Cosa sono le emozioni? Sono reazioni di breve durata ad uno stimolo (interno/esterno) che provocano cambiamenti a 3 diversi livelli: fisiologico  modificazioni.

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Transcript della presentazione:

Cosa sono le emozioni? Sono reazioni di breve durata ad uno stimolo (interno/esterno) che provocano cambiamenti a 3 diversi livelli: fisiologico  modificazioni fisiche e fisiologiche riguardanti la respirazione, la pressione arteriosa, il battito cardiaco, la circolazione, le secrezioni, la digestione, ecc comportamentale  espressioni facciali, postura, tono della voce e reazioni (es. attacco o fuga) cognitivo  si attribuisce un significato alla sensazione soggettiva, si altera il controllo di sé e delle proprie abilità cognitive 1

Quali emozioni esistono? Damasio [1994, 1999] distingue fra: emozioni primarie  risposte spontanee, innate e precodificate dell'organismo, riconducibili a cinque famiglie emotive: gioia, tristezza, rabbia, paura, disgusto (e sorpresa) emozioni secondarie  maggiormente connesse con l'apprendimento e con l'esperienza personale (senso di colpa, vergogna, orgoglio, invidia, ecc.) Le emozioni primarie sono adattive per la specie e riscontrabili anche in molti animali (es. primati non umani) 2

Le principali teorie sulle emozioni Esistono almeno 5 grandi teorie: 1. Teoria periferica (James, Ekman) 2. Teoria centrale (Cannon) 3. Teoria cognitivo-attivazionale (Schachter e Singer) 4. Teorie dell’appraisal (Frijda) 5. Teorie psicoevoluzionistiche (Tomkins e Plutchick ) Appraisal = valutazione della performance 3 3

La teoria periferica Non tremiamo perché abbiamo paura: abbiamo paura perché tremiamo (James, 1884) L'evento emotigeno determinerebbe una serie di reazioni viscerali e neurovegetative che sono avvertite dal soggetto e la percezione di queste modificazioni fisiologiche sarebbe alla base dell'esperienza emotiva James capovolge l'impostazione della psicologia ingenua secondo la quale, ovviamente, noi piangiamo perché siamo tristi, e non viceversa 4

La teoria periferica Feedback facciale ed evidenze empiriche [Ekman et al., 1983]  L’ipotesi del feedback facciale = le espressioni facciali forniscono informazioni propriocettive, motorie, cutanee e vascolari che influenzano il processo emotivo Versione forte: le espressioni facciali da sole sono in grado di generare un’emozione Versione debole: le espressioni facciali aumentano unicamente l’intensità dell’emozione Invitando i soggetti a contrarre i muscoli facciali di sei emozioni (collera, disgusto, paura, gioia, tristezza, sorpresa), sono state registrate differenti variazioni nell'attività del sistema nervoso autonomo 5

La teoria periferica Altre evidenze empiriche [Zajonc 1994] Teoria vascolare dell'efferenza emotiva. Ritmo e modalità di respirazione assicurano il raffreddamento termico della regione talamica (sotteso al mantenimento degli stati emotivi positivi). I cambiamenti dei valori termici dell'ipotalamo influenzano in modo rilevante gli stati emotivi: l’innalzamento del valore termico ipotalamico è associato a stati emotivi negativi. Conferme giungono da attività quali il training autogeno, il biofeedback, la meditazione trascendentale, lo yoga, ecc. 6

La teoria centrale [Cannon, 1927] I centri di attivazione, di controllo e di regolazione dei processi emotivi non si trovano in sedi periferiche, ma sono localizzati centralmente nella regione talamica Secondo Papez [1937] i centri di elaborazione e di controllo delle emozioni si situano lungo un circuito composto da ipotalamo, talamo anteriore, giro cingolato e ippocampo (circuito di Papez) MacLean [1949] integra il circuito di Papez con altre regioni: amigdala, nuclei del setto, porzioni della corteccia fronto-orbitaria e porzioni dei gangli della base e denomina l'insieme di queste strutture neuroanatomiche con il termine di sistema limbico 7

La teoria centrale I centri ipotalamici delle emozioni 8

La teoria cognitivo-attivazionale Schachter e Singer [1962] La teoria periferica di James e la teoria centrale di Cannon, pur essendo fra loro contrapposte, si sono dimostrate entrambe vere anche se parziali. Chi ha contribuito in modo efficace a introdurre una dimensione genuinamente psicologica nello studio sperimentale delle emozioni sono stati Schachter e Singer con la teoria cognitivo-attivazionale (o teoria dei due fattori) Tali Autori concepiscono l'emozione come la risultante dell'interazione fra due componenti: uno di natura fisiologica con l’attivazione diffusa (cioè emozionalmente non specifica) dell’organismo (arousal); l’altro di natura cognitiva, con la percezione e significazione dell’attivazione 9

La teoria cognitivo-attivazionale Schachter e Singer [1962] Evento Arousal (attivazione) Percezione Connessione (significazione) Label (denominazione) Risposta 10

Le teorie dell’appraisal Frijda [1988] Le emozioni dipendono dal modo con cui gli individui valutano e interpretano gli stimoli Capovolgimento: per la psicologia ingenua le emozioni si contrappongono ai processi razionali e sono interpretate come passioni, per lo più di breve durata, sentite e provate internamente dall'individuo, che sorgono e si svolgono in modo automatico e involontario Semplicemente, per la psicologia ingenua le emozioni capitano nella vita delle persone e non si può scegliere o decidere quale emozione avere o quando 11

Le teorie dell’appraisal Il significato situazionale Le emozioni sorgono in risposta a situazioni che sono valutate come importanti per il soggetto. Eventi che soddisfano i suoi scopi e desideri, attivano emozioni positive; eventi che sono ritenuti dannosi o che minacciano i suoi interessi, conducono a emozioni negative Il significato situazionale: due individui che abbiano una differente valutazione della medesima situazione risponderanno con emozioni differenti: esistono fattori disposizionali e stili cognitivi differenti che possono condurre a valutazioni differenziate degli eventi con conseguenti diverse reazioni emotive 12

Le teorie psico-evoluzionistiche Tomkins e Plutchick [1962] Rifacendosi direttamente alla teoria evoluzionistica di Darwin, Tomkins e Plutchick ritengono che le emozioni siano strettamente associate alla realizzazione di scopi universali, connessi con la sopravvivenza della specie e dell'individuo Questa posizione, accolta e sviluppata da Ekman [1972; 1989; 1992] e Izard [1978; 1990; 1994], comporta l'accettazione della tesi innatista delle espressioni facciali delle emozioni Viene, infatti, avanzata l'ipotesi delle emozioni primarie (gioia, rabbia, paura, disgusto, sorpresa, tristezza) ed emozioni secondarie, intese come una sorta di miscela di diverse emozioni primarie (teoria tavolozza) 13

Le teorie psico-evoluzionistiche La prospettiva categoriale Riassumendo: le espressioni facciali delle emozioni sono universali esistono configurazioni neurofisiologiche distintive del sistema nervoso autonomo per ogni emozione c’è una continuità mimico-espressiva fra i primati e i soggetti umani gli antecedenti emozionali sarebbero universali e comuni a tutti gli individui 14

L’espressione delle emozioni L’espressione facciale 15

L’espressione delle emozioni L’espressione facciale 16

L’espressione delle emozioni L’ipotesi dell’universalità Le espressioni emotive sono universali sia sui piano della produzione sia a livello di riconoscimento. Tale ipotesi si articola in tre proposizioni: a) universalità dei movimenti facciali (tutti gli esseri umani presentano le medesime configurazioni di movimenti facciali) b) espressività dei movimenti facciali (specifiche configurazioni facciali sono la manifestazione delle stesse emozioni in tutti gli esseri umani) c) universalità del processo di attribuzione (ovunque osservatori appartenenti a diverse culture attribuiscono il medesimo valore emotivo a date configurazioni facciali) 17

L’espressione delle emozioni L’ipotesi dell’universalità C’è una sostanziale concordanza nella capacità di riconoscere le stesse emozioni a partire da specifiche espressioni facciali da parte di soggetti appartenenti a diverse culture I punteggi del riconoscimento corretto per ogni emozione sono certamente superiori a quelli dovuti al caso, ma variano in maniera sistematica in funzione delle diverse culture In particolare, nelle culture non alfabetizzate essi appaiono assai meno in linea con la tesi dell'universalità rispetto a quelli osservati nelle società alfabetizzate 18

L’espressione delle emozioni L’ipotesi dell’universalità In sintesi, sembra che esista un certo legame universale fra le emozioni e le loro espressioni facciali; ma esso, lungi dall'essere perfetto e forte così come vorrebbe l'ipotesi innatista, lascia spazio a rilevanti e significative variazioni culturali A questo proposito è corretto parlare di interdipendenza fra componenti biologiche e influenze esercitate dalla cultura di appartenenza nel manifestare le emozioni 19

Emozioni e cultura Il sistema culturale delle credenze fornisce a ciascuno il quadro di riferimento e i criteri (come la responsabilità soggettiva, le leggi della fisica, il destino, le forze soprannaturali ecc.), in base ai quali interpretare e valutare un determinato evento In una cultura - come quella occidentale - che enfatizza il concetto di responsabilità del singolo individuo, è più probabile registrare reazioni di collera in concomitanza con eventi negativi (percepiti come effetto del comportamento intenzionale di altre persone) In una cultura dove si assegni maggiore rilevanza al destino e alle forze soprannaturali e impersonali - come in India - si verificheranno con maggiore frequenza reazioni di rassegnazione e di rammarico di fronte agli stessi eventi 20

Emozioni e cultura Il lessico emotivo Le diversità culturali si manifestano anche nella varietà dei lessici emotivi: Inglese  oltre 2.000 termini Olandese  1.500 termini Cinese (Taiwan)  750 termini Culture preletterate: gli ifaluk  58 termini I chewong  una decina di parole per esprimere tutte le loro emozioni Le differenze lessicali non indicano assenza di talune emozioni ma la diversa enfasi che viene loro accordata 21

Emozioni e cultura Il lessico emotivo La varietà del lessico emotivo solleva problemi di traducibilità dei concetti e delle esperienze emotive da cultura all'altra Il termine “emozione” non è universale. Questa parola è assente presso i tahitiani, i gidjingali dell'Australia, gli ifaluk e i palau della Micronesia, i chewong, i bimin-kuskusmin della Nuova Guinea Anche nelle culture più avanzate non vi è corrispondenza precisa per il concetto di «emozione». Il termine inglese «emotion» non trova un corrispettivo nel tedesco dove esiste la parola «Gefuhl» per indicare le condotte emotive a livello sia fisiologico che psicologico. In francese, italiano e spagnolo i termini «sentiment/sentimento/sentimiento» indicano uno stato d'animo cognitivo, mentre in inglese feeling rappresenta una condizione fisiologica 22