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PubblicatoFabiano Parente Modificato 8 anni fa
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1 “Bilateralità. Quali prospettive?” Riflessioni a circa un anno di distanza dal Convegno di Napoli 2015. Giovedì, 14 luglio 2015 CGIL Nazionale, Corso Italia 25, Roma – Sala Di Vittorio “Bilateralità e Welfare contrattuale in Europa e in Italia” Relatore: Prof. Emmanuele Pavolini, Università degli Studi di Macerata
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2 I tre punti centrali della presentazione Una chiave di lettura generale: opportunità e rischi del welfare contrattuale/occupazionale (bilateralità) per il sindacato Le esperienze europee di bilateralità al di là della previdenza complementare Considerazioni di fondo che si possono trarre dalle esperienze europee
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33 Problemi definitori In gran parte d’Europa (UE) il tema del ruolo del sindacato e delle parti sociali nel «welfare occupazionale» (prestazioni di welfare offerte direttamente da imprese e/o sindacato a seguito del contratto di lavoro) non è terminologicamente inquadrato in termini di «bilateralità» Il tema è inquadrato in termini di: prestazioni di welfare e «dialogo sociale», «co- regolazione» e/o «co-gestione»
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4 Opportunità del welfare occupazionale/«bilaterale» in ottica sindacale: l’esperienza europea -Copertura di bisogni dei lavoratori sempre più scoperti o non coperti («vecchi» e «nuovi» rischi sociali) (anche in ottica universalistica integrativa) (soprattutto se esiste radicata cultura di RI concertative) -Pooling di risorse con ritorni in termini di efficienza e potere contrattuale per i lavoratori -Ulteriore canale di legittimazione del sindacato (la mancanza di azione in questo campo può essere pagata in termini di consenso fra i lavoratori)
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55 Rischi del welfare occupazionale/«bilaterale» in ottica sindacale -Indebolimento del welfare pubblico (e dei suoi tratti universalistici) -Rafforzamento della dualizzazione, frammentazione e delle aspirazioni universalistiche nel mercato del lavoro -Aumento della conflittualità inter- categoriale e territoriale dentro il sindacato
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6 Tratti comuni al welfare occupazionale in gran parte dei paesi occidentali: le differenze per profilo di lavoratore (per tutti i tipi di bisogno) Diffusione/generosità del welfare occupazionale => La «bilateralità», quando presente, tende a ridurre le differenze fra profili Meno diffuso/generosoPiù diffuso/generoso Settore economico Manifattura labour-intensive Commercio, turismo, multiservizi e servizi persona Manifattura capital-intensive Terziario avanzato (banche, servizi professionali, etc.) Ampiezza impresa PMI(Medie-)Grandi imprese Tipo di contratto Tempo determinatoTempo indeterminato Tipo di occupazione Non qualificata Manuale Qualificata Non manuale
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7 Welfare occupazionale, bilateralità, sindacato e trasformazioni strutturali dell’economia e del mercato del lavoro italiano ed europeo L’emergere di un’economia duale e polarizzata
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8 Come cambia la struttura occupazionale in Europa occidentale ed Italia
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9 Copertura del welfare occupazionale e in Italia in ottica comparata SanitàConciliazioneFormazione adultiSupporto reddito (disoccupaz.) AustriaCopertura limitataCopertura ampia Copertura limitata BelgioCopertura molto ampia Copertura limitataCopertura molto ampia Germania-Copertura ampiaCopertura molto ampiaCopertura limitata ItaliaCopertura ampia PoloniaCopertura limitataCopertura ampiaCopertura limitata SpagnaCopertura molto ampia Copertura ampia Copertura limitata SveziaCopertura molto ampia Copertura ampiaCopertura molto ampia Regno UnitoCopertura limitataCopertura molto ampia Copertura limitata 50%: molto ampia
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10 Sindacato e governance del welfare occupazionale in Italia in ottica comparata OrganizzazioneGovernance Ruolo AustriaFondi aziendali«Enti bilaterali» aziendali Complementare BelgioMix fondi settoriali e/o aziendali «Enti bilaterali» settoriali Complementare GermaniaFondi settoriali e/o aziendali «Enti bilaterali» Complementare Italia“Enti bilaterali”«Enti bilaterali» settoriali Complementare (Sostitutivo?) PoloniaFondi aziendaliUnilaterale aziendale Complementare SpagnaFondi aziendali«Enti bilaterali» aziendali Complementare SveziaFondi nazionali«Enti bilaterali» nazionali Complementare Regno UnitoEmployers’ plansUnilaterale aziendale Complementare/Sostitutivo
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11 Tre sfide per il sindacato nel campo della bilateralità e del welfare occupazionale 1. Crescente dualizzazione nella copertura del welfare occupazionale lungo linee settoriali e di profilo del lavoratore: anche nei paesi con tradizioni di welfare occupazionale concertato e «universalistico»: a.Difficoltà crescenti del sindacato a «portare a casa» prestazioni adeguate nei settori economici e per i profili di lavoratori meno forti b.Aumento della differenziazione delle prestazioni fra settori e fra profili dei lavoratori
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12 Tre sfide per il sindacato nel campo della bilateralità e del welfare occupazionale 2. Deframmentazione e governance: necessità in molti paesi di ridurre il numero di «enti bilaterali» che si occupano del tema e di formare i rappresentanti sindacali per tre ragioni: a.Capacità gestionale e rischio di finire «catturati» dai gestori (più gli enti sono piccoli più vi è il rischio di scarsa esperienza da parte dei rappresentanti delle parti sociali) b.Capacità contrattuale (numeri di iscritti mobilitati) c.Armonizzazione delle condizioni per platee relativamente più ampie di lavoratori e portabilità delle prestazioni Problema: de-frammentazione lungo linee categoriali e/o territoriali (de-frammentazione con effetti diversi)? Necessità di introdurre Authority sul modello COVIP
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13 Tre sfide per il sindacato nel campo della bilateralità e del welfare occupazionale 3. «Privatizzazione e individualizzazione dei rischi sociali»: dal welfare occupazionale (bilaterale) alle assicurazioni private a.In alcuni paesi si nota una tendenza in primis al passaggio dichiarato al «secondo pilastro» occupazionale (basato su enti bilaterali) e poi al «terzo pilastro» assicurativo (in modo molto meno dichiarato e molto più sotterraneo) Tale processo è più visibile nel campo della previdenza complementare in vari paesi europei… Anche se la regolazione dei «fondi di solidarietà» in Italia, rispetto alla CIG, alcuni dubbi li lasciano sul rischio di privatizzazione ed individualizzazione dei rischi sociali
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