… una gustosa selvaggina La Caccia … una gustosa selvaggina come secondo piatto! Alessia Antonino – Campus Bio Medico - Roma
La Storia La caccia è una attività che ha radici storiche molto lontane in quanto risale alla nascita della specie Homo sapiens quindi a circa 1,8 milioni di anni fa. In questo periodo storico vivevano animali di grossa taglia quindi non è completamente chiaro se i nostri progenitori fossero prevalentemente cacciatori attivi o raccoglitori di carogne o entrambi.
Le tecniche di caccia più usate erano: La caccia per sfinimento praticata dagli uomini del paleolitico: consisteva nell'inseguire la preda per lunghe distanze fino a quando, esausta, poteva essere avvicinata e abbattuta. Questa attività potrebbe spiegare il passaggio degli ominidi alla posizione bipede: la postura eretta riduce infatti la velocità di corsa e quindi le probabilità di catturare una preda dopo un inseguimento breve, ma permette una maggiore durata che può favorire la caccia per sfinimento. Anche lo sviluppo delle ghiandole sudoripare (assenti nella maggior parte dei mammiferi) e la mancanza di pelo degli umani può aver favorito questo tipo di caccia permettendo di mantenere la temperatura corporea abbastanza bassa durante una lunga corsa nel calore del giorno.
Caccia con ausilio delle prime armi rudimentali (archi, lance, sassi, frecce, ecc). Questi nuovi strumenti segnarono la svolta nel processo evolutivo umano in quanto “facilitarono” la pro cacciagione del cibo.
Con l’avvento dell’agricoltura e l'addomesticamento degli animali, la caccia continuò ad essere una attività importante per la sopravvivenza delle comunità, in quanto fonte di proteine aggiuntive e materiali utili quali ossa, tendini, pelo o penne e pelli utilizzate per la produzione di abiti e la costruzione di ripari.
Con la diffusione dell'agricoltura e dell'allevamento la caccia divenne un'attività secondaria e accessoria, praticata per difendere gli animali domestici dai predatori della zona o per eliminare gli animali selvatici che concorrevano nell'utilizzo delle risorse naturali o agricole, quali acqua e foraggio divenne così da attività primaria per la sopravvivenza a fenomeno sociale, svolta come attività professionale con l'uso di equipaggiamenti e allenamenti specifici oppure come attività ludica, prerogativa delle classi sociali più elevate (nobiltà), come la caccia alla volpe.
Durante l'età del Medioevo la selvaggina rappresentava ancora una fonte importante di cibo e pelliccia,solitamente procacciata da cacciatori professionisti. In gran parte dell'Europa medievale le classi sociali più elevate (aristocrazia e clero) godevano del diritto esclusivo di cacciare (e a volte pescare) in zone esclusive del territorio feudale.
In gran parte del mondo moderno la caccia non rappresenta più un'attività indispensabile all'approvvigionamento del cibo, tuttavia in alcune società che vivono ancora in condizioni semi selvatiche e/o in condizioni di estrema povertà e/o in ambienti che non favoriscono l'agricoltura e l'allevamento la caccia ricopre ancora una funzione importante.
Tra gli Inuit la caccia, praticata con armi e trappole, rappresenta una risorsa primaria di cibo oltre che di pellame usato per la realizzazione di tende in grado di resistere alle basse temperature dell'Artico, mentre le pelli impermeabili dei mammiferi marini sono usate per la produzione di canoe, guanti, abiti e calzature.
La caccia per sfinimento viene ancora praticata dai cacciatori-raccoglitori del deserto del Kalahari dell'Africa meridionale. Nell'inseguimento di un'antilope del Kalahari centrale questa, benché riesca a portarsi fuori vista dal cacciatore, viene infine raggiunta prima che riesca a trovare il tempo per riposarsi e, quando troppo esausta per continuare a correre, viene colpita a breve distanza con una lancia. Questo tipo di caccia può durare anche cinque ore per un percorso totale tra i 25 e i 30 km, sotto temperature comprese tra i 40 e i 42 °C.
Al giorno d’oggi la caccia viene praticata principalmente come attività ricreativa oppure finalizzata allo scopo di commerciare il ricavato della cattura o dell'abbattimento degli animali. Molti cacciatori ritengono che la carne degli animali selvatici sia più saporita e abbia un gusto diverso rispetto alla carne degli animali d'allevamento.
Gli animali cacciati più comunemente sono: La lepre Il cervo Il capriolo Il cinghiale
La selvaggina è un prodotto naturale pregiato, che proviene da animali che vivono in liberta essa occupa un posto importante nell’ambito di una “alimentazione sana e naturale”, un tema oggi molto attuale. Gli animali selvatici essendo liberi di scegliere come nutrirsi (di qui lo speciale aroma della carne) e la grande liberta di movimento di cui godono fa si che la loro muscolatura sia perfettamente formata e irrorata di sangue. Oltre ad essere uno degli alimenti più nutrienti, la selvaggina e anche carne molto tenera e saporita.
Le carni provenienti da animali selvatici sono molto più magre e ricche di proteine di quanto possiate pensare, eccovene un esempio: 100gr carne di Cervo 100 gr di carne di Manzo Calorie 91 cal /382Kj 230 cal /964Kj Proteine 21gr 18,8 Carboidrati 0,6 0,0 Grassi 0,8 15,0
Alcune ricette Cosciotto di Cinghiale arrosto Ingredienti per 8 persone: 1 cosciotto di cinghiale di circa 2.5 Kg ben pulito 1 bicchiere d'olio 3 scalogni 1 cipolla a rondelle vino bianco q.b. a ricoprire il cosciotto 2 carote a rondelle 2 gambi di sedano, a tocchetti 5 foglie di alloro sale e pepe q.b. Procedimento In un recipiente che possa contenerlo tutto, adagiate il cosciotto che ricoprirete col vino, le verdure e l'alloro. Coprite con un panno e fate marinare in frigorifero per 2 giorni. Scaldate il forno a 150 gradi, asciugate bene il cosciotto e adagiatelo nella teglia in cui avrete riscaldato l'olio. Dovete calcolare 40 minuti di cottura per ogni mezzo chilo di carne che bagnerete abbastanza spesso con la sua marinata. Salate e pepate a cottura quasi ultimata, per evitare che la carne indurisca. Accompagnatelo con della polenta. Fonte http://www.mangiarebene.com
Spezzatino di Cervo Preparazione 10 min, cottura 3ore Ingredienti: 1,5 kg di carne di cervo 2 carote, 2 coste di sedano, 1 cipolla, alloro, rosmarino,chiodi di garofano, 1 pizzico di cannella 1 bicchiere di vino rosso, 3-4 mestoli di brodo 2 cucchiaini di farina 4 cucchiai di olio extravergine d’oliva, sale e pepe. Procedimento Pulite e lavate la cipolla, le carote e il sedano, poi tritateli finemente, fateli rosolare in un tegame con l’olio e unite la carne tagliata a pezzi; quando sarà rosolata, salate e pepate leggermente, aggiungete il vino, fatelo evaporare e, prima che si consumi tutto il liquido, aggiungete il brodo, il rosmarino, l’alloro, la cannella e i chiodi di garofano. Lasciate cuocere a fuoco basso per 3 ore, facendo attenzione che la carne non attacchi sul fondo. Mezz’ora prima del termine della cottura, aggiungete la farina sciolta in po’ di acqua, in modo da addensare il sughetto e aggiustate eventualmente il sale. Infine portate in tavola.
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