WORKSHOP sulle MALATTIE CARDIOVASCOLARI Linee guida e pratica clinica quotidiana nell’ipertensione arteriosa e nello scompenso cardiaco Coordinatore nazionale Prof. Ettore Malacco ARIANO IRPINO 25 NOVEMBRE 2006 Il ruolo del Medico di Assistenza Primaria nella gestione del paziente iperteso complicato DR. SAVERIO GENUA FIDUCIARIO F.I.M.M.G. PRESSO LA ASL AV1
Definizione di Ipertensione Arteriosa “Quel valore di pressione arteriosa in corrispondenza del quale diagnosi e terapia fanno più bene che male” (E. J. Rose – 1971)
Dimensioni del problema Un MMG con 1500 assistiti ha una media di pazienti ipertesi oscillante tra 200 e 250 individui Circa ¼ delle prestazioni del MMG è legato alla sfera cardiovascolare
Che cosa deve valutare il MMG nel paziente iperteso? Diagnosi di I.A. Grado di I.A. (livello dei valori pressori) Determinazione del rischio cardiovascolare globale del paziente Opzione terapeutica
Diagnosi Esame obiettivo Anamnesi Esami di laboratorio Esami strumentali
TECNICHE DI MISURAZIONE Valori di pressione arteriosa devono essere ottenuti a vari minuti dall’inizio della visita medica (media di almeno due misurazioni) Dare eguale importanza sia alla diastolica sia alla sistolica perché rappresentano entrambe fattori di rischio cardiovascolari P.A. misurata in posizione seduta nella prima visita le rilevazioni andranno eseguite ad ambedue gli arti Nei pazienti anziani è importante ottenere misurazioni anche in ortostatismo Misurazioni clino ed ortostatiche sono comunque sempre opportune nel paziente in terapia farmacologica Verifica della attendibilità dei misuratori
– la più bassa nel 31% dei casi, – la più alta nel 7% dei casi solo il 25-30 % dei medici, nei sei mesi precedenti aveva provveduto alla taratura dello sfigmomanometro aneroide (o elettronico) e, negli ultimi dodici mesi di quello a mercurio; · solo un quarto dei medici utilizza bracciali adeguati per bambini ed obesi; · solo un quarto dei medici rileva più di una misura della pressione nel corso della visita; · l’ 81% approssima la lettura a 5 mmHg di mercurio e una piccola parte a 10 mmHg; · in caso di divergenza tra diverse misure non viene considerata la media, ma : – la più bassa nel 31% dei casi, – la più alta nel 7% dei casi · in caso di divergenza tra le misure dei due arti superiori, il 16% dei medici considera quella minore anziché quella più alta. Tombesi M. I fattori di rischio cardiovascolare in medicina generale CIS editore 1995 pag.19-81
Diagnosi Esami di laboratorio Anamnesi Esame obiettivo Esami strumentali di primo livello
INDAGINI NECESSARIE ALLA PRIMA PRESCRIZIONE EMOCROMO COMPLETO Indicazioni etiologiche (anemia può’ avvalorare ipotesi di insuf.renale, policitemia e macrocitosi possono avvalorare l’ipotesi di potus, la policitemia può indicare una bpco); indicazioni terapeutiche( HB. e Hct alti indicano una emoconcentrazione che sconsiglia i diuretici) etc. CREATININEMIA Indicazioni per presenza di patologia renale concomitante causa o effetto dell’ipertensione. URINE Indicazioni per presenza di patologie concomitanti renali e non (glicosuria-diabete, cushing, feocromocitoma etc.; reazione persistentemente alcalina-iperaldosteronismo; proteinuria-nefropatia; leucociti e batteri-pielonefriti etc.) SODIEMIA Indicazioni per presenza di patologie concomitanti renali e non ( <insuf.cardiaca congestizia, insuf. Renale ; >iperaldosteronismo) indicazioni per terapia diuretica. POTASSIEMIA Indicazioni per presenza di patologie renali e non(>patologia renale o danno degli emuntori;< iperaldosteronismo primario o secondario, Cushing); indicazioni per la terapia diuretica. URICEMIA Indicazioni di presenza di gottosi e di nefroangiosclerosi in quanto marker precoce di arteriolopatia; indicazioni per la terapia diuretica. COLESTEROLO Per la valutazione del profilo globale di rischio cardiovascolare: dislipidemia fattore primario di rischio. TRIGLICERIDI Per la valutazione del profilo globale di rischio cardiovascolare: dislipidemia fattore primario di rischio; per valutare il rischio legato al consumo di alcool; per indirizzare la terapia ( un alto valore limita l’uso di diuretici tiazidici e betabloccanti). HDL Per la valutazione del profilo globale di rischio cardiovascolare: dislipidemia fattore primario di rischio ( bassi valori, anche a colesterolo totale normale, sarebbero indice prognostico sfavorevole) GLICEMIA Per la valutazione del profilo globale di rischio cardiovascolare : la presenza di diabete mellito riveste condiziona significativamente la condotta clinica. ECG Valutazione ipertrofia ventricolare sx; cardiopatia ischemica; aritmie.
Diagnosi Anamnesi Esame obiettivo Esami di laboratorio: Esami strumentali
INDAGINI STRUMENTALI FONDO OCULARE ECOCARDIO M-B MODE Anche se non specifico può dare, attraverso la valutazione diretta di un organo bersaglio, informazioni immediate del danno, della gravità e della durata dell’ipertensione, nonché indirizzare per un immediato trattamento farmacologico. Potrebbe senz’altro entrare a far parte del 1° gruppo di esami se il MG. fosse in grado di esaminare personalmente il paziente. ECOCARDIO M-B MODE ( SE POSSIBILE ECO LIMITATO SEZIONI SX) Più sensibile e specifico dell’ecg nella valutazione della presenza e del grado di IVS; rispetto al telecuore valuta anche l’ipertrofia concentrica; presente in tutte le LG, eccetto che in quelle SIMG, non ne viene consigliato un uso routinario solo per l’alto costo, che potrebbe essere abbattuto se entrasse in uso, come auspicato nel JNC VI, un "eco ridotto" alla sola valutazione delle sezioni sx. In nessuna linea guida viene indicata la valutazione doppler nel work up iniziale. Non è indicato il monitoraggio eco della regressione della ipertrofia v. sx come guida al trattamento farmacologico 52. ECODOPPLER VASI SOPRAORTICI (QUALORA NON SIA POSSIBILE UN VALIDA VALUTAZIONE ECO CARDIOGRAFICA) Qualora non fosse possibile (problemi tecnici, difficoltà di esecuzione per obesità del paziente etc.) avere esaurienti risposte dall’ecocardiaca, per avere comunque la dimostrazioni di lesioni vasali emodinamicamente significative, può essere corretto in alternativa ricorrere allo studio delle carotidi RX TORACE Permette il riconoscimento dell’IVS. Meno sensibile sia dell’ecg che dell’eco, somministra una sia pur minina dose di radiazioni, pertanto abbiamo deciso di considerarlo negli esami opzionali solo se non fosse possibile ricorrere a validi esami ecografici o per esigenze economiche del paziente. HOLTER PRESSORIO Tutte le LG ne sconsigliano l’uso routinario per la diagnosi. L’uso dovrebbe limitarsi alla "ipertensione da camice bianco", alla valutazione delle oscillazioni circadiane , di eventuali resistenze alla terapia o di sintomi ipotensivi correlati ad essa, per chiarire fenomeni di ipertensione episodica e disfunzioni autonomiche.
MARKERS DANNO CARDIOVASCOLARE IPERTROFIA VENTRICOLO SX CARDIOPATIA ISCHEMICA SCOMPENSO CARDIACO STROKE O TIA NEFROPATIA ARTERIOPATIA PERIFERICA RETINOPATIA
Stratificazione del rischio cardiovascolare diabete sesso abitudine al fumo pressione arteriosa età colesterolemia Stratificazione del rischio cardiovascolare
Valutazione della somma dei fattori di rischio per la determinazione del rischio cardiovascolare globale in paziente iperteso secondo le linee guida ESH-ESC e/o JNC VII
STRATEGIE TERAPEUTICHE STADIAZIONE PRESSIONE NORMALE ( < 130 – 85 ) GRUPPO RISCHIO A Nessun fattore di rischio o danno d’organo GRUPPO RISCHIO B Almeno un fattore di rischio (escluso il diabete) Nessun danno d’organo. GRUPPO DI RISCHIO C Segni di danno d’organo o patologia cardiovascolare e/o Diabete Mellito Limiti Alti Norma ( 130-139 / 85-89 ) Modifiche stile di vita Si rivaluta dopo un anno Si rivaluta dopo sei mesi Terapia Farmacologica Stadio 1 ( 140-159 / 90-99) STADIO 2 (P.A. >159 / >100)
LE CARTE DEL RISCHIO CARDIOVASCOLARE NO DIABETE DIABETE
LE CARTE DEL RISCHIO CARDIOVASCOLARE devono essere usate dal medico sono valide se i fattori di rischio vengono misurati seguendo la metodologia indicata sono utilizzabili per donne e uomini che non hanno avuto precedenti eventi cardiovascolari possono essere usate su persone di età compresa fra 40 e 69 anni non possono essere applicate nelle donne in gravidanza non possono essere applicate per valori estremi dei fattori di rischio: pressione arteriosa sistolica superiore a 200mmHg o inferiore a 90mmHg e colesterolemia totale superiore a 320mg/dl o inferiore a 130mg/dl Al fine della valutazione del rischio cardiovascolare, i valori degli esami clinici di glicemia e colesterolemia sono utilizzabili se eseguiti da non più di tre mesi. SPECIFICITÀ 95% SENSIBILITÀ 20%
INDICATORI PER INCREMENTARE LA SENSIBILITÀ DELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO CARDIOVASCOLARE Lipoproteina (a) -> fattore genetico Omocisteina -> fattore genetico ApoB -> stima LDL piccole e dense Microalbuminuria -> indice di nefropatia incipiente e di rischio CV (danno endoteliale) PCR HS -> indicatore di danno endoteliale ABI (indice caviglia braccio) -> arteriopatia periferica Circonferenza addominale -> con Col HDL e TGL per la diagnosi di sindrome metabolica Questionario lief-5 -> disfunzione erettile ECG -> (IVSx cardiopatia ischemica silente) ECODOPPLER TSA -> (spessore miointimale)
COME MIGLIORARE L’ASSISTENZA AGLI IPERTESI COMPLICATI Essere più incisivi nella terapia e nelle misure non farmacologiche Evitare le “aspettative passive” Ragionare per “evidenze” e non per “etichette” Considerare un maggior coinvolgimento del paziente negli scopi del trattamento Sorvegliare attentamente la “compliance”
PREVENZIONE DEL RISCHIO CARDIOVASCOLARE GLOBALE L’ipertensione arteriosa è uno dei fattori di rischio cardiovascolari modificabili, l’end point che ci prefiggiamo è la riduzione della morte da cause cardiovascolari e gli eventi ischemici per cui è necessaria la compliance alla terapia in modo continuativo
QUALI LE MAGGIORI DIFFICOLTÀ DEL MANAGEMENT?
QUANTI FARMACI USI?
QUALI DIFFICOLTÀ PER LA POLITERAPIA?
MODIFICAZIONI DELLA DIETA E ATTIVITA’ FISICA La riduzione dell’apporto di sale (da 10 a 5 g al giorno -> di 5-10 mm di Hg specialmente negli anziani e in chi parte da livelli pressori maggiori (grado A) Riduzione del peso corporeo (5-10 kg -> 8-10 mmHg) Limitazione dell’apporto di alcool aumento del consumo di frutta e verdure, soprattutto se associato alla riduzione dei grassi saturi (4 porzioni di frutta al dì -> 3-6 mmHG) attività fisica regolare (30 minuti x 4 volte a settimana -> 4-8 mmHG) British Hypertension Society: Giudeline for management of hypertension, 2000
MONOTERAPIA E TERAPIA COMBINATA? MENO DELLA META’ DEI PAZIENTI E’ CONTROLLATA DA UNA MONOTERAPIA farmaci di classi diverse che hanno meccanismi d’azione diversi hanno effetto additivo : diutetici e beta-bloccanti diuretici e ACE-inibitori beta-bloccanti con calcio-antagonisti calcio-antagonisti e ACE-inibitori come terza linea si possono associare: diuretici, ACE-inibitori e beta-bloccanti diuretici, beta-bloccanti e calcio-antagonisti associare alfa-bloccanti
JNC VII ESC - ESH TERAPIA FARMACOLOGICA DELL’I.A. IA GRADO LIEVE NON COMPLICATA D D ACEI BB CA ARA GRADO MODERATO AD ALTO RISCHIO CHF D BB ACEI ARA AB CAD E POST-IMA BB CA ACEI D AB BB CA ACEI AB DIABETE MELLITO D BB ACEI ARA CA ARA ACEI IRC D ACEI ARA ICTUS D ACEI ACEI ARA
L’AMBULATORIO DEDICATO ALLA GESTIONE DEL PAZIENTE IPERTESO Miglioramento della sensibilità diagnostica per il problema con individuazione di pazienti che precedentemente erano ignorati Prevenzione efficace delle complicanze Utilizzazione più appropriata delle risorse diagnostiche specialistiche (SHARED-CARE) Riduzione dei ricoveri e degli accessi impropri alle prestazioni diagnostiche specialistiche con riduzione dei costi di gestione
RUOLO DELLA CARTELLA CLINICA INFORMATICA NEL MANAGEMENT DEL PAZIENTE IPERTESO