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Aspetti normativi e di policy Seminario di formazione

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Presentazione sul tema: "Aspetti normativi e di policy Seminario di formazione"— Transcript della presentazione:

1 Aspetti normativi e di policy Seminario di formazione
BALMAS Project Final conference Piran, Slovenia – September 20-22, 2016

2 Obiettivi del seminario
Fornire una panoramica generale delle principali sfide poste all’attuazione e collegate raccomandazioni BWM Convention e risultati del progetto BALMAS

3 Risultati del progetto per gli aspetti giuridici e di policy
Pubblicazione che raccoglie una selezione di materiali giuridici (e-book + stampato) Rapporto sugli aspetti giuridici e di policy (e-book + stampato) Altri risultati: - Raccomandazioni sulla conoscenza, la formazione e l’addestramento - Lista di contatti di autorità e altri soggetti rilevanti per la gestione delle zavorre nella regione adriatica - Lista annotata di atti giuridici internazionali, dell’UE e nazionali

4 Materiali per il seminario
Collection of legal texts on ships’ ballast water REGIME GLOBALE BWM Convention, Linee guida IMO G1-G14, altre risoluzioni IMO, circolari IMO BWM MEDITERRANEO BW Strategy, Accordi volontari LEGISLAZIONE E REGOLE NAZIONALI IN ADRIATICO Albania, Croazia, Italia, Montenegro (versione originale + traduzione non ufficiale in inglese a fronte) ADDENDUM sul PSC Paris MoU, Direttiva 2009/16/CE

5 I risultati della rassegna sugli aspetti giuridici e di policy
8 SFIDE E COLLEGATE RACCOMANDAZIONI Sfida 1 Dalla ratifica all’implementazione: sviluppare la cooperazione tra gli Stati Adriatici all’interno e all’esterno del Mediterraneo Sfida 2 Identificare le autorità e gli enti responsabili: l’incrocio tra competenze marittime, portuali e ambientali Sfida 3 Primi passi verso un approccio comune: usare lo stesso linguaggio (concordare su definizioni, specie target e impatti) per ottenere gli stessi obiettivi Sfida 4 Il bisogno di un monitoraggio regolare degli HAOPs in Adriatico: controllare gli impatti attuali e prevenire nuovi rischi

6 Sfida 5 Traffico marittimo intra-Adriatico e traffico da altre regioni: problemi diversi, stesse soluzioni? Sfida 6 Porti e cantieri nell’Adriatico: opzioni per gli impianti di ricezione di acque e sedimenti Sfida 7 Una applicazione critica: la sfida del controllo dello Stato del Porto Sfida 8 Potenziali effetti collaterali dell’attuazione della BWM Convention: impatti cumulativi sull’ambiente del mare Adriatico

7 1. Dalla ratifica all’implementazione: sviluppare la cooperazione tra gli Stati Adriatici all’interno e all’esterno del Mediterraneo Certezza giuridica e incertezza di fatto La BWM Convention è un trattato multilaterale sulla prevenzione dei rischi (per l’ambiente, la salute e le economie) derivanti da una operazione di routine delle navi Pone standard – validi ovunque – sulla presenza di HAOPs (organismi acquatici nocivi e patogeni) nelle acque di zavorra oggetto di scarico In realtà, i danni causati dagli HAOPs dipendono dalla relazione tra le relative caratteristiche e quelle dell’ambiente ricevente (mare Adriatico). Danni sono possibili anche se gli standard sono soddisfatti e non è certo che HAOPs presenti in concentrazioni superiori ai limiti prefissati producano danni una volta scaricati

8 1. Dalla ratifica all’implementazione: sviluppare la cooperazione tra gli Stati Adriatici all’interno e all’esterno del Mediterraneo Flessibilità nell’attuazione La BWM Convention consente alle Parti di considerare bisogni particolari e condizioni specifiche di alcune aree marine: -alcune rotte possono essere esentate a seguito di specifiche valutazioni di rischio -requisiti speciali possono essere stabiliti per certe aree (i.e. allerte, misure aggiuntive) -eccezioni all’applicazione della BWM Convention possono essere autorizzate Circa il 50% del traffico è intra-Adriatico

9 1. Dalla ratifica all’implementazione: sviluppare la cooperazione tra gli Stati Adriatici all’interno e all’esterno del Mediterraneo Ne consegue che… Le ratifiche/attuazioni nazionali non sono da sole sufficienti ad affrontare le minacce poste dall’introduzione di HAOPs nel mare Adriatico E’ NECESSARIA ULTERIORE COOPERAZIONE A LIVELLO SUB-REGIONALE Image: © European Parliament - Audiovisual Unit

10 1. Dalla ratifica all’implementazione: sviluppare la cooperazione tra gli Stati Adriatici all’interno e all’esterno del Mediterraneo Esplorare le opportunità derivanti da obblighi giuridici paralleli Diversi settori normativi Ordinamenti giuridici paralleli Principali atti giuridici rilevanti per la gestione delle introduzioni di HAOPs tramite le acque di zavorra delle navi nel mare Adriatico (ordinamenti giuridici/settori normativi)

11 1. Dalla ratifica all’implementazione: sviluppare la cooperazione tra gli Stati Adriatici all’interno e all’esterno del Mediterraneo Specie Non Indigene (NIS) Specie introdotte dalle attività dell’uomo al di fuori del loro ambito di origine Specie Aliene Invasive (IAS) NIS la cui introduzione o diffusione minaccia o ha un impatto negativo sulla biodiversità e i relativi servizi ecosistemici Harmful Aquatic Organisms and Pathogens (HAOPs) organismi acquatici o patogeni, i quali, se introdotti nel mare, inclusi gli estuari, o in corsi d’acqua dolce, possono creare pericoli all’ambiente, alla salute umana, alle proprietà o alle risorse, danneggiare la diversità biologica o interferire con altri usi legittimi di tali aree Main legal acts relevant for the management of HAOPs introduction through ballast water in the Adriatic Sea (different legal systems/sectors of law)

12 Raccomandazioni per affrontare la sfida 1
Tutti gli impegni giuridici sottolineano che la cooperazione tra Stati in materia di HAOPs, NIS e IAS è fondamentale per affrontare i problemi collegati 1. Rilanciare la cooperazione nella regione del mare Adriatico sia sugli HAOPs che sui NIS/IAS Opzioni istituzionali -accordi/iniziative Adriatiche esistenti (Commissione mista per l’Adriatico – negoziati tecnici; EUSAIR – discussione UE orientata sui progetti, più Stati) -promuovere le specificità sub-regionali nel quadro Mediterraneo Convenzione di Barcellona + Protocolli + Decisioni COP (UNEP/MAP, REMPEC e RAC/SPA) -coinvolgimento delle istituzioni UE e dell’EMSA

13 Raccomandazioni per affrontare la sfida 1
Elementi per la discussione dai risultati del progetto BALMAS, per affrontare in maniera omogenea nel bacino l’introduzione di HAOPs attraverso le acque di zavorra: la lista degli HAOPs, i criteri di rischio, il database le indagini nei porti e l’impegno sul monitoraggio il modello per la valutazione del rischio i punti di contatto nazionale tecnici il modello di formazione per il controllo dello Stato del Porto Il BALMAS Decision Support System -la Strategia BALMAS e il Piano operativo -altre azioni congiunte

14 2. Identificare le autorità e gli enti responsabili: l’incrocio tra competenze marittime, portuali e ambientali Le conoscenze ambientali necessare ad implementare un accordo marittimo Le autorità marittime nell’implementare il regime internazionale sulla gestione delle acque di zavorra devono affrontare non solo l’operatività della nave e la sua sicurezza ma anche le caratteristiche dell’ambiente naturale circostante Diverse misure giuridiche ed amministrative di attuazione richiedono la considerazione di informazioni e valutazioni ambientali i.e. nell’autorizzare le eccezioni, nel rilascio delle esenzioni, nelle allerte alle navi su aree dove non caricare zavorra, per possibili misure aggiuntive, nelle attività di controllo dello Stato del Porto, etc.

15 Raccomandazioni per affrontare la sfida 2
1. Coinvolgere, ove opportuno, autorità marittime, portuali e ambientali, nell’identificare le competenze per l’implementazione della BWM Convention e, in particolare, per le valutazioni ed i monitoraggi ambientali Mentre è probabile che le responsabilità principali siano assegnate alla stessa tipologia di autorità (marittima), i vari processi decisionali beneficieranno del coninvolgimento di autorità e organismi ambientali  2. La nomina di Punti tecnici di contatto nazionalie, che forniscano expertise e consulenza tecnica e scientifica, integrando diverse competenze NTFPs potranno svolgere un ruolo nello scambio di informazione nazionale ed internazionale nonchè facilitare eventuali valutazioni congiunte e ulteriori attività sub-regionali

16 Raccomandazioni per affrontare la sfida 2
3. Stabilire specifici accordi di collaborazione con istituzioni pubbliche ed altri organismi, i.e. università, centri di ricerca, ONG, rappresentanze di categoria, che possano giocare un ruolo nella attuazione delle misuer sulle acque di zavorra o nella comunicazione pubblica/approcci partecipativi sugli HAOPs 4. Promuovere e sostenere programmi di formazione e addestramento uniformi nell’area adriatica, incluso lo sviluppo e lo scambio di conoscenze, gli scambi di personale e reti, programmmi promozionali, azioni e progetti scientifici, a seconda del caso Utilizzare tutti i meccanismi e programmi internazionali, regionali ed europei disponibili

17 3. Primi passi verso un approccio comune: usare lo stesso linguaggio (concordare su definizioni, specie target e impatti) per ottenere gli stessi obiettivi Necessità di decisioni nazionali coerenti nella regione adriatica Solo conoscendo le circostanze locali e la relazione tra la presenza di HAOPs nelle acque di zavorra e le caratteristiche dell’ambiente ricevente, sarà possibile adottare decisioni nazionali basate su una valutazione ragionevole dei rischi concreti Più l’informazione e le conoscenze sono comuni agli Stati che condividono l’area, più semplici saranno I processi decisionali, prevenendo decisioni nazionali confliggenti e incrementando la protezione dell’ambiente della regione nel suo complesso

18 3. Primi passi verso un approccio comune: usare lo stesso linguaggio (concordare su definizioni, specie target e impatti) per ottenere gli stessi obiettivi I risultati del progetto Le indagini di base nei porti in selezionati porti adriatic hanno generato un ammontare iniziale di informazioni sulla presenza di HAOPs. Gli organismi rinvenuti sono stati associati a livelli di impatto potenziale (elevato, medio e basso), a seconda delle loro caratteristiche, della loro abbondanza e della probabilità degli effetti dannosi sulla salute umana/ecosistemi. La diffusione, l’introduzione ed il trasferimento attraverso il bacino di queste specie, può rappresentare una minaccia particolarmente rilevante per l’Adriatico nel suo complesso. Sono stati sviluppati un Protocollo per le indagini di base (PBS protocol) e una lista preliminare di HAOPs Queste informazioni aumenteranno la coerenza degli approcci nazionali, fornendo le conoscenze per valutazioni di rischio specie-specifiche, per indirizzare le misure nazionali e per l’ulteriore cooperazione sub-regionale e Mediterranea

19 Raccomandazioni per affrontare la sfida 3
1. Completare le indagini di base nei porti e concordare sull’identificazione degli HAOPs in Adriatico -la lista preliminare di HAOPs dovrebbe essere riconosciuta dai paesi Adriatici e portata all’attenzione degli organismi mediterranei (UNEP/MAP) -le indagini di base dovranno essere completate, prevedendo il loro aggiornamento periodico. Le informazioni scambiate con gli organismi regionali e utilizzate per attuare la legislazione UE (i.e. Regolamento N. 1143/2014; Direttiva N. 2008/56/CE) aumentando la coerenza e massimizzando l’efficacia dei costi dell’azione pubblica 2. Concordare sulla categorizzazione dei rischi degli HAOPs I criteri di rischio proposti ed associati agli HAOPs dovrebbero essere oggetto di un accordo tra Stati adriatici, ponendo le basi per una valutazione di rischio coerente e trasparente nella concessione delle esenzioni e per guidare le azioni di controllo dello Stato del porto

20 4. Il bisogno di un monitoraggio regolare degli HAOPs in Adriatico: controllare gli impatti attuali e prevenire nuovi rischi La sfida del monitoraggio della presenza di HAOPs Le politiche e le misure ambientali dovrebbero essere basate su appropriate conoscenze, informazioni e dati (LOS Convention, Barcelona Convention, 1995 SPA & Biodiversity Protocol, 2002 Mediterranean Prevention and Emergency Protocol) Molteplici impegni giuridici UE/regionali sul monitoraggio marino (i.e. Direttiva sulla Strategia Marina, Direttiva sulle acque di balneazione, Regolamento sulle specie aliene, Mediterranean Integrated Monitoring and Assessment Programme, Action Plan on Species Introduction and Invasive Species, etc.)

21 4. Il bisogno di un monitoraggio regolare degli HAOPs in Adriatico: controllare gli impatti attuali e prevenire nuovi rischi Il monitoraggio e la BWM Convention (art. 6) Le Parti si impegnano “to monitor the effects of Ballast Water Management in waters under their jurisdiction” comprese attività quali “observation, measurement, sampling, evaluation and analysis of the effectiveness and adverse impacts of any technology or methodology as well as any adverse impacts caused by such organisms and pathogens that have been identified to have been transferred through ships’ Ballast Water” Il monitoraggio (1) non è riferito esclusivamente ai porti, (2) non è riferito a condizioni ambientali generali, e (3) è incentrato sugli effetti della gestione delle acque di zavorra più che sulla prevenzione dei rischi possibili Il monitoraggio è fondamentale per implementare sia le disposizioni della BWM Convention che i risultati di progetto Ostacolo principale: assenza attuale di obblighi nazionali di monitoraggio dei porti (l’informazione disponibile è raccolta su base volontaria ed eterogenea)

22 Raccomandazioni per affrontare la sfida 4
1. La formalizzazione di un impegno al monitoraggio degli HAOPs a livello Adriatico, come previsto dalla 2012 Mediterranean Ballast Water Strategy e dal 2016 Mediterranean Integrated Monitoring Programme I contesti normativi nazionali e le attività amministrative dovrebbero prevedere il monitoraggio regolare nei porti e/o nelle aree marine soggette alla giurisdizione nazionale ed al di là, integrando obiettivi di gestione diversi (ambientali e/o specifici per le esigenze di gestione delle zavorre) 2. Il riconoscimento formale e congiunto di un Protocollo di monitoraggio adriatico sulla base dei risultati di progetto, dopo una appropriata discussione ed integrazione nell’ambito del rinnovato dialogo intra-Adriatico

23 Raccomandazioni per affrontare la sfida 4
3. Provvedere il supporto finanziario ed organizzativo stabile per l’operatività dei programmi di monitoraggio Ricerca del sostegno da parte delle istituzioni e dei programmi dell’UE, dell’UNEP/MAP e delle organizzazioni internazionali Approfittare della necessità di implementare obiettivi parzialmente coincidenti dei vari impegni giuridici (UE, globali, regionali) evitando duplicazioni Promuovere la discussione sub-regionale e/o in ambito EUSAIR 4. Ampliamento della partecipazione al monitoraggio nei porti Coinvolgimento delle comunità locali e delle categorie della pesca professionale e sportiva nella raccolta dei dati

24 Decisioni nazionali coerenti nella regione adriatica
5. Traffico marittimo intra-Adriatico e traffico da altre regioni: problemi diversi, stesse soluzioni? Decisioni nazionali coerenti nella regione adriatica Le Parti possono adattare il regime internazionale affrontando determinati problemi o di aree specifiche (in conformità con la BWM Convention e il diritto internazionale) -Gli Stati possono adottare requisiti speciali per le navi in aree specifiche: misure aggiuntive tenendo in considerazione le G13 e allerte alle navi per aree di non caricazione -Gli Stati possono, nelle aree di giurisdizione e a seguito di appropriate valutazioni di rischio conformi alle G7, esentare le navi operanti – permanentemente o esclusivamente – su tratte tra specifici porti o località dall’applicazione del D-2 -Eccezioni alla applicazione della Convenzione sono possibili per le navi operanti solo nella giurisdizione di una Parte o solo tra tale giurisdizione e l’alto mare Elevati volumi di traffico intra-Adriatico (>50%): le decisioni degli Stati costieri applicabili al traffico domestico dovrà anch’esso tenere in considerazione gli effetti e i rischi sull’ambiente sotto la giurisdizione degli altri Stati

25 Raccomandazioni per affrontare la sfida 5
1. Implementare il regime delle esenzioni nel mare Adriatico: valutazioni di rischio coerenti e azioni coordinate. Per rendere più spedito il processo di consultazione obbligatoria sulle rotte tra due porti Adriatici, questioni rilevanti da discutere preliminarmente a livello sub-regionale sono: -l’istituzione di un meccanismo di informazione sub-regionale sullo status delle esenzioni concesse e/o ritirate -coordinamento tra le istituzioni incaricate del monitoraggio degli HAOPs o dei NTFP -ove l’informazione necessaria sia disponibile ed un monitoraggio uniforme sia operativo, sviluppo di una procedura comune per le esenzioni -fattibilità di possibili misure di semplificazione

26 Raccomandazioni per affrontare la sfida 5
2. Requisiti speciali per aree specifiche: opsioni di cooperazione sulle misure aggiuntive Apertura di un dialogo sub-regionale su possibili misure aggiuntive disponibili ai sensi di diversi strumenti giuridici internazionali (i.e. Area Marina Particolarmente Sensibile, misure obbligatorie sulle rotte, etc. -Posizione comune sulIa adozione obbligatoria da parte dell’IMO del Ballast Water Reporting Form (emendamento ad ADRIREP)

27 Raccomandazioni per affrontare la sfida 5
3. Requisiti speciali per aree specifiche: sviluppare un sistema coerente di allerta nel prelievo di HAOPs, prevenendo il caricamento di HAOPs e al tempo stesso facilitando la conformità agli obblighi delle navi 3.1 Uniformità delle condizioni di attivazione dell’allerta. Impegno sub-regionale alla istituzione di EWS e delle relative condizioni (Lista di HAOPs/classificazione di impatto, criteri di attivazione e livelli) 3.2 Progettazione e funzionamento uniforme dei database. Scelte sui fornitori di dati, partecipazione, standard di qualità, affidabilità dei dati, etc. 3.3 Responsabilità identificate e gestione cooperativa. Responsabilità condivisa tra settore marittimo ed ambientale 3.4 Comunicare con le navi. Uso di NAVTEX ed accordi per facilitare la partecipazione delle autorità montenegrine e slovene

28 Porti competitivi, migliore qualità del traffico
6. Porti e cantieri nell’Adriatico: opzioni per gli impianti di ricezione di acque e sedimenti Porti competitivi, migliore qualità del traffico Due aspetti del regime globale hanno un impatto sull’organizzazione di porti e cantieri: gli standard D-1 e D-2 non si applicano alle navi che conferiscano le acque di zavorra ad un impianto di ricezione, realòizzato tenendo in considerazione le G5. La convenzione non richiede ai porti di rendere disponibili tali impianti (Annex, regulation B-3.6) nè la legislazione dell’UE contempla la ricezione di acque di zavorra segregata Nei porti e terminali identificati dalle Parti, impianti di ricezione dei sedimenti sono resi disponibili alle navi seguendo la G1, ed assicurando lo smaltimento sicuro degli stessi, senza ritardare ingiustificatamente la nave. L’identificazione non è un obbligo delle Parti

29 Raccomandazioni per affrontare la sfida 6
1. Promuovere nei porti le informazioni sulle soluzioni disponibili per la ricezione delle acque di zavorra, al fine di facilitare la valutazione appropriata degli eventuali investimenti 2. Indagare la disponibiltà complessiva di cantieri e bacini di carenaggio pubblici e privati e le loro practiche riguardo alla gestione dei rifiuti, per programmare le azioni adeguate 3. Coinvolgimento adeguato delle istituzioni europee per esplorare possibili adattamenti della legislazione UE sui rifiuti in relazione al trattamento e allo smaltimento dei sedimenti – vale a dire, separati dalle acque – e le implicazioni giuridiche e pratiche di tali norme per l’operatività ordinaria dei cantieri bacini di carenaggio

30 Quadro giuridico essenziale sui controlli dello Stato del Porto
7. Una applicazione critica: la sfida del controllo dello Stato del Porto Quadro giuridico essenziale sui controlli dello Stato del Porto Convenzione delle nazioni unite sul Diritto del Mare (CNUDM) Risoluzione IMO 1982 Paris MoU on port State control: 3 Stati adriatici (Croazia, Italia e Slovenia), Commissione europea, Montenegro (osservatore) Inoltre, principi e requisiti della BWM Convention rilevanti per l’applicazione da parte degli Stati sia come Stati di bandiera, del Porto o Costieri (ispezione delle navi, accertamento delle violazioni, controlli e relative notifiche, ingiustificato ritardo, certificazione e visite ispettive) G2 Guidelines for ballast water sampling Guidelines for port State control under the BWM Convention Guidance on ballast water sampling and analysis for trial use in accordance with the BWM Convention and Guidelines (G2)

31 7. Una applicazione critica: la sfida del controllo dello Stato del Porto
Le attuali caratteristiche delle ispezioni marittime Il sistema è lkargamente basato sulle caratteristiche della nave. Le navi da ispezionare sono identificate in anticipo sulla base di criteri predefiniti – lo “ship risk profile” e il tempo trascorso dall’ultima ispezione – che assegnano alle navi una priorità ai fini del controllo (navi Priorità I, che devono essere ispezionate, navi Priorità II, che possono essere ispezionate) I risultati del progetto -strumenti per identificare scarichi ad “alto rischio” o ad “estremo rischio” (nota: non navi!) per I porti Adriatici che possono aiutare i PSCOs nell’indirizzare i campionamenti nell’ambito delle priorità esistenti -modello di corso e-learning per i PSCOs

32 Raccomandazioni per affrontare la sfida 7
1. Usare le attuali priorità ispettive per controllare efficacemente l’introduzione di HAOPs Ulteriore discussione a livello sub-regionale che consenta programmi di ispezione mirati sulle acque di zavorra incentrate sui rischi e che selezionino per il controllo navi diverse da quelle di Priorità I e II. Eventuali decisioni riflesse negli accordi esistenti sul PSC (sub-regionali, regionali, globali) 2. Facilitare le attività di controllo dello Stato del Porto aumentando l’expertise ambientale disponibile Programmi di educazione/addestramento uniformi nel bacino Coinvolgimento preventivo di altre autorità o organismi competenti in materia ambientale e dotati dell’expertise necessaria

33 Raccomandazioni per affrontare la sfida 7
3. Sviluppare ulteriormente gli indirizzi tecnici per i PSCOs adriatici nell’esecuzione dei campionamenti Adozione sub-regionale dei risultati di progetto su: -elementi che possono dare avvio al campionamento nel corso delle ispezioni -raccomandazioni sull’adeguatezza di specifici metodi di campionamento per verificare la conformità della nave -specifiche per l’analisi indicativa e dettagliata per verificare la conformità della nave agli standard D-1 e D-2 4. Rapportazione sulle acque di zavorra in Adriatico Posizione coordinata degli Stati dell’Adriatico sulla modifica dell’IMO Mandatory Reporting System for the Adriatic Sea (ADRIREP)

34 Raccomandazioni per affrontare la sfida 7
5. Strumenti aggiuntivi per il controllo dello Stato del Porto e relative risorse Programmi di formazione ed addestramento dei PSCOs coerenti, kit per il campionamento delle acque, strumentazione per le analisi indicative (attenzione alle esigenze giuridichee, es. calibratura strumenti) 6. Sanzioni coerenti per le violazioni della BWM Convention nell’area del mare Adriatico La cooperazione regionale e sub-regionale dovrebbe considerare lo scambio di informazioni quale mezzo per migliorare congiuntamente la protezione del bacino con sanzioni adeguatamente severe. Modifiche alla legislazione UE potrebbero facilitare la coerenza

35 8. Potenziali effetti collaterali dell’attuazione della BWM Convention: impatti cumulativi sull’ambiente del mare Adriatico Scarico di “sostanze attive” Dopo che lo standard D-2 diventerà efficace, un ulteriore monitoraggio sarà necessario Il progetto ha svolto indagini di base Effetti cumulativi della gestione delle acque di zavorra In relazione alle misure nazionali adottate, ad es. su esenzioni ed eccezioni

36 Raccomandazioni per affrontare la sfida 8
1. Ulteriore cooperazione per il monitoraggio congiunto e lo scambio regolare di informazioni sugli aspetti emergenti Sviluppare la discussione sub-regionale e ricercare il sostegno delle istituzioni e dei programmi UE e dell’UNEP/MAP

37 Per ulteriori informazioni e riferimenti: giulietta. rak@isprambiente
Per ulteriori informazioni e riferimenti:


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