA IMOLA FERRARA RAVENNA FORLÌ CESENA RIMINI TOTALE % regionale 0,5 0,6 8,5 11,2 59,4 19,6 90,3

6 Assistenza domiciliare 22% motivazione sociale, di cui 2% alloggio non idoneo o solitudine… La DGR 514/09 All. B definisce i contenuti del Servizio di assistenza domiciliare per anziani e disabili: “Il servizio si rivolge a: - persone non autosufficienti - parzialmente non autosufficienti di vario grado, - disabili gravi - persone a rischio di non autosufficienza con bisogni assistenziali e socio-educativi di diversa intensità assistibili a domicilio con gli opportuni interventi di supporto e loro familiari, in collaborazione con le assistenti familiari se presenti.”

7 Assistenza domiciliare 22% motivazione sociale, di cui 2% alloggio non idoneo o solitudine… Il servizio garantisce l’erogazione, in base al PAI/PEI […]: A) Presa in carico tramite supervisione, consulenza e affiancamento, delle persone assistite a domicilio direttamente da familiari e con l’aiuto di assistenti familiari e garantendo la funzione di tutoring per i familiari e le assistenti familiari. B) Presa in carico complessiva e svolgimento delle prestazioni di carattere socio-assistenziale previste nel piano individualizzato […]: - Cura personale (igiene personale, somministrazione del cibo, il monitoraggio dei disturbi comportamentali, interventi stimolazione cognitiva, etc.) - Supporto sociale nella vita quotidiana, mantenimento relazioni, ecc; - Supporto educativo, emotivo e psicologico, compresa mediazione relazioni ; - Eventuale supporto nella gestione pratica della vita quotidiana. C) Integrazione con gli interventi e prestazioni sanitarie (medico, infermieristico e riabilitativo) di competenza del DCP.

Le attività a supporto del lavoro di cura di norma previste all’interno dei PIVEC sono: - accompagnamento e supporto all’intervento assistenziale (DP, inserimento, aggravamento anziano); - addestramento all’utilizzo di presidi/ausili; - supervisione operativa attività assistenziale in relazione ai bisogni dell’anziano e al PAI, - valutazione e supporto relativamente alle competenze da rafforzare (in particolare: movimentazione e posture corrette, pratiche igieniche, disturbi cognitivi/comport.); - interventi congiunti con l’assistente familiare (e/o il caregiver fam.) nelle situazioni più complesse (es. aiuto bagno settimanale). Supervisione, sostegno e tutoring (da monitoraggio 2010/2011)

9 Assistenza domiciliare % utenti AD su pop > 75 anni

Il servizio di assistenza domiciliare attuale è al passo coi tempi? Nel modello attuale, è presente una sufficiente integrazione con l’apparato sanitario? Qual è il valore aggiunto per l’utenza dell’assistenza domiciliare pubblica rispetto all’assistenza privata? Qual è il giusto equilibrio tra attività di assistenza diretta e attività di tutoring, promozione e supporto? Occorre fissare un livello minimo vincolante? Quali innovazioni?

11 Dimissioni protette 22% motivazione sociale, di cui 2% alloggio non idoneo o solitudine…

12 Dimissioni protette

13 Dimissioni protette 22% motivazione sociale, di cui 2% alloggio non idoneo o solitudine… DGR 1206/07: “ La condivisa definizione tra Comuni ed AUSL e l’effettiva operatività di un programma di dimissioni protette che assicuri alle persone non autosufficienti dimesse dall’ospedale la continuità assistenziale e l’adeguatezza dei percorsi assistenziali di cui necessitano è condizione indispensabile da assicurare in ogni ambito distrettuale ed è elemento indispensabile per lo sviluppo delle azioni e degli interventi di sostegno al domicilio e l’utilizzo del FRNA. ” Il programma è presente in tutti i distretti? (in 5 Distretti nel 2012 né utenti, né risorse utilizzate) Il percorso di DP è integrato col percorso di fornitura degli ausili? Ci sono delle buone esperienze in Regione che lo garantiscono, assicurando continuità, tempestività e integrazione percorsi; come fare sistema?

Caregiver famigliari

Video caregiver

The five keys: Information Providing a break Emotional support Support to care and maintain carer’s own health Having a voice From Quality Standard for Local Carer support services Department of Health- England Il sostegno ai caregiver famigliari 1.Un percorso che viene da lontano (progetto demenze – FRNA – PSSR – Accreditamento) 2. Sviluppare le esperienze e consolidare in modo diffuso ed omogeneo le opportunità PERSONA RETE FAMILIARE BISOGNI “Gli interventi per i caregiver vanno inclusi nel progetto di cura..”

I risultati della rilevazione Uno “spaccato” della moltitudine di attività, progetti, interventi realizzati Una base per iniziare a ragionare… Una rilevazione su base volontaria…. Sicuramente non esaustiva….

L’APPORTO DEL TERZO SETTORE ENTI DIVERSI PUBBLICI E PRIVATI ANCHE TERZO SETTORE PREVALENZA TERZO SETTORE

Gli interventi rivolti ai gruppi Interventi rivolti a gruppi

Interventi rivolti a singoli

Tipo di sostegno

Quali problematiche?  Diffusione non omogenea sul territorio;  Scarsa integrazione delle azioni  Tematica ancora molto settoriale  Collegamento e coordinamento non sempre presente tra soggetti pubblici e soggetti del terzo settore (associazionismo e volontariato). Tanti interventi, ma frammentati.  Informazione non diffusa tra popolazione  Scarsa consapevolezza (sia Istituzioni pubbliche che privati cittadini)

La Nuova Legge regionale “Il caregiver familiare è la persona che volontariamente, in modo gratuito e responsabile, si prende cura nell'ambito del piano assistenziale individualizzato (di seguito denominato PAI) di una persona cara consenziente, in condizioni di non autosufficienza o comunque di necessità di ausilio di lunga durata, non in grado di prendersi cura di sé.”

La Nuova Legge regionale La legge:  Definisce il caregiver familiare  Afferma la libera scelta del caregiver che volontariamente e consapevolmente si assume compiti di assistenza e cura;  Richiama il rapporto con i servizi sociali, socio-sanitari e sanitari regionali;  Elenca gli interventi a favore del caregiver famigliare da promuoversi a cura della Regione, delle Ausl e dei Comuni;  Prevede una rete di sostegno ai caregiver famigliare nell’ambito del sistema integrato dei servizi regionali;  Richiama la possibilità di riconoscimento delle competenze acquisite sul lavoro;  Prevede azioni di sensibilizzazione e partecipazione.

Il Caregiver day regionale L’ultimo sabato di maggio di ogni anno. Momento di massima risonanza, visibilità Per una maggiore consapevolezza e valorizzazione del ruolo. Iniziative pubbliche in contemporanea in diversi territori: Rimini, Riccione, Cesena, Rubicone, Forlì, Ferrara, Pianura Ovest (BO), Casalecchio di Reno, Castelnovo Monti, Carpi, ecc. ….con la collaborazione degli Enti locali e delle Aziende sanitarie, valorizzando la partecipazione del Terzo settore, dei sindacati dei lavoratori e dei pensionati e delle associazioni datoriali.”

La Nuova Legge regionale La nuova legge regionale rafforza gli indirizzi specifici di ambito socio-sanitario per le persone non autosufficienti richiamando le azioni e gli interventi da promuovere per: a) la valorizzazione del caregiver, garantendogli informazione, coinvolgimento, formazione. b) il sostegno al caregiver famigliare nell’ambito del sistema integrato dei servizi (sollievo, supporto psicologico, sostegno economico, adattamento domestico, nuove tecnologie, ecc.)

Cosa fare? Rendere obbligatorio un Piano distrettuale per lo sviluppo delle attività di sostegno ai caregiver familiari nella Programmazione distrettuale con alcuni pre-requisiti:  Favorire l’integrazione con le altre politiche: approcci settoriali non producono interventi diffusi;  Inserire le attività a sostegno dei caregivers negli atti di programmazione sociale e sanitaria a tutti i livelli  Comprendere le specificità delle diverse condizioni dei caregivers e sviluppare azioni adeguate (ad esempio giovani caregivers, minoranze etniche…).  Promuovere la salute ed il benessere dei caregivers.

Assistenti famigliari

Video assistenti famigliari

Alcuni dati sul lavoro domestico NB Sono le nuove assunzioni in corso d’anno, non i lavoratori domestici in attività

Alcuni dati sul lavoro domestico

Qualificazione ed emersione del lavoro di cura Nel 2012: 1,2 mln di euro Programmi distrett. 5,6 mln di euro per contributo agg. 80 iniziative di formazione e aggiornamento 27 distretti 3200 persone 55 punti di ascolto e orientamento fruitori contributo aggiuntivo 160 euro

- Supervisione, sostegno, tutoring nell’ambito dei Pai - Aggiornamento, qualificazione, formaz. e informaz. - Liste, elenchi, repertori, albi distrettuali - Supporto nell’incontro domanda-offerta - Aiuto per gli aspetti amministrativi - Sostegno economico - Spazi aggregativi, punti di incontro Gli interventi previsti nei programmi distrettuali TUTORING QUALIFICAZIONE LISTE MATCHING CONTRATTO CONTRIBUTI AGGREGAZIONE SPORTELLI

Quali problematiche rilevate?  Programmi non sempre articolati e integrati (es. investito solo su una tipologia di intervento: contributo economico; formazione, ecc.)  Mancanza di approccio proattivo (es. il servizio attende le richieste delle assistenti famigliari e della famiglie)  Carenze nell’ accompagnamento, nel mantenimento dei contatti, nel monitoraggio degli interventi nel tempo  Mancanza di una visione d’insieme e di continuità (es. manca raccordo col momento precedente e successivo del percorso seguito dall’assistente fam. e dalla famiglia e con gli altri enti, strutture sanitarie, centri per l’impiego, terzo settore)  Difficoltà a promuovere l’utilizzo dei servizi istituzionalmente deputatati

35 Quali piste di lavoro? Aggiornare il documento di indirizzo della DGR 1206? Come?  Rete di supporto integrata intorno famiglie-assistenti fam. - punto unitario di riferimento e coordinamento in ambito distr. - accordo quadro/protocollo intesa che definisca obiettivi condivisi e collaborazioni - rafforzamento rapporto coi servizi lavoro  Integrazione socio-sanitaria, professionale e intersettoriale - programma integrato distrettuale - utilizzo integrato tutte risorse - raccordo con dimissioni protette  Reindirizzare gli interventi nell’ambito dell’FRNA - l’assegno di cura - assistenza domiciliare - strutture accreditate?

36 Programmazione integrata risorse e interventi Progetto articolato che finanzia una serie di interventi e prestazioni domiciliari a favore di persone non autosufficienti ( dipendenti e pensionati pubblici, coniugi conviventi, famigliari di primo grado). Nel 2014, risultano aderenti 33 ambiti distrettuali con budget gestionali assegnati da a euro (es. Per personale sportelli), budget per prestazioni (es. Assistenza domciliare, pasti a domicilio, ecc.) ed eventuali “bonus”. Tali risorse sono gestite in modo integrato nell’ambito della Programmazione territoriale? Es. Home Care Premium Inps (gestione ex Inpdap)

INTERVENTI Assistenza domiciliare Assistenti famigliari Caregiver familiari