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Stupore e domanda La domanda è una scossa prodotta da ciò che è nuovo ed inaspettato, un urto tra pensiero e realtà: " un 'inadeguatezza che appare all'improvviso e crea problema" (Tiberghien). Da quest'urto non deriva immediatamente, come dicono alcuni, il dubbio. Lo studente non impara perché l'insegnante gli presenta il compito risvegliando in lui il sospetto o critica negativa, ma perché incontra l'oggetto di apprendimento come qualcosa di nuovo, che lo "colpisce". Di fronte ad una tomba degli Etruschi di Cerveteri , per esempio, il primo atteggiamento dello studente che vuole gustarne la bellezza non è quello del sospetto (" E' finta - potrebbe dire uno studente - L'hanno costruita gli abitanti del luogo per fare venire i turisti") né dello scontato presuntuoso e meschino ( "Sono semplicemente un cumulo di sassi, come quelli che troviamo nelle campagne del nostro paese - disse un allievo di terza media al professore, che lo invitava a seguire la visita guidata ). Egli comincia a "sapere" (sentire sapore, gusto) qualcosa degli Etruschi, se si lascia interrogare, se dà spazio alla sua curiosità, senza anteporre il suo parere, il suo stato d'animo a quello che vede e sente: se è capace di stupore.

L capacità di porre domande è in strettissima relazione con quella di stupirsi. Lo stupore è una scossa, un soprassalto, un'emozione che genera un movimento, la cui prima forma è appunto la domanda.

Come bambini "Lo studio e la ricerca della verità e della bellezza rappresentano una sfera di attività in cui è permesso di rimanere bambini per tutta la vita" (A. Einstein)

Una dote da coltivare La curiosità è innanzitutto "voglia" ed espressione di domande spontanee. Si tratta di una naturale predisposizione a chiedersi perché dentro la naturale simpatia verso la realtà Cur = perché curiositas, da cura, = desiderio di conoscere e di sapere

Insegnare ad usare la ragione nello studio e mediante lo studio La curiosità epistemica è tensione a conoscere e a sapere, passione dell’intelligenza che interroga e si lascia interrogare di fronte alla realtà, dimensione della ragione in atto. Il modo più semplice è la costante valorizzazione della curiosità epistemica.

Domanda ed apprendimento " Imparare è conservare il perché di un fatto o di un fenomeno o di un insieme di fatti e di fenomeni. Diversamente in testa c'è un magazzino di curiosità" ( P.Mille) La domanda è attenzione che si esprime come desiderio di capire ciò che l’impatto pone al soggetto: é la reazione di fronte a ciò che si para davanti.

Fondamenti per una educazione della domanda Primo principio: porre domande è un proprium dell'uomo.

Secondo principio: è assurdo, illegittimo, è atto di violenza predeterminare, filtrare, circoscrivere le domande del ragazzo

Terzo principio: porre domande adeguate è desiderare ed impegnarsi a trovare risposte adeguate senza esaurire la categoria della possibilità. La domanda implica un impegno per la risposta, ma questa attinge energia da un credito di fiducia dato alla realtà.

Quarto principio: il passaggio dalla curiosità alla studiosità è condizionato dall'affidabilità della relazione educativa.

Il luogo di educazione della curiosità è una relazione in cui si ha il " coraggio di dire: io“ di porre in atto "una comunicazione vivente", Educare la domanda è costruire un ambiente umano in cui si possa dire "io"

Quinto principio: imparare a porre domande e cercare risposte è imparare a rapportarsi alle discipline di studio in modo critico e significativo.

Conversare Nella conversazione e nel dialogo, governati non dall'arte sofistica che sa rendere forte l'argomento debole, ma dall'"arte del pensare che sa rendere forte ciò che viene detto in riferimento alla cosa stessa"(Gadamer 1990, p.424), adulti-ragazzi si sentono sempre più impegnati e coinvolti in un’espressività totale. Sulla parola espressività non vorrei essere frainteso. L'espressività di cui parlo non è inondazione di sentimenti, folle corsa dei pensieri, esplosione di desideri, agire impetuoso e caotico. È invece espressione dell'io, delle sue esigenze costitutive, della sua libertà.

“Madre di tutte le domande": Non censurare la “simpatia originale” ; non imbavagliare la domanda capitale, la "madre di tutte le domande": il senso religioso. All’adulto non si chiede altro che di accettare e porre se stesso come domanda e di prestare attenzione alla domanda che è ed ha il bambino-ragazzo Allo scolaro non si chiede che di essere vivo anche in classe, anche di fronte ai compiti e allo studio Conclusione: un lavoro “bello” e semplice È conveniente entrare e restare in classe assecondando il bisogno di realtà e di significato: è un guadagno in umanità, nell’insegnamento e nell’apprendimento. .

Arte del pensare “positivo” La scuola si apre quando accetta il reale nella sua totalità e si pone come luogo e strumento di intelligenza e di libertà. Aiutare a studiare è condividere e produrre segni che mantengano sempre viva la categoria della possibilità. Non l'arte sofistica che sa rendere forte l'argomento debole, ma l'"arte del pensare che sa rendere forte ciò che viene detto in riferimento alla cosa stessa. " (Gadamer 199O , p. 424).

Interrogare i testi di studio Lo studente da solo non pone domande. Di solito crede che studiare interrogando e lasciandosi interrogare sia una perdita di tempo. Preferisce leggere e ripetere.

Educa alla domanda l’adulto che sa e vuole - porre se stesso come domanda e riconoscere la domanda che é ed ha il (la)ragazzo/a; - favorire la mentalità della domanda proporre un approccio ai testi tipo euristico ed attivo; - guidare all'acquisizione di strategie di problem posin e di problem solving; - insegnare/accompagnare nel il metodo della ricerca.  

“Fare” ricerca E' UN'ATTIVITÀ INTERESSANTE PER PORRE   E' UN'ATTIVITÀ INTERESSANTE PER PORRE LA QUESTIONE DEL METODO IN TERMINI EURISTICI ATTIVI E QUINDI PER FAR COMPRENDERE CHE STUDIARE È ESSENZIALMENTE Provare a scoprire.

Intervento in tre fasi di lavoro. A - Superamento dei pregiudizi e delle cattive abitudini, che hanno gli alunni verso la ricerca.   B - Ricerca collettiva guidata su argomento curriculare C - Ricerca di gruppo …

Bibliografia Bersanelli-Gargantini, Solo lo stupore conosce…, BUR, 2003 J. Guitton, L’arte di pensare, Ed.Paoline 1987 Xodo C., Stupore e conoscenza, In Scuola e didattica, n.17. 1995 Mazzeo R., Insegnare un metodo a studiare, Il Capitello, 1997

Le domande fanno guadagnare tempo Prima tappa hanno la funzione di "giganteschi uncini che frugano in mezzo alle informazioni trascinandosi dietro tutto quello che incontrano" (Buzan 1986, p.145), "centri associativi di collegamento, cui tutte le altre informazioni si sono agevolmente agganciate"(idem). Esempio Un nostro studente di fronte alle pagine da studiare Non si pone alcuna domanda Trascura le eventuali domande del testo perché "altrimenti non finisco più". Il suo modo di procedere ci segnala una duplice ignoranza: non capisce che la qualità del tempo nello studio è una questione di applicazione e di metodo; non sa o non vuole sapere che il testo è un tessuto di domande. Non solo la mentalità e prassi degli allievi : il testo e il rapporto con il testo in termini riduttivi. Alcuni esempi: il testo è un dato e non si tocca, bisogna solo "afferrarlo" e restituirlo al momento opportuno, perché nel libro c'è tutto quello che bisogna sapere, c'è il "programma".

Seconda tappa Guidare nella riflessione sull'uso e sulla varietà di domande che emergono nella vita quotidiana, nella scuola, nei libri di testo. Obiettivo è evidenziare che le domande nascono anche dalla necessità di comprendere i testi della comunicazione

Terza tappa “Che cosa avete fatto domenica?” L'osservazione della struttura e delle funzioni delle domande “Che cosa avete fatto domenica?” un soggetto di discorso o “argomento”, “dimensione della domanda” “direzione della domanda” o “chiesto”

Lettura e domanda Quarta tappa * contenuto: domande di chiarimento (sapere, comprendere), nozionistiche , estese o ristrette, domande-ponte, domande personali; * modo: meccaniche-significative, ad articolazione semplice o complessa, definite e non definite * tempo: prima, durante, davanti al testo; * modalità di formulazione: orali, scritte, aspecifiche o categoriali ( con linguaggio che impiega termine precisi), domande che nascono o ricostruiscono schemi Interrogare i testi scritti a diversi livelli di lettura con domande diverse rispetto a:

Porre ed affrontare problemi Problema= qualcosa che colpendo smuove l'equilibrio interiore (intellettuale, affettivo) della persona ed impone la ricerca di un nuovo equilibrio. reazione dinamica ad un evento interno o esterno percepito come fonte di interrogativi Nel contesto di educazione alla domanda, didatticamente, possiamo affrontare la questione in una duplice direzione: * educare a leggere e porsi di fronte alle situazioni problematiche *insegnare a porre e risolvere i problemi propriamente detti in ambito scolastico.

Davanti alle cose “Dobbiamo sempre cominciare formulando domande, non dando risposte. Dobbiamo creare interesse per le cose, per i fenomeni e per i processi. ...Per prima cosa si deve creare uno stato mentale che brama la conoscenza, l’interesse e la meraviglia....  Poi dobbiamo aiutare i ragazzi a trovare la conoscenza, dando suggerimenti, guidandoli, suscitando domande...” (V.Weisskpof)