Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo Introduzione
La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo venne elaborata negli anni 1946- 1948 da una commissione per i diritti umani istituita dalle Nazioni Unite, in cui erano presenti 58 stati membri. Venne letta all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, riunita il 10 dicembre 1948 a Parigi, da Eleanor Roosevelt , vedova del ex presidente statunitense Franklin Roosevelt. Fu approvata all’unanimità.
Si compone di un preambolo e di 30 articoli che tutelano la vita, la libertà e la sicurezza dell’individui da possibili prevaricazioni da parte di altri individui o da autorità politiche, riconoscendo inoltre la centralità della famiglia e il diritto alla sua protezione.
Pertanto delinea alcune limitazioni all’esercizio dei diritti e delle libertà enunciate nella stessa dichiarazioni, sottolineando che l’individuo oltre a dei diritti ha anche dei doveri nei confronti della comunità in cui vive e sviluppa la propria personalità.
L’esigenza di elaborare questo documento era particolarmente avvertita all’indomani della seconda guerra mondiale, in un clima di forte emozione per i crimini commessi durante e in precedenza al conflitto: In primo luogo il genocidio del popolo ebraico; Una molteplicità di violenze e privazione di libertà inflitte a diversi soggetti e gruppi etnici.
La stesura della dichiarazione delinea un sistema di valori su cui si registrava, almeno in via di principio, un universale consenso e che poteva rappresentare le aspirazioni di tutta l’umanità alla pace.
“Noi riteniamo che sono per se stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati uguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la vita, la libertà e la ricerca della felicità.” Tratta dalla Dichiarazione di Indipendenza americana (1776).
Passando dalla realtà attuale alla fantasia immaginiamo che…
La pioggia scende a catinelle giù dal cielo grigio e bagna i cadaveri disseminati nel terreno: all’orizzonte gli avvoltoi riempiono l’aria del cupo suono della morte e mirano alle carcasse immerse in pozze di sangue.
Una donna coperta da un mantello nero di lana grezza si muove dal cumulo dei morti: i suoi capelli sono bagnati dalla pioggia; il suo volto cereo è coperto di sangue, le sue labbra sono sottili e violacee e i suoi occhi lampeggiano come se dentro l’iride celeste si possa intravedere il fuoco che avvampa nella sua anima
Una voce invoca il suo nome. “Bellum Una voce invoca il suo nome. “Bellum!”; la donna si volta non mostrando nessuna paura. Dinanzi a lei compare una figura vestita di bianco: i suoi lineamenti sono morbidi e le sue forme delicate sono accentuate dalla seta che scivola sulla sua pelle candida; i capelli biondi e mossi le cascano fluidi sulle spalle, i suoi occhi sono verdi e la sua bocca è di un rosso vivo, infine il vento l’accarezza e la sua immagine emana una luce armoniosa e leggiadra.
Dalla sua bocca escono parole soavi: “Da troppo tempo scuoti le nostre vite: è giunta l’ora anche per te!”. La donna detto questo porge un libro all’altra.
Bellum lo apre ed è invasa da una luce tricolore che l’imprigiona nelle pagine cartacee. Tutto il campo gode della potente luce che fa rivivere i cadaveri e risplendere il sole 1 gennaio 1948 …
Oggi … La pace è un dono prezioso Impariamo ad apprezzarlo
Articolo 11 “L’Italia ripudia la guerra”
Grazie a tutti per l’attenzione Guagenti Roberta e Urso Alessandra