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PubblicatoOrnella Brunelli Modificato 8 anni fa
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Università degli Studi di Roma ‘Sapienza’ Cattedra di Numismatica Antica AA (2014-2015) Prof.ssa Patrizia Calabria Dr. Ric. Francesco di Jorio Dr. Ric. Ughetta Iaculli U. Iaculli
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Immagini rappresentate nel campo monetale si possono considerare una forma di comunicazione di massa, la moneta è un eccezionale medium, uno strumento di propaganda Obbedendo a due regole fondamentali: 1. rispettare i limiti di spazio del tondello monetale 2. essere comprensibili immediatamente al destinatario
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MESSAGGIO ICONICO IMMAGINE PROPAGANDA FAMILIARE ascendenze mitico-storiche della gens origini geografiche immagini mitiche immagini architettoniche PROPAGANDA PERSONALE immagine della persona azioni oggetti simbolici IDEOLOGIA POLITICA personificazioni concetti feste e riti scene di vita pubblica monumenti MESSAGGIO LINGUISTICO LEGGENDA gentilizio del magistrato gentilizio + prenome gentilizio + prenome + nome + prenome del padre/avo con F(ilius) e N(epos) leggenda esplicativa del tipo indicazione della magistratura (III VIR, IIIVIR AAAFF) LEGGENDA titolatura imperiale leggenda esplicativa del tipo
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In età repubblicana possono occupare anche il D della moneta, inizialmente riservato a Roma, sottolineando così la funzione cruciale di quei concetti per la sopravvivenza della res publica. sin nel sec. I a. C.le p. entrano in strette relazioni con le divinità dello Stato, che esse alla loro volta collegano più solidamente al mondo e all'attività dei mortali προσωποποι ί α (latino: personarum confictio) figure maschili o femminili caratterizzate da attributi :oggetti, particolari dell’abbigliamento o animali che rendono immediata l’identificazione, costituiscono uno degli elementi semantici fondamentali del linguaggio monetale.
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mutamento decisivo : immagine dell'imperatore al D., p. su R., ma rispecchiano, in qualità di numina, le forze sublimi emanate dal sovrano Non sono figure allegoriche di idee astratte, l'imperatore è il loro dio tutelare, posizione documentata dagli epiteti di augusta, augustorum, ecc. L’imperatore, vicario terreno dei celesti, mediatore tra cielo e terra, è signore anche dei concetti astratti prodotti dalla vita statale, delle aspirazioni, delle speranze, delle res expetendae, per dirla con Cicerone. Le sue virtù sono esemplari, le sue gesta feconde di benedizioni. di tipo etnico geografico province (Africa,Iudaea;Dacia,Pannoniae…) Nationes (Parthia, Scythia…) virtù e benemerenze imperiali qualitàdell’imperatore (Constantia,Liberalitas, indulgentia,Iustitia,Clementia,Mod eratio,Pietas,Aequitas,Virtus,Fecun ditas…) benemerenze dell’imperatore (Spes,Securitas,Tutela,Hilaritas,Lae titia,Pax,Providentia,Felicitas,Conc ordia,Fides,Libertas,Tranquillitas,S alus…)
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terra,acque comuni e tipici vesti, copricapi, kausìa, tiara, exuviae elephantis, pilleus, trisceles,corona muralis, elmi, serti vegetali, calzature oggetti, armi, attività commerciali, religione,regalità, aurum coronarium, animali, vegetali Elementi paesaggistici Atteggiamenti e gesti Abbigliamento, copricapi, calzature Accessori oggetti, vegetali, animali
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Pietas Providentia Salus, Iustitia Libertas Constantia Spes Aequitas Indulgentia Originariamente p. dei rapporti amichevoli e affettuosi tra uomo e uomo con il culto del Divus Iulius - Augusto sulle monete appariecome suo figlio - il concetto di Pietas si amplia sino a significare l'affettuosa venerazione degli dèi, divenendo in questa sua nuova accezione, la base religiosa dell'opera di Augusto (Pius Aeneas) l'imperatore, è anche pontifex maximus. Anche senza leggenda esplicativa si riconosce la p. della Pietas nella donna che eleva le mani al cielo in atto di pregare o spandere grani d'incenso sulle fiamme dell'altare.
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Politica interna riforme, successioni dinastiche, munificentia etc. Politica estera Guerra,pace, annessione, insediamento,etc.
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Cesaricidi D/L. PLAET. CEST BRVT IMP testa di Bruto barbata a dx R/ pileus tra due pugnali,sotto legenda EID. MAR bordo perlinato Tarda estate/autunno 42 a.C., zecca al seguito di Bruto in Grecia, L. Plaetorius Cestianus magistrato monetiere Ag 3.32g 20mm, RRC 508/3; Cahn 23/21° CRI 216; Syd 1301; BMCRR East 68 La fine della Repubblica Denario di L. Plaetorius Cestianus
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Bruto D/ testa di Libertas a d.; dietro LIBERTAS R/ L. Giunio Bruto in processione tra due littori e preceduto da un accensus; in ex. BRVTVS Zecca di Roma, 54 (RRC) 59 (BMCRR) a.C. AR Denario 3,8 g 19,27 mm RRC 433/1; BMCRR Rome 3861; B. Iunia 30-32; Bf. i, 163;iii, 63;S. 906- 907; Catalli 2001, 618 D/ testa di L. Giunio Bruto a d.; dietro BRVTVS R/ testa di C. Servilio Ahala a d.; dietro AHALA Roma 54 (RRC) 59 (BMCRR) a.C. AR 3,9 g 18,25 mm RRC 433/2; BMCRR Rome 3864; B. Iunia 30-32; Bf. i, 163;iii, 63;S. 906- 907; Catalli 2001,619 La fine della Repubblica
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C. Ottavio diventa Ottaviano D/ C CAESAR COS PONT AVG, testa barbata di Ottaviano a dx R/ C CAESAR D[ICT P]ERP PONT MAX, testa laureata di Cesare a dx. 43 aC. Au (8.07 gm). Zecca militare Gallia RRC 490/2; Sear, CRI 132 Syd 1321. L’ eredità di Cesare Aureus di Ottaviano con raffigurazione di Cesare
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Ottaviano III vir D/busto galeato di Marte a dx., drappeggiato e con lancia sulla sopalla; dietro CAESAR; davanti III. VIR. R. P. C. R/aquila legionaria tra insegne militari e trofeo; ai lati S. C. 42 a.C. Ag. 3.766 g 19mm Zecca militare Grecia RRC 497/3; RRC 1320 CRI 138; Sydenham 1320; RSC 248. IIIvir RPC dopo Filippi
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Ottaviano D/ Busto diademato e drappeggiato della Pax/Venere a d.; cornucopia dietro, ramoscello d’ulivo avanti R/ Ottaviano avanza a d., con lancia sulla spalla e mano sollevata in adlocutio; nel campo CAESAR - DIVI F Zecca italica 32-31 a.C. Denario AR 3.80 g. mm 20 RIC I 253; BMCRE 612; CRI 400; RSC 72; RCV 1549 Il Princeps Denarius con adlocutio di Ottaviano
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Antonio e Cleopatra D/ in legenda CLEOPATRAE REGINAE REGVM FILIORVM REGVM, busto drappeggiato e testa diademata a dx.; prua avanti / R/ ANTONI ARMENIA DEVICTA, testa di Antonio a d.; tiara armena dietro Zecca di Alexandria. autuunno 34 aC AR. 4.01 g. mm 19 RRC 542/1; Syd 1210; CRI 346 Denarius di Antonio con raffigurazione di Cleopatra
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Ottaviano Augusto D/CAESAR IMP VII, testa di profilo a dx. R / legenda ASIA RECEPTA, Vittoria con corona e palma stante a sin su una cista mystica tra due serpenti. Zecca Efeso (?), 29-27 a.C. AR 1.52 g 14mm, BMCRE 647, RSC 14. Quinarius di Ottaviano emesso in seguito alla vittoria di Azio
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Augusto D/ testa di Ottaviano nuda a d. R/ IMP - CAESAR, trofeo con panoplia composto da elmo, corazza, scudo e lance incrociate su di una prua, a d. un’ancora Italia, zecca incerta, 29-27 a.C. AR 3.9 g mm 20 RIC I, 265a; BMCRE 4352; RSC 119; RCV 423 Il trionfo
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Sistema basato su un rapporto stabile oro/argento/rame/oricadco Coniazione oro massiccia e costante nuova definizione dei va lori dei nominali non modificò il sistema pondometrico vigente sin dai tempi di Siila riformò la monetazione romana, ripristinando i vecchi nominali repubblicani che erano stati travolti dalle guerre civili e affiancandoli con nuovi prodotti; e lasciando, almeno nominalmente, alcuni poteri al Senato. La riforma monetaria (23 a.C.)
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Il denarius aureus o nummus aureus coniato da Silla in poi come frazione di libbra romana confermato e portato a 1/42, quantitativi massicci, la vera ancora di tutto il sistema bimetallismo augusteo è un sistema che prevede approvvigionamento di entrambi i metalli costante battuta sporadicamente anche la sua metà, il quinario, non grande fortuna tranne che con Tiberio, che fa coniare per tutto il corso del suo regno sempre con la medesima raffigurazione, la vittoria su globo la moneta d’oro
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Il denarius argenteus, moneta principale della repubblica, fu mantenuto e coniato secondo una frazione di 1/84 di libbra anziché di 1/72 come all'origine. Questo nominale, destinato a svolgere la funzione di circolante quotidiano e quindi ad essere prodotto in grandi quantità, rappresentò il punto debole del sistema:la produzione d’argento del mondo romano non era sufficiente per far fronte alle richieste della sempre crescente monetizzazione; solo le successive decurtazioni di peso e di titolo gli permisero di sopravvivere fino alla metà del III secolo d.C. si mantenne anche un altra creazione repubblicana, il quinarius argenteus, ovvero la sua metà, coniato in quantitativi di gRran lunga inferiori. un denario equivaleva nominalmente a 16 assi. 16 monete di rame del peso di circa tredici grammi (equazione mutuata dall'epoca repubblicana) la moneta d’argento
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È la vera novità : Augusto impiega rame puro e mai bronzo per la coniazione dei nominali minori; introduce a Roma su vasta scala l'uso dell’ oricalco, una sorta di ottone che era già stato impiegato dai Romani in Asia Minore nell’ 88 a.C. e da Cesare in Italia nel 45 a.C. modulando il diverso valore dell’oricalco e del rame conia quattro pezzature diverse senza raggiungere il peso eccessivo dei nominali maggiori di epoca repubblicana, tentando di dare loro un’apparenza proporzionata al loro valore nominale Sesterzio e dupondio, i nominali maggiori, sono coniati in oricalco; asse e quadrante, quelli minori, in rame. Eccezionalmente anche il semisse Il quadrante, la moneta più leggera del sistema ha nuovo peso e nuovo modulo:, valore pari a 1/4 di asse, minimo, scompare già all’epoca di Traiano; il suo modulo molto ristretto permette solo una raffigurazione concisa, perciò spesso al D manca l’effigie imperiale o la titolatura. l’organizzazione della moneta enea di Augusto regge per circa tre secoli, con una progressiva riduzione del peso delle monete moneta di rame e di lega
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Ampia scelta di nominali che permette agli utenti di assolvere ad ogni esigenza di spesa: oricalco permette allo Stato un grosso risparmio di metallo e al pubblico di fare acquisti che precedentemente obbligavano all’uso dell’argento. politica di ragguardevoli emissioni monetarie: spinta quantitativa alla riforma e propaganda Il grande sforzo economico è sostenuto dal bottino Egitto, tale da provocare un eccesso di moneta, il taglio nei tassi d’interesse e la crescita di valore delle proprietà terriere (Sue, Aug. 41); successivamente si ricorre al a rifusione del vecchio circolante L’imperatore esclude di fatto il Senato dalla gestione della moneta svuotando di significato la funzione dei magistrati monetari che non mettono più la firma sui nominali; concede però emissione dei divisionali, permettendo siano marcati con la SC del senatoconsulto. politica monetaria
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TEORIA CLASSICA MOMMSEN Augusto lascia al Senato il diritto di coniare la moneta di rame, teoria che si basa sulla concezione della diarchia di poteri in Roma oggi in parte contestata, ma è innegabile che in qualche modo il Senato abbia mantenuto qualche privilegio, forse meramente formale, sulla moneta enea. Dione Cassio narra che dopo la morte di Caligola il Senato, che lo aveva dannato, decreta il ritiro della sua moneta di rame: rame e non d’oro e/o d’argento (Dione Cassio, LX, 22). PRIVILEGI DEL SENATO HP Kraft (1962): la marca SC avrebbe costituito un omaggio del Senato all’imperatore, messaggio in realtà troppo criptico HP Sutherland (1972): avrebbe significato l’autorizzazione dell’assemblea a ritirare dall’erarìo il metallo per la produzione delle monete enee; improbabile, visto che la SC è impressa per un periodo di circa tre secoli di quasi esautoramento del Sen HP Aase Bay (1982) accettata dal Crawford: contrassegnare monete prodotte con l’utilizzo di un metallo, il rame, ormai desueto, e con una lega nuova come l’oricalco per offrire una sorta di garanzia nel presentare al pubblico i nuovi nominali ma Burnett (1993): l’introduzione della SC risulta precedente alla serie del rame e dell’oricalco. il Senato, finché mantiene un minimo di potere, deve essere in qualche modo consultato prima che una moneta di rame sia prodotta; probabilmente successivamente la marca sia stata conservata come elemento figurativo Le due zecche sono nettamente divise, almeno fino a Nerone, dopo un primo periodo in cui almeno una ventina di esse sono sparse in tutto il Mediterraneo e battono nominali augustei, le emissioni si concentrano a Roma e a Lugdunum. Livio (VI, 20, 13). Strabone, quando afferma, in epoca tiberiana, che a Lugdunum “i Romani battono oro e argento” (IV, 3, 2); iscrizione da Vichy in cui viene menzionata una cohors Lugudunensis ad monetam (CIL XIII, 1499). La zecca di Roma successivamente è spostata sul colle Celio, fino alla fine del terzo secolo a causa di un incendio all’epoca di Domiziano
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i rovesci augustei ricordano le vittorie, la pacificazione dell’impero, il recupero degli stendardi ripresi ai Parti, glorificano il principe, la famiglia imperiale e presentano gli eredi al trono si affidano più alle leggende che alle raffigurazioni che ricordano onori riceuti La vittoria, come si è detto, ha una parte importante nella monetazione di Augusto e viene espressa solitamente mediante la rappresentazione delle divinità (o dei loro templi) sotto il segno delle quali erano state combattute e vinte le guerre La glorificazione del principe si avvalse anche del tipo del Capricorno ricordato da Svetonio (Augustus 94), simboli lustrali etc.
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D/ CAESAR-AVGVSTVS in senso orario da s. in alto; testa nuda a s. R/ scudo rotondo con inscritto CL·V; S·P·Q·R nel campo Caesaraugusta AR Denario 3.7 g 20.19 mm RIC I, 42b; BMCRE 335 “…senatus consulto Augustus appellatus sum et laureis postes aedium mearum vestiti publice coronaque civica super ianuam meam fixa est et clupeus aureus in curia Iulia positus, quem mihi senatum populumque Romanum dare virtutis clementiaeque iustitiae et pietatis causa testatum est per eius clupei inscriptionem. Post id tempus auctoritate omnibus praestiti, potestatis autem nihilo amplius habui…”(Aug..,Res Gest,34)
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