Definizione di “abuso all’infanzia”

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Transcript della presentazione:

Definizione di “abuso all’infanzia” Il maltrattamento si concretizza ne “gli atti e le carenze che turbano gravemente i bambini e le bambine, attentano alla loro integrità corporea, al loro sviluppo fisico, affettivo, intellettivo e morale, le cui manifestazioni sono la trascuratezza e/o lesioni di ordine fisico e/o psichico e/o sessuale da parte di un familiare o di terzi”. (Definizione del IV Seminario Criminologico di Strasburgo, 1978)

La Commissione Nazionale puntualizza che… …il maltrattamento si concretizza “in una condotta attiva (come percosse, lesioni, atti sessuali, ipercuria) o in una condotta omissiva (incuria, trascuratezza, abbandono) e che “l’assenza di evidenze traumatiche nel fisico” non può escludere l’ipotesi di maltrattamento. (Commissione Nazionale per il Coordinamento degli interventi in materia di maltrattamenti, abusi e sfruttamento sessuale dei minori, 26 febbraio 1998)

L’esposizione alla violenza può avere significativi “effetti” sullo sviluppo fisico, cognitivo, emozionale e sociale del bambino… …provocando gravi conseguenze a breve, medio e lungo termine sul processo di crescita!

Effetti a breve termine Disturbi acuti nell`autoregolazione Alimentazione Sonno Enuresi ed encopresi Attenzione Isolamento sociale Evitamento Apprendimento Paura Risperimentare/ flashbacks Aggressività; Passare da soggetto passivo ad attivo Relazionali

Effetti a lungo termine Adattamenti cronici dello sviluppo Depressione Ansia Disturbo Post-traumatico da Stress Disturbi di Personalita` Disturbo della condotta alimentare Abuso di sostanze Dipendenza da alcool Prostituzione Caduta del rendimento scolastico Perpetrazione di violenza

Il danno è tanto maggiore quanto più: Il maltrattamento resti un fenomeno sommerso (nascosto) e non venga riconosciuto; Il maltrattamento sia ripetuto nel tempo; La risposta di protezione alla vittima nel suo contesto familiare e sociale ritardi; Il vissuto traumatico resti non espresso e non elaborato; Venga mantenuta la dipendenza fisica e/o psicologica e/o sessuale tra la vittima e il soggetto maltrattante; Il legame tra la vittima e il soggetto maltrattante sia di tipo familiare.

Tuttavia le statistiche italiane sottostimano il fenomeno in quanto … una consistente parte di episodi di violenze si verificano in ambito familiare o perifamiliare, attivando meccanismi difensivi di negazione e spostamento sia per il vissuto di vergogna che di angoscia distruttiva del gruppo di appartenenza; gli autori dell’abuso spesso riescono a neutralizzare l’osservazione esterna (isolamento sociale; mantenimento del “segreto”); la natura dei comportamenti violenti e le conseguenti implicazioni emotive ed affettive, rendono frequentemente difficile la denuncia da parte delle vittime; le forme d’abuso sono spesso solamente il retroterra di condotte specifiche del nucleo familiare di appartenenza della vittima.

Ripetitività della violenza BAMBINO ABUSATO E/O MALTRATTATO CARENZA DI SUPPORTO SOCIALE O FAMILIARE “PERPETRATORE DI VIOLENZA” ° VITTIMA ° TESTIMONE ° SPETTATORE ADULTO MALTRATTANTE

Fattori protettivi presenza di un genitore “testimone partecipe” o protettivo non continuità dell’abuso o sua individuazione precoce Altri contesti relazionali protettivi cure adeguate nei primi anni di vita da parte dei genitori o di uno di essi cure adeguate nel primo anno di vita da parte di un adulto sostitutivo buon livello di stima di sé competenze prosociali ed empatiche legame di attaccamento sicuro adeguate regolarità normative precoci adeguato livello di modulazione delle emozioni buon livello intellettivo

CLASSIFICAZIONE ** FISICO MALTRATTAMENTO PSICOLOGICO INCURIA PATOLOGIA DELLE CURE DISCURIA IPERCURA EXTRAFAMILIARE ABUSO SESSUALE INTRAFAMILIARE ABUSO SEX VIOLENZA ASSISTITA TESTIMONE DI VIOLENZA

“Maltrattamento Fisico” Quando il genitore o le persone che si prendono cura del bambino eseguono o permettono che si eseguano o mettono il bambino in condizioni di subire: lesioni fisiche o ferite accidentali percosse senza gravi traumi percosse con gravi traumi bruciature, ustioni intenzionali violenze con traumi plurimi e ripetuti

“Maltrattamento Psicologico” Quando il bambino viene esposto in modo continuato e duraturo nel tempo attraverso frasi o comportamenti a: critiche, ironia, sarcasmo svalutazione, rifiuto, disprezzo e percezione negativa autoritarismo e violenza verbale coinvolgimento nei conflitti coniug. ed inversione dei ruoli isolamento affettivo isolamento sociale atti di corruzione sfruttamento

“Patologia delle cure” Quando il genitore o le persone legalmente responsabili del bambino non provvedono adeguatamente ai suoi bisogni fisici e psichici, propri del momento evolutivo e dell’età: incuria: il b. è oggetto di cure carenti o insoddisfacenti discuria: il b. è oggetto di cure distorte e inadeguate, caratterizzate da richieste di prestazioni superiori per età/possibilità, da accudimento tipico di b. più piccoli e da iperprot. ipercura: il b. è oggetto di cure eccessive, caratterizzate da una inadeguata e dannosa medicalizzazione Le diverse forme di trascuratezza possono essere di natura fisica, emozionale, medico-sanitaria ed educativa

“Caratteristiche della patologia delle cure” alimentazione scarsa o inadeguata denutrizione grave con rischio di danno organico carenza o mancanza di cura dell’igiene vestiti inadeguati alla stagione e all’età inadeguatezza o mancata assistenza medica carenze nella sorveglianza parziale abbandono (assenza sistematica sorveglianza. o affidamento altri minori) affidamento sistematico a minori o adulti inaffidabili scolarizzazione precoce/evasione dell’obbligo scolastico inadeguatezza nelle stimolazioni ses./affett./cognit. genitori iperprotettivi preoccupazione ipocondriaca sulla salute del figlio assunzione impropria di medicine

“Abuso Sessuale” Quando è presente il coinvolgimento di soggetti immaturi e dipendenti in attività finalizzate alla gratificazione sessuale e/o economica dell’adulto, con assenza di completa consapevolezza e possibilità di scelta da parte del minore, agite da familiari, conoscenti, estranei: intrafamiliare se agito da familiari extrafamiliare se agito da conoscenti ed estranei

“Caratteristiche degli Abusi Sessuali ” atti di libidine occasionali (carezze, esibizionismo, etc) atti di libidine reiterati induzione alla visione di materiale pornografico assiste all’abuso sessuale su altri minori (violenza sex assistita) presenza di rapporti sessuali (genitali, anali, orali) avvio alla prostituzione utilizzo del b. per creazione di materiale pornografico coinvolgimento in rituali coinvolgimento in attività organizzate di pedofilia

“Violenza Assistita” Quando il minore: assiste a liti verbali ripetute tra i genitori assiste a liti verbali con violenza tra adulti assiste a violenze fisiche con uso di armi assiste a violenza sessuale assiste o scopre un suicidio assiste ad uso di droghe o a crisi di astinenza

Indicatori di Rischio I fattori, volti ad individuare le condizioni socioculturali e familiari predittive del maltrattamento e dell’abuso e che potrebbero contribuire a causare disturbi psicologici e psichiatrici nel bambino si suddividono in: cause sociali cause relazionali da parte dei genitori patologie genitoriali cause relazionali da parte del bambino patologia del bambino

Cause sociali difficoltà economiche e/o lavorative famiglie isolate dal contesto sociale difficoltà economiche e/o lavorative emarginazione sociale, immigrazione, cause religiose e razz. isolamento dalle rispettive famiglie d’origine condizioni abitative inadeguate per igiene e spazi famiglie monoparentali (ragazze madri, separazione, divorzi) disoccupazione paterna

Cause Relazionali da parte dei genitori patologia genitoriali conflitti nella coppia genitoriale età dei genitori inversione dei ruoli genitoriali genitori maltrattati e/o con gravi carenze affettive promiscuità violenza materna

Patologie genitoriali psicotici personalità limite (borderline) gravi forme nevrotiche tossicomani alcolisti sociopatici insufficienti mentali handicappati

Cause relazionali da parte del bambino patologia del bambino gravidanza e nascita ordine di genitura sesso

Patologia del bambino malattie croniche handicap fisici e/o psichici patologie neonatali malattie croniche handicap fisici e/o psichici deficit di apprendimento disturbi del sonno, pianto notturno e diurno problemi delle condotte alimentari e/o sfinteriche inibizione o ipercinesia

Indicatori per il rilevamento dell’ ”ABUSO” FISICI RADIOLOGICI MEDICI COMPORTAMENTALI PSICOLOGICI/EMOTIVI SOCIALI

INDICATORI FISICI (M.Fis.) LESIONI CUTANEE (ematomi, cicatrici di vecchia data, morsi, frustate) CONTUSIONI ABRASIONI ESCORIAZIONI ECCHIMOSI LESIONI SCHELETRICHE LESIONI VISCERALI LESIONI ADDOMINALI TRAUMI CRANICI

INDICATORI COMPORTAMENTALI (M.Fis.) il minore si ripara all’avvicinamento di un adulto **** il m. presenta un attenzione “gelata” con uno sguardo attento ed allarmato **** il m. ha paura degli ambienti estranei e si mostra arrogante nel contesto d’origine *** il m. presenta scoppi improvvisi di ira *** il m. presenta instabilità emotiva *** il m. rifiuta il contatto fisico o lo ricerca con modalità distorta (aggressiva e/o erotizzata) *** (p. e in comune con l’abuso sessuale) ricerca attenzione, favori, cibo, oggetti *** (p. e in com. maltrattam. psicologico e l’incuria) ha difficoltà di apprendimento ** giunto in età scolare è spesso depresso e solitario, o iperattivo e aggressivo ** atteggiamento affettivo inappropriato verso i genitori **

INDICATORI EMOTIVI (M.Fis.) attenzione labile ed incostante ** difficoltà di ascolto delle indicazioni fornitegli dall’adulto** carente iniziativa/ operatività ** immagine di se stesso negativa e distorta** emozioni “congelate” e percezione “falsamente forte di sé” *** (prevalente ed in comune con la disc.) difficoltà di relazione **

segue … INDICATORI COMPORTAMENTALI (ABUSO SESSUALE) atteggiamento remissivo ****; aggressività verso adulti e coetanei o verso se stesso **; scarsa socializzazione **; tendenza all’adulto morfismo **; caduta del rendimento scolastico **; Frequenti e/o prolungate assenza da scuola **;

Caratteristiche comuni ai bambini “vittime di abuso” Bisogno di nascondere la condizione di abuso Tendenza a normalizzare la situazione di abuso Mancanza di una “FIDUCIA DI BASE” in se stessi e negli altri Espressione del disagio in modo indiretto Attivazione di: senso di colpa, vergogna, depressione, timore della stigmatizzazione Timore di frammentazione Messa in atto di meccanismi di difesa Bisogno di avere una “immagine buona” del genitore abusante

Fattori protettivi presenza di un genitore “testimone partecipe” o protettivo non continuità dell’abuso o sua individuazione precoce Altri contesti relazionali protettivi cure adeguate nei primi anni di vita da parte dei genitori o di uno di essi cure adeguate nel primo anno di vita da parte di un adulto sostitutivo buon livello di stima di sé competenze prosociali ed empatiche legame di attaccamento sicuro adeguate regolarità normative precoci adeguato livello di modulazione delle emozioni buon livello intellettivo

I luoghi delle violenze (alcuni dati italiani- Fonte CISMAI ) extradomestico Il maltrattamento infantile è presente nella quasi totalità dei casi in “AMBIENTE DOMESTICO” 9% domestico Fonte CISMAI 2001 91%

Dalla letteratura emerge: Chi è l’abusante? Dalla letteratura emerge: Il padre (prevalentemente nelle situazioni di abuso sessuale); Entrambi i genitori (in situazioni di trascuratezza, di maltrattamento psicologico, di maltrattamento fisico ed infine nelle situazioni a rischio); La madre (prevalentemente nelle situazioni di trascuratezza, di abuso psicologico e di ipercuria); Altri, quali nonni, fratelli, altri parenti, conviventi del padre o della madre, persone sconosciute (scarsamente presenti in tutte le forme di violenza ad eccezione dell’abuso sessuale).

Cosa fare per interrompere il ciclo ripetitivo del maltrattamento? Promuovere azioni finalizzate alla prevenzione primaria > diffusione di una cultura dell’infanzia Interventi di prevenzione in ambito scolastico Informazione e sensibilizzazione Formazione permanente operatori Campagne di sostegno alla genitorialità

Percorsi di intervento di prevenzione secondaria e terziaria nei casi di “abuso all’infanzia” Rilevamento Diagnosi di accertamento, di esclusione o di rischio di maltrattamento attraverso una valutazione congiunta interdisciplinare Analisi del bambino e dei suoi bisogni Presa in carico Formulazione di un progetto integrato in “équipe” Attivazione di un intervento integrato e strutturato di ampio respiro (coordinamento tra ambiti sanitario, sociale e giudiziario)

Attori di un lavoro integrato Forze dell’ordine e servizi di pubblico soccorso (polizia, carabinieri, vigili urbani, vigili del fuoco) Servizi sociali (psicologi, psichiatri, assistenti sociali, educatori) Scuola (insegnanti, dirigenti scolastici) Uffici giudiziari (polizia giudiziaria, avvocati, magistrati, giudici) Area sanitaria (medici, pediatri, infermieri, puericultori)

Interventi clinici attuati dai Centri Specializzati Sul maltrattante/abusante Sul minore Sulla famiglia Monitor./control. senza allontan. Allontanam. e inserim. Comunità Colloqui di sostegno Valutazioni psicodiagnostiche Psicoterapia Monitor./controllo Colloqui di sostegno Psicoterapia individuale Valutazione recuperabilità Invio altri Servizi Colloqui di sostegno Psicoterapia Terapia familiare Valutazione della recuperabilità genitoriale

Realizzare una segnalazione implica la necessità di… confrontarsi con gli altri professionisti-specialisti su quanto osservato ed ascoltato informare i genitori del bambino della necessità, data la condizione di disagio del bambino stesso, della collaborazione tra le varie Istituzioni, sottolineando eventualmente l’obbligo legale (art.331 della legge 184/83 del c.c.p.), oltre che morale, a cui gli incaricati di pubblico servizio devono rispondere considerare le difficoltà emotive correlate alla “segnalazione”, che possono ostacolare l’attivazione dell’intervento necessario per aiutare il bambino

Cosa fare operativamente? Realizzare un collegamento istituzionale e formalmente riconosciuto con i Servizi Competenti ed eventualmente con le Strutture Giudiziarie

Strutture competenti e giudiziarie Tribunale per i Minorenni Procura della Repubblica presso il T.M. Tribunale Ordinario Procura della Repubblica presso il T.O. Ufficio Minori della Questura Servizi sociali di zona Centri competenti per gli abusi Commissariati di P.S. Stazioni dei Carabinieri

Specificità degli interventi rispetto all’abuso sessuale Presenza di un esperto in psicologia/psichiatria infantile nell’ascolto giudiziario del minore presunto abusato(c.quattro,art.498c.p.p.) Ipotesi di perizia sul minore presunto abusato Ricorso all’incidente probatorio non solo per il conferimento dell’incarico, ma anche per l’ascolto protetto del minore(art.392 c.p.p.) Il minore come vittima/testimone

I quesiti Capacità a testimoniare Maturità/grado di sviluppo(art.12 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo del 1989 e Convenzione Europea sui diritti dei minori sancita a Strasburgo il 25 gennaio 1996) Influenza del contesto familiare

La tutela giuridica Art.392 1 c. bis c.p.p. Art.398 5 c.bis c.p.p. Secondo questi articoli è data facoltà al giudice di assumere la testimonianza del minore di anni 16 con incidente probatorio art.498,4c.,c.p.p. Il minore deve essere assistito nella formulazione delle domande da un esperto in psicologia e psichiatria infantile Art499,4c.,c.p.p. prevede che: “omissis…l’esame del testimone sia condotto senza ledere il rispetto della persona

Segue tutela giuridica Art.188c.p.p. vieta l’utilizzo:”omissis….di metodi e tecniche idonei ad influire sulla libertà di autodeterminazione o di alterare la capacità di ricordare e valutare i fatti” La corte di cassazione inoltre così recentemente si è espressa: “ l’ordinamento processuale penale non pone incapacità a testimoniare derivanti dall’età del minore e spetta al giudice di merito nell’esercizio del suo potere discrezionale valutare la credibilità di deposizioni di testi minori degli anni 14” In tema di credibilità del minore si esprime anche l’art.500,2c.,c.p.p.

Possibili criteri di valutazione Esame del livello di sviluppo Cognitivo Emotivo Sociale In relazione a Età ambiente familiare ambiente esterno Strumenti Colloquio Test psicodiagnostici Altre tecniche

Discriminanti In relazione all’età Dimensione temporale Competenza verbale Capacità mnestiche Differenze in relazione ad età scolare e prescolare

Insidie Influenza del contesto familiare Influenza del contesto giudiziario Suggestione Attendibilità Credibilità