INDIA PROF.SSA PORTAS NERINA ISTITUTO AMSICORA I.P.I.A. OLBIA.

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INDIA PROF.SSA PORTAS NERINA ISTITUTO AMSICORA I.P.I.A. OLBIA

La bandiera indiana viene anche detta "tricolore" La bandiera indiana viene anche detta "tricolore". Consiste di tre bande orizzontali, di uguali dimensioni: color zafferano quella in cima, bianca quella al centro che ha nel mezzo una ruota blu con 24 raggi, e verde quella in basso. Il color zafferano simboleggia il coraggio, il bianco è per la pace, e il verde per la prosperità. La ruota al centro "ruota della legge" rappresenta prosperità. I 24 raggi della ruota simboleggiano le 24 ore di lavoro per un progresso costante.

Cinquanta milioni di anni fa, la placca tettonica dell'India è entrata in collisione con quella dell'Eurasia, dando origine alle montagne dell'Himalaya e all'altopiano tibetano. India e Eurasia continuano ancor oggi a convergere, ma a una velocità sempre più bassa. 

IL TERRITORIO INDIANO L’India confina a sud con L’Oceano Indiano,con il Mar arabico e il Pakistan a ovest,con il Golfo del bengala a est e con Cina e Nepal a nord-est. L’India è il settimo paese per estensione geografica al mondo (3.287.263 km²) e il secondo più popolato,dopo la Cina) con 1.276.267.000 abitanti. Il suo territorio, attraversato dal Tropico del Cancro, si protende nell'Oceano Indiano, separando il mar Arabico a ovest, dal golfo del Bengala a est. Le coste, che si sviluppano per circa 7500 chilometri, sono in genere piatte e uniformi e formano spesso aree paludose. Alla regione indiana appartengono anche l'isola di Sri Lanka, e gli arcipelaghi delle Maldive e delle Laccadive.

DAL PUNTO DI VISTA MORFOLOGICO, IL TERRITORIO INDIANO SI PUÒ DIVIDERE IN TRE GRANDI REGIONI: la zona himalayana, fanno parte dell'India le catene che vengono denominate subhimalayane, che presentano grandi montagne come il Nanda Devi (7817 m). Qui il clima varia soprattutto in base all'altitudine: è sub­tropicale nelle valli, temperato alle quote intermedie e alpino, con forti escursioni termiche, alle quote più alte.

la pianura indogangetica, che occupa la parte centrale la pianura indogangetica, che occupa la parte centrale. È formata dai sedimenti di tre grandi fiumi: l'Indo, il Gange e il Brahmaputra. Tutta la vita economica e agricola dell'India e' regolata dall'alternanza dei monsoni. I monsoni estivi arrivano all'inizio di giugno cospargendo i campi di piogge benefiche ed aprendo la semina del riso. Alla fine di settembre cominciano ritirarsi e, tra ottobre e novembre, generano pericolosi tifoni.

A sud abbiamo l'ampia regione del Deccan, in gran parte formata da un vasto tavolato di modesta altitudine (500-1000 metri), delimitato dalle catene dei Ghati Orientali e dei Ghati Occidentali, sono una catena montuosa dell'India che corre lungo la costa orientale. coperti da boschi e foreste.

Il Deserto di Thar, noto anche come il Gran Deserto Indiano, è una grande ed arida regione nella parte nord-occidentale del continente indiano.  Per gran parte è una regione bruciata dal sole e battuta da venti fortissimi, dove gli unici paesaggi sono le dune di sabbia, le pietre e la poca vegetazione cespugliosa

CLIMA L'India ha tre stagioni principali: estate, inverno e la stagione dei monsoni. I mesi estivi (aprile-giugno) sono caldi in gran parte dell'India. I mesi invernali (novembre-marzo) sono piacevoli in tutta l'India, con belle giornate di sole. Nelle pianure settentrionali e ai piedi dell'Himalaya la stagione è più rigida, mentre le regioni a est, a ovest e a sud sono gradevolmente fresche. I monsoni arrivano all´inizio di giugno. In queste zone si ha la più alta piovosità tra metà ottobre e la fine di dicembre. I Monsoni sono sempre i benvenuti in India dal momento che alleviano il caldo intenso dell'estate. La popolazione locale gode della brezza dei monsoni e li celebra con differenti festival.

-I Monsoni sono un tipico vento periodico che soffiano durante tutto l'anno. La caratteristica principale dei Monsoni è che questi invertono la loro direzione ogni 6 mesi e questo è dovuto a causa delle diverse condizioni termiche degli oceani e delle terre che si hanno durante l'inverno rispetto all'estate. Per questo motivo si differenziano in Monsoni invernali e Monsoni estivi: I Monsoni estivi, che portano aria calda e umida con piogge fitte e tempeste violente, c'è da considerare che, durante il periodo estivo, la terra dei continenti si riscalda molto più velocemente rispetto all'acqua degli Oceani circostanti. Si sviluppano in questo modo sulla terra zone di bassa pressione, mentre sugli oceani delle zone di alta pressione, il che comporta che questi venti durante l'estate soffiano dal mare verso la terra ovvero, come sempre, da una zona di alta pressione (il mare) verso una zona di bassa pressione (la terra). -I Monsoni invernali, che portano aria asciutta e fredda, questi si comportano esattamente al contrario dei Monsoni estivi, infatti l'inverno con il raffreddamento della temperatura, gli oceani si raffreddano più lentamente rispetto alla terra dei continenti e di conseguenza, gli oceani essendo più caldi rispetto alla terra, svilupperanno una zona di bassa pressione che influirà sulla direzione dei venti Monsoni invernali, che sarà dalla terra verso il mare. I monsoni soffiano soprattutto nelle regioni dell'Asia sud orientale, in particolare sulle coste occidentali dell’India, sulla parte meridionale dei monti dell’Himalaya, sull’Indocina e sulla Cina meridionale. Questi venti influenzano fortemente il clima delle zone circostanti.

MONSONI ESTIVI MONSONI INVERNALI

L'India è bagnata da tre grandi fiumi, che formano con i loro affluenti vasti bacini alluvionali. Il principale fiume indiano è il Gange, nelle cui acque, considerate sacre, si immergono milioni di fedeli induisti. l bacino del Gange, una delle regioni più fertili e più densamente popolate del mondo, occupa una superficie di oltre 1 milione di kmq. Il fiume, che ha un corso di circa 2700 km, ha origine dalle acque provenienti da un ghiacciaio himalayano situato a oltre 6700 m di altezza. Scorre per lungo tratto tra strette gole e taglia il paese da est ad ovest, quindi passa nel Bangladesh e sfocia  nel Golfo del Bengala con un ampio delta. La parte meridionale del delta  è costituita da zone paludose. Le paludi sono abitate da diverse varietà di coccodrilli fluviali e da tigri.

ll secondo grande fiume indiano è il Brahmaputra ll secondo grande fiume indiano è il Brahmaputra. E' lungo circa 2900 km (più di tre volte la lunghezza della nostra penisola). Nasce nel Tibet sud-occidentale, sul versante settentrionale dell'Himalaya, a un'altitudine di circa 4880 m. Presso il delta del Gange, il fiume si  divide in due rami principali che poi sfociano nel golfo del Bengala. Le pianure irrigate dal Brahmaputra producono abbondanti raccolti di riso, iuta e senape. Il fiume è navigabile per circa 1287 km. In anni recenti l'erosione dei suoli causata dalla deforestazione nelle valli del Tibet e dell'India nord-orientale ha provocato frequenti e vaste inondazioni della regione deltizia nel Bangladesh. Il  terzo grande fiume, l'Indo, nasce nel Tibet occidentale a più di 5000 m di altezza. Il suo bacino ha una superficie di oltre un milione di kmq.  Oggi, dopo la divisione tra India e Pakistan avvenuta nel 1951, il fiume Indo per la maggior parte del suo percorso attraversa il Pakistan. Nonostante ciò, grazie a un trattato del 1960, l'India può utilizzare il 20% delle sue acque. Numerosi fiumi, minori, solcano infine la penisola del Deccan.

STORIA L'India ha visto fiorire raffinate civiltà lungo le rive dei suoi fiumi: popolata fin dal 2000 a.C. dagli arii, venne poi occupata da persiani e macedoni; nel VII secolo d.C. fu conquistata dagli arabi, che vi diffusero l'islamismo, e subì in seguito le invasioni turche (x secolo d.C.) e mongole (xiv secolo d.C). Nel XVI secolo la dinastia islamica dei Moghul unificò politicamente la regione e favorì la diffusione dell'islam: la convivenza fra la cultura indù e quella islamica non fu sempre semplice. Nel 1498 il paese fu raggiunto dal portoghese Vasco de Gama: iniziò così la colonizzazione europea.

Percorso del primo viaggio di Vasco de Gama verso l'India

All'inizio del Settecento l'Inghilterra, attraverso la Compagnia delle Indie scacciò i portoghesi, conquistò, l’India, dapprima economicamente, quindi, pian piano anche dal punto di vista politico. Nel 1858, l'Inghilterra trasformò l’India in una colonia britannica, una delle più ricche ed importanti, alla base della forza dell'Inghilterra vittoriana. L'India partecipò con i suoi uomini alle due guerre mondiali, ma, ciononostante, l'Inghilterra stentava a riconoscerle i dovuti meriti e fu necessaria una azione, rivoluzionaria ma non violenta, per raggiungere l'indipendenza.                  

A partire dagli anni Trenta del 20° secolo il movimento per raggiungere l'indipendenza si fece sempre più forte, grazie alla spinta di Gandhi. Il Mahatma (la "grande anima" dell'India, come era chiamato Gandhi) inaugurò un metodo non violento di disobbedienza civile, attraverso il quale mise in ginocchio il gigante britannico.  Si trattava del rifiuto di eseguire qualunque ordine dettato dai colonialisti britannici, che così non riuscivano più a gestire e sfruttare la colonia indiana. 

Gandhi finì più volte in carcere, ma, attraverso i suoi scioperi della fame e la sua integrità morale, acquistò sempre più seguito presso la popolazione indiana e alla fine riuscì a farsi ascoltare anche dalla regina d'Inghilterra. Così la corona britannica fu finalmente costretta a cedere nel 1947 l'importantissima colonia delle Indie nell'unica "guerra" che non era stata combattuta con le armi.   Il raggiungimento dell'indipendenza non fu però indolore: l'India era un paese in cui convivevano molte religioni, ma furono soprattutto gli indù e i musulmani che non riuscirono a trovare un accordo: alla fine la colonia britannica fu divisa in due diversi stati, il Pakistan e l'India. Il primo era a maggioranza  musulmana, il secondo a maggioranza indù.  Gli anni successivi all'indipendenza videro un grandissimo esodo di massa, che portò anche a molti scontri armati tra indù e musulmani. Il messaggio di non violenza trasmesso da Gandhi infatti non era stato apprezzato da tutti. Lo stesso Gandhi, a pochi mesi dalla raggiunta indipendenza, fu assassinato da un fondamentalista indù che riteneva che il Mahatma fosse stato troppo debole con i musulmani.

Dal 1948 al 1964 la politica indiana fu diretta da Nehru Dal 1948 al 1964 la politica indiana fu diretta da Nehru. A capo del partito del Congresso, Nehru era un pacifista convinto e non fece guerre durante la sua presidenza. Fece una serie di importanti riforme, proibendo il matrimonio tra bambini e cercando di scardinare il sistema delle caste. Inoltre introdusse il divorzio e lavorò per aumentare i diritti delle donne. Ma la lotta di Nehru incontrava molte difficoltà, perché contro di lui lottavano tradizioni millenarie. Non era facile far uscire l'India dalla sua arretratezza.  A poco a poco Nehru introdusse in politica la figlia Indira, che dal 1964 divenne capo del partito del Congresso   .  Erano anni difficili, in cui i contrasti con il Pakistan erano continui anche a causa del Bangladesh, che reclamava l'indipendenza che ottenne a seguito della guerra del 1971. Nel 1984 Indira Gandhi fu assassinata da un fondamentalista Sikh (Sikh setta religiosa e politico-militare dell’India) . 

A Indira successe a capo del partito del Congresso il figlio Rajiv, che andò al governo,  ma anche lui fu assassinato, stavolta da un fondamentalista del gruppo terrorista delle "tigri tamil“ (che chiedevano l’indipendenza dell’isola dello Sri Lanka) nel 1991. Ancora oggi la regione del Kashmir è  territorio di scontri: c'è infatti un gruppo di indipendentisti che vorrebbe separarsi dall'India e che è responsabile di attentati terroristici. La creazione di uno stato pacifico che raccogliesse tutte le popolazioni indiane è rimasto solo un sogno di Gandhi: in realtà in questo paese dalle molte culture non è sempre facile la convivenza. L'India è, tuttavia, ancora il più popoloso stato della Terra, che possa dirsi democratico: come amano dire, con orgoglio, gli Indiani, l'Unione Indiana è "la più grande democrazia del mondo". L'attuale Primi Ministro indianol'economista  Manmohan Singh.

POPOLAZIONE E CITTA’ Nell'Unione Indiana vive circa il 17% degli abitanti del pianeta, per un totale di oltre un miliardo e 200 milioni di persone: si tratta del secondo paese al mondo per nu­mero di abitanti dopo la Cina. Il ritmo di crescita della popolazione è elevato, sebbene negli ultimi decenni si sia notevolmente ridotto per effetto delle campagne di pianificazione familiare varate dal governo fin dagli anni Cinquanta del secolo scorso. Gran parte della popolazione vive nei villaggi, quasi tutti collegati solo da sentieri, spesso senza acquedotti e fogne. Le prime città furono costruite dai colonizzatori, come porti per sostenere il commercio coloniale.

Le città più importanti sono Nuova Delhi (la capitale)  Mumbai, Calcuta e  Kannada. Nuova Delhi è formata dalla città vecchia, con più di mille edifici storici e dalla città nuova in cui sono quartieri commerciali e centri finanziari. Attualmente conta più di 17 milioni di abitanti Mumbai (Bombay) è la prima metropoli indiana per estensione e numero di abitanti  (quasi 20 milioni). Fondata su una serie di isole, la città divenne nel 1869 un grande emporio commerciale nel momento in cui venne aperto il Canale di Suez. In seguito sviluppò il settore industriale meccanico, chimico ed alimentare.  Attualmente è anche la sede delle maggiori case cinematografiche indiane. La produzione di film in India è notevolissima ed i quartieri degli studios sono anche noti come Bolliwood (unione di Bombay e di Hollywood) . Metà del nucleo urbano è una immensa baraccopoli.

Calcutta è una immensa città, con quasi 16 milioni di abitanti formatasi con l’unione di ben 67 città. Nel secolo XVII, per celebrare l’Impero britannico furono costruiti centinaia e centinaia di palazzi di cemento per cui ebbe il soprannome di “città dei palazzi”. Nonostante ciò, la città soffre ancora attualmente di carenza di infrastrutture e di servizi. Kannada (7 milioni): città che vuole essere il simbolo di un’India proiettata verso il progresso anche nel campo delle sofisticate tecnologie informatiche. Qui hanno una delle loro sedi  colossi mondiali come l’IBM, Hp, Microsoft.

In queste città, la crescita demografica rapida e caotica ha contribuito alla formazione di immense periferie infestate da malattie e miseria, prive di servizi e infrastrutture. La popolazione indiana è formata da numerose razze, culture e gruppi etnici; la varietà linguistica è elevata anche se le lingue più diffuse sono l’hindi e l’inglese, riconosciute come lingue ufficiali insieme ad altre sedici parlate. La religione dominante è l'induismo, pra­ticato da oltre il 72% della popolazione, ma esistono importanti minoranze musul­mane, sikh, buddiste e cristiane.

L'INDUISMO: CONDIZIONAMENTI SOCIALI ED ECONOMICI Le religioni hanno, nella società indiana, un peso tuttora rilevante, in particolar modo l'induismo che è seguito da circa l'80% della popolazione,i musulmani sono l'11 % della popolazione indiana, il Buddismo, nato nella regione, è oggi professato solo da un'esigua minoranza: 0,7%. La religione induista è molto complessa e non è possibile trattarne qui adeguatamente, ma vanno evidenziati i condizionamenti che esercita sui rapporti sociali. All'induismo si appartiene per nascita, e non è quindi ammessa la conversione individuale: ciò causa una forte diffidenza verso gli estranei. Uno dei cardini della dottrina è la teoria della reincarnazione, secondo la quale l'individuo è destinato a morire e a rinascere più volte, fino a quando non raggiunge la santità che gli consente il dissolvimento nel nirvana.

Il fiume Gange è considerato sacro dalla religione indù, la vita di un induista è incompleta senza un bagno nelle acque del fiume Gange. Ogni anno milioni di indiani vi si immergono in un antico rituale di preghiera e purificazione. Eppure il fiume più grande e venerato d’India, il Gange, è oggi anche il più inquinato del subcontinente, tra i dieci più inquinati al mondo. Ogni Induista desidera che vengano sparse nel Gange le proprie ceneri, perciò le pire per la cremazione ardono 24 ore su 24 ed ogni sera, al tramonto, i brahmini danzano tenendo in mano delle sculture di luce, mentre le centinaia di persone che assistono, da terra e dal fiume, affidano alla "madre Ganga" delle fiammelle che rappresentano i propri sogni.

IL SISTEMA DELLE CASTE La popolazione dell'India è, fin dall'antichità, divisa in caste, cioè classi sociali chiuse. Inizialmente le caste erano quattro (sacerdoti; guerrieri; artigiani e mercanti; servi e contadini), ma con il passare del tempo ciascuna casta si è diversificata al suo interno, dando origine a numerosi sottogruppi. All'ultimo gradino, oggi come in passato, si trova la moltitudine degli intoccabili, i paria, addetti ai lavori più umili (come spazzini o becchini). Anche se la Costituzione indiana nel 1947 ha introdotto il divieto di discriminazione per motivi di casta, gli indiani continuano a seguire le regole che disciplinano i comportamenti all'interno di ogni gruppo (non poter passare da una casta all'altra, né sposare una persona appartenente a una casta diversa - né compiere un lavoro diverso da quello che caratterizza la propria casta). Contro questo sistema, che pone gravi freni allo sviluppo civile ed economico della società, negli ultimi decenni i governi hanno compiuto grandi sforzi, favorendo la promozione sociale degli "intoccabili" e delle altre caste inferiori, ad esempio con la riserva di posti nel pubblico impiego e di borse di studio.

LE RISORSE NATURALI L'India dispone di estese pianure, attraversate da fiumi ricchi di acqua: l'agricoltura è l'attività prevalente e occupa la maggior parte della popolazione. In alcune zone viene praticata con metodi primitivi, in altre è diffusa la coltura in piantagione, basata su tecnologie moderne e generalmente diretta dalle multinazionali, che curano anche l'esportazione dei prodotti. Il paese è il primo produttore mondiale di tè, e il secondo di grano, zucchero e riso, che viene coltivato nelle zone soggette alle piogge monsoniche. Si produce inoltre in grande quantità il cotone, al quale sono legate le fiorenti industrie tessili. Tra gli altri prodotti importanti ci sono gli ortaggi, il caffè e le spezie. Le foreste forniscono in abbondanza legname pregiato e bambù. L'allevamento è molto diffuso: l'India possiede il maggior numero di bovini del mondo, ma essi non sono destinati al consumo poiché sono considerati animali sacri dalla religione induista; vengono invece utilizzati per i lavori agricoli, per il latte, di cui l'India è uno dei maggiori produttori mondiali, e per il letame essiccato, usato come combustibile. Destinati all'alimentazione sono ovini, caprini, suini e volatili. Tipico, nel Kashmir, è l'allevamento di capre, da cui si ricava una lana pregiata,il cashmere una lana morbida, setosa e vellutata che dà una sensazione calda e soffice. Il sottosuolo del paese è ricco (carbone, petrolio, ferro, manganese), ma le materie prime vengono in gran parte esportate.

Nonostante le grandi risorse economiche, l'Unione Indiana è in perenne lotta contro la fame, anche a causa del sovrappo-polamento. Se da un lato, però, appare ancora come un paese arretrato, dall'altro sta compiendo notevoli sforzi per raggiungere elevati standard di sviluppo. L'industria è recentemente cresciuta in modo intenso, grazie al basso costo della manodopera, all'intervento di investimenti stranieri e all'impegno dello stato, che riserva considerevoli capitali alla ricerca e allo sviluppo

LUCI E OMBRE DELLO SVILUPPO INDIANO L'India è lo stato più vasto e popoloso che possa vantare un governo democratico, organizzato secondo un modello federale, cioè costituito da un insieme di stati con proprie leggi ma con un unico governo. La popolazione indiana è composta da moltissimi gruppi etnici, con grandi differenze di lingue e religioni; anche dal punto di vista socioeconomico, poi, vi sono immense disparità. Il sistema politico indiano può essere considerato un laboratorio dove, quotidianamente e su larga scala, si sperimentano la tolleranza e la convivenza nella diversità. In questo quadro generale, la traiettoria percorsa dall'economia indiana negli ultimi anni è stata davvero originale: il paese, da una situazione di sottosviluppo e povertà (che, per molti versi, è presente ancora oggi), è diventato il punto di riferimento mondiale per le tecnologie dell'informazione e della comunicazione. Nei suoi importanti centri universitari si laureano brillanti ingegneri informatici, che poi lavorano nelle numerose società produttrici di hardware e software. I recenti progressi tecnologici hanno creato numerosi posti di lavoro, ma accanto ai percorsi di sviluppo e crescita che l'economia indiana sta seguendo con entusiasmo restano moltissimi problemi, perché una gran parte della popolazione vive in condizioni di povertà estrema e l'analfabetismo è molto diffuso. Il boom delle tecnologie informatiche può stimolare la crescita dell'intera nazione, ma secondo alcuni economisti è un'illusione pensare di poter passare da un'economia prettamente agricola a una fondata sui servizi (e in particolare su ciò che si definisce terziario avanzato) senza passare da una fase di industrializzazione.

Settori industriali importanti sono quello tessile e quello cinematografico Mumbai è la prima città al mondo per il numero di film prodotti. Ogni anno sforna circa 900 lungometraggi per il più vasto mercato cinematografico che esista: quello indiano. Il mercato indiano possiede infatti caratteristiche uniche: conta su un pubblico numeroso, che non è costituito solo dai 12-15 milioni di persone che ogni giorno vanno al cinema in tutto il paese, affollando le circa 11000 sale di proiezione, ma anche da spettatori televisivi che quotidianamente consumano una quantità di film, soap opera e fiction impensabile per qualunque altro paese.Il mercato cinematografico è valutato in circa un miliardo di dollari l'anno ed è alimentato, oltre che dal mercato interno, dall'esportazione all'estero di pellicole, dvd e vhs. Tra i campi in cui si sono fatti maggiori investimenti c'è poi quello dell'alta tecnologia: l'India ha infatti formato personale qualificato e a basso costo, che ha attratto nel paese numerose multinazionali straniere, diventando un punto di riferimento mondiale per le tecnologie dell'informazione e della comunicazione. Purtroppo l'industrializzazione, che ha riguardato solo alcune aree del paese, è fonte di reddito per poche fasce di popolazione. Inoltre gli impianti industriali sono causa di un forte inquinamento: il 90% delle acque di scarico non viene trattato e i rifiuti industriali e urbani finiscono direttamente nei fiumi. A ciò si associa l'inquinamento causato dal carbone, da cui deriva il 50% della produzione d'energia. Una grande fonte di ricchezza è rappresentata dal turismo: il patrimonio artistico e naturale dell'India è notevole, anche se questa risorsa non può essere ancora sfruttata a pieno per carenza di strutture e servizi