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L’industria del gioco oggi

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Presentazione sul tema: "L’industria del gioco oggi"— Transcript della presentazione:

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2 L’industria del gioco oggi
L’ “industria” del gioco d’azzardo è la 3° in Italia per fatturato, preceduta solo da Eni e l’Enel. Solo 3 anni fa era la 5°. Purtroppo ha anche un altro primato: è al secondo posto in Italia fra le cause di Usura. “Il gioco d’azzardo è la seconda causa di ricorso a debiti e/o usura in Italia” ha dichiarato la Consulta Nazionale delle Fondazioni Antiusura.

3 Per l'intera filiera dell'auto nel 2011 si sono spesi 40 mld
Per l'intera filiera dell'auto nel 2011 si sono spesi 40 mld. ...e le persone direttamente o indirettamente impegnate nel settore sono circa Nel gioco d'azzardo, con fatturato più che doppio, gli addetti sono “ben” …...

4 Storia del gioco d’azzardo
Il gioco d’azzardo come lo conosciamo oggi, in Italia ha un’origine che risale al 1500 quando, a Genova, si scommetteva sui nomi dei personaggi eleggibili a cariche pubbliche. In un primo tempo si svolgeva clandestinamente, per venire poi legalizzato con una legge costituzionale nel 1576. Divieti e permessi si susseguirono per secoli… Negli anni ‘30 il gioco viene poi definito in modo più specifico dalle leggi italiane, leggi tutt’ora in vigore.

5 Di gioco d’azzardo si tratta nel Codice Penale (del 1930), agli articoli 718 e seguenti e nel Codice Civile (del 1942) agli articoli 1933 e seguenti, e nel Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (TULPS) del nell’articolo 110. Tutte queste leggi definiscono i limiti del gioco d’azzardo e ruotano intorno al concetto di «alea» (cioè «il caso») nel gioco: dove il risultato del gioco dipenda totalmente o in modo prevalente dalla fortuna rispetto all’abilità, e dove su questo risultato si scommettono soldi, vi è gioco d’azzardo. I legislatori ritennero che questi tipi di giochi dovessero essere vietati dalla legge.

6 Nel codice civile (art e 1934) si sottolinea che mentre i giochi sportivi sono tutelati e leciti, quelli aleatori sono vietati. Il gioco d’azzardo viene considerato un’attività immorale e socialmente dannosa, che fomenta la cupidigia di denaro, incentiva l’avversione al risparmio, deprime la dignità della persona e le impedisce di realizzare uno sviluppo armonico della propria personalità ed è causa di molte tragedie individuali e familiari. Questo impianto legislativo è superato da una serie di disposizioni successive che trasformano il divieto in un cosiddetto «divieto con riserva di permesso», una delle tecniche di controllo giuridico delle attività che potrebbero esporre a rischio gli interessi pubblici (ordine pubblico e sicurezza) e che quindi devono essere fortemente vigilate e eventualmente autorizzate.

7 Costante aumento di giochi su proposte politiche
Il trend di crescita del gioco autorizzato nel nostro Paese è sicuramente attribuibile anche agli impulsi generati dalle manovre economiche. Dalla metà degli anni ‘90 tutti i Governi hanno costantemente introdotto nuove offerte di gioco d’azzardo pubblico. Nel 1997 vengono introdotte la doppia giocata di Lotto e Superenalotto e le Sale scommesse; nel 1999 investitura ufficiale per il Bingo; nel 2003 spazio in Finanziaria alle Slot machine, nella Finanziaria 2005, ecco introdotte la terza giocata del Lotto, le scommesse Big Match, nel 2006 i nuovi corner e punti gioco per le scommesse, 7

8 tra il 2007 e il 2008 (col decreto sulle liberalizzazioni) vengono promossi i giochi che “raggiungono l’utente” (sms, telefonici, digitale terrestre) e dall’agosto 2008 è reso legale il gioco d’azzardo on-line (ma con limitazioni); nel 2009 e 2010 (decreto n.39 del 28 aprile 2009 “Interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici nella regione Abruzzo”) nascono: nuove lotterie ad estrazione istantanea, nuovi giochi numerici a totalizzazione nazionale con estrazioni giornaliere (Win for Life), giochi on-line senza limitazioni: giochi di sorte a quota fissa (quindi anche Roulette, il gioco dei Dadi, ecc) e giochi di carte organizzati in forma diversa dal torneo quindi anche le partite a poker in solitario con il computer con puntate fino a euro, le VLT (Video Lottery) che sono una sorta di slot machine con premi più alti ma molto più costose.

9 Nel 2011, auspice Tremonti, viene istituito il gioco del Bingo a distanza, l'apertura di ben sale da gioco per tornei di poker dal vivo, l’aumento del numero delle VideoLottery del 14%, l’apertura di nuovi punti vendita di scommesse ippiche e sportive, si amplia l’offerta di giochi numerici, viene introdotto un nuovo gioco promosso in ambito europeo, e un concorso aggiuntivo mensile del SuperEnalotto. Inoltre vengono sancite le modalità di funzionamento dei giochi di sorte legati al consumo: gioco pensato per chi va a fare la spesa. In pratica le massaie alla cassa del supermercato potranno avere "la possibilità" di non ritirare il resto del pagamento della spesa e, fino a 5 euro alla volta, scegliere di giocarlo nello scontrino con la speranza di vincere. (gioco che sembra sia stato bloccato dall’attuale governo)

10 Come cambia il contesto del gioco
IERI Lentezza Socialità Manualità Visibilità OGGI Velocità Solitudine Tecnologia Invisibilità

11 Il contesto del Gioco A livello mondiale, il mercato regolamentato dei giochi ha registrato, nel 2009, una raccolta complessiva di circa 335 miliardi di dollari, sostanzialmente in linea rispetto al   L'Europa e il Nord America hanno rappresentato ognuna circa un terzo del totale della raccolta mondiale, rispettivamente con il 34% e il 32%. 11

12 Se l’Europa ha un terzo del mercato mondiale, l’Italia spicca su tutte in Europa.
Se analizziamo le nazioni a noi più vicine, scopriamo che l’Italia nel 2009 ha fatturato 54,4 miliardi di euro, mentre Spagna e Francia (che hanno anch’esse una lunga tradizione di gioco d’azzardo) hanno fatturato: Spagna 17 miliardi di euro, Francia 19,3 miliardi. Se analizziamo nazioni lontane, che da sempre giocano, vediamo ad esempio che l’Italia è il primo mercato al mondo delle lotterie istantanee: i nostri Gratta e Vinci hanno raccolto 12,3 miliardi di dollari nel solo 2010, il 19% per mercato mondiale. Al secondo posto il mercato francese (affidato alla FdJ) che vale «appena» 5,6 miliardi, mentre il terzo in classifica è il mercato cinese (affidato a due operatori (China Welfare e China Sports Lottery) raccolgono 4,7 miliardi circa.

13 A fronte di un’evidente contrazione dei consumi familiari negli ultimi anni, cresce la voglia di giocare nella speranza del colpo di fortuna. Secondo l’Istat nel 2010 al Nord e al centro è ferma la spesa per alimentari e bevande. Il 65,3% dei nuclei familiari ha comprato meno cibo e il 13,6% ha diminuito anche la qualità.

14 La somma maggiore viene giocata nelle slot machine (col 56,3% del fatturato totale), seguono i gratta e vinci (12,7% del mercato), i giochi a distanza (skill game e di sorte a quota fissa), il lotto (8,5%), le scommesse sportive (4,9%), il superenalotto (3%), poi bingo e scommesse ippiche. Matteo Iori - Associazione Onlus "Centro Sociale Papa Giovanni XXIII"

15 Fatturato dei giochi d’azzardo negli ultimi anni
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16 Giocato nel 2011 in migliaia di euro

17 giocato pro-capite (popolazione maggiorenne) anno 2011

18 Chi gioca e perchè? Secondo il Rapporto 2011 sul Coordinamento della Finanza Pubblica della Corte dei Conti: «il consumo dei giochi interessa prevalentemente le fasce sociali più deboli ed è legato alla scarsa diffusione della cultura scientifica, oltre che al desiderio di comprarsi un sogno».

19 L’industria del gioco oggi
L’ “industria” del gioco d’azzardo è la 3° in Italia per fatturato, preceduta solo da Eni e l’Enel. Solo 3 anni fa era la 5°. Purtroppo ha anche un altro primato: è al secondo posto in Italia fra le cause di Usura. “Il gioco d’azzardo è la seconda causa di ricorso a debiti e/o usura in Italia” ha dichiarato la Consulta Nazionale delle Fondazioni Antiusura. Comunque il gioco d’azzardo viene considerato come una sorta di “tassa occulta”; come attività utile e proficua per le casse dello Stato…. 19

20 …ma è davvero una “tassa occulta” così conveniente
…ma è davvero una “tassa occulta” così conveniente? Spese per il gioco e Erario 20

21 Ma siamo sicuri? Con la penuria di risorse che c’è?!
Lampante l’esempio delle slot machine… Nella manovra finanziaria del 2008 l’aliquota di tassazione era del 13,4%. Nella finanziaria del 2009 «più incassi e meno paghi». E’ la filosofia dello Stato per la tassazione delle rendite delle new slot (le cosiddette “slot machine”): meno tasse più alto è l’incasso. In pratica se le slot incassano quanto nel 2008 il gestore deve pagare una tassa unica del 12,6%, se incrementa l’incasso del 15% paga l’11,6% e così via fino a scendere all’8% se l’incasso è incrementato del 65%.

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24 Chi vuol’essere più ricco?!
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26 Per tutti coloro che sono stressati e affaticati… la soluzione c’è !

27 Per tutti coloro che hanno difficoltà ad arrivare a fine mese e non hanno i soldi per pagare il Mutuo… la soluzione c’è !

28 In aumento il popolo di giocatori e «di giocati»…
«C’è una stretta correlazione tra l’incertezza e il gioco. Quanto più c’è incertezza tanto più si punta a vincere il superenalotto. L’incertezza del futuro porta ad una oscillazione continua tra paura e speranza» (Prof. Bodei, University of California di Los Angeles)

29 Non tutti sanno che l'aggio è….
Roulette ==> 2,7% Slot Machine ==> 25% Gratta e Vinci ==> % SuperEnalotto ==> 65%

30 Paradossalmente chi ha meno paga di più.
Secondo l’Eurispes il 69,9% degli italiani ha giocato d’azzardo almeno una volta nell’ultimo anno. Chi ne paga maggiormente le conseguenze? Le persone più fragili e con meno rete sociale. Il gioco d’azzardo è diffusissimo in Italia ma coinvolge maggiormente determinate categorie di persone: le fasce più deboli. Secondo i dati Eurispes nel gioco investe di più chi ha un reddito inferiore: giocano il 47% degli indigenti, il 56% degli appartenenti al ceto medio-basso, il 66% dei disoccupati. 30

31 I risultati della ricerca nazionale sul gioco d’azzardo 2011 (Ass
I risultati della ricerca nazionale sul gioco d’azzardo (Ass. Centro Sociale Papa Giovanni XXIII, CONAGGA, CNCA) Se poco più del 29% delle persone dichiara di non avere giocato neppure una volta nell’ultimo anno, il 71% ha giocato in modo variabile. Il gioco d’azzardo è più maschile che femminile: i maschi che giocano sono il 76,4%, mentre le femmine che giocano sono il 67,6%. Matteo Iori - Associazione Onlus "Centro Sociale Papa Giovanni XXIII"

32 Scolarizzazione e gioco
Rispetto ad una prima analisi fra le principali differenza fra chi gioca e chi non gioca, appare evidente che il gioco d'azzardo aumenta con la diminuzione della scolarizzazione. Chi ha una scolarizzazione medio-bassa gioca d'azzardo più facilmente (l'80,3% di chi ha la licenza media, il 70,4% di chi ha il diploma superiore, il 61,3% dei laureati).

33 Perché giocano? Nella parte del questionario finalizzata ad indagare quali siano le motivazioni che spingono la persona a giocare d’azzardo, vediamo che la prima motivazione indiscussa è “Vincere denaro” (52,3%) indicato da oltre la metà dei giocatori. Solo un giocatore su cinque segnala anche che gioca per “sfidare la sorte” (21%) e un altro giocatore su cinque (19,1%) lo fa per “passare il tempo”; solo una minima parte dei giocatori (7,6%) gioca d’azzardo per “misurare le proprie capacità”. 

34 Fra le motivazioni di gioco era previsto uno spazio libero in cui aggiungere eventuali note:
fra le altre segnalo quella di un giovane che dichiara di giocare perché “mi piacerebbe essere miliardario”, di un quarantenne che gioca “per cambiare vita”, di un cinquantenne che lo fa “perché lo fanno tutti”, di una cinquantacinquenne che gioca per “vincere denaro e aiutare i famigliari in difficoltà”,

35 Cosa significa in pratica?
Che su 47 milioni di italiani maggiorenni, più o meno 32 milioni giocano d’azzardo; fra questi sono problematici e dipendenti da gioco d’azzardo. Purtroppo a costoro vanno aggiunti i minorenni: il 10% dei minorenni che gioca d’azzardo è dipendente ( persone), e altri sono i problematici. Quindi: 32 milioni di giocatori, di cui 1,7 milioni di giocatori problematici giocatori patologici (dipendenti da gioco) Matteo Iori – Associazione Onlus «Centro Sociale Papa Giovanni XXIII»

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