Valutazione: strumenti e tipologie

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Valutazione: strumenti e tipologie Didattica Generale a.a. 2010/2011

Scriven: le funzioni della valutazione Diagnostica Formativa Sommativa

Tipologie di standard Standard criteriale: Ricerca di standard normativi (es. INVALSI) Produce un giudizio che genera certificazione Generalizzabile, confrontabile Affidabilità Standard criteriale: Esplicitazione di criteri che nascono da un contesto specifico (la classe) Fondati sulla progettazione scolastica Confrontabili con altri contesti simili

Tre criteri 1 Criterio assoluto, 2 Criterio riferito al gruppo, 3 Criterio riferito all’individuo.

Criterio assoluto che valuta la prestazione svolta in riferimento ad un modello prefissato, ad una prestazione che è stata considerata «normale» sulla base di studi precedentemente svolti, che hanno tarato il test in riferimento a campioni rappresentativi. I test di questo tipo vengono chiamati «test standardizzati» o «norm referenced test», perché contengono le «norme» a cui fare riferimento per interpretare ciascun risultato dei soggetti esaminati. La norma, il valore della sufficienza o dell’eccellenza, è definito a priori e indipendente dal risultato del test.

Criterio riferito al gruppo cioè basato sul confronto tra la prova del singolo studente e l’andamento generale di tutto il gruppo classe o di tutte le classi della scuola. Le soglie di valutazione vengono quindi stabilite al termine di tutte le misurazioni.

Criterio individuale Criterio riferito all’individuo, ovvero basato sul confronto tra i comportamenti evidenziati da un singolo alunno nella prova attuale con altre prestazioni relative a prove precedentemente effettuate, allo scopo di rilevare le variazioni nella padronanza e i progressi nel raggiungimento dei traguardi previsti.

Tipologia di prove: Per ogni funzione e/o obiettivo specifico della valutazione va impiegato uno strumento di verifica omologo e congruente con quella funzione e/o con quell’obiettivo (Domenici, 1991) Le prove di verifica si classificano anche in base alla relazione tra tipologia degli stimoli e tipologia della risposta. Stimolo aperto risposta aperta Stimolo aperto risposta chiusa Stimolo chiuso risposta aperta Stimolo chiuso risposta chiusa

Le prove tradizionali : Stimoli aperti - Risposte aperte  interpretazione soggettiva e non univoca delle domande e delle risposte  impossibilità di predeterminare in modo univoco il punteggio  soggettività del giudizio

Prove a stimolo e risposta aperti: Lo stimolo consiste nel fornire all'allievo l'indicazione di una certa area di problemi entro cui deve sapersi orientare. L'allievo elabora la sua risposta facendo ricorso alla sua capacità di argomentare, raccogliendo le conoscenze che possiede nell'area indicata o in aree limitrofe. Sono prove dello stesso genere anche i testi di composizione scritta, le relazioni su esperienze, la redazione di articoli, lettere; la creazione di elaborati attraverso linguaggi non verbali.

Le prove strutturate: Stimoli chiusi- Risposte chiuse predeterminazione del punteggio chiunque sia il correttore oggettività del giudizio verifica frequente del livello di apprendimento e in breve tempo tendono a mettere in evidenza il pensiero convergente o riproduttivo, relativo al sapere meccanico, analogico e ripetitivo (conoscenza di termini, fatti, regole e principi)

Prove a stimolo chiuso e risposta chiusa Sono anche dette prove oggettive di profitto sono basate su uno stimolo specifico a cui deve corrispondere da parte dell'allievo una prestazione altrettanto specifica. Sono costituite pertanto da una serie di quesiti che sollecitano risposte culturali e in un tempo prestabilito. I quesiti possono essere di diverso tipo: vero/falso, a scelta multipla con una o due soluzioni, brani da completare e corrispondenze da effettuare.

Prove a stimolo aperto risposta chiusa: Spesso nelle interrogazioni il docente sollecita l’allievo ad esprimere consenso a ciò che afferma. E’ come dire che chi interroga, si risponde e cerca solo una conferma sul piano affettivo da parte dell’allievo. Si tratta perciò di pseudo-prove. Lo stimolo è generalmente ampio, ma improprio, perché non è indirizzato all’allievo. Anche la risposta è impropria, perché non riguarda la manifestazione di abilità e conoscenze.

Prove a stimolo chiuso e risposta aperta: sono prove in cui lo stimolo è accuratamente predisposto in funzione del tipo di comportamento che si intende sollecitare nell'allievo il quale fornisce la propria risposta facendo ricorso la propria abilità conoscenza. Rientrano in questo tipo di prove composizioni e saggi brevi, attività di ricerca, esperienze di laboratorio.

Le prove semistrutturate: Stimoli chiusi - Risposte aperte ma soggette a vincoli Permettono di rilevare proprio quelle conoscenze o abilità che si vogliono verificare permettono di predeterminare i criteri di correzione permettono di verificare i processi intellettuali superiori mettendo in evidenza il pensiero divergente, cioè l’uso creativo ed originale delle conoscenze di cui si è in possesso favoriscono la interdisciplinarità spingendo ad una maggiore collaborazione tra docenti di discipline diverse favoriscono la rilevazione e valutazione delle “diverse” intelligenze

Come si costruisce una prova strutturata: Una prova “oggettiva” si presenta quindi come un insieme di domande, quesiti o item, ciascuno dei quali offre alcune alternative di risposta di cui una o più d’una esatta (chiave di correzione dell’item) e le altre sbagliate poste con funzione di ‘disturbo’, perciò chiamate distrattori Per evitare che la probabilità di rispondere bene tirando ad indovinare sia alta, le alternative di risposta devono essere almeno quattro o cinque; i distrattori, cioè le alternative di risposta non esatte, devono non solo essere plausibili, ma anche, quando sia possibile, parzialmente veri; La chiusura dello stimolo e della risposta consente di determinare a priori, cioè al momento della costruzione e perciò prima che lo strumento venga somministrato, il punteggio da assegnarsi a ciascuna domanda a seconda che la risposta risulti esatta, sbagliata o omessa.

Costruire un test: definizione dei contenuti e delle abilità che saranno oggetto di valutazione determinazione del numero dei quesiti e loro scelta. Come scegliere i quesiti?

Bloom propone una tassonomia di abilità di difficoltà crescente che permettono di organizzare gli obiettivi secondo livelli diversi di complessità conoscenza dei termini, conoscenza di fatti, conoscenza di regole e principi, capacità di effettuare trasformazioni, capacità di effettuare applicazioni. Volendo utilizzare questa prospettiva, per ciascuno dei livelli andrebbero proposti degli items in grado di rilevare il conseguimento dell’abilità prevista.

Caratteristiche formali: la chiarezza espositiva Item formulati in maniera semplice, utilizzando frasi brevi, vocaboli di uso comune, una struttura morfosintattica non troppo complessa la correttezza della formulazione, Indizi Errori Parole chiave la qualità dei «distrattori».

Le prove oggettive Test a scelta multipla (distrattori) Test con V e F – risposte bipolari Si-No Close – completamenti (con liste di parole o senza) Relazioni Riordinamenti Selezione all’interno di una lista Graduatoria di importanza Che cosa si valuta? Quali ragionamenti e riflessioni nello studente?

IL CAMBIAMENTO IMPORTANTE: VERSO UNA NUOVA VALUTAZIONE

Valutare la comprensione A differenza della definizione di Bloom…. Secondo Wiggins la comprensione si compie quando ad un’idea se ne associano altre, si afferrano dei significati in connessione tra loro e si è in grado di stabilire una rete di idee. Si è capaci di adattare la conoscenza a nuove situazioni. Si è in grado di usare le informazioni per spiegare, giustificare, collegare, esplorare, applicare. La comprensione profonda trasforma l’informazione in una conoscenza utilizzabile.

Valutazione con orientamento idiografico Comprensione delle prestazioni Analisi dei processi Attenzione alle specificità Ruolo fondamentale dell’autovalutazione Wiggins e la valutazione autentica (1989): dalla valutazione della conoscenza alla valutazione della comprensione

Le fonti per una valutazione autentica - alternativa Controlli informali Annotazioni del docente Osservazioni non strutturate Osservazioni, dialoghi, autovalutazione Argomentazioni Spiegare Argomentare Prove strutturate, test Compiti di prestazione Progetti Situazioni problema Autentica = formativa Autentica = accerta il livello “reale” Autentica = promuove il soggetto

I metodi Quantitativo- qualitativo Contrapposti o integrati? Quantitativo = cosa Qualitativo = come, perché, quando “non dicono le stesse cose in modo diverso ma conducono a conoscenze diverse circa i fattori indagati e valutati (Tessaro 2001)

NEW ASSESSMENT

New assessment È una valutazione di apprendimenti e di competenze in un’ottica processuale, soggettiva e intersoggettiva, oltre che in prospettiva autentica e dinamica. Con il new assessment si modificano: il compito: non più artificioso, statico, eterogestito ma continuo, autentico, co-gestito l’oggetto della valutazione: non il prodotto ma il processo, le prestazioni di competenza, il significato assegnato alla valutazione

competenze

La Competenza È una strategia contestualizzata per la soluzione di un problema complesso. La strategia non è riducibile a segmenti lineari e atomici, non è riproducibile in modo meccanico perché dipendente dal contesto in cui è situato il problema.

Cosa non è la Competenza Secondo alcuni la competenza è il saper fare. Secondo altri è applicare ad altro contesto in modo meccanico quanto realizzato. (il tempo dell’apprendere diverso dal tempo del fare?)

Competenze e progettazione Per lo sviluppo delle competenze la progettazione deve privilegiare: multiprospetticità; riattraversamenti; possibilità di scegliere; ambienti ricchi di proposte e di materiali.

Le competenze 3 diverse interpretazioni Come insieme di conoscenze, abilità che permettono di svolgere in modo abile un compito (matrice comportamentista) Come disposizione interna astratta (matrice cognitivista) che ha una propria generatività Come orchestrazione di schemi d’azione che permettono di generare un’infinità di pratiche in situazioni sempre diverse (matrice costruttivista)

La competenza si manifesta… nell’interazione fra il soggetto e il compito ed è influenzata da conoscenze e abilità esistenti, comprensione percezione di sé rispetto al compito (storia personale) interpretazione della situazione (conoscenze, analogia, modellizzazione) autoregolazione nel processo (preparazione, attuazione, strategie, riflessione) e nella gestione degli stati emotivi

Valutare le competenze

Come valutare le competenze? Non sono sufficienti i test più o meno oggettivi; Non può prescindere dall’analisi del processo; Deve valutare la coerenza del percorso; Non può prescindere dall’analisi del contesto; Non può avvenire senza la partecipazione attiva degli studenti.

Come valutare le competenze? Va valutata la coerenza interna (dichiarato ed agito) e la coerenza con le finalità ed il contesto; Va valutata la consapevolezza dello studente rispetto alle scelte;

Cosa valutare? L’analisi del prodotto non basta Occorre valutare: Il processo; La consapevolezza; La competenza autovalutativa. (Ruolo del soggetto che apprende)

Valutare la competenza Competenza nell’apprendere Metacognizione (autoregolazione di processi) Consapevolezza, proiezione Atteggiamenti Competenza come performance Comportamenti Risultati

Approccio integrato alla valutazione Pellerey 2001 soggettiva intersoggettiva oggettiva autovalutazione eterovalutazione co-valutazione

La proposta articolata Test e prove strut turate Presta zioni Rubriche Valutazione tra pari Auto-valutazione Il portfolio

Valutare il processo di apprendimento Il risultato consente di vedere una situazione finale di un percorso, non le strategie Per comprendere e valutare un processo bisogna costruire situazioni nelle quali non siano applicabili semplici procedure meccaniche o trasferimenti di modelli in modo pedissequo. La risposta che più interessa è quella che ci può fornire il massimo delle informazioni sul pensiero dello studente

Competenze e compiti autentici Se la competenza è la capacità di realizzare una strategia contestualizzata, la consegna deve proporre: un problema aperto in cui lo studente debba costruire un modello e scegliere fra multiple possibilità con una logica sfumata (fuzzy).

Un compito autentico non richiede solo l’applicazione di conoscenze e procedure già note, ma la ricerca di una soluzione originale, la scelta tra diverse alternative possibili e richiede di mettere in relazione più fattori (conoscenze, strategie, contesto e problema);

Un compito autentico comporta interpretazioni plurime e da qui “soluzioni plurime”; richiede una progettazione; implica il coinvolgimento di vari aspetti (cognitivo, relazionale, organizzativo, autovalutativo); mette in rilievo il lavoro collaborativo tra pari e il ruolo di tutor dell’insegnante.

Le caratteristiche di un compito autentico deve essere ampiamente corredato da informazioni riguardanti il contesto di riferimento, che sarà complesso; deve stimolare la riflessione e l’interesse di chi vi è impegnato;

Le caratteristiche di un compito autentico deve stimolare il pensiero di alto livello, che è non-algoritmico, perché il percorso da svolgere non è completamente predeterminato, Può generare molteplici soluzioni (ciascuna con vantaggi e svantaggi), mette in campo giudizi sfumati e interpretazioni soggettive, mette in gioco processi di autoregolazione.

Le caratteristiche di un compito autentico deve essere poco strutturato, ma deve essere definito con chiarezza l’obiettivo (ossia, so esattamente quali sono gli obiettivi, le istruzioni, gli effetti desiderati, anche se non so come sono organizzati: non devo avere dubbi come “ho finito?”, “è questo ciò che si vuole?”); non impedisce di utilizzare libri di testo o altri materiali né di rivedere quanto realizzato (Wiggins, 1992).

Proviamo a costruire un Test? Attività di gruppo: Proviamo a costruire un Test?