XLVII Riunione SIEDS Milano, 27-29 maggio 2010 Gli spostamenti Sud-Nord in Italia quarantanni dopo Antonio Golini* e Cecilia Reynaud** * Sapienza, Università

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XLVII Riunione SIEDS Milano, maggio 2010 Gli spostamenti Sud-Nord in Italia quarantanni dopo Antonio Golini* e Cecilia Reynaud** * Sapienza, Università di Roma e Accademia dei Lincei ** Università di Roma 3

Premessa Una grandissima mobilità territoriale caratterizza, come viene spesso sottolineato, la vita contemporanea. La rete di traiettorie sul territorio va diventando sempre più straordinariamente fitta e frequente e va modificando intensamente e incisivamente la vita individuale, familiare e delle intere comunità locali e nazionale, oltre che il territorio su cui insiste. Il titolo di questa relazione mi è stato assegnato e lho inteso come invito a proseguire il dibattito recente su una possibile ripresa delle migrazioni Sud-Nord (con particolare riferimento a quello svoltosi su Neodemos), oltre che come gradito riferimento a un volumetto che da studioso di origine meridionale ho scritto in tema una quarantina danni fa. Nella preparazione della relazione, predisposta con la dott.ssa Reunaud, si è però fatto riferimento al più ampio spettro di tutte le migrazioni interne.

Una possibile tipologia degli spostamenti territoriali in relazione alla distanza, alla periodicità e alla durata (a) – Il confine deve essere considerato la porta della propria dimora abituale

Spostamenti territoriali e migrazioni interne La distinzione delle migrazioni interne nel più ampio quadro degli spostamenti territoriali deve basarsi anche sulla causa e non solo sulla periodicità e-o durata e-o distanza, che pure sono criteri molto utili per lanalisi e lo studio delle migrazioni interne e per tutte le questioni operative ad esse collegate, dal momento che, fra laltro, le migrazioni di cui alla tipologia prima presentata sono in parte fra loro concorrenti.

Alla loro base vi è luscire dalla abitazione o il suo cambio al fine di svolgere un lavoro (motivazione che vale per le persone che si spostano al seguito di un lavoratore), ma gioca un ruolo importante anche il cambio di abitazione per motivi diversi dal lavoro (matrimonio, acquisto casa, rottura della unione, eredità, ricerca di ambiente più confacente ai propri stili di vita, età da collegare in misura più o meno forte alla non autosufficienza, condizione di degrado della abitazione, ecc.). E, ancora, vanno considerate le residenze multiple, i motivi di studio e alcuni altri motivi minori (per es. malattia). Le migrazioni interne

Ci sono poi elementi collegati al mutamento delle condizioni esterne che, a parità di altre condizioni, cambiano il preesistente equilibrio fra residenza e lavoro/studio (per esempio internet veloce, o collegamenti ferroviari o stradali comodi o veloci o ancora linizio di nuove attività o la disponibilità di nuove opportunità lavorative) Le migrazioni interne

Le migrazioni di breve periodo e di breve distanza (in primo luogo, migrazioni pendolari)

Gli spostamenti quotidiani per lavoro o studio Nel 2008 sono circa 33 milioni le persone che dichiarano di spostarsi quotidianamente per recarsi nel luogo di studio o di lavoro: tra questi quasi 11 milioni sono scolari e studenti (inclusi i bambini che frequentano la scuola dellinfanzia e il nido) e 22 milioni sono occupati. Letà e la condizione professionale incidono in maniera determinante sulle modalità degli spostamenti e sui tempi di percorrenza. Fonte: Istat, La vita quotidiana nel 2008, Roma 2010

Fonte: Rapporto Svimez 2008 sulleconomia del mezzogiorno Pendolari per ripartizione di residenza e luogo di lavoro, 2007 distribuzione % Distribuzione percentuale

Movimenti pendolari in entrata e in uscita dalla ripartizione. Anno 2007 Fonte: Rapporto Svimez 2008 sulleconomia del mezzogiorno

Sistema locale del lavoro basato sul pendolarismo rilevato al censimento del 2001 Il cartogramma mette in evidenza le variazioni rispetto al SLL del Come sarà cambiato dal 2001 ad oggi il SLL di Milano in considerazione dei mutamenti, produttivi, residenziali e soprattutto della grande crisi del ?

Litalia da satellite: un territorio largamente urbanizzato, in particolare le coste che formano un sistema urbano, anche interregionale e internazionale. Ai fini della mobilità diventa rilevante la prospettiva della realizzazione delle aree metropolitane e del piano casa, della loro fattibilità e dei tempi di attuazione

Una valutazione di tutti i movimenti migratori interni (con esclusione di quelli di breve periodo già visti)

Famiglie che hanno cambiato abitazione o che hanno idea di cambiarla, 2008 Area o tipo di comune% che hanno cambiato% che hanno idea di cambiarla Nord-ovest Nord-est Centro Sud Isole Centro area metropolitana Periferia area metropolitana Comuni fino a 2000 ab Da 2001 a Da a e più Italia Fonte: Istat, La vita quotidiana nel 2008, Roma 2010

Le famiglie in Italia sono 23 milioni e 634 mila (media ) con un numero medio di componenti pari a 2,5. In generale, rispetto ai periodi precedenti, prosegue la crescita delle famiglie senza nuclei, prevalentemente costituite da una sola persona, e la diminuzione dellammontare complessivo delle coppie con figli Tenendo conto che il 5,2% delle famiglie hanno cambiato abitazione nel 2008, possiamo stimare che abbiano cambiato abitazione circa 1,230 milioni di famiglie, il che significa più di 3 milioni di persone. E questo nonostante la elevatissima percentuale di famiglie che hanno la propria abitazione di proprietà, elemento che certo costituisce elemento di freno della mobilità. Le migrazioni interne dovute a cambio di abitazione sono, quindi, tuttaltro che trascurabili, anche in prospettiva considerando le aspettative/speranze di cambiare casa che coinvolgono il 7,9% delle famiglie, un po meno della metà di coloro che vivono in affitto.

Famiglie per titolo di godimento dellabitazione in cui vivono, 2008 Area o tipo di comune% che vive in proprietà% che vive in affitto Nord-ovest Nord-est Centro Sud Isole Centro area metropolitana Periferia area metropolitana Comuni fino a 2000 ab Da 2001 a Da a e più Italia Fonte: Istat, La vita quotidiana nel 2008, Roma 2010

I giovani italiani oggi Distribuzione degli intervistati per disponibilità allo spostamento. Anno 2006

I giovani italiani oggi Distribuzione di coloro che già lavorano per luogo dove sarebbero disposti a trasferirsi e per sesso. Valori percentuali. Anno 2006

I giovani italiani oggi Distribuzione di coloro che cercano lavoro per ripartizione di residenza e luogo del comune dove andrebbero a lavorare e per sesso. Valori percentuali. Anno 2006

Una valutazione dei movimenti migratori interni che hanno comportato un cambio di residenza tra comuni

Fonte: A. Golini, Distribuzione della popolazione, migrazioni interne e urbanizzazione in Italia, Roma, 1974 La situazione di anni fa: la meridionalizzazione e la venetizzazione della popolazione italiana

Iscritti/Cancellati per trasferimento di residenza. Anni Fonte: ns. elaborazione dati ISTAT

Nel 2007 (in base al volume Istat su Movimento migratorio, appena reso disponibile) sono stati registrati quasi 1 milione e 380 mila trasferimenti di residenza tra comuni italiani. Il valore appare in crescita sia rispetto all'anno precedente (+0,8 per cento) sia rispetto al 2005 (+4,4 per cento). I movimenti registrati nel 2007 sono avvenuti in maggioranza tra comuni appartenenti alla stessa provincia (853 mila, pari al 61,8 per cento), seguiti dai movimenti interregionali (334 mila, pari al 24,2 per cento) e da quelli all'interno dei confini regionali ma tra province diverse (193 mila, pari al 14,0 per cento). Non cè traccia, purtroppo dei movimenti avvenuti allinterno dello stesso comune Alla luce di queste cifre, ci pare che abbia ragione De Santis (2008) quando afferma che questo è di nuovo un periodo di grande mobilità, nella quale va ovviamente considerata anche la mobilità degli stranieri residenti.

La mobilità negli anni recenti Iscritti per trasferimento di residenza intraprovinciali, intraregionali e interregionale. Anni

La mobilità in Italia *Dati 2008 provvisori Fonte: ISTAT Iscritti, tassi per 1000 abitanti, per trasferimento di residenza intraregionale e interregionale. Anni

La mobilità per ripartizione Iscritti per trasferimento di residenza per ripartizione di destinazione. Anni Valori percentuali e in migliaia

La mobilità per ripartizione Cancellazione per trasferimento di residenza per ripartizione di origine. Anni Valori percentuali in migliaia

La mobilità negli anni recenti per ripartizione Iscritti per trasferimento di residenza per ripartizione di destinazione per 1000 ab. Anni

La mobilità negli anni recenti per ripartizione Iscritti per 1000 abitanti per trasferimento di residenza per ripartizione di destinazione. N.I. (base 1998) Anni Nord Centro Mezzogiorno

Iscritti e cancel- lati per trasfe- rimento di resi- denza per tipolo- gia per 1000 ab. Anni

Un nuovo ritardo del Mezzogiorno Ha ragione Bonifazi (2009) quando dice che costituisce un importante segnale socio- economico la diminuzione della mobilità di breve raggio nel Mezzogiorno e la sua ridotta intensità, a confronto per esempio con quella del Nord- est. Costituisce infatti testimonianza di una mancata diffusa vitalità economica, di una mancanza di facili e comode infrastrutture, oltre che di un territorio ingrato.

Saldi migratori interregionali, 1991 – 2007 Fonte: C. Conti per i primi due periodi; nostra elaborazione per il

Saldi migratori interregionali, 2007 Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

Saldo migratorio del Mezzogiorno

Ancora il ritardo del Mezzogiorno Non ce la sentiamo di condividere del tutto quanto dice Livi Bacci (2007) che non siamo di fronte a un nuovo boom della migrazione interna che … appare in sostenuto declino, perché negli ultimi anni ci pare invece sostanzialmente e negativamente stabile, anche se certo non ai livelli di un tempo. E invece lo condividiamo del tutto quando dice mobilità e migrazioni sono una componente fisiologica e positiva della vita sociale ed economica se frutto di scelta e non di costrizione. Ci pare che siamo ancora, dopo 150 anni di unità, in una fase di diffusa costrizione.

Saldi migratori interregionali Sud-Nord nei Sistemi Locali del Lavoro (saldo medio del quadriennio per abitanti)

Migrazione interne italiani-stranieri Iscrizioni e cancellazioni anagrafiche per trasferimento di residenza per cittadinanza. Anni

Tassi annui di variazione percentuale del PIL Fonte: Rapporto Svimez 2009 sulleconomia del mezzogiorno

La mobilità dei laureati del Sud

Variazione assoluta degli occupati e dei disoccupati nel Mezzogiorno e nel Centro-Nord nei primi due trimestri del 2009 Fonte: Rapporto Svimez 2009 sulleconomia del mezzogiorno

Migrazioni interne del tutto particolari. La mobilità dei pazienti tra le regioni, 2005

Conclusioni 1/9 A giudicare dai dati lItalia è un paese caratterizzato da grande mobilità migratoria, non solo con lestero ma anche allinterno. Il territorio è infatti caratterizzato da una serie fittissima di traiettorie migratorie principalmente legate, come è ben noto e come si è visto, alla residenza, allo studio e al lavoro. Difficile immaginare quali possano essere le prospettive.

Conclusioni 2/9 Per quanto riguarda la residenza, bisogna tener conto che lo stile di vita urbano si è esteso su tutto il territorio, che sono crescenti le diseconomie del vivere nei grandi centri, che prevale la città diffusa, che un fortissimo spopolamento montano e rurale si è già avuto, ma soprattutto che la tecnologia ha spezzato la cinta muraria che faceva della città il luogo esclusivo della civiltà contemporanea. E quindi praticamente finito il processo di urbanizzazione in quanto tale, legato allo stile di vita urbano.

Conclusioni 3/9 E assai difficoltoso valutare il possibile futuro della mobilità per residenza, quale cioè possa essere limpatto: –della crisi economica corrente, in particolare di quella occupazionale; –dellattuazione o meno delle aree metropolitane; –della realizzazione e diffusione di grandi e veloci vie di comunicazione reali e virtuali; –dellattuazione del piano casa e di un eventuale piano di edilizia popolare; –di ulteriore abusivismo edilizio e di eventuali ulteriori condoni; –delle tendenze socio-demografiche con particolare riguardo alla età in cui si va in unione, alletà alla procreazione e al numero di figli, alla rottura e ricomposizione delle unioni, alla durata della vita e alla struttura dei servizi socio-assistenziali per i vecchi, alla qualità della vita nel periodo in cui si è ritirati dal lavoro.

Conclusioni 4/9 Per quanto riguarda lo studio, la mobilità del breve periodo sarà condizionata: –dalla riforma in atto delle scuole medie superiori e dalle conseguenti localizzazioni di licei e scuole professionali; –dalla ristrutturazione profonda che si sta avendo nellUniversità e che comporta una forte riduzione (che noi giudichiamo positiva) delle sedi universitarie sul territorio; –dalla riuscita di una politica di alloggi low-cost nelle maggiori sedi universitarie; –dalla competitività degli Atenei e quindi dalla loro capacità attrattiva.

Conclusioni 5/9 Per quanto riguarda il lavoro, bisogna tener conto che nel nostro Paese la quota di addetti allagricoltura è ormai ridottissima, che le grandi fabbriche e gli agglomerati industriali sembrano essere antieconomici, e quindi tramontati, che loccupazione sembra concentrarsi sempre di più nei servizi, in specie di quelli alla persona.

Conclusioni 6/9 Nel futuro di breve-medio periodo la mobilità da lavoro sarà condizionata: –dalla crisi economica corrente, in particolare di quella occupazionale; –dalla realizzazione e diffusione di grandi e veloci vie di comunicazione reali e virtuali; –dallampiezza e dalla durata dello squilibrio quantitativo e-o qualitativo tra domanda e offerta di lavoro tra aree forti e aree deboli, tenendo anche conto del crescente impiego di robot; –dallampiezza e dalla durata dello squilibrio tra domanda e offerta di lavoro in particolare per i giovani; –dallampiezza e dalla durata dellafflusso di immigrati stranieri, dalla loro localizzazione e dalla loro integrazione.

Conclusioni 7/9 Tutti i punti precedenti saranno fortemente condizionati dalla politica e dalla sua capacità di produrre e attuare piani intercomunali e piani interregionali (e finanche internazionali) di gestione del territorio, con riguardo, quindi, agli insediamenti residenziali, a quelli produttivi e alle infrastrutture.

Conclusioni 8/9 Rilevanti per gli effetti sulla mobilità saranno anche gli investimenti per la salvaguardia e il pieno recupero dei centri storici e dei piccoli comuni assoggettati e soggetti a spopolamento, ma anche levoluzione di tendenze socio-culturali fra cui di grande rilievo è la valorizzazione del locale come reazione/risposta al globale.

Conclusioni 9/9 La politica dovrebbe essere in grado di individuare e attuare il giusto equilibrio tra le esigenze individuali - anche tenendo conto della storia e della tradizione - le esigenze collettive - con particolare riguardo a quelle produttive ed educative - e le esigenze del territorio stesso - con particolare riguardo alla salvaguardia ambientale. Compito difficilissimo per un Paese dagli oltre comuni e dalle 20 regioni i cui confini, degli uni e delle altre, costituiscono molto spesso invalicabili frontiere amministrative e burocratiche. Continueremo ad avere mobilità e insediamenti senza adeguate reti di riferimento? Avremo a livello locale limitazioni di mobilità in conseguenza del federalismo e dei grandi mutamenti demografici ed economici (Golini e Di Bartolomeo, 2010) a livello territoriale conseguenti alla immigrazione straniera?