Il CREMIT risorsa per la scuola di fronte alla cultura dei media Pier Cesare Rivoltella, UCSC Milano, 18 aprile 2007
La scuola italiana e i media Si può ricostruire la vicenda di questo rapporto da due punti di vista: normativo = attraverso la redazione dei programmi ministeriali delle esperienze = attraverso l’analisi della sperimentazione didattica sul campo
I media nei programmi ministeriali
Il quadro legislativo Tre limiti: la mancanza di una riflessione unitaria; la presenza di tre modelli di educazione ai media il rischio del by-pass tecnologico e della sovraesposizione dei new-media rispetto ai media tradizionali
Le esperienze didattiche
Alcuni problemi episodicità vs carattere sistemico spontaneità vs documentazione progettazione a macchia di leopardo vs progettazione sul medio-lungo termine autoreferenzialità vs reimpiego pressione sulle istituzioni vs educazione lettura critica vs approccio integrato al testo e al consumo
I nuovi media e le dimensioni della cittadinanza Diritti civili (libertà e controllo, dati personali, privacy) Cittadinanza politica (rappresentazioni dei politici e della politica, sondaggio, televoto) Cittadinanza sociale (riconfigurazione del tempo libero nell’età del telelavoro e dell’e-learning) Cittadinanza culturale (umano/non-umano, vedere/agire)
Lo spazio dell’educazione Dalla Media Education all’Education: la centralità della cittadinanza Dalle tecnologie della produzione e dei segni alle tecnologie del sé (Foucault) Oltre funzionalismo e criticismo verso una prospettiva culturalista “La Media Education è l’incessante modo in cui noi interpretiamo il mondo e gli altri lo interpretano per noi” (Ferguson, 1991)
I compiti del CREMIT La formazione degli insegnanti La sperimentazione didattica La ricerca sulle pratiche La produzione di strumenti e sussidi Con due attenzioni: promuovere un rapporto con il territorio ripensare l’Università come spazio di circolazione delle persone e delle esperienze