Programma Parte prima – La politica comunitaria per lo sviluppo rurale 1.Lo sviluppo rurale: un quadro di riferimento 1.1 La Politica Agricola Comunitaria: obiettivi e strumenti 1.2 Evoluzione e crisi della PAC 1.3 La politica comunitaria per lo sviluppo rurale e il modello Campania 1.4 Strumenti dintervento a favore dello sviluppo rurale: lIniziativa Comunitaria LEADER 1.5 Il nuovo approccio allo sviluppo rurale: la Progettazione Integrata Rurale (PIR) 1.6 La nuova programmazione e il FEASR 2.La multifunzionalità dellagricoltura 2.1 La multifunzionalità: aspetti teorici e strumenti 2.2 Funzioni plurime e indicatori 2.3 Il modello agricolo europeo 2.4 Le politiche per lagricoltura multifunzionale 2.5 Produzioni agroalimentari tipiche e sviluppo rurale Facoltà di Scienze Economiche e Aziendali (S.E.A.) Corso di Economia dellAgriturismo e del turismo rurale Prof. Giuseppe Marotta
Parte seconda – Offerta agrituristica ed agricoltura multifunzionale 1.Elementi di teoria della produzione congiunta 1.1 Definizione di offerta agrituristica 1.2 Agriturismo come produzione congiunta 1.3 Lofferta congiunta di prodotti agricoli e servizi agrituristici 1.4 Limpresa agricola multifunzionale 2. Il quadro normativo dellagriturismo in Italia 2.1 La legge quadro sullagriturismo 2.2 La legge di orientamento (l. n. 228/2001) 2.3 La legge regionale per lagriturismo in Campania
Parte terza – Il mercato agrituristico 1.Lo sviluppo del mercato agrituristico 1.1 Levoluzione della domanda e dellofferta agrituristica in Italia 1.2 Il funzionamento del mercato agrituristico 1.3 La classificazione delle aziende agrituristiche 2. Il marketing mix dellimpresa agrituristica 2.1 I fattori critici dellofferta agrituristica 2.2 Gli elementi del marketing mix 2.3 Il sistema qualità nei servizi agrituristici 2.4 Prodotti tipici e certificazione 2.5 AgricUltura, agriturismo, turismo rurale e turismo enogastronomico Orario delle lezioni Lunedì Venerdì – Orario di ricevimento Lunedì – 13.00
Falessi A., Marotta G, La politica comunitaria per lo sviluppo rurale. Il modello organizzativo della regione Campania, Milano, FrancoAngeli, 2003: cap. 1, par.1.5; 1.5.1; 1.5.2; 1.6. Henke R. (a cura di), Verso il riconoscimento di unagricoltura multifunzionale, Napoli, ESI, 2004: cap.1; cap. 2, par.2.4; 2.6; 2.7; 2.9; cap.3. Daccò M., Marketing per limpresa garituristica, Milano, FrancoAngeli, 2000: cap.5; cap.9. Agnoli F:, Agriturismo. Problemi giuridici e legislazione, Bologna, Edagricole: cap.6; appendice 1; appendice 2 Lettura consigliata : Marotta G, Misso R., Nazzaro C. (a cura di), Levoluzione della PAC e la politica di sviluppo rurale, dispensa, disponibile sul sito internet della facoltà. Testi di riferimento Slide del corso
La base giuridica: ATTO UNICO EUROPEO (1986) Art. 130A: definisce gli obiettivi della coesione economica e sociale: Sviluppo armonioso della Comunità; Riduzione del divario tra le diverse regioni e del ritardo delle regioni meno favorite; Art. 130D: Annuncia la riforma dei fondi strutturali; Individua i FONDI come principali strumenti per realizzare la Coesione. I FONDI STRUTTURALI COMUNITARI
LA POLITICA di COESIONE : gli Strumenti Finanziari COESIONE ECONOMICA E SOCIALE FONDI STRUTTURALI FESR FSE FEOGA SFOP BEI Fondo di Coesione (Grecia, Spagna, Irlanda, Portogallo)
PRINCIPI DELLA RIFORMA DEI FONDI STRUTTURALI Concentrazione Concentrazione Concertazione (partenariato) Concertazione (partenariato) Addizionalità Addizionalità Programmazione Programmazione Assicurano il rispetto dei principi di: Complementarietà; Sussidiarietà.
I NUOVI REGOLAMENTI Reg del 21 giugno 1999: Disposizioni generali sui Fondi Strutturali Reg del 17 maggio 1999: Finanziamento sviluppo rurale FEOGA
I NUOVI OBIETTIVI OBIETTIVO 1: Regioni in ritardo di sviluppo PIL/Ab. < 75% media UE; Ex obiettivo 1 e 6. OBIETTIVO 2: Zone con problemi di riconversione economica e sociale Zone con declino industriale – ex obiettivo 2; Zone rurali – ex obiettivo 5b; Aree urbane; Zone dipendenti dalla pesca. OBIETTIVO 3: Risorse Umane Ex obiettivo 3 e 4. NOVITÀ
Situazione 1999 Situazione post-riforma Ob. 1 – Regioni in ritardo di sviluppo (PIL<75% media UE) Phasing outRegioni uscenti Ob. 1 Ob. 6 – Regioni scarsamente popolate Ob. 1 – Regioni in ritardo di sviluppo (PIL<75% media UE) Ob. 2 – Zone in declino industriale Ob. 5 – Zone Rurali Zone uscenti da Ob. 2 e Ob. 5b Ob. 2 – Zone di riconversione economica e sociale (incluse zone urbane e pesca) Phasing out Ob. 4 – Adeguamento professionale lavoratori Ob. 3 – Lotta alla disoccupazione ed inserimento giovani. Ob. 3 – Risorse Umane Agenda 2000: Nuove Aree Obiettivo
Le INIZIATIVE COMUNITARIE 1994 – 1999: 1. INTERREG II; 2. OCCUPAZIONE: a. NOW; b. HORIZON; c. GIOVENTÙ; d. INTEGRA; 3. LEADER II; 4. ADAPT; 5. PMI; 6. URBAN; 7. KONVER; 8. REGIS II; 9. RETEX; 10. RESIDER II; 11. RECHAR II; 12. PEACE; 13. PESCA – 2006: 1. INTERREG III; 2. LEADER +; 3. EQUAL; 4. URBAN. N.B.: I temi decaduti possono essere ripresi nei Programmi per gli Ob. 1, 2 e 3.
RAFFORZAMENTO di SUSSIDIARIETÀ e DECENTRAMENTO COMMISSIONE: Ruolo centrato sulla definizione di strategie e obiettivi di programma; AUTORITÀ NAZIONALI E LOCALI: Ruolo centrato su formulazione e gestione dei programmi; COMITATO DI SORVEGLIANZA: Segue lattuazione dei programmi Commissione solo ruolo consultivo.
MAGGIORE IMPORTANZA a CONCERTAZIONE, CONTROLLO E MONITORAGGIO CONCERTAZIONE CONCERTAZIONE Istituzionale: Commissione, Stato, Regioni, Autonomie Locali, Economico-sociale: Parti Economiche e Sociali CONTROLLO CONTROLLO Correttezza procedure di spesa; MONITORAGGIO MONITORAGGIO Verifica avanzamento programmi (strumento di gestione); VALUTAZIONE VALUTAZIONE Verifica raggiungimento obiettivi (analisi performance).
EFFICIENZA NELLA GESTIONE DISIMPEGNO AUTOMATICO rendicontazione delle somme impegnate entro 24 mesi; PREMIALITÀ 4% impegno per lo stato membro; riserva di efficienza ed efficacia; entro 31 marzo 2004 premio per la migliore performance.
PUNTI CRITICI NUOVA FASE: IMPORTANZA CRUCIALE DEL MONITORAGGIO: Per evitare disimpegno ed accedere alla premialità; PROCEDURE GESTIONALI: SNELLE E VELOCI;
NUOVO QUADRO NORMATIVO Gli Strumenti della Programmazione Obiettivo 1 PSMPS Ob. 2 Obiettivo 2 QCS DocUP CdP PO (R o N) CdP
La Politica Agricola Comunitaria Nasce con il Trattato di Roma 1957 Entra in vigore 1962 Politica dei prezzi e dei mercati Sezione Garanzia PAC FEOGA Politica delle strutture agricole Sezione orientamento
Obiettivi della PAC (Art. 33 del Trattato C. E.) Sviluppo Redditi Agricoli (Economico - sociale) Stabilizzare i mercati prezzi redditi Assicurare un tenore di vita equo alla popolazione agricola Garantire prezzi ragionevoli ai consumatori Salvaguardia Alimentare incrementare la produttività agricola puntando sul progresso tecnico e su un impiego efficace dei fattori produttivi e della manodopera garantire la sicurezza degli approvvigionamenti alimentari
(Art. 34 del Trattato C. E.) Strumenti della Politica Agricola Comunitaria OCM Organizzazioni Comuni di Mercato: gestiscono i mercati sottoposti alla regolamentazione comunitaria con lobiettivo di: orientare la produzione agricola stabilizzare i mercati garantire un reddito stabile agli agricoltori assicurare un approvvigionamento continuo
Il funzionamento è assicurato dal rispetto di 3 principi importanti 1) Unicità del mercato2) Preferenza comunitaria 3) Solidarietà finanziaria 1) Unicità del mercato: 2) Preferenza comunitaria: 3) Solidarietà finanziaria: eliminazione di ogni forma di ostacolo al commercio intra – comunitario e det. di un unico prezzo comunitario i prodotti agricoli europei sono preferibili a quelli importati grazie a politiche protezionistiche (prezzo minimo garantito; prelievo variabile; restit. alle esportazioni) la copertura delle spese legate allapplicazione della PAC ricade in solido sui Paesi Membri, indipend. dalla distribuzione dei benefici
Insostenibilità della PAC (fine anni 70 inizio anni 80) Sostegno accoppiato Modello intensivo di agricoltura Crescita spesa di bilancio Esternalità negative Eccedenze strutturali Gestione interventi di mercato Difficoltà relazioni commerciali Sussidi alle esportazioni dumping Esigenza di riforma della PAC
Principali tappe di riforma della PAC 1) Libro Verde 3) Agenda ) Riforma ) Riforma Mac Sharry
Riforma Mac Sharry (1992): verso il disaccoppiamento Gennaio 19991: presentazione di un documento non ufficiale sulla «Evoluzione e futuro della PAC» ribattezzato «Piano Mac Sharry» Riduzione prezzi garantiti Aiuti diretti Rafforzamento misure di controllo dellofferta Misure di accompagnamento Reg : misure agroambientali Reg.2079 : prepensionamento Reg : forestazione
La PAC del nuovo millennio luglio 2002: Comunicazione sulla revisione intermedia della PAC: verso una Politica Agricola Sostenibile 21 gennaio 2003: viene presentato al Consiglio dei Ministri un pacchetto di proposte di Riforma della PAC in cui è delineato un quadro finanziario per la spesa agricola, fino al giugno 2003: Consiglio dei Ministri approva a Lussemburgo il compromesso finale della PAC 26 sett. 2003: vengono adottati 7 nuovi Regolamenti per lagricoltura REG.(CE) N \ 2003 (orizzontale) «Stabilisce norme comuni relative al regime di sostegno diretto nellambito della PAC ed istituisce un regime di sostegno a favore degli agricoltori»
IL II° PILASTRO DELLA PAC LA POLITICA DI SVILUPPO RURALE
RUOLO STRATEGICO DELLA POLITICA DI SVILUPPO RURALE Insieme di processi Forte attenzione allo sviluppo delle aree rurali UE Dinamiche dei mercati Nuove istanze della società Integrazione U.E Centralità della politica di Sviluppo Rurale Configurazione delle Politiche Comunitarie per lo sviluppo P.A.C. Prezzi e Mercati Disaccoppiata I° Pilastro P.A.C. Sviluppo Rurale II° Pilastro P.A.C. FINALITÀ STRATEGICA
LA POLITICA DI SVILUPPO RURALE LE TAPPE: 1986 – ATTO UNICO EUROPEO (COESIONE): 1988 – IL FUTURO DEL MONDO RURALE; 1996 – CONFERENZA DI CORK; 1997 – AGENDA 2000; 1999 – REG. CE 1257/ – CONFERENZA DI STRASBURGO 2003 – REGOLAMENTO 1783
ATTO UNICO EUROPEO PRINCIPIO DI COESIONE ECONOMICA E SOCIALE; MODELLO DI SVILUPPO EQUILIBRATO E SOSTENIBILE; RIFORMA DEIFONDI STRUTTURALI: CONCENTRAZIONE TERRITORIALE DEGLI INTERVENTI
IL FUTURO DEL MONDO RURALE DIMENSIONE SPAZIALE DELLO SVILUPPO; APPROCCIO INTEGRATO; VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE ENDOGENE; PROGRAMMAZIONE DAL BASSO: RUOLO PRIMARIO DEI SOGGETTI LOCALI
CONFERENZA DI CORK (1996) PRINCIPI SVILUPPO RURALE SOSTENIBILE; APPROCCIO INTEGRATO E DIVERSIFICAZIONE; CONCENTRAZIONE (AREE PIƯ BISOGNOSE); PROGRAMMAZIONE E SEMPLIFICAZIONE; SUSSIDIARIETÀ E PARTENARIATO; GESTIONE EFFICIENTE; FINANZIAMENTO (RISORSE LOCALI).
AGENDA 2000 RIAFFERMAZIONE DEI PRINCIPI DI CORK NUOVO REGOLAMENTO SULLO SVILUPPO RURALE: Reg. 1257/99 Implementa i principi di CORK
1257/99: REGOLAMENTO FEOGA PER LO SVILUPPO RURALE Implementa alcuni principi di CORK 2078/ /92 950/97 951/97 Ecc. Regioni Ob. 1 POR FEOGA - OPOR FEOGA - O PSR FEOGA - GPSR FEOGA - G LEADER + FEOGA - OLEADER + FEOGA - O Regioni Ob. 2 DocUP FEOGA - GDocUP FEOGA - G PSR FEOGA - GPSR FEOGA - G LEADER + FEOGA - OLEADER + FEOGA - O SEMPLIFICAZIONE STRUMENTI SEMPLIFICAZIONE NORMATIVA 1257/99
Implementa alcuni principi di CORK CONCENTRAZIONE - INTEGRAZIONE Due modelli di intervento: Filiera produttiva: Concentrazione sulla filiera … … integrando gli interventi sui diversi segmenti della filiera. Ottica di Filiera Ottica di Comparto 1257/99: NUOVO REGOLAMENTO FEOGA PER LO SVILUPPO RURALE
Aree Rurali in Ritardo: Concentrazione su aree territoriali … … integrando gli interventi in diversi settori Agricoltura – industria di trasformazione – Turismo rurale – Artigianato – Ambiente – Servizi alle popolazioni – villaggi rurali – ecc… Ottica di Settore 1257/99: NUOVO REGOLAMENTO FEOGA PER LO SVILUPPO RURALE Art. 33 Ottica Territoriale integrata Ampliamento sfera dazione del FEOGA
MOLTEPLICITÀ DINTERVENTI TRE TIPOLOGIE: Misure di ammodernamento dellagricoltura; Misure di diversificazione aziendale ed economica; Misure di accompagnamento e di sostegno dei redditi 1257/99: NUOVO REGOLAMENTO FEOGA PER LO SVILUPPO RURALE
1.Misure di Ammodernamento dellAgricoltura Investimenti nelle aziende agricole; Insediamento dei giovani; Formazione; Trasformazione e commercializzazione
2.Misure di Diversificazione Aziendale ed Economica Misure per lo sviluppo rurale: Villaggi rurali; Diversificazione dei redditi in agricoltura; Rivitalizzazione delle aree rurali.
3.Misure di Accompagnamento e di Sostegno dei Redditi Misure agroambientali; Prepensiopnamento; Forestazione; Indennità compensativa (estesa aree parco / protette).
1257/99: DUE OBIETTIVI STRATEGICI Sviluppo competitività filiere produttive: Sviluppo competitività filiere produttive: Ottica efficientista e selettiva Dimostrazione redditività e sbocchi di mercato (potenzialmente competitivi) Sviluppo delle aree rurali in ritardo: Sviluppo delle aree rurali in ritardo: Ottica di riequilibrio territoriale e di sostenibilità complessiva dello sviluppo economico e sociale dellUE Disegno Complesso EQUITÀEFFICIENZA CONIUGAR E Sfide della competitività sui mercati globali oSostenibilità, modello di sviluppo e di integrazione. oPari opportunità a tutte le aree per i benefici dellUE
I cardini della nuova PAC 1) disaccoppiamento 3) modulazione 2) condizionalità 4) Politica di Sviluppo rurale rafforzata Revisione di alcune OCM 6 Regolamenti verticali Reg.(CE) n. 1783\2003 sullo Sviluppo rurale modifica il Reg. (CE)n. 1257\99 sul sostegno allo Sviluppo rurale da parte del FEOGA Reg.(CE) n. 1784\2003 sullOCM cereali Reg.(CE) n. 1785\2003 sullOCM riso Reg.(CE) n. 1786\2003 sullOCM nel settore dei foraggi essiccati Reg.(CE) n. 1787\2003 sullOCM nel settore del latte e dei prodotti lattiero-caseari Reg.(CE) n. 1788\2003 per un prelievo nel settore del latte e dei prodotti lattiero-caseari Il primo pacchetto di Reg. non prende in considerazione settori quali il tabacco, olio doliva, cotone e luppolo, disciplinati solo nel nov
1) Il disaccoppiamento Regime del pagamento unico Il regime di sostegno, applicato dal 1° gennaio 2005, è totalmente svincolato dalla produzione (decoupling integrale) e prevede il cosiddetto pagamento unico (PU) per azienda che sostituisce i premi previsti dalle varie OCM. Tale PU è indipendente dalla produzione, ma viene condizionato al rispetto delle disposizioni in materia di ambiente, sicurezza alimentare, salute e benessere degli animali. Ad ogni diritto deve corrispondere un ettaro ammissibile (superficie a seminativi e a prato pascolo) I Diritti possono essere trasferiti (Venduti)
2) La condizionalità (Volontaria obbligatoria) obiettivi Garantire unagricoltura sostenibile Proteggere lambiente vegetale ed animale ( mantenimento delle sostanze organiche del terreno, combattere il fenomeno dellerosione dei suoli, ecc) Tutelare il consumatore linee di intervento 1.Rispetto di 18 criteri obbligatori di gestione in tema di ambiente, salute, sicurezza alimentare, benessere degli animali ecc. 2. Obbligo di mantenere le superfici agricole in buone condizioni agronomiche ed ambientali; evitare labbandono delle terre
3) La modulazione definizione Riduzione progressiva in termini percentuali dei pagamenti diretti corrisposti agli agricoltori titolari di aziende di grandi dimensioni a partire dal 2005 fino al 2013 obiettivo Garantire il passaggio della maggior parte dei sostegni dalla Politica dei prezzi e del mercato alle Politiche di Sviluppo rurale
4) Potenziamento della Politica di sviluppo rurale (Reg. n del 2003) Obiettivo: Nuovi e più consistenti finanziamenti da destinare agli interventi per lo Sviluppo rurale Priorità: 1.Ampliamento della gamma delle misure di accompagnamento previste dal Reg. 1257\ Promuovere la qualità dei prodotti alimentari 3.Maggiore sostegno per i giovani agricoltori 4.Applicazione di norme rigorose in materia di ambiente, sanità pubblica, benessere degli animali e sicurezza sul lavoro 5.Gestione di strategie integrate di Sviluppo rurale da parte dei partenariati locali (Progetti Integrati Rurali)
Obiettivi e Strategie dellintervento regionale nella programmazione del POR 2000 – 2006 Salvaguardia delle RISORSE NATURALI ; Innalzamento del livello di COMPETITIVITÀ delle aziende agricole ed agro-industriali; Ottimizzazione dellutilizzo delle risorse e valorizzazione della MULTIFUNZIONALITÀ.
POR AGRICOLTURA 2000 – 2006 REGIONE CAMPANIA (I) Il Modello Organizzativo
Il Nuovo Modello Organizzativo della Regione Campania per il POR Agricoltura (I) Obiettivi: Incremento capacità di spesa; Decentramento responsabilità verso le Province; Adeguamento alle Istanze Comunitarie.
Linee Guida: Standardizzazione delle attività; Informatizzazione attività e flussi di comunicazione; Ridefinizione compiti e responsabilità; Coinvolgimento Risorse Umane. Il Nuovo Modello Organizzativo della Regione Campania per il POR Agricoltura (II).
Innovazioni Procedurali: Bandi a scadenza aperta; Progetti esecutivi; Autocertificazione; Sistema di valutazione. Il Nuovo Modello Organizzativo della Regione Campania per il POR Agricoltura (III)
Innovazioni Gestionali: Delega alle Province; Separazione delle funzioni: Autorità di gestione; Autorità di Pagamento; Sistema dei Controlli. Il Nuovo Modello Organizzativo della Regione Campania per il POR Agricoltura (IV)
Sistema Informativo: Informatizzazione dei processi; Istruttoria; Attuazione; Certificazione della Spesa; Monitoraggio. Il Nuovo Modello Organizzativo della Regione Campania per il POR Agricoltura (V)
Interventi di Supporto : Risorse Umane; Accordo con le Banche; Piano di Comunicazione. Il Nuovo Modello Organizzativo della Regione Campania per il POR Agricoltura (VI)
POR AGRICOLTURA 2000 – 2006 REGIONE CAMPANIA (II) Misure, Stato di Attuazione,Tempistica
RISORSE ASSORBITE PER SINGOLA PROVINCIA.
Ciclo di Vita dei Progetti. Misure Private.
Analisi Comparativa Tempi POP-POR. Le Misure Private.
Analisi Comparativa Tempi POP-POR. Le Misure Pubbliche.
IC LEADER + Liaisons Entre Actions de Développement de lÉconomie Rurale Liaisons Entre Actions de Développement de lÉconomie Rurale.
IC LEADER + (2000 – 2006) Dopo LEADER I ( ) e LEADER II ( ) DEFINIZIONE: Programma di Iniziativa Comunitaria… a CARATTERE DIMOSTRATIVO (pilota)… …volto alla implementazione di INTERVENTI INTEGRATI di sviluppo rurale… …gestiti da parte di PARTENARIATI LOCALI… …secondo una LOGICA DI PROGRAMMAZIONE DI TIPO BOTTOM UP. GALGAL Beneficiario: il GAL (Gruppo di Azione Locale), PALPSLPAL PSL un insieme di partner pubblici e privati ( 50%) che partecipano alla elaborazione ed alla gestione dellattuazione del PAL o PSL (Piano di Azione Locale o Piano di Sviluppo Locale)
DA LEADER II A LEADER + OBIETTIVI: Promuovere azioni innovative e diffonderle in tutta la CE Differenziarsi dai programmi strutturali (POP, DocUP) Promuovere progettiin comune tra operatori rurali (cooperazione trasnazionale) LEADER II LEADER + OBIETTIVI: Mantenere il carattere sperimentale delle azioni di sviluppo con connotazioni più precise: Progetti di grande qualità; Effetti durevoli; Strategie concentrate su alcuni temi; Contributo alloccupazione. Sviluppare complementarietà con i programmi strutturali (POR, PSR, DocUP) Promuovere la cooperazione tra territori di uno Stato Membro, fra Stati membri e anche fuori UE.
DA LEADER II A LEADER + ASSI PRIORITARI (SEZIONI): Acquisizione di competenze; Programmi di innovazione rurale; Cooperazione trasnazionale; Creazione di una rete. LEADER II LEADER + ASSI PRIORITARI (SEZIONI): I.Strategie di sviluppo rurale (territoriali, integrate e pilota); II.Cooperazione interterritoriale e trasnazionale; III.Creazione di reti.
LEADER +, I a Fase Valutazione (UE) + Programmazione (Regione). Comunicazione agli Stati Membri (UE) Istituzione di partnership di Concezione e Decisione (REGIONE) Elaborazione del PLR (Piano Leader Regionale) (REGIONE) Approvazione del PLR con decisione CE (UE)
LEADER +, II a Fase Programmazione (GAL) + Valutazione (Regione). Animazione/informazione territorio Creazione partnership locale Elaborazione del PAL/PSL Presentazione PSL alla Regione Valutazione dei PSL da parte della Partnership di Concezione e Decisione (Regione) Analisi dei fabbisogni GAL Selezione dei PSL da parte della Partnership di Concezione e Decisione (Regione) Erogazione primo anticipo al GAL
LEADER +, III a Fase Attuazione a livello locale. Animazione/informazione territorio Selezione dei progetti locali Organizzazione del gruppo
LEADER +, III a Fase Attuazione a livello locale. Animazione/informazione territorio Selezione dei progetti locali Organizzazione del gruppo
IL PIANO DI SVILUPPO RURALE (PSR) CARATTERISTICHE ED APPLICAZIONE IN CAMPANIA.
IL PIANO DI SVILUPPO RURALE (PSR) Strumento per la programmazione degli interventi (complementari rispetto al POR) a sostegno del settore agricolo e delle aree rurali in ritardo di sviluppo nellambito di Agenda 2000 per la modernizzazione dellattività agricola verso una maggiore competitività nellottica del rispetto dellambiente e della tutela del territorio. Def.: Strumento per la programmazione degli interventi (complementari rispetto al POR) a sostegno del settore agricolo e delle aree rurali in ritardo di sviluppo nellambito di Agenda 2000 per la modernizzazione dellattività agricola verso una maggiore competitività nellottica del rispetto dellambiente e della tutela del territorio. Autorità Responsabile: Coordinatore AGC Sviluppo Attività Settore Primario Funzioni: Indirizzo, coordinamento ed organizzazione struttura operativa; Direzione, impulso e controllo della gestione. Responsabili di Misura: Dal Settore IPA (misure D, E ed F) Dal Settore Foreste, Caccia e Pesca (misura H) Funzioni: ruolo di coordinamento funzionale e controllo attività svolte dagli uffici periferici regionali (STAPA –CePICA e STAPF).
IL PIANO DI SVILUPPO RURALE (PSR) Organigramma organizzativo Resp. Misure D, E, F Resp. Misura H STAPA - CePICASTAPF Autorità responsabile del PSR Settore IPA Settore Foreste Caccia e Pesca
IL PIANO DI SVILUPPO RURALE (PSR) SI COMPONE DI: MISURA D MISURA D: PREPENSIONAMENTO (0,540 Meuro); MISURA E MISURA E: SOSTEGNO A ZONE SVANTAGGIATE E A ZONE SOGGETTE A VINCOLI AMBIENTALI (25,425 Meuro); MISURA F MISURA F: MISURE AGROAMBIENTALI (46,876 Meuro); MISURA H MISURA H: IMBOSCHIMENTO DELLE SUPERFICI AGRICOLE (26,959 Meuro).
MISURA D: PREPENSIONAMENTO OBIETTIVI OBIETTIVI: favorire il ricambio generazionale nel settore agricolo tradizionalmente caratterizzato da età media molto alta; CONTENUTO CONTENUTO: la misura si propone di facilitare luscita di soggetti con età elevata (>55) a favore di giovani (<40); REGIME DI AIUTO REGIME DI AIUTO: indennità annua per max 10 anni; DESTINATARI DESTINATARI: Imprenditore agricolo cedente; Dipendenti che rinunciano ad ogni attività agricola; ZONE DI APPLICAZIONE ZONE DI APPLICAZIONE: INTERO TERRITORIO REGIONALE DOTAZIONE FINANZIARIA DOTAZIONE FINANZIARIA: 0,540 Meuro
MISURA E: SOSTEGNO A ZONE SVANTAGGIATE E A ZONE SOGGETTE A VINCOLI AMBIENTALI OBIETTIVI OBIETTIVI: integrare il reddito degli agricoltori con aziende poste in zone particolarmente svantaggiate per compensare tale svantaggio; Arginare lo spopolamento delle aree suddette per: Mantenere comunità rurali vitali; Conservare lo spazio naturale attraverso il presidio del territorio CONTENUTO CONTENUTO: erogazione di un premio volto a compensare: Maggiori costi di produzione; Maggiori costi di residenzialità; Maggiori difficoltà connesse alla scarsezza di servizi
MISURA E: SOSTEGNO A ZONE SVANTAGGIATE E A ZONE SOGGETTE A VINCOLI AMBIENTALI REGIME DI AIUTO REGIME DI AIUTO: indennità compensativa variabile per: Superficie totale dellazienda; Ubicazione in zone montane o in zone svantaggiate. DESTINATARI DESTINATARI: Imprenditore agricolo; società-cooperative di imprenditori agricoli; ZONE DI APPLICAZIONE ZONE DI APPLICAZIONE: Zone montane e svantaggiate ai sensi della direttiva CEE 268/75 DOTAZIONE FINANZIARIA DOTAZIONE FINANZIARIA: 25,425 Meuro
MISURA F: MISURE AGROAMBIENTALI favorire lintroduzione di metodi e produzione agricola a minore impatto ambientale OBIETTIVI: favorire lintroduzione di metodi e produzione agricola a minore impatto ambientale; CONTENUTO: la misura si articola in 2 azioni: Azione 1: Agricoltura integrata, caratterizzata da: Riduzione concimi azotati Riduzione concimi azotati Riduzione fitofarmaci Riduzione fitofarmaci Azione 2: Agricoltura biologica, caratterizzata da: Applicazione metodi agricoltura biologica Applicazione metodi agricoltura biologica Gestione fertilità chimica del suolo Gestione fertilità chimica del suolo
MISURA F: MISURE AGROAMBIENTALI SISTEMA AGRICOLO COLTURE AMMISSIBILI: sono individuate in modo puntuale rispetto allazione ed al SISTEMA AGRICOLO di riferimento ZONE DI APPLICAZIONE: territorio regionale suddiviso in Sistemi agricoli: INTENSIVO Sistema 1: INTENSIVO (FASCIA PIANEGGIANTE COSTIERA) CEREALICOLO-ZOOTENCICO (FASCIA INTERNA MONTANA ED ALTO COLLINARE) Sistema 2: CEREALICOLO-ZOOTENCICO (FASCIA INTERNA MONTANA ED ALTO COLLINARE) Sistema 3: FRUTTICOLO – VITICOLO (FASCIA COLLINARE INTERMEDIA) REGIME DI AIUTO: premio annuale, per la durata di 5 anni; DESTINATARI: Persone fisiche o giuridiche; Società e cooperative di imprenditori agricoli. Dotazione finanziaria: 46,876 Meuro.
MISURA H: IMBOSCHIMENTO DELLE SUPERFICI AGRICOLE OBIETTIVI OBIETTIVI: Favorire il contenimento delle produzioni eccedentarie (accompagna la PAC); Miglioramento economico ed aziendale del patrimonio forestale; Diversificazione produttiva delle aziende agricole regionali. CONTENUTO CONTENUTO: la misura prevede la realizzazione di impianti: Di boschi naturaliformi; Monospecifici a rapido accrescimento (pioppo ed eucalipto); Di latifoglie; Con specie autoctone micorrizate (nei casi 1 e 4 la modifica della destinazione da agricolo a forestale del terreno impiantato deve essere permanente; negli altri casi sarà reversibile).
MISURA H: IMBOSCHIMENTO DELLE SUPERFICI AGRICOLE REGIME DI AIUTO REGIME DI AIUTO: Impianti: contributi in conto capitale variabili a seconda della tipologia (4830 /Ha per 1, 3 e 4; 2415 /Ha per 2); Manutenzione imboschimenti: 650 /Ha per 1° biennio, 350 /Ha per 2° triennio. Compensazione per mancato reddito (da riconversione verso forestazione). DESTINATARI DESTINATARI: Imprenditore agricolo singoli od associati; Persone fisiche o giuridiche; Comuni od associazioni di comuni. ZONE DI APPLICAZIONE ZONE DI APPLICAZIONE: INTERO TERRITORIO REGIONALE DOTAZIONE FINANZIARIA DOTAZIONE FINANZIARIA: 26,959 Meuro