EPIDEMIOLOGIA DELL’OSTEOPOROSI

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EPIDEMIOLOGIA DELL’OSTEOPOROSI

OSTEOPOROSI Malattia caratterizzata da riduzione del contenuto minerale nell’osso e alterazione della microarchitettura dell’osso stesso con conseguente fragilità e quindi maggiore suscettibilità alle fratture anche per traumi di modica entità

L’osteoporosi è una malattia rilevante sul piano sociale proprio a causa delle fratture che da essa dipendono

Le frattura osteoporotiche costituiscono una delle più comuni cause di disabilità e una delle maggiori voci di bilancio della spesa sanitaria di molti paesi del mondo.

I NUMERI DELL’OSTEOPOROSI Nel mondo: 200 milioni di osteoporotici 1.700.000 fratture di femore nel 1990 6.300.000 fratture di femore previste per il 2050 In Italia: 3,5 milioni di donne e 1 milione di uomini osteoporotici Oltre 55.000 fratture di femore/anno dopo i 50 anni 20.073 fratture di femore in Puglia nel periodo 2001-2005 hanno prodotto una spesa di oltre 117.500.000 euro

E’ necessaria maggiore attenzione per individuare le categorie a rischio e maggiore partecipazione individuale riguardo alle attività di prevenzione

EPIDEMIOLOGIA Dal 1994 l’OMS ha stilato una definizione di osteoporosi basata sulla valutazione del contenuto di calcio nell’osso a mezzo di un esame strumentale denominato densitometria La percentuale di popolazione affetta da osteoporosi, definita sulla base dei valori di massa ossea è influenzata dalle tecniche che si usano per valutare questo parametro e dalle caratteristiche della popolazione sana di riferimento. La Fondazione Internazionale per l’osteoporosi ha raccomandato che la misurazione della massa ossea venga effettuata con la tecnica DEXA a livello del femore e si faccia riferimento alla popolazione sana di riferimento individuata dal NHAES (National Health and Nutrition Examination Survey)

PREVALENZA DELL’OSTEOPOROSI In rapporto ad un indice denominato T–score* si classifica il contenuto minerale osseo in: normale, osteopenia, osteoporosi, osteoporosi severa Nei paesi occidentali il 20% delle donne in età post-menopausa è affetta da osteoporosi La prevalenza dell’osteoporosi aumenta con l’avanzare degli anni: da 5 % a 50 anni a 50% a 85 anni *T - Score: numero di deviazioni standard tra la densità minerale ossea (BMD) del paziente in oggetto rispetto a quelli medi riscontrati in una popolazione di adulti sani (circa 37 anni di età)

FATTORI di RISCHIO per OSTEOPOROSI Non modificabili Modificabili Sesso femminile Età Etnia caucasica o asiatica Taglia corporea ridotta Familiarità Osteoporosi secondaria Farmaci Fumo Abuso di alcool Fattori nutrizionali Vita sedentaria Non adeguato apporto di calcio nel periodo della crescita

PICCO di MASSA OSSEA La massima capacità di accumulare calcio nell’osso è raggiunta intorno ai 20-25 anni nella donna e 25-30 anni nell’uomo. E’ determinante per la protezione dello scheletro. E’come avere un deposito bancario: in prelievo costante verrà meglio tollerato se il saldo iniziale è il più alto possibile

STILI DI VITA Garantire un adeguato apporto di calcio nell’età della crescita Evitare la vita sedentaria e praticare regolarmente l’attività fisica Evitare di fumare Evitate l’abuso di acool Favorire l’alimentazione in modo da evitare una struttura corporea gracile e l’eccessiva magrezza

CONSEGUENZE DELLE FRATTURA OSTEOPOROTICHE MORTALITA’ Le fratture di femore sono quelle gravate da maggiore mortalità. Negli Stati Uniti ogni anno 300000 fratture sono causa di 31000 decessi in più rispetto alla mortalità attesa per età, entro i primi 6 mesi.

CONSEGUENZE DELLE FRATTURE OSTEOPOROTICHE DISABILITA’ Negli USA il 7% dei pazienti con fratture osteoporotiche è disabile e l’8% necessita di istituzionalizzazione Uno studio del Policlinico Umberto I di Roma registra che la percentuale dei pazienti trasferiti in altre strutture riabilitative dopo il periodo di ospedalizzazione è maggiore per quelli con fratture osteoporotiche (26,3%) rispetto a quelli con malattia coronarica (13,2%) o cerebrale (9,9%)

CONSEGUENZE DELLE FRATTURE OSTEOPOROCHE COSTI COSTI DIRETTI: spese ospedaliere, farmaci, ausili, ecc. COSTI INDIRETTI: perdita delle capacità produttiva presente e futura, mortalità , disabilità. COSTI INTANGIBILI: Riferiti al dolore, alla sofferenza , alla compromessa qualità della vita

20 miliardi di dollari è la stima dei costi sostenuti negli USA nel 1995 per fratture osteoporotiche. Da rilevare che le fratture interessano il 7% degli osteoporotici, ma i costi coprono il 60% dei costi sostenuti per la malattia

25 miliardi di euro è al stima dei costi sostenuti per il trattamento delle fratture osteoporotiche in Europa

In Italia, nel già citato studio del policlinico di Roma, è stato valutato in 3000 euro il rimborso medio per paziente erogato per le fratture osteoporotiche da parte del SSN, preceduto solo dalla malattia coronarica

LO SCENARIO IN PUGLIA In Puglia, come nel resto d’Italia vi è stato negli ultimi anni un incremento di prescrizioni per farmaci utilizzati nell’osteoporosi, in ragione di una maggiore attenzione per una malattia per lungo tempo trascurata. Ciò nonostante ancora oggi un alto numero di pugliesi osteoporotici non sono diagnosticati come tali e non vengono trattati

LO STUDIO ESOPO Nell’Italia Meridionale Il 23% delle donne in età di menopausa e il 18% degli u0mini ultrasettantenni sono affetti da osteoporosi Solo 1 donna su 5 è trattata con farmaci e solo 1 su 10 con bifosfonati Solo3 uomini su 100 sono trattati e solo 1 su 100 con bifosfonati

I dati su riferiti sono richiamati nel documento che la Regione Puglia ha presentato nel giugno 2009, dal titolo: Percorso diagnostico e terapeutico per la cura dell’osteoporosi” Si afferma che è estremamente importante l’individuazione dei soggetti a rischio e la loro immissione in programmi di cura. Aggiungo che i costi di tale operazione costituiscono senz’altro un investimento ai fini della salute e sicuramente un notevole risparmio se si pensa ai costi del trattamento delle complicanze che altrimenti si determinerebbero nei soggetti osteoporotici non diagnosticati e non curati

Il problema è: cosa intendere per appropriatezza? Non si può che condividere questo impegno che per altro è richiamato nel suddetto documento regionale là dove dice che è necessario “migliorare l’appropriatezza organizzativa e clinica nell’approccio alla gestione del paziente affetto da osteoporosi”. Il problema è: cosa intendere per appropriatezza?

L’appropriatezza non può che essere legata agli esiti di salute della popolazione , che sono massimizzati quando le risorse sono impiegate in interventi efficaci efficienti e eticamente corretti, avendo attenzione al giusto mix tra costi e risultato atteso, nei riguardi di quello specifico bisogno di salute della popolazione

In realtà la gestione territoriale del paziente con osteoporosi, tra note e presunta appropriatezza prescrittiva sembra sempre più una corsa ad ostacoli . Colpisce soprattutto il fatto che i gestori del sistema salute definiscono sì gli obbiettivi di salute, ma poi valutano il lavoro dei medici in base alla solo spesa

CONCLUSIONI L’osteoporosi è una malattia sociale Gran parte dei costi sono legati alle conseguenze dell’osteoporosi misconosciuta E’ importante l’individuazione dei soggetti a rischio e la partecipazione individuale riguardo alle attività di prevenzione

GRAZIE PER L’ATTENZIONE