Percorso alla scoperta di uno sport

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Percorso alla scoperta di uno sport Storia Del Calcio Percorso alla scoperta di uno sport

La Storia,le origini Di origine arcaica, in uso presso gli antichi Romani con l'harpastum, nel quale due fazioni dovevano portare una palla oltre la linea di fondo avversaria e nel quale prevaleva l'aspetto antagonistico rispetto a quello agonistico, veniva probabilmente abbozzato, in seguito, per quello che conosciamo al giorno d'oggi durante il Medioevo in Italia (vedi Calcio fiorentino), ma la sua affermazione moderna e codificata si ebbe in Inghilterra, alla metà del XIX secolo e da allora si diffuse dapprima nel resto d'Europa e in Sud America e poi in tutto il mondo.

Nascita del calcio moderno La patria del calcio moderno è l'Inghilterra, e in particolare, i college britannici, nei quali ci si ispirò al calcio fiorentino che veniva praticato a Firenze, nel periodo medievale. Nasce come sport d'élite: erano i giovani delle scuole più ricche e delle università a giocare al football. Le classi erano sempre composte da dieci alunni, e a questi si aggiungeva il maestro che giocava sempre insieme a loro. Ecco spiegato perché si gioca in undici. Il capitano di una squadra di calcio è una sorta di discendente del maestro della public school. Nel 1848, all'Università di Cambridge, H. de Winton e J.C. Thring, proposero, e ottennero, di fare una riunione con altri dodici rappresentanti di Eton, Harrow, Rugby, Winchester e Shrewsbury. L'incontro durò otto ore e produsse un importante risultato: vennero infatti stilate le prime basilari regole del calcio. Queste regole posero fine al dubbio che riguardava la parte del corpo con la quale colpire la palla: con le mani, con i piedi o entrambi indifferentemente? Le cosiddette regole di Cambridge favorivano chiaramente il gioco con i piedi e permettevano il gioco con le mani solo nel momento in cui era necessario catturare un pallone chiaramente indirizzato in porta, come su un calcio di punizione diretto. Queste regole furono adottate da tutti eccetto che dall'Università di Rugby, i cui rappresentanti erano chiaramente a favore di un gioco più fisico e che consentisse di toccare il pallone anche con le mani. Si produsse così lo scisma che portò alla nascita del rugby, sport che prende il nome dall'Università che l'ha sviluppato.

Il 26 ottobre 1863 a Londra venne fondata la Football Association, prima federazione calcistica nazionale, nel 1886 le Federazioni britanniche diedero origine all'International Football Association Board, con il compito di sovraintendere al regolamento, ed infine nel 1888 si tenne il primo campionato inglese, secondo la formula tuttora in vigore. Il calcio intanto si espandeva a macchia d'olio: in Inghilterra ben presto divenne lo sport per eccellenza della working class e non solo delle èlite. Questo nuovo gioco, divertente, semplice e stancante era l'ideale per sfogarsi dopo una settimana lavorativa. Dall'Inghilterra il calcio venne esportato in tutta Europa ad opera di emigrati di ritorno dall'Inghilterra stessa e che furono tra i primi a conoscere il football, o su iniziativa degli stessi inglesi che si trovavano all'estero. In Sudamerica, i marinai inglesi preferivano giocare a calcio tra di loro lasciando da parte la gente del posto. Ma rimanere fuori a guardare si rivelò decisivo: ben presto, brasiliani e uruguaiani diventarono ben più abili dei maestri nel praticare il calcio. Il fenomeno ormai era di dimensioni intercontinentali, ed era necessario adattare le istituzioni calcistiche e chiarire in maniera più dettagliata le regole. In questi anni infatti, erano svariate le interpretazioni del gioco. Finalmente, anche a questo scopo, nel 1904 si costituì la Federation Internationale de Football Association (FIFA), cui si affiliarono le varie Federazioni nazionali. Il calcio, come detto prima, si è sparso a macchia d'olio su tutto il pianeta coinvolgendo mille popoli diversi, ciascuno con la propria storia e la propria identità, e quindi anche il proprio modo di interpretare il gioco. Le scuole calcistiche sono proprio questo: diverse maniere di giocare a pallone, concezioni differenti del gioco.

Gli aspetti Legali Nonostante quello calcistico sia un mercato miliardario, le nostre società calcistiche attualmente registrano grandi perdite. Tra ingaggi e salari dei giocatori abbiamo raggiunto una cifra record di 1 miliardo e 300 milioni di euro, si è quindi passati da una perdita di 37 ad una di 133 milioni di euro. Ricostruiamo il cammino delle società calcistiche. Nel 1991 la legge n. 81 trasformò le società sportive senza fine di lucro, in società per azioni con fine di lucro. Un gran terremoto nel calcio è stata la sentenza Bossman, che ha tolto i limiti al tesseramento dei calciatori stranieri. Ultima mossa, è stata la possibilità data alle squadre di contrattare i diritti televisivi; le società, potendo trattare liberamente questo diritto, possono così incrementare i propri ricavi.

Ma perché questo cammino ha portato a dei bilanci in perdita per quasi tutte le società calcistiche? Perché i ricavi derivati dai diritti televisivi non permettono più di coprire i costi sostenuti per il loro acquisto. Questo perché il mercato della pay tv è in crisi in quasi tutta Europa. Ogni paese ha i suoi motivi, per quanto riguarda l’Italia, una delle cause è la pirateria delle smart card.

GLI ASPETTI ECONOMICI Quali possono essere i rimedi? Fortunatamente le squadre italiane hanno stipulato contratti con canali a pagamento fino al 2005, quindi per altri 2 o 3 campionati i costi sono coperti. Quali possono essere i rimedi? I rimedi possono essere due: - aumentare i ricavi, attuando la via della diversificazione; - limitare i costi; riguardo la prima soluzione, un esempio da seguire potrebbe essere quello del Manchester che ha creato un vero e proprio business intorno allo stadio dove gioca, in modo da formare dei ricavi in tutto l’arco della settimana attraverso dei servizi commerciali. In Italia, la società che sta seguendo l’esempio, è la Juve (una delle migliori società calcistiche dal punto di vista finanziario), che sta cercando di acquisire lo stadio per creare un centro sportivo e commerciale per i giovani, ma ci sono molti impedimenti burocratici. Molto più si potrebbe fare con la seconda soluzione, ossia diminuire i costi, come porre un limite allo stipendio dei giocatori. Con questo però si potrebbe andare incontro ad una fuga all’estero dei giocatori, dove verrebbero pagati maggiormente. Altra prospettiva è l’investimento sui giovani, che sono il talento del futuro. Un giocatore di 30 anni diventa prigioniero del suo ingaggio, ossia, ha difficoltà a trovare un’altra società calcistica disposta ad investire su di lui. Comunque, le squadre hanno bisogno di avere dei talenti pregiati per poter ottenere dei risultati, ma questi talenti costano, è se in fine il risultato di bilancio non è quello previsto, si è costretti a venderli. Una soluzione a questo circolo vizioso è legare gli ingaggi ai risultati. Se i risultati non vengono ottenuti gli ingaggi non vengono pagati. Questo contratto fu proposto da alcune società calcistiche a dei giocatori che lo hanno sottoscritto, ma ce ne sono altri che si rifiutano. Il rifiuto è dovuto al fatto che se la squadra non va, magari non a causa loro, sono costretti a rinunciare al loro stipendio. Come questo discorso del salario legato al risultato si è introdotto nel lavoro, chiamiamolo ordinario, attraverso i contratti di lavoro flessibile, deve instaurarsi anche nella mentalità delle società calcistiche. Una soluzione potrebbe essere quella di legare una parte del salario al risultato e garantirne l’altra. È, infatti, del tutto svantaggioso, per la società calcistiche, pagare un giocatore che non sta dando i suoi frutti, oppure, pagarne uno infortunato.

Ecco riportato il bilancio del Milan, una tra le società calcistiche europee

CONTO ECONOMICO 2006 2005 A) Valore della produzione   1) Ricavi delle vendite e delle prestazioni a) ricavi da gare in casa 15.345.336 16.123.964 b) percentuale su incassi gare da squadre ospitanti 1.412.449 2.175.012 c) abbonamenti 12.328.644 13.441.079 d) ricavi da altre competizioni - 2.898.061 4) Incr. di imm. per lavori int. e Capitalizzazione costi vivaio 3.240.625 3.072.146 5) Altri ricavi e proventi a) contributi in conto esercizio 259.484 12.623 b) proventi da sponsorizzazioni 29.650.256 30.679.738 c) proventi pubblicitari d) proventi commerciali e royalties 4.043.798 16.160.428 e) proventi da cessioni diritti televisivi - proventi televisivi 127.984.959 98.201.831 - percentuale su diritti televisivi da squadre ospitanti 3.641.507 3.636.263 - proventi televisivi da partecipazioni competizioni U.E.F.A. 27.782.390 24.592.191 f) proventi vari 9.947.733 10.765.257 g) ricavi da cessione temporanea prestazioni calciatori 673.000 473.000 h) plusvalenze da cessione diritti pluriennali prestazioni calciatori 44.807.110 5.313.037 i) altri proventi da gestione calciatori l) ricavi e proventi diversi 11.989.680 8.683.997 Totale valore della produzione (A) 293.106.971 236.228.627

2006 2005 B) Costi della produzione   2006 2005 B) Costi della produzione 6) per acquisti materiale di consumo e merci 2.578.499 3.341.100 7) per servizi 47.077.498 35.989.115 8) per godimento di beni di terzi 12.800.767 11.447.297 9) per il personale a) salari e stipendi 129.411.938 141.187.974 b) oneri sociali 2.725.015 3.189.094 c) trattamento di fine rapporto 478.037 648.227 e) altri costi 244.475 301.868 10) ammortamenti e svalutazioni a) ammortamento delle immobilizzazioni immateriali 25.771.938 25.113.725 b) ammortamento delli immobilizzazioni materiali 195.649 190.330 c) altre svalutazioni di immobilizzazioni - d) svalutaz. Crediti attivo Circol e dispon. Liquide 518.359 150.000 14) oneri diversi di gestione a) spese varie prganizzazione gare 1.295.669 3.160.232 b) tasse iscrizione gare 1.150 2.780 c) oneri soecifici verso squadre ospitate - percentuale su incassi gare a squadre ospitate 3.100.792 3.659.893 - percentuale su diritti televisivi a squadre ospitate 16.653.986 13.950.970 d) minusvalenze da cessione diritti pluriennale prestazioni calciatori 4.366.245 3.850.241 e) altri oneri gestione calciatori 281.543 813.617 f) altri oneri diversi di gestione 14.068.808 10.941.603 Totale costi della produzione (B) 261.570.368 257.938.066 Differenza fra valore e costi della produzione (A-B) 31.536.603 (21.709.439)

2006 2005 C) Proventi ed oneri finanziari   2006 2005 C) Proventi ed oneri finanziari 16) Altri proventi finanziari d) proventi diversi dai precedenti 771.424 478.425 e) proventi da compartecipazioni ex art. 102 bis N.O.I.F. - 2.348.709 17) Interessi ed altri oneri finanziari a) verso imprese controllate (426.220) c) verso imprese controllanti (425.758) (721.047) d) altri oneri finanziari (6.694.273) (4.478.466) e) oneri da compartecipazioni ex art. 102 bis N.O.I.F. (1.250.000) (1.650.000) 17 - bis) Utili e perdite su cambi a) utile su cambi (27) 29.263 b) perdite su cambi (579) (30.396) Totale proventi ed oneri finanziari ( C ) (8.025.433) (4.023.512) D) Rettifiche di valore di attività finanziarie 19) svalutazioni a) di Partecipazioni (16.000) (60.000) Totale rettifiche di valore di attività finanziarie (D) E) Proventi e oneri straordinari 20) Proventi a) Plusvalenze da alienazioni 4.217 181.299.141 21) Oneri a) Minusvalenze da alienazioni (181.541.300) Totale proventi ed oneri straordinari (E) (242.159) Risultato prima delle imposte (A - B + C + D + E) 23.499.387 (26.035.110) 22) Imposte sul reddito d'esercizio Totale valore della produzione (A) (14.215.999) 14.970.885 B) Costi della produzione (15.597.203) 13.430.119 6) per acquisti materiale di consumo e merci (16.978.406) 11.889.354 7) per servizi (18.359.609) 10.348.588

Letteratura e sport:compatibili? Calcio e letteratura in Italia non hanno mai avuto un rapporto serio e consolidato. Non mancano prestigiose eccezioni. Pasolini e Umberto Saba hanno scritto pagine stupende. E Giacomo Leopardi nel 1821 scrisse un'ode dedicata a Carlo Didimi di Treia, una stella del pallone (all'epoca una sorta di incrocio tra la pallavolo e il tennis),e Vittorio Sereni che presagì in tempi non sospetti gli odierni veleni tra l'Inter (di cui era tifoso) e la Juventus.

Umberto Saba Saba è’ un poeta abbastanza originale: nonostante abbia confessato apertamente la sua antipatia per gli stadi, rimase coinvolto per sempre dall‘entusiasmo per il calcio. Le «cinque poesie per il gioco del calcio», sono state scritte su un campetto di periferia, durante una festa popolare, per il desiderio del poeta di cantare la vita di tutti e di immettersi nelle loro emozioni. Saba è rimasto totalmente sedotto da questo gioco che purtroppo riunisce intorno a sé tifoserie rozze e violente. Ma il calcio non ha niente a che fare con questa gente aggressiva e brutale; come dice egli stesso, il calcio è un grande fenomeno aggregativo che ci mette (o dovrebbe metterci) in armonia con l’umanità..........lo spettacolo che offre, se non degenera, è uno dei più belli e divertenti che esistano; e credo che abbia quando dice che le masse si infervorano per i simboli che questo gioco esprime, più che per il gioco stesso........ Saba si avvicina al calcio casualmente, entra la prima volta allo stadio solo per accompagnarvi la figlia desiderosa di vedere la squadra di casa, la Triestina. Fino a quel momento il poeta non aveva mai dato molto peso al calcio, anzi tutti quei tifosi che deliravano o si disperavano seguendo le evoluzioni della sfera lo irritavano; non riusciva a capirne il senso; ma da quel giorno per lui tutto cambiò, dentro quello stadio Saba si sentì perduto, avvolto dal calore della folla.

Quel primo incontro col calcio è narrato nella poesia intitolata “Squadra paesana”; il poeta era ormai rapito da quello spettacolo che gli permetteva, fra l’altro, di riconoscersi nella massa, e continuò a scrivere liriche sull’argomento, prendendo spunto ogni volta da alcuni momenti che lo avevano colpito maggiormente; così, mentre nella prima composizione aveva espresso lo stupore personale, nella seconda, “Tre momenti”, descrive la gioia e la felicità dei tifosi, la cui brevità è compensata dall’immensità, ed inoltre gli istanti che precedono il fischio d’inizio e il comportamento del portiere, che si rilassa quando i suoi compagni hanno il controllo del gioco, ma che diventa guardingo appena lo perdono. Ancora il comportamento dei tifosi è il tema della “Tredicesima partita” scritta in occasione di uno incontro disputato a Padova del quale il poeta fu spettatore insieme a sua figlia, qundo alcuni tifosi, dopo aver capito che la coppia tifa per la squadra di casa, con un atto di galanteria regalano un mazzetto di fiori alla ragazza (non come oggi che invece tirano i motorini giù dalle gradinate!!!!!!!!!!); Saba per ringraziarli dedica loro questa poesia, nonostante non fossero tifosi della sua Triestina, facendo leva sul sentimento di unità che lega gli spettatori.........non per niente è la mia poesia preferita!!!! Emblematico è invece il quarto capitolo della raccolta: è l’unico momento in cui Saba mostra una sorta di disprezzo per il calcio, non il calcio in sè, ma piuttosto per i calciatori. Infine c’è “Goal”, probabilmente la più famosa fra queste poesie

Goal Il portiere caduto alla difesa ultima vana, contro terra cela la faccia, a non veder l’amara luce. Il compagno in ginocchio che l’induce, con parole e con mano, a rilevarsi, scopre pieni di lacrime i suoi occhi. La folla –unita ebbrezza- par trabocchi nel campo. Intorno al vincitore stanno, al suo collo si gettano i fratelli. Pochi momenti come questo belli, a quanti l’odio consuma e l’amore, è dato, sotto il cielo, di vedere. Presso la rete inviolata il portiere - l’altro - è rimasto. Ma non la sua anima, con la persona vi è rimasta sola. La sua gioia si fa una capriola, si fa baci che manda di lontano. Della festa –egli dice- anch’io son parte.