LE PERIFERIE: IL FUTURO DELLA CITTA’

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Transcript della presentazione:

LE PERIFERIE: IL FUTURO DELLA CITTA’ Gennaio 2014

Polis e politica Il termine politica deriva dal greco antico “polis”, città. Tra politica e città esiste dunque uno strettissimo rapporto. Attraverso la politica si determina il governo della città e i suoi livelli di civiltà e di democrazia.

Il rapporto tra città e periferia Genova è una città è bellissima ma estremamente fragile dal punto di vista economico e sociale, colpita nel suo apparato produttivo e nei livelli occupazionali; ma fragile anche dal punto di vista ambientale, geologico, urbanistico. Ogni precipitazione atmosferica porta con sé frane, smottamenti, allagamenti. Intervenire sulle periferie significa intervenire su queste fragilità per migliorare la qualità della vita dei cittadini. Del resto queste sono le zone dove minore è stato l’intervento di manutenzione e di recupero negli ultimi decenni. Infatti gli interventi di trasformazione hanno investito prevalentemente le zone del centro città.

Il male della periferia La leucemia rappresenta bene la malattia che colpisce le nostre periferie. Come nei casi di leucemia, il sangue che vive nel cuore delle città scorrendo verso le periferie si indebolisce, impallidisce e presto è destinato ad ammalarsi.

Il futuro della città si gioca sulle periferie La Genova del futuro si definirà in rapporto a come si saprà intervenire sulle periferie per renderle migliori. Le nostre periferie sono spesso descritte come degradate, grigie e squallide. In tale rappresentazione c’è molto di vero. Ma è qui che si concentra l’energia umane e le risorse necessarie per trasformare le periferie in realtà urbane, urbane nel senso di civili. E’ qui che si gioca il destino della città e ciò che lasceremo in eredità ai nostri figli. Le periferie sono dunque la grande scommessa urbana del prossimo decennio.

La nostra storia, le nostre idde Intervenire nelle periferie significa attivare una enorme capacità di innovazione e di idee. Tale compito non può essere delegato ad una elittes intellettuale illuminata. Occorre attivare tutte le energie e le risorse di cui la città dispone. La nostra storia testimonia la capacità, l’ intelligenza, l’ ingegno, il coraggio di cui la città dispone. Non possiamo e non dobbiamo rassegnarci alla mediocrità. Non siamo secondi a nessuno. Abbiamo forze ed energie per vincere la sfida.

Cosa è la periferia oggi Non sono solo le zone più esterne alla città. Sono periferie: i buchi neri nei centri storici; I vuoti lasciati dalle aree industriali dismesse; ci sono periferie fatte di casermoni ma anche di casette. Ci sono quartieri costruiti negli anni ‘60 che sotto le crepe testimoniano un reale pensiero sociale, fatto di piazze, di strade, di luoghi pubblici, che basterebbe poco per rivitalizzare.

Le priorità di una politica di sinistra per la città Mettere un limite alla crescita urbana, non in omaggio alla ideologia della decrescita, ma perché questo modello di sviluppo non è più economicamente ed ecologicamente sostenibile (portare il trasporto pubblico o la raccolta dei rifiuti sempre più lontano costa molto). Occorre quindi non solo non costruire più nuove periferie, ma bloccare il loro ampliamento e la loro espansione Bisogna poi effettuare opere di ricucitura urbana e di fertilizzazione delle periferie attraverso la realizzazione di strutture pubbliche. Affermare inoltre una logica di decentramento, che renda la città più policentrica.

Un nuovo modello di sviluppo urbano Pensare ad una crescita implosiva capace di: completare il riuso sostenibile delle ex aree industriali, militari e ferroviarie che rappresentano una quantità enorme di spazi ancora disponibili; costruire sul costruito, definendo con nettezza una cintura verde come confine invalicabile dello sviluppo urbano. Non sempre è necessario demolire, si possono pensare interventi di microchirurgia urbana che recuperi, rimodelli e risani zone o edifici malandati, senza allontanare i cittadini dalle loro case e dal loro quartiere. Portare in periferia un mix di funzioni culturali, sociali, sportive e del tempo libero. Se si devono fare nuovi ospedali, o sale concerto, o teatri o musei e università, meglio farli in periferia.

Continua La città giusta è quella dove si dorme, si lavora, si studia, ci si diverte e si fa la spesa. Non quella dove ogni mattina si è costretti a trasmigrazioni da una parte all’altra della città o verso un centro sempre più congestionato di funzioni. Fecondare le periferie con funzioni caratterizzanti al fine di vincere il degrado urbano e il deserto di relazioni umane: costruire luoghi per le persone, punti di incontro, dove si condividono valori e dove si afferma una civiltà più elevata del nostro vivere insieme.

Ripensare radicalmente le politiche del trasporto pubblico Mettere fine ai grandi scavi per realizzare posteggi interrati nel centro città; opere che portano auto invece di allontanarle. Puntare tutto sul trasporto pubblico innovando e cambiando l’approccio fino ad oggi avuto. Un piano per realizzare collegamenti collinari attraverso il potenziamento e la realizzazione di nuovi ascensori, funivie, scale mobili, ecc. che consentano di ripensare e razionalizzare il trasporto pubblico nelle e verso le zone collinari, con l’obiettivo tra l’altro di far circolazione nei quartieri collinari mezzi pubblici più piccoli, più economici e meno inquinanti.

Continua Nessuna prevenzione ideologica contro l’uso dell’auto, semmai ne sogno un uso più razionale e godibile, declinando in modo diverso l’uso dell’auto in città (es. car sharing).

Investire su energie pulite Un grande piano cittadino di adeguamento energetico con l’obiettivo di ridurre i consumi energetici del 50% in pochi anni. Da questo punto di vista sono possibili interventi immediati sugli edifici esistenti a partire dagli edifici comunali e dai plessi scolastici, per rendere gli impianti più efficienti dal punto di vista energetico e per riconvertirli verso fonti di produzione di energia innovative e sostenibili.

Politiche di recupero e ricucitura delle periferie Le periferie hanno tanti problemi di natura idrogeologica, sismica, franosa. Un piano di messa in sicurezza del territorio è quindi un intervento non più rinviabile. Hanno anche molto spesso problemi di carattere estetico e paesaggistico. Per questo il concetto di bello deve tornare a guidare gli interventi di risistemazione e recupero della città.

Azioni a favore dell’occupazione Mettere mano alle periferie, al consolidamento del territorio, al recupero urbanistico ed artistico di intere zone della città consente di pensare anche allo sviluppo di mestieri nuovi e creativi e cognitivi. Esiste quindi la concreta possibilità di nascita di nuove piccole imprese orientate a rispondere a questi bisogni della collettività. Imprese che per lo start up non hanno bisogno di grandi capitali di investimento e che potrebbero vedere il sostegno pubblico anche attraverso forme di garanzie date al sistema del credito

Continua Serbatoio di occupazione da creare nella ricerca e applicazione di nuove fonti energetiche, nel risparmio energetico, nell’edilizia e nell’ingegneria ecologica, e nel campo sociale e urbanistico. Con l’obiettivo di fare dei quartieri e delle abitazioni più belle, più vivibili e abitabili.

Processi di partecipazione Coinvolgere i cittadini nelle scelte e nelle attività è indispensabile. Non solo perché le risorse economiche sono scarse, ma per una idea di comunità attiva ed operosa che ha a cuore il futuro del suo quartiere e della sua città. Tanti interventi di autocostruzione possono vedere impegnate le persone per conto proprio. La creazione di Laboratori di Quartiere per pianificare, orientare e gestire la partecipazione sul territorio. Strutture che devono avere la funzione di consultori territoriale per tutte le questioni urbanistiche, di risanamento territoriale, di recupero sociale, di sviluppo di iniziative culturali, educative, del tempo libero, ecc. riguardanti il proprio quartiere.