Corso di politica economica Prof Cuffaro Note per le lezioni Esternalità
Q A :Max π A =Q(P) (P=Cm) Con Costo marginale esterno (Cmae) Q A :Max π S =Q* (PA=Cm+Cmae) ovvero tale che il beneficio addizionale dellultima unità è uguale al suo costo sociale addizionale. La soluzione privata si colloca nel punto in cui il Bpmn di Q A per A è 0, la soluzione pubblica si colloca nel punto in cui il BSMN di Q A è 0 Q*<Qp ma è diverso da 0
L Q* Qp Cm+Cmae Cm=Costo marginale di A P A S C F Cmae (Costo marginale esterno) Q* Qp Beneficio privato marginale netto di Q A per A BPMN=P A -Cm 0 in Qp, dove P A =Cm A sinistra di Qp BPMN>0 (P A >Cm) A destra di Qp BPMN P A ) Beneficio sociale marginale netto (LQ*=FQ*=Cmae)= Bpmn-Cmae 0 in Q* Positivo a sinistra di Q* Negativo a destra di Q* Ottimo 'privato': Cm=P A Q P Cmae=FQ*=SC Ottimosociale Cm+Cmae=P A Q* C A =f(Q A ) C B =f (Q A, Q B ) δC B /δQ A >0
Una rappresentazione più realistica Nella rappresentazione precedente A non può fare nulla per ridurre linquinamento associato a QA. Ipotesi Le imprese possono ridurre l'inquinamento effettuando spese per abbatterlo Due imprese, che producono un bene e insieme ad esso inquinamento I. Il costo marginale della riduzione di I è elevato quando I è basso e viceversa. (Cmar è una curva di costo marginale di abbattimento di I decrescente, per motivi tecnologici) L'impresa 1 è più efficiente della 2 Cmae dellinquinamento è costante
In assenza di intervento regolatorio linquinamento prodotto sarebbe OA
Ridurre I di una unità implica un incremento di costo(=Cmar) e un incremento di beneficio=Cmae (risparmio per gli inquinati)
Tassa Pigouviana: limpresa più efficiente nellabbattimento produce meno inquinamento Ma… Il regolatore lascia al mercato la determinazione del livello di I.
Permessi di emissione negoziabili (ovvero trasferibili) Lautorità di regolamentazione determina la quantità aggregata di emissione "efficiente" (OD) e lascia al mercato l'allocazione di tali emissioni fra le fonti. si può dimostrare che se le autorità fissano Imax=OD, il prezzo unitario di I (ovvero del diritto a produrre un'unità in più di inquinamento) sarà OE (=cmae)
Kyoto
La "Convenzione-quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici", approvata a New York il 9 maggio 1992, costituisce il primo trattato internazionale riferito specificamente ai cambiamenti climatici. Lo strumento attuativo della Convenzione è il Protocollo di Kyoto, che stabilisce per i Paesi industrializzati e per i Paesi con economie in transizione obiettivi di riduzione delle emissioni di 6 gas-serra. Il Protocollo di Kyoto impegna i Paesi industrializzati e quelli ad economia in transizione (i Paesi dell'est europeo) a ridurre complessivamente del 5,2% nel periodo le principali emissioni antropogeniche di gas capaci di alterare l'effetto serra naturale del nostro pianeta. Leffetto più importante dell'entrata in vigore – che rappresenta un grosso successo politico per lUnione Europea, che si è impegnata strenuamente per il rafforzamento di questo processo - è invece quello di rilanciare la cooperazione internazionale per la tutela del clima globale del pianeta, di cui il Protocollo rappresenta solo il primo passo.
Per l'Unione europea Kyoto ha fissato, a conclusione dell'impegnativa negoziazione, una riduzione dell'8%, tradotta poi dal Consiglio dei Ministri dell'Ambiente dell'UE del 17 giugno 1998 negli obiettivi di riduzione delle emissioni dei singoli Stati membri. Per l'Italia è stato stabilito che entro il il nostro Paese riduca le proprie emissioni nella misura del 6,5% rispetto ai livelli del 1990.l'Unione europeal'Italia
Per il conseguimento dei propri obiettivi, i Paesi industrializzati e ad economia in transizione possono contabilizzare come riduzione delle emissioni il carbonio assorbito dalle nuove piantagioni forestali e dalle attività agroforestali (carbon sink) e utilizzare in maniera sostanziale i meccanismi flessibili (Clean Development Mechanism, Joint Implementation ed Emissions Trading), previsti dal Protocollo di Kyoto
il Clean Development Mechanism (CDM) consente ai Paesi industrializzati e ad economia in transizione di realizzare progetti nei Paesi in via di sviluppo, che producano benefici ambientali in termini di riduzione delle emissioni di gas-serra e di sviluppo economico e sociale dei Paesi ospiti e nello stesso tempo generino crediti di emissione per i Paesi che promuovono gli interventi;Clean Development Mechanism la Joint Implementation (JI) consente ai Paesi industrializzati e ad economia di transizione di realizzare progetti per la riduzione delle emissioni di gas-serra in un altro Paese dello stesso gruppo e di utilizzare i crediti derivanti, congiuntamente con il Paese ospite; lEmissions Trading (ET) consente lo scambio di crediti di emissione tra Paesi industrializzati e ad economia in transizione: un Paese che abbia conseguito una diminuzione delle proprie emissioni di gas serra superiore al proprio obiettivo può così cedere (ricorrendo allET) tali crediti a un Paese che, al contrario, non sia stato in grado di rispettare i propri impegni di riduzione delle emissioni di gas-serra