Supporto didattico d’Italiano per gli alunni della classe I F Leggere e comprendere la Poesia L'Infinito Supporto didattico d’Italiano per gli alunni della classe I F
Parafrasi 1 Sempre caro mi fu quest’ermo colle, Ho sempre amato questa collina solitaria 2 E questa siepe, che da tanta parte 2/3 e questa siepe che impedisce allo sguardo 3 Dell’ultimo orizzonte il guardo esclude. 3/2 di vedere una grande parte dell’orizzonte più lontano. 4 Ma sedendo e mirando, interminati Ma stando qui seduto e guardando, 5 Spazi di là da quella, e sovrumani 7 io mi immagino nel pensiero 6 Silenzi, e profondissima quiete spazi illimitati al di là della siepe Io nel pensier mi fingo; ove per poco e silenzi sovrumani e calma profondissima 8 Il cor non si spaura. E come il vento dove quasi provo paura. Ma sentendo 9 Odo stormir tra queste piante, io quello il vento produrre un lieve rumore tra questi alberi, 10 Infinito silenzio a questa voce 9/11 io paragono quel silenzio assoluto con questo rumore 11 Vo comparando, e mi sovvien l’eterno, e mi viene in mente l’eternità 12 E le morte stagioni, e la presente e le stagioni passate, e la stagione presente 13 E viva, e il suon di lei. Così tra questa e viva, e il suo rumore. Così in questa 14 Immensità s’annega il pensier mio: immensità la mia mente annega 15 E il naufragar m’è dolce in questo mare. E mi piace fare naufragio in questo mare.
Sempre caro mi fu quest'ermo colle, E questa siepe, che da tanta parte L'infinito Sempre caro mi fu quest'ermo colle, E questa siepe, che da tanta parte De l'ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati Spazi di là da quella, e sovrumani Silenzi, e profondissima quiete Io nel pensier mi fingo, ove per poco Il cor non si spaura. E come il vento Odo stormir tra queste piante, io quello Infinito silenzio a questa voce Vo comparando: e mi sovvien l'eterno, E le morte stagioni, e la presente E viva, e il suon di lei. Così tra questa Immensità s'annega il pensier mio: E il naufragar m'è dolce in questo mare. Giacomo Leopardi 1819
L'infinito Sempre caro mi fu quest'ermo colle, E questa siepe, che da tanta parte De l'ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati Spazi di là da quella, e sovrumani Silenzi, e profondissima quiete Io nel pensier mi fingo, ove per poco Il cor non si spaura. E come il vento Odo stormir tra queste piante, io quello Infinito silenzio a questa voce Vo comparando: e mi sovvien l'eterno, E le morte stagioni, e la presente E viva, e il suon di lei. Così tra questa Immensità s'annega il pensier mio: E il naufragar m'è dolce in questo mare.
L'infinito Sempre caro mi fu quest'ermo colle, E questa siepe, che da tanta parte De l'ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati Spazi di là da quella, e sovrumani Silenzi, e profondissima quiete Io nel pensier mi fingo, ove per poco Il cor non si spaura. E come il vento Odo stormir tra queste piante, io quello Infinito silenzio a questa voce Vo comparando: e mi sovvien l'eterno, E le morte stagioni, e la presente E viva, e il suon di lei. Così tra questa Immensità s'annega il pensier mio: E il naufragar m'è dolce in questo mare.
Sempre caro mi fu quest'ermo colle, E questa siepe, che da tanta parte Forme verbali che insistono sulla durata L'infinito Sempre caro mi fu quest'ermo colle, E questa siepe, che da tanta parte De l'ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati Spazi di là da quella, e sovrumani Silenzi, e profondissima quiete Io nel pensier mi fingo, ove per poco Il cor non si spaura. E come il vento Odo stormir tra queste piante, io quello Infinito silenzio a questa voce Vo comparando: e mi sovvien l'eterno, E le morte stagioni, e la presente E viva, e il suon di lei. Così tra questa Immensità s'annega il pensier mio: E il naufragar m'è dolce in questo mare. 1 2 3 4
1 2 3 4 Ho sempre amato questa collina solitaria Sempre caro mi fu quest’ermo colle, Ho sempre amato questa collina solitaria E questa siepe, che da tanta parte e questa siepe che impedisce allo sguardo Dell’ultimo orizzonte il guardo esclude. di vedere una grande parte dell’orizzonte più lontano. Ma sedendo e mirando, interminati Ma stando qui seduto e guardando, Spazi di là da quella, e sovrumani io mi immagino nel pensiero Silenzi, e profondissima quiete spazi illimitati al di là della siepe Io nel pensier mi fingo; ove per poco e silenzi sovrumani e calma profondissima Il cor non si spaura. E come il vento dove quasi provo paura. Ma sentendo Odo stormir tra queste piante, io quello il vento produrre un lieve rumore tra questi alberi, Infinito silenzio a questa voce io paragono quel silenzio assoluto con questo rumore Vo comparando, e mi sovvien l’eterno, e mi viene in mente l’eternità E le morte stagioni, e la presente e le stagioni passate, e la stagione presente E viva, e il suon di lei. Così tra questa e viva, e il suo rumore. Così in questa Immensità s’annega il pensier mio: immensità la mia mente annega (se noie) E il naufragar m’è dolce in questo mare. E mi piace fare naufragio in questo mare.
Questi procedimenti tendono a mascherare il ritmo del verso accentuando la continuità sonora della poesia L'infinito Sem/pre/ ca/ro/ mi/ fu// que/st'er/mo/ col/le, E questa siepe, che da tanta parte De l'ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati Spazi di là da quella, e sovrumani Silenzi, e profondissima quiete Io nel pensier mi fingo, ove per poco Il cor non si spaura. E come il vento Odo stormir tra queste piante, io quello Infinito silenzio a questa voce Vo comparando: e mi sovvien l'eterno, E le morte stagioni, e la presente E viva, e il suon di lei. Così tra questa Immensità s'annega il pensier mio: E il/ nau/fra/gar// m'è/ dol/ce in/ que/sto/ ma/re. 10 1 2 3 4 5 6 7 8 9 11 Anafora Tutti i versi son « enjambés » salvo il primo (lo spunto) e l’ultimo (la conclusione) 15 versi endecasillabi senza rima
Infinito Campo semantico: l’infinito Elemento naturale oggettivo Sempre caro mi fu quest'ermo colle, E questa siepe, che da tanta parte De l'ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati Spazi di là da quella, e sovrumani Silenzi, e profondissima quiete Io nel pensier mi fingo, ove per poco Il cor non si spaura. E come il vento Odo stormir tra queste piante, io quello Infinito silenzio a questa voce Vo comparando: e mi sovvien l'eterno, E le morte stagioni, e la presente E viva, e il suon di lei. Così tra questa Immensità s'annega il pensier mio: E il naufragar m'è dolce in questo mare. Forme verbali che insistono sulla durata Simmetria Elementi tendenti a mascherare il ritmo, accentuando la continuità sonora della poesia Elemento immaginato soggettivo Infinito