L’attuale contesto economico

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Transcript della presentazione:

L’attuale contesto economico Confagricoltura– 10 Ottobre 2013 L’attuale contesto economico Prof. Alfonso Del Giudice* * Via Necchi 7 – 20123 Milan (Italy), office nr. 104 alfonso.delgiudice@unicatt.it

Lezione 1: la tempesta perfetta esiste recessione eccezionale crollo prezzi degli attivi immobili azioni obbligazioni, anche governative contrazione del credito diffusione geografica soprattutto Euro, ma rischi anche su UK, Jap

Prezzi degli immobili

Prezzi immobili (ITA)

Prezzi delle azioni

Contrazione del credito

Fine del titolo risk free

Il settore agroalimentare nella crisi Confagricoltura– 10 Ottobre 2013 Il settore agroalimentare nella crisi Prof. Alfonso Del Giudice* * Via Necchi 7 – 20123 Milan (Italy), office nr. 104 alfonso.delgiudice@unicatt.it

Credito e agricoltura 43,04 miliardi di € di affidamenti al settore agricolo a luglio 2013, in flessione di 0,27% rispetto al trimestre precedente, è il 3,4% del totale degli affidamenti concessi dal settore bancario; Nei finanziamenti agrari per cassa 38,99 miliardi di € risultano utilizzati e 1,15 miliardi di fido sono sconfini; Fidi utilizzati su fidi accordati pari al 90,6% contro 89,5% dello scorso anno e 88% di due anni fa; Finanziamenti a medio – lungo termine pari a 15,8 miliardi di €, in flessione rispetto a 16,32 mil. del 2011

Tassi medi

Credito e agricoltura 43,04 miliardi di € di affidamenti al settore agricolo a luglio 2013, in flessione di 0,27% rispetto al trimestre precedente, è il 3,4% del totale degli affidamenti concessi dal settore bancario; Nei finanziamenti agrari per cassa 38,99 miliardi di € risultano utilizzati e 1,15 miliardi di fido sono sconfini; Fidi utilizzati su fidi accordati pari al 90,6% contro 89,5% dello scorso anno e 88% di due anni fa; Finanziamenti a medio – lungo termine pari a 15,8 miliardi di €, in flessione rispetto a 16,32 mil. del 2011

Sofferenze «Nel settore agricolo le sofferenze registrate nell'anno in corso sono pari al 9,5% del totale degli affidamenti e riguardano 16.853 imprese per un ammontare di quasi 4,2 miliardi di euro, ovvero mediamente circa 249mila euro di fido a sofferenza per ciascuna azienda agricola.» Fonte: http://www.agricoltura24.com/credito-in-sofferenza-16-853-imprese/0,1254,54_ART_7601,00.html

Ragioni storiche Le ragioni della maggiore esposizione del comparto agricolo derivano da diversi fattori: Dimensione Sottocapitalizzazione Cattiva gestione della finanza Chiusura degli assetti proprietari Forma societaria

L’agroalimentare nel suo complesso «Una crescita delle esportazioni agroalimentari italiane trascinata dalla crescita della domanda globale, ma che non appare adeguatamente “cavalcata” dalle imprese italiane che danno l’impressione di “perdere qualche colpo”.» «Livelli di competitività in declino. L’analisi mette in evidenza che si tratta di un problema europeo più che italiano, anzi, per il nostro Paese l’ampiezza di questo effetto è più contenuta rispetto agli altri paesi Europei.» «Più evidente è senz’altro la debolezza del nostro Paese nell’orientamento geografico dei flussi dove l’Italia è fanalino di coda di tutti i competitor. Esistono mercati in cui potremmo esserci e che invece ignoriamo, che potremmo esplorare e non esploriamo.» Anna Carbone, La competitività delle esportazioni agroalimentari italiane in un mondo che cambia

Acquisizioni Crossborder

La questione della proprietà Rischio espropriazione? Obblighi regolamentari Caso Parmalat – Lag, attivismo di un fondo straniero a difesa dei soci di minoranza. Rischio delocalizzazione? Esiste ed è più rilevante per le aziende manifatturiere Opportunità di raggiungere nuovi mercati

Finanza per la crescita Utilizzo Fondi Sovrani “a difesa” della nazionalità delle imprese: discutibile (trattati Europei) e costoso Operazioni “di sistema”: fallimentare (ad es. Telecom, Alitalia) Strumenti finanziari per la crescita sono utilizzabili solo quando si raggiungono certe dimensioni e determinate forme societarie (di capitali o cooperative). Private Equity Investors Mini Bond

Mini Bond Con il Decreto Sviluppo e il successivo Decreto Sviluppo Bis si mira a creare un circuito diretto tra risparmio ed investimento  parte delle risorse a lungo termine vengono indirizzate verso il sistema produttivo delle imprese non quotate e delle PMI nazionali. La disciplina civilistica e fiscale delle cambiali finanziarie, delle obbligazioni e dei titoli similari è stata recentemente oggetto di importanti modifiche, introdotte dalle seguenti disposizioni normative: l'articolo 32 (in seguito, l'"Articolo 32") del Decreto Legge 22 giugno 2012, n. 83 (in seguito, il "Decreto Sviluppo"), come successivamente modificato in sede di conversione (Legge 7 agosto 2012, n. 134); e l'articolo 36, comma 3, del Decreto Legge 18 ottobre 2012, n. 179 (in seguito, il "Decreto Sviluppo Bis"), come successivamente modificato in sede di conversione (Legge 17 dicembre 2012, n. 221), ai sensi del quale sono state apportate ulteriori modifiche all'Articolo 32.

Mini Bond La riforma introdotta dal Decreto Sviluppo ha come obiettivo principale la rimozione degli ostacoli all'accesso al mercato dei capitali da parte di emittenti finora sostanzialmente esclusi, quali: le società non aventi titoli rappresentativi del capitale sociale negoziati in mercati regolamentati o non regolamentati (in seguito, le "società non quotate") le piccole e medie imprese (in seguito, le "PMI") Il principale intento del Legislatore sembra essere di stimolare il ricorso da parte delle società non quotate e delle PMI a fonti di finanziamento alternative rispetto al credito bancario

Mini Bond la modifica e l'integrazione della disciplina delle cambiali finanziarie, con l'obiettivo di rendere maggiormente appetibile il ricorso a tale strumento come fonte di finanziamento a breve e medio termine l'introduzione di una disciplina specifica per l'emissione di obbligazioni e titoli similari, da parte di società non quotate (ivi incluse le PMI) (c.d. "mini-bonds"), che prevedano clausole di partecipazione e di subordinazione la modifica del trattamento fiscale di obbligazioni, cambiali finanziarie e titoli similari emessi da società diverse da banche, società quotate ed enti pubblici economici trasformati in società per azioni (c.d. "grandi emittenti"), il quale è stato sostanzialmente uniformato al più vantaggioso trattamento fiscale in precedenza applicabile esclusivamente alle emissioni da parte di tali "grandi emittenti" Ai sensi dell'Articolo 32 è stata quindi introdotta la possibilità anche per le società di capitali non quotate (diverse da banche e micro-imprese ) di emettere cambiali finanziarie e mini-bonds a condizioni agevolate

Mini Bond Le prime emissioni hanno avuto tagli da 5-7m.€, scadenze di medio – lungo termine (in media 5 anni) ed offerte a tassi tra il 6% e 8% in relazione al rating attribuito. Se una società rientrasse nella categoria PMI, con buone prospettive di crescita ma con problemi di liquidità per l’eccessivo debito a breve termine, questo strumento consentirebbe l’accesso a un finanziamento col quale riuscire (in parte) a finanziare la crescita e (in parte) ad abbattere il costo del debito a breve termine, ottenendo anche un beneficio fiscale.

Conclusioni Per le banche diventerà più "costosa" l'erogazione di finanza, essendo richiesti requisiti di capitale più elevati e migliore qualità del patrimonio di vigilanza (Basilea III) L'effetto finale consisterà in un prolungato periodo di razionamento del credito all'economia Il comparto agroalimentare italiano è particolarmente esposto al razionamento del credito per debolezze strutturali «croniche» Aggregazione dimensionale e forme societarie adeguate sono le premesse per un utilizzo della finanza per la crescita e non soltanto per la sopravvivenza.