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Venne costruita nel X secolo dal vescovo Adalberto e poi passò alla famiglia Crotta. L’unico ingresso era situato a vari metri dal terreno, accessibile.

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2 Venne costruita nel X secolo dal vescovo Adalberto e poi passò alla famiglia Crotta. L’unico ingresso era situato a vari metri dal terreno, accessibile da scale in legno che venivano retratte in caso di pericolo. La torre è anche nota come “Torre della fame”, appellativo che si presume derivi dalla sua funzione di prigione per gli invasori della città fatti prigionieri. Essa sorge all’ingresso di piazza Cittadella, alla quale si accede attraversando un arco nelle immediate vicinanze della torre stessa. Arrivando in colle aperto, prima tappa della nostra visita, ci imbattiamo subito nella torre di Adalberto

3 Attraversata piazza Cittadella, subito incontriamo la Torre della Campanella: Risalente a metà del 1300, è stata oggetto di numerosi restauri e rifacimenti, perdendo il suo carattere originario. Sulla sommità ospita una campana, la cosiddetta “Campanella”. La torre dà ingresso alla piazza Lorenzo Mascheroni, dalla quale si possono ammirare l’orologio e lo stemma con l’aquila bicipite che la decorano.

4 PIAZZA VECCHIA E DUOMO

5 PIAZZA VECCHIA Vero e proprio gioiello dell'architettura rinascimentale, Piazza Vecchia, ancora oggi, costituisce il "salotto" di Bergamo ed è gelosamente preservata dal traffico degli autoveicoli. Fu progettata e costruita nel XV secolo e la si può considerare il primo passo verso la costituzione della Città Alta come polo artistico e culturale della città, che delega le attività più squisitamente economiche e commerciali alla Città Bassa. Anche Piazza Vecchia, come Piazza del Duomo, contiene capolavori architettonici ed artistici di prima grandezza. Sulla piazza si affacciano molti monumenti, tra cui: Palazzo del podestà, Palazzo della ragione e la Torre civica.BergamoPiazza del Duomo

6 FONTANA CONTARINI Collocazione: La costruzione è situata in Città Alta, nella centralissima Piazza Vecchia, tra il Palazzo della Ragione ed il Palazzo Nuovo (dove ha sede la Biblioteca Angelo Mai). Struttura: Dettaglio della fontana: la sfinge Costruita in marmo di Zandobbio, la fontana è composta da una vasca principale con base ottagonale, al cui centro uno zampillo fa sgorgare l'acqua. Questa è circondata da statue ornamentali disposte in modo simmetrico: in primis due piccole sfingi (una che osserva in direzione del palazzo della Ragione e l'altra indirizzata verso la biblioteca civica), alla base delle quali sono poste altrettante piccole vasche che raccolgono l'acqua che sgorga dalla loro bocca, con la quale è possibile abbeverarsi. Nella piazza si trova anche la fontana Contarini, che deve il suo nome ad Alvise Contarini, podestà della Repubblica di Venezia, che la regalò alla cittadinanza nel 1780, quando lasciò il suo incarico nella città orobica. L'intento dell‘ allora rettore cittadino era sia quello di abbellire la centralissima Piazza Vecchia, che di fornire agli abitanti un prezioso strumento utilizzabile per fini domestici e contro la siccità. Nel corso del 1858 la fontana fu soggetta ad un rifacimento quasi completo, che ne modificò parzialmente le caratteristiche.

7 Al fianco di ognuna delle vasche si trovano due piccole colonne, sulle quali sono scolpiti elementi zoomorfi quali serpenti e leoni. Su ognuno dei lati rimasti sguarniti, si collocano in modo equidistante due statue rappresentanti un leone, simbolo della Serenissima, che in quel tempo comandava la città. Nel 1885 la fontana fu smontata per far posto al monumento di Giuseppe Garibaldi. Qualche decennio più tardi, all'inizio del XX secolo, venne rimontata nella sua originale posizione, mentre il monumento dell'eroe dei due mondi venne collocato in Città Bassa. Un ulteriore intervento finanziato da privati permise, all'inizio del nuovo millennio, un recupero della struttura, danneggiata da inquinamento ed agenti atmosferici, riportandola all'iniziale splendore.

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12 The Civic Tower is the medieval symbol of Bergamo, and its 52 meters are overcome with a modern elevator that leads to the most incredible vantage point of the city. Not surprisingly, from Campanone one can see all the roofs, the Alps, and the Piazza Vecchia. The "motto" of Campanone comes from the gigantic bells that ring every night at ten o´clock, one hundred times, to announcement that it was going to close the gates of entrance to the city.

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14 Sorto a fianco del Palazzo della Ragione, sede del potere civile e del Vescovado, sede del potere religioso, il corpo di edifici che abbracciano la Torre del Campanone si affaccia sulle due piazze che hanno costituito il centro socio-politico di Bergamo tra l’epoca comunale e quella rinascimentale. Il palazzo restò da sempre caratterizzato da più corpi di fabbrica e della torre.

15 Edificato alla fine del XII secolo dalla potente famiglia Suardi, il palazzo divenne luogo di residenza del Podestà, in carica per sei mesi. Per tutto il XIII secolo l’intero complesso prese il nome di Hospitium potestatis e al suo interno i rettori, che si avvicendarono nel governo della città, amministrarono la giustizia, avendo a disposizione le carceri poste sotto la torre. I Podestà vi tennero residenza con continuità fino all’ inizio della dominazione veneziana, fatta eccezione per un periodo compreso tra il 1360 e il 1372.

16 Da quando Bergamo divenne Terra di San Marco, i luoghi delle istituzioni mutarono di aspetto e funzioni. Anche il Palazzo dove ha sede il nuovo museo fu coinvolto in questo processo di trasformazione e ne diventò uno dei principali testimoni, mutando la propria funzione da residenza del Podestà di età comunale a centro dell’ amministrazione della giustizia. Il nuovo Podestà veneto si trasferì nei locali al primo piano della casa, di proprietà di Gentilino Suardi, mentre l’ Hospitium, che già dal 1436 si definisce novo, fu adibito a residenza del Vicario del Podestà.

17 Palazzo podestà artistico Il palazzo del Podestà è costituito da un insieme di edifici che abbracciano la Torre del Campanone. Fu edificato alla fine del XII secolo dalla potente famiglia Suardi; tuttavia, le recenti ricerche hanno portato alla luce resti più antichi. Sotto la quota attuale di pavimento sono stati rinvenuti resti di edifici romani che si collegano ad un percorso lastricato di pietra; questi ritrovamenti, realizzati in muratura di pietra a vista, hanno portato alla scoperta dell'antico foro romano.

18 Palazzo podestà artistico Una parte di questi resti è stata distrutta per creare le fondamenta della Torre civica, realizzate con ciottoli e lastre di pietra. Sono visibili sulle facciate Sud dell'edificio i resti della “Domus dei Bragagnoli”, l'edificio più antico della città di cui è certa la proprietà da parte di una famiglia consolare. Sul prospetto Nord, affacciato sul vicolo della Ghiaciaia, sono visibili nella muratura realizzata in pietra e in mattoni tracce delle antiche merlature del palazzo.

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25 IL BATTISTERO LA CAPPELLA COLLEONI SANTA MARIA MAGGIORE

26 Il battistero di Bergamo si trova in Città Alta in Piazza Vecchia dietro al Palazzo della Ragione. Costruito da Giovanni da Campione nel 1340, esso è però erede dell’ antico Battistero che, fin dai primordi del Cristianesimo, sorgeva nei pressi della cattedrale. Il Battistero venne edificato dapprima all’ interno di S. Maria Maggiore; poi, nel 1660, venne collocato nel chiostro della Canonica. Infine, nel 1898, di fronte al Duomo. il Battistero è anche un monumento che racchiude gli elementi artistici di due importanti cicli scultorei presenti all’interno: otto formelle con gli episodi della vita di Gesù Cristo; le statue delle Virtù teologali e la Pazienza, scolpite da Giovanni Da Campione. Gli elementi architettonici originali gotici facevano diventare un edificio completo ed autonomo ciò che in origine doveva essere una specie di leggiadra edicola sovrastante la vasca battesimale. Il Battistero, però, è soprattutto luogo di Fede, dove i cristiani vengono battezzati ed iniziano il loro cammino spirituale. La pianta ottagonale era circoscritta da due gradini; al di sopra era impostato l’elegante giro di colonnine di marmo bianco. Gli spigoli dell’ottagono ospitano delle nicchie in cui ci sono delle statue femminili in marmo rosso. Sopra il cornicione c’è una cuspide piramidale con gli spigoli segnati da otto statue raffiguranti le beatitudini e un angelo sulla punta del Battistero. Il Battistero di Bergamo è un luogo molto importante, luogo di fede e di arte storica.

27 Voluta da Bartolomeo Colleoni, è stata costruita nel 1472 ed edificata nel 1476. Per costruirla, Colleoni fece abbattere la sacrestia di Santa Maria Maggiore. La Cappella è il simbolo concreto delle ambizioni del condottiero ed è il più grande monumento dell’ architetto e sculture Giovanni Antonio Amedeo. L’ architetto ha tentato di adattare la facciata a quella di Santa Maria Maggiore. La facciata è delimitata da due paraste angolari giganti. Al centro c’ è un rosone che rappresenta la ruota della fortuna. In diverse parti della facciata il Colleoni è rappresentato con Ercole, Traiano e Cesare; infatti, diceva di discendere da loro. Il tiburio o cupola è appoggiato su una base di forma ottagonale in cui c’è un altro rosone ingnoto.

28 LA CAPPELLA COLLEONI interno L’ interno è a pianta quadrata e sulla destra c’è il presbiterio, riservato al clero ufficiante. Sulla sinistra c’è la tomba di Medea, la figlia prediletta del Colleoni. Lo stesso giorno in cui lei morì, il suo uccellino fece la stessa fine e venne sepolto insieme alla bambina. In seguito venne messo sotto una cupola di vetro. Per attirare l’attenzione su tutto il resto, davanti all’entrata, sostenuto da colonne con la base a testa di leone, si trova il sarcofago di Bartolomeo Colleoni; sopra di esso ce n’è un altro più piccolo vuoto. Per completare il complesso, in cima ai due sarcofagi, c’è la statua equestre del Colleoni in legno dorato. Quando c’è il sole, il rosone centrale proietta la luce sulla statua.

29 La basilica di S. Maria Maggiore si trova a Bergamo, nella splendida cornice di Città Alta. Costruita nella seconda metà del 1337, presenta all’esterno un aspetto tipicamente Romano. Al suo interno, invece, le decorazioni richiamano lo stile Barocco. L’ingresso più elegante si trova sul fianco sinistro della costruzione, dove si trova la porta dei Leoni Rossi. Le altre due porte sono chiamate porta dei Leoni Bianchi e porta della Fontana. La Basilica di S. Maria Maggiore ha delle colonne con dei bei capitelli. Il tiburio (cupola) è stato sistemato nel 1600; si presenta movimentato da una loggia e da un campanile. La Basilica si trova a Bergamo in Piazza Vecchia, dove può essere visitata. L’ interno della Basilica conserva la pianta a croce greca con tre navate divise dai pilastri; ma la decorazione ha subito notevoli modifiche. Lungo le pareti sono appesi degli arazzi ( grandi tappeti messi in verticale). A sinistra dell’ ingresso c’è la tomba del cardinale Guglielmo Longhi.Sulla parete intorno, il monumento a Gaetano Donizzetti, grande compositore bergamasco. Sotto il suo busto ci sono sette angioletti che piangono la sua morte : rappresentano le sette note ( DO, RE, MI,FA, SOL,LA,SI ). La Basilica è caratterizzata da un ingresso centrale. Sul fianco sinistro, in piazza Duomo, si apre la Porta Dei “Leoni Rossi”.

30 La basilica è caratterizzata dalla mancanza di un ingresso centrale e dalla facciata, cieca, in quanto faceva parete unica con l'antico palazzo vescovile. I quattro accessi alla chiesa sono tutti laterali. Sul fianco sinistro, in piazza del Duomo, si apre la porta detta dei Leoni rossi, con protiro di Giovanni da Campione. Alla sua sinistra, a ridosso dell'abside, l'ingresso secondario. Tra le due porte si trovano nel muro le antiche misure di Bergamo: il Capitium Comunis Pergami (cavezzo - 2,63 metri) e il Brachium (braccio - 53,1 cm) a cui i tessitori e i commercianti facevano riferimento. A destra della porta si impone la Cappella Colleoni con la scalinata d'ingresso delimitata da una cancellata in ferro battuto. Sempre sulla destra, staccato, sul fondo della piazza, il battistero. Il fianco meridionale apre su piazza Rosate con la porta, sempre con protiro di Giovanni da Campione, detta dei Leoni bianchi, a sinistra della quale, arretrata, si trova la porta della Fontana di Pietro Isabello. ESTERNO SANTA MARIA MAGGIORE

31 L'interno della basilica conserva l'impianto romanico a croce greca con tre navate divise da pilastri che finiscono con un'abside, ma la decorazione ha subito notevoli modifiche nel XVII secolo, secondo lo stile barocco, grazie alla perizia degli stuccatori Giovanni Angelo Sala e del figlio Gerolamo. Lungo le pareti e ai pilastri sono appesi degli arazzi, in parte eseguiti a Firenze (1583-86) su disegno di Alessandro Allori e in parte di fattura fiamminga (secolo XVI-XVII), che rappresentano scene della Vita di Maria. Sopra l'arazzo che rappresenta la Crocifissione, eseguito ad Anversa nel 1698 su cartoni di Ludwig van Schoor, è il dipinto di Luca Giordano con il Passaggio del Mar Rosso (1681). A sinistra dell'ingresso vi è il monumento sepolcrale del cardinale Guglielmo Longhi, di Ugo da Campione (1319-1320). Sulla parete di fondo, il monumento a Gaetano Donizetti, opera di Vincenzo Vela (1855) e quello di Simone Mayr (suo maestro e già maestro di cappella in questa stessa basilica ) eseguito nel 1852 da Innocenzo Fraccaroli. All'inizio della navata sinistra, un confessionale ligneo in stile barocco intagliato da Andrea Fantoni (1704 per la parrocchiale di Zandobbio). Un crocifisso del '300 pende sulla balaustra del presbiterio. Nel presbiterio, che ospita sei candelabri in bronzo del 1597, vi è un coro ligneo disegnato da Bernardino Zenale e da Andrea Previtali. Gli stalli del coro e le tarsie dell'iconostasi, che raffigurano racconti biblici, (il Passaggio del Mar Rosso, il Diluvio Universale, Giuditta e Oloferne e Davide e Golia) sono stati eseguiti tra il 1522 e il 1555 su disegno di Lorenzo Lotto da Giovan Francesco Capoferri e Giovanni Belli. Le differenti cromie sono date dal diverso tipo di legno, mentre sfumature di colore e profondità d'immagine sono ottenute con infusi d'erbe e utilizzo di sabbia calda. Alla testata del transetto destro vi sono affreschi trecenteschi d'ispirazione giottesca di autore ignoto con Storie di Sant'Egidio, L'ultima cena e L'albero della vita o di San Bonaventura (1347), parzialmente coperto da una grande tela del '600. SANTA MARIA MAGGIORE INTERNO

32 DUOMO La storia della cattedrale è stata controversa ed oggetto di numerose supposizioni negli ultimi secoli a causa della mancanza di reperti archeologici e fonti scritte antecedenti l'età medievale. Soltanto durante alcuni lavori di restauro, iniziati nel corso dell'anno 2004, sono stati rinvenuti resti risalenti all'età romana, che hanno permesso di ricostruire con particolare precisione sia gli edifici che si sono susseguiti nell'area, che l'impianto urbano della zona in cui attualmente si trova il duomo. Sotto la pavimentazione,difatti, sono emersi differenti strati, ognuno dei quali corrispondente ad altrettante epoche. Il più antico ha evidenziato la presenza di un primo luogo di culto paleocristiano, risalente al V secolo, del quale si era soltanto ipotizzata l'esistenza. Questo, in stile romanico e dedicato a san Vincenzo, aveva dimensioni importanti, tanto che il perimetro dello stesso era pari a quello dell'attuale, e venne costruito al centro dell'assetto urbanistico del tempo, stravolgendone l'identità. Si consideri, difatti, che negli scavi è stato ritrovato in buono stato un tratto del cardo cittadino, muri appartenenti a ville patrizie e mosaici risalenti al I secolo. Questo sta ad indicare la notevole importanza che la comunità cristiana aveva già in quel periodo. Inoltre, sono affiorate tombe di età longobarda ed affreschi attribuibili al Maestro della Rocca di Angera, autore anche di altre opere in chiese della città nella seconda metà del XIII secolo.

33 L'edificio attuale: A metà del Quattrocento il vescovo Giovanni Barozzi decise la costruzione di un nuovo edificio religioso in luogo del precedente, affidando il progetto all'architetto fiorentino Filarete, che stabilì per la nuova cattedrale, sempre intitolata a san Vincenzo, una pianta a croce latina con un'unica navata con affiancate tre piccole cappelle semicircolari per parte e con una cupola a padiglione ottagonale. Nel Medioevo Bergamo ebbe quindi due cattedrali: Sant'Alessandro e San Vincenzo. Quest'anomala situazione, attestata già nel IX secolo, produsse per secoli dissidi tra i due capitoli, finché nel 1561 i veneziani distrussero l'antica cattedrale di Sant'Alessandro nell'ambito della costruzione delle mura venete. Nel 1459 venne posata la prima pietra e già nel 1467 venne completata la prima cappella sul lato sinistro, dedicata a Santa Caterina e San Girolamo. Tuttavia,dopo un paio di anni i lavori subirono una brusca interruzione a causa della morte del Filarete ed alla contestuale elezione del vescovo Barozzi a patriarca di Venezia. Per circa trent'anni i lavori rimasero fermi, dopodiché proseguirono a rilento. Nel 1611 venne nominato a dirigere i lavori l'architetto Scamozzi. Il cantiere riprese vigore sul finire del secolo quando, nel 1689, l'edificio subì una ristrutturazione ad opera di Carlo Fontana, il quale innalzò la cupola, allungò l'abside e terminò finalmente i lavori nel 1693. Nel frattempo, all'inizio del XVII secolo, il vescovo Giovanni Emo aveva riunito i canonici e il 18 agosto 1697, il vescovo san Gregorio Barbarigo ottenne da papa Innocenzo XI la bolla Exponi nobis che stabiliva un'unica cattedrale, dedicando a sant'Alessandro quella che era stata San Vincenzo, e un unico capitolo. A san Vincenzo rimase una cappella sulla destra ed il transetto con una pala dipinta da Carlo Ceresa. L'edificio subì altri rimaneggiamenti che interessarono sia il campanile che la cupola e l'interno nel corso del XIX secolo, epoca a cui risale anche la facciata, che venne inaugurata il 26 agosto 1889, giorno della festa di sant'Alessandro. Il 26 agosto 2008 il vescovo Roberto Amadei ha inaugurato l'altare, dopo le ristrutturazioni iniziate nel 2004 che hanno permesso il ritrovamento dei reperti precedentemente descritti.

34 Esterno della cattedrale, con il Palazzo della Ragione sulla sinistra L'esterno della cattedrale di Sant'Alessandro è caratterizzato dalla facciata. Questa dà su piazza del Duomo ed è posta perpendicolarmente rispetto a quella posteriore del Palazzo della Ragione. La facciata del duomo venne iniziata nel 1866 e terminata soltanto nel 1889, seppur priva di alcuni elementi decorativi previsti dal progetto originario di completamento, realizzato tra il 1878 e il 1879 da Angelo Bonicelli. Il prospetto è preceduto da una scalinata e presenta, nella parte inferiore, un portico a tre fornici, ciascuno dei quali è costituito da un arco a tutto sesto sorretto da pilastri. Ognuna delle due campate laterali del portico è decorata con una cupoletta internamente affrescata ed esternamente sormontata da una statua bronzea; al di sopra del fornice centrale vi è una statua più grande, raffigurante Sant'Alessandro. La parte superiore della facciata è a capanna, con una grande finestra rettangolare inquadrata fra due colonne corinzie; il coronamento è costituito da un timpano triangolare. In corrispondenza della crociera si eleva la cupola, terminata nel 1829, ma oggetto di un importante restauro strutturale già nel 1853. Questa presenta un alto tamburo con finestre quadrangolari ed una copertura in rame sormontata da una statua di Carlo Broggi raffigurante Sant'Alessandro vessillifero (1851). Alla sinistra dell'abside sorge la torre campanaria, costruita nel 1690 e sopraelevata nel 1850. La cella campanaria si apre su ciascuno dei quattro lati del campanile con un'ampia monofora a tutto sesto ed ospita un concerto di 6 campane in Mi ♭ maggiore.

35 L’ex convento di San Francesco

36 introduzione L’ex convento di San Francesco si trova sul colle di Sant’Eufemia. Offre un panorama sulla valle sottostante e sui monti che, facendo da corona alla città, segnano l’ingresso della valle Brembana. Il convento è in fondo a via Solata. La costruzione venne iniziata nel XII secolo su un’area regalata dalla potente famiglia Bonghi e, attraverso modifiche e addizioni, completata nel XVI secolo

37 Fu modificato… Il convento fu utilizzato, in un primo momento, come carcere; le arcate, le colonne e le finestre furono demolite per innalzare i muri. Le torrette e gli affreschi vennero coperti per imbiancare le pareti. In seguito, l’ex convento fu trasformato in una scuola; dove un tempo c’erano le celle dei frati oggi ci sono le aule, dove c’era la chiesa oggi c’è la palestra.

38 I chiostri Soltanto due dei tre chiostri si sono salvati dalle demolizioni. Il primo che si incontra è detto chiostro delle Arche. Contiene sepolcri costruiti nel 1200 dalle antiche famiglie nobiliari. Dal chiostro delle Arche, un breve e leggero pendio porta al chiostro minore, detto del Pozzo proprio perché, posta al suo centro, c’è un capiente cisterna.

39 Gli affreschi Molti sono gli studi che dall’800 sino ad oggi si sono susseguiti per ricostruire la vicenda storica e artistica dei cicli pittorici che decorano le sale del Convento di San Francesco. Appare certa l’origine medievale di un grande numero di affreschi, riconducibili a maestri già attivi in città nel corso del 300: il Maestro degli Anacoreti, Pecino da Nova, e il Maestro dell’Albero della Vita.

40 La continuazione degli affreschi Probabilmente, al Maestro dell’ Albero della Vita si deve la realizzazione della Crocifissione, posta nella sala capitolare, denominata "Crocifissione con S. Gerolamo e dolenti, Maddalena e Santa“, risalente al quarto decennio del 300. I frammenti dell’affresco, rinvenuto durante i restauri del 1938 nella sala capitolare, rappresentano Cristo crocefisso, la Vergine e S. Gerolamo con il leone, S. Giovanni evangelista e un angelo in volo. Si tratta di uno degli affreschi trecenteschi più innovativi nella tradizione pittorica bergamasca. La costruzione dello schema compositivo risulta essere chiara ed equilibrata; la profondità è resa attraverso alcuni libri sparsi a terra.

41 Le case torri PIAZZA MERCATO DEL FIENO

42 LA STORIA DELLE CASE TORRI Le famiglie nobili innalzano le torri per mostrare la loro appartenenza al ceto dominante. Erano più di tenta, oggi ridotte a pochissimi esemplari. VEDIAMOLE: Bergamo medievale Il libero Comune di Bergamo nasce alla fine dell ’ anno 1000, quando il governo vescovile che aveva retto la citt à nel secolo precedente va in crisi; in questo vuoto governativo si collocano le famiglie nobili che gestiscono il potere civile e militare collegialmente. Inizia un fiorente periodo durante il quale, tra le altre cose, vengono fatti interventi sul tessuto urbano che connoteranno l ’ aspetto della Citt à Alta fino ad oggi.

43 Apparteneva alla famiglia ghibellina dei Suardi e faceva parte di un complesso fortificato adiacente. La sua posizione centrale, in piazza Vecchia, centro vitale della città, l’ha resa prima sede del Podestà e poi prigione durante la Repubblica di Venezia. Oggi è di proprietà del Comune. Essa ospita il Campanone, che ha sempre accompagnato con il suo suono le vicende allegre o tristi della città: “Chiamo il popolo alle armi, segno i giorni, indico le ore, allontano la tempesta, canto a festa, piango i morti” recita l’iscrizione, in latino, marchiata su di essa. Ancora oggi accompagna alcune cerimonie religiose e civili durante l’anno e tutti i giorni alle 22:00 suona a ricordare i rintocchi che accompagnavano la chiusura delle porte della Città Alta. Il suo suono si espande su tutta la città ed è veramente unico. Proseguiamo lungo l’asse principale di Città Alta, la via Bartolomeo Colleoni fino a raggiungere Piazza Vecchia. Qui tra i bellissimi edifici che la incorniciano svetta la Torre civica detta del Campanone

44 Lasciando piazza Vecchia percorriamo via Gombito e, all’incrocio con via Mario Lupo da un lato e via San Lorenzo dall’altro, alziamo gli occhi verso la Torre del Gombito: Sorge all’incrocio di quelli che erano il cardo e il decumano della Bergomum romana ed il suo nome deriva probabilmente dal latino “compitum” che significa bivio, crocevia, diramazione: da lì si iniziavano a numerare (computare) tutte le vie. La torre del Gombito fu edificata nel XII secolo dalla famiglia ghibellina Del Zoppo in una posizione strategica; infatti, dall’alto dei suoi 52 metri, controllava l’accesso alla Piazza Vecchia dalle vie provenienti dalle valli. La torre, in arenaria grigia, originariamente presentava solo feritoie verticali e monofore alla sommità. L’unico accesso era situato a otto metri dal suolo, per motivi difensivi, e comunicava con la casa adiacente.

45 Scendiamo ancora lungo la via Gombito e prendiamo la prima traversa a sinistra, via San Pancrazio, fino a sbucare nella caratteristica Piazza del mercato del Fieno. Qui possiamo ammirare le Case torri Locatelli e Calzani. Costruite nel XIII secolo, dovevano avere l’aspetto di una fortificazione inaccessibile,come le altre torri. Le aperture sono infatti documentate solo a partire dal Cinquecento. Costruite in pietra, con tetto e solai in legno, sono ancor oggi residenze private sottoposte a vincolo delle belle arti. Le torri che testimoniano il passato medievale di Bergamo sono rimaste in poche; molte sono andate distrutte durante i feroci conflitti che scoppiavano tra le famiglie stesse, delle vere e proprie guerre civili; altre sono state eliminate o fortemente modificate a seguito di un decreto del 1455 della Repubblica di Venezia che stabiliva che “i visibili avanzi delle lotte medievali, mura, torri e castelli fossero distrutti o mutati nei loro aspetti di fortezza”.

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47 Sorge su un sito medievale che aveva sostituito il capitolum romanum. Il complesso fu costruito nel 1331 per volere del re giovanni di boemia. Venne terminato dai visconti e rafforzato dai veneziani,che aggiunsero anche un corpo per la guarNigionE, (detto sala dei bombardieri), divenuto nel xviii secolo proprietà DELLA FAMIGLIA ROTA. Sorge su un sito medievale che aveva sostituito il capitolum romanum. Il complesso fu costruito nel 1331 per volere del re giovanni di boemia. Venne terminato dai visconti e rafforzato dai veneziani,che aggiunsero anche un corpo per la guarNigionE, (detto sala dei bombardieri), divenuto nel xviii secolo proprietà DELLA FAMIGLIA ROTA.

48 LA ROCCA DI BERGAMO Nel XIV secolo bergamo viveva le lotte fratricide delle fazioni contrapposte guelfe e ghibelline, che dissimulavano aspirazioni di potere e nell'alleanza con potenti superiori, ora il Papato ora l‘impero, trovavano una propria legittimazione. Era il basso medioevo, un momento in cui le autonomie comunali si scontravano con gli emergenti poteri signorili, favoriti, oltretutto, dalle lotte intestine che minavano dall'interno le libertà comunali. La costruzione della rocca iniziò nel 1331 per volere del re Giovanni di Boemia, re di Lussemburgo,di Boemia e di Polonia. il complesso della Rocca ha sempre avuto una funzione difensiva. Sorge sul colle di Sant’ Eufemia in Bergamo alta.

49 LA ROCCA DI BERGAMO Il mastio, grazie alla sua altezza, permette una visione panoramica sulla città e sul territorio circostante: i palazzi e monumenti di Bergamo alta, il centro abitato, i colli di San Vigilio e della Maresana, la valle Brembana e il territorio verso Treviglio e Milano. Il nucleo centrale è costituito da un mastio a pianta quadrangolare con quattro torri quadrate agli angoli, collegate da camminamenti e con merlatura ghibellina, realizzato tra il 1331 e il 1336, che ha subito numerose modifiche ed operazioni di restauro.

50 LA ROCCA DI BERGAMO A partire dal 1927 è diventato luogo della memoria cittadina relativamente agli eventi politico-militari risorgimentali e dei due conflitti mondiali, con l’esposizione di collezioni storiche otto-novecentesche e la realizzazione di lapidi ed aree commemorative. Dal 7 maggio 2004 nel complesso è visitabile la sezione ottocentesca del Museo storico (1797-1870).

51 VARIE IMMAGINI DELLA ROCCA

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53 ANFIBI

54 ANFIBI I TIPI DI ANFIBI SONO: -SALAMANDRE -CECILIE -ROSPI -RANE -TRITONI

55 Le cecilie Le cecilie sono Simili a dei lombrichi Ma sono anfibi

56 La pelle La pelle degli Anfibi è glabra e Morbida e anche se ha tante ghiandole che la mantengono umida se non si trova in posto umido si dissecca

57 Le uova Passano le settimane da quando sono state depositate. quasi tutte si trovano in acqua e dentro ci sono delle piccole larve che quando escono dall’uovo diventano girini fino a quando, attraverso un ciclo di qualche settimana, diventano rane

58 Quasi tutte le u0va vengono depositate in acqua, altre sulla terraferma e altre ancora vengono mantenute dentro la rana. Le uova non sono protette da un guscio, ma da una sostanza gelatinosa. L’anfibio, come per esempio la salamandra si acciambella intorno alle uova per proteggerle.

59 RICORDA !!

60 La maggior parte degli adulti ha quattro arti, con quattro dita su quelli anteriori e cinque su quelli posteriori. I tritoni e le salamandre hanno: a. Una testa relativamente piccola. b. Un lungo corpo esile con arti corti di uguale lunghezza. c. Una lunga coda.

61 GLI ANFIBI VERMIFORMI Le cecilie hanno un corpo a forma di lombrico, una testa a punta ed un coda corta. A parte le cecilie, che usano l'olfatto, gli anfibi cacciano solitamente usando la vista e per questo hanno occhi grandi che li aiutano a localizzare la preda anche di notte. Possiedono una bocca molto ampia per mangiare prede relativamente grandi. Benché la respirazione avvenga attraverso i polmoni, la maggior parte degli anfibi adulti è sprovvista di cassa toracica e di diaframma. Molti anfibi possono assorbire l'ossigeno e convogliarlo nel sangue attraverso altri organi e tessuti come le branchie, la cute e le mucose orali.

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63 Il ciclo di vita degli anfibi consiste in tre stadi: uovo, larva e adulto. Il passaggio dallo stadio larvale a quello adulto richiede una trasformazione radicale, nota come “metamorfosi”. Dalle uova fuoriescono minute larve chiamate “girini” nelle rane e nei rospi che sono molto diverse dagli adulti per l'aspetto, la dieta e lo stile di vita. La metamorfosi comporta una massiccia ricostruzione di tutte le parti del corpo. Le larve dei tritoni e delle salamandre sono carnivore e si nutrono di minuscoli invertebrati. Al contrario, i girini sono erbivori e filtrano la microflora in sospensione nell'acqua oppure raschiano le alghe che ricoprono piante, rocce e altri oggetti sommersi. Lo stadio larvale rappresenta per gli anfibi un'importante fase di sviluppo, ma l'entità della crescita completata durante questo stadio varia da specie a specie. In realtà, quasi tutti gli anfibi diventano più piccoli durante la metamorfosi. Le larve di alcune specie completano il proprio sviluppo all'interno dell'uovo stesso, per emergerne poi come versioni miniaturizzate degli adulti.

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65 I rettili possono essere considerati gli animali più antichi: sia come origine che come caratteristiche sono quelli che più si avvicinano agli animali. Solo in Europa, sono presenti ben 85 specie di rettili terresti. L'aspetto esteriore dei rettili è particolarmente disomogeneo: il corpo può infatti essere tondeggiante, oppure appiattito, allungato o vermiforme, provvisto di zampe oppure completamente privo di arti. Una curiosità, tipica di alcune specie, è quella di poter cambiare la colorazione della propria pelle o per mimetizzarsi dagli animali predatori o come motivo di caccia. Le zampe dei rettili sono quattro, posizionate lateralmente rispetto al tronco, ma tanto corte da permettere al corpo di strisciare a terra, più che di sollevarsi. Museo della scienza: I RETTILI

66 In quasi tutti i rettili, lo scheletro si è solitamente tolto.. Certamente più omogenee sono le informazioni generali che possiamo dare riguardano la dentizione dei rettili: questi animali infatti, a differenza dei mammiferi, non presentano una diversificazione dei denti in base alla forma ed alla funzione, bensì sono provvisti di denti più o meno identici tra loro, di forma conica. Questo è dato dalla funzione che i denti dei rettili svolgono: i rettili, infatti, non utilizzano i denti per masticare né per tagliare pezzi di cibo, ma li utilizzano per afferrare le prede e per favorirne la deglutizione. Altra caratteristica comune a quasi tutti i rettili è il fatto che i denti non siano soggetti a muta: semplicemente, i nuovi denti crescono accanto a quelli vecchi, ma senza sostituirli. Questi animali, il cui udito e la cui vista sono spesso molto inferiori a quelli degli altri animali, hanno comunque sviluppato altri sensi molto raffinati come, per esempio, la capacità di percepire il calore termico. Addirittura, nella maggior parte dei rettili, gli organi sensitivi sono distribuiti in gran numero sulle squame. Esempi di rettili: le tartarughe, iguane, gechi e serpenti. I rettili sono una classe dei vertebrati a sangue freddo. Sono una evoluzione degli anfibi e rappresentano la conquista dell'ambiente terrestre da parte dei vertebrati La maggior parte dei rettili è ovipara vale a dire che la fecondazione avviene internamente al corpo dell'animale ma le uova sono poi deposte e completano il loro sviluppo all'esterno del corpo.. Esistono però dei casi ovoviviparità in cui l'embrione si sviluppa nell'uovo ancora all'interno dell'ovidotto materno e nasce direttamente l'esemplare già formato. Esistono anche casi di viviparità. I RETTILI 2

67 Gli uccelli

68 Movimento Gli uccelli si muovono volando; gli arti anteriori si sono trasformati in ali, mentre quelli posteriori sono adatti per camminare.

69 Nutrizione Alcuni uccelli, come i falchi e le aquile, si nutrono di piccoli mammiferi, uccelli o rettili; altri come pellicani e i gabbiani, si nutrono di piccoli pesci e anfibi; altri ancora, più piccoli, si nutrono di insetti o di semi. L’alimentazione degli uccelli è molto differenziata. Gli uccelli non possono masticare il cibo con il becco, per questo sono dotati di uno stomaco diviso in 2 parti: il proventriglio che secerne i succhi gastrici e il ventriglio che contiene i sassolini e la sabbia ingeriti insieme al cibo che ingerisce.

70 rivestimento Il corpo degli uccelli è ricoperto da piume e penne, indispensabili per il volo; esse servono inoltre per non disperdere il calore e mantenere costante la temperatura corporea, infatti sono omeotermi, cioè a sangue caldo

71 Circolazione Negli uccelli il cuore è formato da due atri e due ventricoli e la circolazione è doppia e completa. Si dice : Doppia perché è formata da una piccola e una grande circolazione; Completa perché il sangue ossigenato e il sangue ricco di anidride carbonica scorrono ciascuna in una metà diversa, senza mai venire a contatto.

72 Sensi Negli la vista è il senso più sviluppato; gli occhi disposti ai lati del capo permettono all’animale di disporre di un campo visivo molto ampio

73 Respirazione Gli uccelli respirano per mezzo dei polmoni, che sono collegati a sacche aeree che favoriscono l’ossigenazione e contribuiscono a diminuire il peso specifico del corpo, facilitando il volo.

74 Riproduzione Gli uccelli sono animali ovipari: le uova vengono covate e, quando si schiudono, i piccoli nati vengono allevati da uno o da entrambi i genitori, finchè non sono autosufficienti.

75 La classe dei mammiferi è incredibilmente ampia, ma, nonostante le evidenti diversità tra gli animali che ne fanno parte, è possibile individuare delle caratteristiche comuni che distinguono i mammiferi da ogni altro animale. I mammiferi hanno colonizzato tutto il pianeta: grazie alla grande adattabilità e all'alta specializzazione troviamo specie diverse di mammiferi praticamente in ogni habitat.

76 Il loro nome deriva dalla mammella è una sacca cutanea, sormontata dal capezzolo, che accoglie al proprio interno grasso e, nella femmina, le ghiandole mammarie. La ghiandola mammaria è una struttura ghiandolare che produce il latte per alimentare i cuccioli. I Monotremi, a differenza degli altri mammiferi, non hanno mammelle pur avendo ghiandole mammarie ed il latte è fatto scorrere direttamente sulla pelliccia.

77 I mammiferi sono gli unici animali a possedere una pelliccia formata da peli che ricoprono tutto il corpo (a parte i cetacei) Il pelo ha numerose funzioni: serve a mantenere costante la temperatura corporea. I mammiferi sono animali a "sangue caldo" o omeotermi: cioè la loro temperatura corporea si mantiene costante. Serve a mimetizzarsi con l’ambiente (per non essere visti dalle prede quando si va a caccia o per non essere visti e mangiati dai predatori). Serve per dare dei messaggi visivi, ad esempio il gatto quando rizza i peli segnala di essere aggressivo. Nel riccio i peli sono invece stati modificati a formare delle spine che lo proteggono dai predatori. Serve per proteggere gli organi di senso come ad esempio il naso, le orecchie, gli occhi.

78 monotremi MONOTREMI MARSUPIALI PLACENTATI

79 I Monotremi sono i mammiferi meno evoluti: sono ovipari cioè depongono le uova che vengono covate dalla madre. Non hanno le mammelle, ma hanno le ghiandole mammarie da cui fuoriesce il latte che scorre direttamente sulla pelliccia. Questa sottoclasse comprende tre specie: l’ornitorinco, l’echidna e il formichiere. I Monotremi vivono solo in Australia.

80 I Marsupiali sono mammiferi tipici dell'Australia e dell'America del sud. Come il nome stesso ci suggerisce la femmina è caratterizzata da una tasca addominale, il marsupio, che funge da “incubatrice” per i piccoli che nascono molto precocemente, ancora poco sviluppati. Il piccolo appena nato, raggiunto il marsupio si attacca ad un capezzolo e qui completerà il proprio sviluppo. Durante la gravidanza non è comunque presente la placenta. Questa sottoclasse raccoglie numerose specie, alcune delle quali sono molto note (canguri, koala...).

81 I Placentati sono la maggior parte dei mammiferi e sono i più evoluti; sono provvisti di placenta: un organo transitorio, presente solo durante la gravidanza, che avvolge il feto e, con esso, viene espulso al parto. La placenta rende possibile il passaggio di cibo e ossigeno dalla madre al feto. Hanno un utero molto evoluto che accoglie il feto (o i feti) durante la gravidanza. Si distinguono molti ordini appartenenti alla sottoclasse dei Placentati ad esempio: Roditori, Chirotteri (pipistrelli), Lagomorfi (conigli), Cetacei (delfini e balene), Pinnipedi (coi piedi palmati), Felidi (gatti e tigri), Canidi (cani e lupi), Proboscidati (elefanti), Ungulati (con gli zoccoli), Primati (scimmie).

82 La placenta è un organo presente solo durante la gravidanza, è una specie di sacco che avvolge il feto mentre è nella pancia della madre e che viene espulso al momento del parto. La placenta rende possibile il passaggio di cibo ed ossigeno dalla madre al piccolo.

83 Accomunano tutti i mammiferi. Sono l’insieme dei comportamenti che i genitori mettono in atto per difendere e curare i piccoli che sono incapaci di badare a se stessi. Nei mammiferi più evoluti poi, le cure parentali possono durare anche anni ed avere un ruolo decisivo nella formazione psichica del cucciolo e nell'apprendimento che gioca un ruolo sempre più importante.

84 Ci sono mammiferi che vivono molto a lungo. I cavalli possono vivere 20 anni, gli scimpanzé 50, e gli elefanti 60. Gli esseri umani sono i mammiferi con la vita più lunga. Invece, altri mammiferi vivono molto poco. È il caso dei topi o dei toporagni, alcuni dei quali non superano un anno di vita.

85 ERBIVORI CARNIVORI ONNIVORI Si nutrono solo di vegetali Hanno denti piatti per masticare l’erba Si nutrono di carne e pesce Si alimentano sia di vegetali sia di altri animali. Mucche Cavalli Cervi Giraffe Cani Leoni Tigri Lupi Maiali Volpi Topi Uomo


Scaricare ppt "Venne costruita nel X secolo dal vescovo Adalberto e poi passò alla famiglia Crotta. L’unico ingresso era situato a vari metri dal terreno, accessibile."

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