Il monitoraggio della qualità dellaria e degli inceneritori nel territorio dellEmilia Romagna Risultati del progetto Moniter e del Protocollo di Intesa locale relativo al monitoraggio ambientale dellarea circostante il termovalorizzatore di Via Frullo Stefano Sermenghi, Sindaco di Castenaso Castenaso 29 Febbraio 2012
Ringraziamenti Centro Sociale LAirone Relatori: –Emanuele Burgin, Assessore allAmbiente Provincia di Bologna –Vanes Poluzzi, ARPA –Monica Vaccari, ARPA –Paola Angelini, Regione Emilia Romagna –Isabella Ricciardelli, ARPA Gruppo tecnico di Monitoraggio (Protocollo di Monitoraggio permanente) Comitato Istituzionale (Protocollo di Monitoraggio permanente)
Un po di storia… 1971: in AMIU si pianifica la realizzazione dellinceneritore della città di Bologna 1973: avvio dellattività di incenerimento nel nuovo inceneritore di via Frullo 1974: viene avviata la terza linea di incenerimento 1987: adeguamento impiantistico ed adozione di migliori sistemi di abbattimento fumi 1998: SEABO pianifica la ristrutturazione dellimpianto di incenerimento-termovalorizzazione; 1998: viene siglato il primo ACCORDO VOLONTARIO PER LEFFETTUAZIONE DEL MONITORAGGIO DELLIMPIANTO DI TERMOVALORIZZAZIONE DEI RIFIUTI TRA PROVINCIA DI BOLOGNA, COMUNI DI CASTENASO, GRANAROLO EMILIA E SEABO 2000: la Regione autorizza con VIA positiva la ristrutturazione dellimpianto di termovalorizzazione dei rifiuti di via Frullo 2001: vengono pubblicati i risultati dello studio di monitoraggio avviato nel 1998; 2004 (ottobre): viene avviato il nuovo impianto di termovalorizzazione; 2005 (aprile): viene definitivamente spento il vecchio impianto
2005: viene siglato il SECONDO PROTOCOLLO DI INTESA TRA LA PROVINCIA DI BOLOGNA, I COMUNI DI CASTENASO E GRANAROLO DELLEMILIA, ARPA DI BOLOGNA, AUSL DI BOLOGNA, UNIVERSITA DI BOLOGNA E FEA SRL PER LEFFETTUAZIONE DEL MONITORAGGIO AMBIENTALE DELLAREA CIRCOSTANTE LIMPIANTO DI TERMOVALORIZZAZIONE DEI RIFIUTI DI VIA FRULLO A GRANAROLO DELLEMILIA 2007: vengono pubblicati i risultati dello studio di monitoraggio avviato nel 2005; 2007: vengono attivate le due centraline di monitoraggio permanente nellarea intorno allimpianto (Granarolo – Via Bettini e Castenaso – Via Frullo); 2008: la Regione da avvio ai lavori di MONITER 2009: viene siglato il PROTOCOLLO DI INTESA TRA LA PROVINCIA DI BOLOGNA, I COMUNI DI BOLOGNA, CASTENASO E GRANAROLO DELLEMILIA, ARPA DI BOLOGNA, AUSL DI BOLOGNA, UNIVERSITA DI BOLOGNA E FEA SRL PER LEFFETTUAZIONE DEL MONITORAGGIO AMBIENTALE PERMANENTE DELLAREA CIRCOSTANTE LIMPIANTO DI INCENERIMENTO DEI RIFIUTI DI VIA FRULLO A GRANAROLO DELLEMILIA 2010: vengono validati e resi noti i primi risultati di MONITER 2011: vengono validati e resi noti gli ulteriori risultati di MONITER 2012: vengono validati e resi noti i dati del monitoraggio eseguito nel 2011
…dalla tonnellata al nanogrammo 1 tonnellata= 1000 kg 1 kg = 1000 milligrammi 1 milligrammo (mg) = 1 millesimo di grammo 1 microgrammo (µg)= 1 milionesimo di grammo = 1 millesimo di milligrammo 1 nanogrammo (ng)= 1 miliardesimo di grammo = 1 milllesimo di milligrammo = 1 millesimo di microgrammo 1 picogrammo (pg)= 1 millesimo di nanogrammo Le misure e i modelli effettuati sugli inquinanti in qualità dellaria spesso riguardano frazione infinitesime del grammo: questo rende lidea della sensibilità delle misure e dei modelli utilizzati e della complessità delle loro spiegazioni. … Esempi: –il Comune di Castenaso produce circa tonn/anno di rifiuti urbani; –Le polveri sottili PM10 si misurano in µg/mc (microgrammi su metro cubo) e in Pianura Padana (purtroppo) non è raro rilevare concentrazioni oltre 50 µg/mc –La frazione di polveri PM10 misurate in qualità dellaria imputabili allemissione del termovalorizzatore nellarea intorno allimpianto (ad esempio a Castenaso), si valutano in 1/100 – 1/1000 di µg/mc (microgrammi su metro cubo)
I Monitoraggi ambientali Sono sempre stati eseguiti dal 1998 su base volontaria dalle Amministrazioni comunali, OLTRE LE RICHIESTE DI LEGGE; Oggetto dei monitoraggi: dal monitoraggio dellinceneritore al monitoraggio della qualità ambientale nellarea; Dai monitoraggi emerge una realtà: soprattutto per il particolato fine, vengono rilevati livelli di inquinanti nelle varie stazioni di monitoraggio del tutto paragonabili a quelli delle aree urbane, sia in qualità che in quantità, ma lorigine è imputabile in parte trascurabile allinceneritore; Studi sulla salute dei residenti: non previsti dalla legge, ma necessari per capire gli effetti delle esposizioni; Analisi di rischio: strumento utile per pianificare il futuro senza aspettare la manifestazione degli effetti delle attività passate ;
Qualche riflessione Ogni scelta in tema di gestione rifiuti è stata sempre accompagnata da numerosi monitoraggi, studi e approfondimenti; larea in cui viviamo e le emissioni che il nostro sistema di vita produce costituiscono di per sé un elemento di rischio sensibile per la nostra salute; Gli studi finora effettuati ci dicono che tale rischio non è incrementato significativamente dalla presenza e dalle emissioni dellimpianto di incenerimento; I livelli di inquinanti emessi dal nuovo impianto sono molto più contenuti rispetto al precedente impianto, che pure lavorava nel rispetto dei limiti di legge; Area sottoposta ad un monitoraggio fitto e ripetuto, molto più di molte aree urbane o industriali con criticità manifeste; Presidio di monitoraggio fisso (2 centraline + analisi fumi al camino in continuo); Studi epidemiologici recenti e molto circostanziati e programmi per estenderli ulteriormente; La produzione dei rifiuti è stata in aumento dal 1990 e si è assestata solo negli ultimi due anni; La raccolta differenziata è progressivamente aumentata fino al 41% medio provinciale nellanno 2010;
Qualche riflessione Il Piano Provinciale Rifiuti ha come OBIETTIVI: riduzione della produzione dei rifiuti; miglioramento della raccolta differenziata dei rifiuti; recupero della frazione residua e minimizzazione del ruolo delladiscarica per la gestione dei rifiuti urbani; perseguimento del principio di prossimità; riduzione delle emissioni climalteranti e dellinquinamento atmosferico derivante dal ciclo integrato dei rifiuti urbani. Il Piano Provinciale Gestione Rifiuti ha tra i suoi STRUMENTI anche il termovalorizzatore, al quale è affidato un ruolo importante almeno fino allanno 2017 per lo smaltimento della parte residuale dei rifiuti urbani, ma NON E PREVISTO DI INCREMENTARE SIGNIFICATIVAMENTE LUTILIZZO DELLA TERMOVALORIZZAZIONE NEL FUTURO LA RICONVERSIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE RIFIUTI E IN ATTO VERSO STRATEGIE PIU SOSTENIBILI